SOMMARIO
1 – RISCHIO DI ESPULSIONE PER 10 MAGISTRATI
2 – INTERFERENZA CON GLI ORGANI COSTITUZIONALI
3 – SOTTOSEGRETARIO DI 3 GOVERNI NEL CERCHIO MAGICO
4 – LE ACCUSE DI PALAMARA ALLA POTENTE TOGA ROSSA
5 – FERRI: «PALAMARA FACCIA I NOMI: SIAMO SOLO ALL’INIZIO»
6 – BORDATE DEGLI EX PM ANTIMAFIA CONTRO NAPOLITANO
7 – TOGHE, SPIE, MASSONERIA E INTRIGHI TRA DEM ITALIA-USA
8 – DALLO SCANDALO UNICEF A ESPERIMENTI SARS E VACCINI
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo é il suo nome:Ha spiegato la potenza del suo braccio,ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;ha rovesciato i potenti dai troni,ha innalzato gli umili…”
Magnificat di Maria – Vangelo di Luca (1, 46-55)
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Finalmente la Corte di Cassazione punta il dito contro ben 10 magistrati evidenziando i loro loschi intrighi per pilotare la scelta del Procuratore di Roma destinato a prendere in mano gli scottanti fascicoli CONSIP nei quali è indagato pure l’ex Ministro allo Sport Luca Lotti, deputato autosospesosi dal Partito Democratico per questa vicenda.
Ma il vaso di Pandora scoperchiato ha svelato un “cerchio magico” disegnato all’ombra del PD che porta a galla anche rivoli di intrecci internazionali nel segno dei Democratici Italia-Usa già affiorati nell’UkraineGate contro il presidente Donald Trump, da cui è scaturito l’antitetico ObamaGate, insieme a quelli scoperti da Gospa News nella triade promotrice di Big Pharma e vaccini tra l’ex presidente americano Barack Obama e i due suoi grandi donors Bill Gates e George Soros.
1 – RISCHIO DI ESPULSIONE PER 10 MAGISTRATI
Consip è la spa controllata dal Ministero dell’Economia che gestisce gli appalti miliardari per l’amministrazione pubblica finita nell’occhio del ciclone per l’arresto di un imprenditore napoletano accusato di aver pagato tangenti ad alcuni manager della società stessa. Lotti, ex ministro del Governo Gentiloni Lotti, è bene precisarlo, è accusato solo di favoreggiamento e rivelazioni di segreto d’ufficio.
E’ stato proprio il summit tra le toghe rosse, in quanto simpatizzanti di sinistra, e il politico Lotti, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio quando era retta dal premier Matteo Renzi – di cui era fedelissimo braccio destro al punto da essere coindagato con il padre Tiziano Renzi nel caso Consip – a farli finire in guai seri davanti al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) tanto da rischiare persino la rimozione dalla magistratura. Non abbastanza, però, finora, per giustificare un inchiesta penale.
CONSIP: RIVINCITA DELLE TOGHE CONTRO L’EX MINISTRO LOTTI E RENZI SENIOR
Soltanto il sostituto procuratore romano Luca Palamara, già espulso dal sindacato di categoria Associazione Nazionale Magistrati e sospeso da funzioni e stipendio, è infatti indagato per corruzione in atti giudiziari ed è ritenuto il principale motore di questo «verminaio nel CSM», come lo ha definito l’ex pm antimafia e parlamentare Giuseppe Ayala. È l’unico dei 10 interessato da un’indagine penale insieme a Luigi Spina, la presunta “spia” che in virtù del suo ruolo di ex consigliere dello stesso Consiglio Superiore della Magistratura rivelò a Palamara i contenuti dell’inchiesta avviata dalla Procura di Perugia (competente sui reati dei giudici della capitale) nei suoi confronti.
TOGHE SPORCHE: NEI GUAI ANCHE IL PROCURATORE GENERALE, MATTARELLA SI DIMETTA
Tutto ruota intorno alle intercettazioni di chat scottanti tra toghe rosse e politici raccolte dai magistrati di Perugia grazie al trojan inoculato dal GICO (Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza dal quale è emerso in tutta la sua devastante portata lo scandalo da noi ribattezzato PalamaraGate.
Già i frammenti di quelle registrazioni avevano riferito di quella riunione dell’8 maggio 2019 in cui si cercava di tessere la trama per portare un “amico” alla guida della Procura di Roma a causa del pensionamento del procuratore Pignatone, magistrato stimato da molti dalla categoria ma sua volta finito al centro di altre imbarazzanti intercettazioni che saranno oggetto un dossier preannunciato dal senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia, prima di ricevere una lettera anonima con minacce di morte.
2 – INTERFERENZA CON GLI ORGANI COSTITUZIONALI
Ora è il nuovo procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi (il precedente Riccardo Fuzio ha chiesto il prepensionamento perché coinvolto nello scandalo e indagato per aver anch’egli fatto rivelazioni di segreti d’ufficio al collega Palamara) a fornire tutti i dettagli su una cena che Dante Alighieri non avrebbe esitato a definire “galeotta” all’hotel Champagne di Roma.
Dice Salvi, secondo quanto riportato da Repubblica: «Si tratta di dieci posizioni per cui è stata richiesta l’udienza per i singoli partecipanti: Luca Palamara, e gli ex consiglieri del Csm Luigi Spina, Gianluigi Morlini, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, per i discorsi fatti quella sera e quindi per le condotte scorrette nei confronti dei colleghi che correvano per la procura di piazzale Clodio. È stata contestata anche l’interferenza nell’esercizio degli organi costituzionali, per l’offensività delle condotte tenute».
Il provvedimento disciplinare è stato avviato anche per l’ex pm di Roma Stefano Fava (che ha già chiesto il trasferimento), per l’ex pm della procura nazionale antimafia Cesare Sirignano (già trasferito dal Csm in un precedente procedimeno disciplinare) e per due magistrati segretari del Consiglio che però, sostiene Salvi, “hanno un ruolo minore”.
Non si sa invece chi siano le altre 10 toghe, per un totale di 20, nei confronti delle quali ha avviato le istruttorie preliminari la prima Commissione del CSM, quella che dedice sulla sanzione para-disciplinare del trasferimento d’ufficio per «incompatibilità ambientale».
Com’è noto il Consiglio Superiore della Magistratura è l’organo di autogoverno dei magistrati composto da togati e da membri laici di esperienza giurisprudenziale (avvocati) e nomina politica. Il CSM è la membrana sottile tra politica e magistratura che consente a quest’ultima di essere indipendente in visrtà della separazione tra potere legislativo (Parlamento), esecutivo (Governo) e giudiziario, sancita dalla Carta Costituzionale.
Ma in questo caso i giudici avrebbero abusato della loro autonomia per creare una rete capace di congiurare contro altri colleghi in intima collusione con esponenti dei Democratici, intenti anche a complottare contro l’avversario politico Matteo Salvini, leader della Lega, come emerso da altre chat sconcertanti.
3 – SOTTOSEGRETARIO DI 3 GOVERNI NEL CERCHIO MAGICO
A conferma di questo malsano intreccio tra toghe rosse e parlamento, tra i destinatari dell’istruttoria che potrebbe costare l’espulsione (o il trasferimento ad altro incarico) c’è anche «il deputato renziano Cosimo Maria Ferri per il quale la procura generale ha chiesto al Csm di chiedere l’autorizzazione alla Camera per l’utilizzo delle sue intercettazioni» scrive Repubblica.
Ferri non è un parlamentare qualunque visto che è stato Sottosegretario alla Giustizia in ben tre governi di sinistra (Letta, Renzi e Gentiloni). Appare un anello importante, per non dire fondamentale, nell’ambito del cosiddetto “cerchio magico” targato PD, con cui è stato eletto alla Camera prima di aderire come indipendente al gruppo di Italia Viva fondato da Renzi che in Senato è fondamentale per la maggioranza PD-5Stelle del Governo Conte Bis.
Il riferimento è al cosiddetto “giglio magico” politico come venne definito l’entoruage dell’ex premier Renzi dal fiore simbolo di Firenze dove divenne Presidente della Provincia e Sindaco prima di essere indicato nel 2014 dal presidente Giorgio Napolitano come Presidente del Consiglio, ma soprattutto al potente “cerchio magico” emerso dagli interrogatori dei giudici di Perugia in relazione al deputato Dem Giovanni Legnini diventato vicepresidente del CSM.
In tale carica nel settembre 2018 fu sostituito dal suo compagno di partito David Ermini, deputato responsabile del dipartimento giustizia dei Democratici, nominato dopo una spaccatura nel CSM e un’altra cena sospetta finita sotto i riflettori dei media perché citata dallo stesso Palamara in un’intervista a Repubblica durante uno sfogo in cui denuncia un malcostume generalizzato nelle battaglie tra le correnti sindacali delle toghe e non accetta di passare come capro espiatorio.
«Trovo fisiologico che chi ha determinate cariche rappresentative nella magistratura interloquisca con la politica» ha dichiarato il pm ora sospeso da funzioni e stipendio a Repubblica come riportato da Il Primato Nazionale che indugia su altri particolari molto interessanti.
4 – LE ACCUSE DI PALAMARA ALLA POTENTE TOGA ROSSA
«Ma trovo meno condivisibile che ci siano procuratori della Repubblica che vadano a cena con i politici – riferì ai giornalisti Palamara – Quanto al mio promemoria, mi riferivo ad esempio ai rapporti tra l’allora presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti eletta nel Pd, ed Eugenio Albamonte, pm di Roma e della sinistra di Area, come ad esempio in occasione della nomina del vice presidente del Csm David Ermini o degli avvocati».
«Insomma l’accusa di Palamara ad Albamonte è chiara: avrebbe incontrato l’ex deputata Pd per “ragionare insieme” su alcune nomine, tra cui quella del vice presidente del Csm – chiosa l’articolo de Il Primato Nazionale – Donatella Ferranti non è solo una ex parlamentare del Pd. Prima di farsi eleggere nel 2008 nelle liste Dem, dal 1981 al 1998 è stata Pm presso la Procura di Viterbo. Poi è entrata al Csm prima come vice segretario e poi come segretario generale. Come già detto, nel 2008 viene eletta alla Camera nel Pd e lì rimane per due legislature fino al 2018. Nel 2018 non viene ri-candidata ma riceve in dote un paracadute di tutto rispetto: con un’autentica forzatura, senza un regolare concorso, viene nominata giudice di Cassazione».
I suoi ottimi rapporti con l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, deputato PD, e presidente di diritto del CSM, diedero quindi frutto durante il mandato del suo successore, anch’egli PD, Sergio Mattarella.
Il giorno stesso dell’uscita dell’intervista su Repubblica, Paolo Galdieri, avvocato del Pm romano ai vertici di Magistratura democratica, si è affrettato a smentire le parole di Palamara annunciando querele: «In una serie di interviste rese oggi (a La Repubblica, a firma di Liana Milella, a Il Fatto Quotidiano a firma di Antonio Massari, a La Verità a firma Giacomo Amadori) lo ha diffamato, parlando di fatti mai avvenuti, in particolare di non meglio precisate cene tra il mio assistito (Eugenio Albamonte, ndr) e l’onorevole Donatella Ferranti, già presidente della commissione Giustizia della Camera, nelle quali si sarebbe discusso della nomina del vicepresidente del Csm David Ermini e delle nomine di avvocati generali della Cassazione».
Ma lo stesso Albamonte, magistrato di sinistra, ex presidente dell’Anm e ora segretario di Area, in una seguente intervista sul Corriere della Sera, smentisce il proprio avvocato, confermando gli incontri e l’amicizia con Donatella Ferranti.
«E’ vero. Ma non è che se uno s’incontra con un parlamentare e qualche consigliere del Csm deve per forza occuparsi di incarichi o orientare nomine anche in vista di soluzioni di singole vicende giudiziarie a favore di uno dei commensali. Ci sono anche altri modi e altre finalità. Con Donatella Ferranti, che stimo e di cui sono amico, abbiamo sempre discusso di temi di interesse generale, problemi della giustizia e riforme. In ogni caso io non faccio parte del Csm e Donatella non è un’imputata, e già questo fa qualche differenza».
5 – FERRI: «PALAMARA FACCIA I NOMI: SIAMO SOLO ALL’INIZIO»
A dare risalto a questa girandola di incarichi e commistioni tra magistrati e parlamentari PD è stato Il Primato Nazionale prima della notizia dei 10 provvedimenti disciplinari chiesti dal Procuratore generale tra i quali non ci sono però i protagonisti di quest’altra cena in quanto emersa durante una confidenza che non fa parte degli atti ufficiali su cui il procuratore della Cassazione ha aperto l’inchiesta. Il lavoro è infatti basato sui contenuti delle intercettazioni ottenute dalla Procura di Perugia durante le indagini su Palamara grazie ad un trojan inoculato dal GICO della Finanza nel telefono del magistrato.
Al riguardo è stato proprio l’ex sottosegretario oggi deputato Cosimo Maria Ferri, magistrato in aspettativa coinvolto nell’istruttoria disciplinare per l’incontro all’Hotel Champagne, a spiegare la gravità della situazione in alcune batture al Corriere della Sera.
«La verità è che adesso non c’è trojan che tenga. Il pallino è in mano a lui. Resta da vedere se e che cosa Palamara avrà voglia di ricostruire, di dire, di raccontare. Sa, le sue rivelazioni magari aiuterebbero sia la magistratura che la politica a procedere verso una vera separazione dei poteri. Chissà se lo farà. Certo, le cose che ha iniziato a dire e i nomi che ha iniziato a fare? Non serve grandissimo fiuto per capire che non siamo neanche all’inizio».
E’ singolare che un politico-magistrato al centro del complotto per pilotare le nomine alla Procura di Roma lanci questa sfida al collega. E’ forse il segno evidente che i nomi che potrebbe fare Palamara sono così altisonanti da rappresentare una “assicurazione” sulla vita per riuscire nell’impresa apparentemente impossibile di salvare la sua carriera professionale.
6 – BORDATE DEGLI EX PM ANTIMAFIA CONTRO NAPOLITANO
Proprio nei giorni scorsi, infatti, due pm antimafia hanno lanciato bordate contro il Quirinale in relazione ai conflitti di competenza dell’inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia che portò alla distruzione delle intercettazioni della misteriosa telefonata tra Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino e all’interrogatorio dello stesso presidente della Repubblica…
Il magistrato Nino Di Matteo, oggi componente del CSM, come riportato da LiberoQuotidiano ha ha dichiarato alla Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Nicola Morra: «Se non ricordo male, a un certo punto nel momento più aspro della polemica dovuta al conflitto di attribuzione Antonio Ingroia, che all’epoca era ancora alla Procura di Palermo e conduceva le indagini con noi, disse, a me e all’allora procuratore Messineo, una cosa buttata lì, anche perché noi l’abbiamo subito stoppato, io all’inizio pensavo che scherzasse, disse che a Roma aveva incontrato un noto giornalista, il direttore di un noto quotidiano, che gli aveva detto che dal Quirinale volevano sapere se c’era la possibilità di un qualche contatto con la Procura di Palermo, per risolvere questa situazione, e in quel caso il punto di collegamento poteva essere sperimentato dal dottor Palamara».
Il giornalista in questione sarebbe Ezio Mauro, allora direttore di Repubblica, giornale edito dal gruppo GEDI allora controllato dalla famiglia di Carlo De Benedetti, tessera numero 1 PD, e, in tempi più recenti, anche da quella degli Agnelli di John Elkann, autorevole membro del comitato permanente Bilderberg e presidente di FCA finita sotto inchiesta negli Usa ad opera del Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Trump.
Ingroia ha confermato ogni cosa ad Adnkronos tirando in ballo il nome di Napolitano, sospettato di essere vicino alla CIA fin dal 1978, quando fu sequestrato e ucciso lo statista Aldo Moro in una delle pagine più buie della storia d’Italia definita «un sarcofago fatto di menzogne» dalla Commissione parlamentare d’inchiesta.
Mentre è ben noto che fu l’AMGOT, il governo provvisorio anglo-americano insediatosi a Palermo nel 1943 dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia favorito dal boss mafioso Lucky Luciano e pilotato da OSS (ex CIA), ad avviare alla politica Bernardo Mattarella, poi falciato nella sua carriera per una raccomandazione a Vito Ciancimino, il Sindaco palermitano referente di Cosa Nostra, molti anni prima che suo figlio Sergio Mattarella salisse al Quirinale (2015), scampando per un soffio ad una condanna in uno dei processi della Tangentopoli scoppiata nel 1993.
https://www.gospanews.net/2019/07/21/mafia-appalti-poteri-occulti-falcone-e-borsellino-uccisi-per-linformativa-caronte/
Ciò accadde un anno dopo il drammatico anno degli attentati esplosivi ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che stavano indagando sull’informativa Caronte del ROS dei Carabinieri sugli appalti nei rapporti tra politica, massoneria e mafia.
Tornando invece alle 10 azioni disciplinari avviate il PG della Cassazione Giovanni Salvi ha precisato che il suo «ufficio non vuole mettere un coperchio, ma vogliamo rispettare le persone: quello che è successo ha segnato un punto di non ritorno, l’impatto è stato pessimo, peggiore anche di quello che è nella realtà, perché nel Csm, un organo collegiale a partecipazione mista, le nomine non devono essere fatte in base al volere delle correnti. È una questione di buona amministrazione. Oggi però direi all’opinione pubblica di guardare con fiducia all’attuale lavoro del Csm perché si sta voltando pagina».
C’è un poco da dubitare che quanto emerso sia «peggiore della realtà» visto che il terremoto è scoppiato nel CSM per il monitoraggio del telefono di una toga soltanto…
7 – TOGHE, SPIE, MASSONERIA E INTRIGHI TRA DEM ITALIA-USA
C’è da augurarsi che possa essere così visto che la stessa Cassazione si è già pronunciata in merito all’impossibilità di utilizzo delle scottanti intercettazioni a carico dei magistrati coindagati per le rivelazioni di segreti d’ufficio a Palamara (Spina e Fuzio) rendendo di fatta vana ogni possibilità di eventuale inchiesta penale nei confronti di altre toghe oggi a rischio di espulsione.
Ma c’è da augurarsi che si faccia un po’ luce anche su quell’altra cena e sulle relazioni del potente toga rossa romana Albamonte visto che è stato implicato anche in un inchiesta dalla portata internazionale per presunte violazioni investigative (falso e omissione d’atti d’ufficio), da cui è stato comunque completamente prosciolto, denunciate dall’ingegnere Giulio Occhionero arrestato e condannato (insieme alla sorella) per cyber spionaggio nell’inchiesta Eye Piramid.
«Tra gli osservati dall’ “Occhio della Piramide” gli appartenenti ad una loggia massonica, archiviati sotto la sigla “BROS” (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all’estero. Con la sigla “POBU” (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale» precisò la Polizia Postale.
PALAMARA, TOGHE SPORCHE & PD, INSABBIAMENTO PRONTO: “Intercettazioni inutilizzabili”
Occhionero stesso, in una recente intervista a Livio Varriale di Matrice Digitale, ha messo in correlazione la sua vicenda con lo SpyGate contro il presidente repubblicano Donald Trump.
L’ingegnere è stato condannato a 5 anni in primo grado perché, secondo l’accusa, avrebbe hackerato con il malware Eye Pyramid circa 6mila email di aziende, istituzioni e politici e fu scoperto grazie ad un’attività che lui, nel suo esposto, riteneva fosse avvenuta in modo illegale perché il suo server era negli Usa e fu violato da una società privata consulente della procura.
Secondo il comunicato ufficiale di allora (gennaio 2017) diffuso dal CNAIPIC ((Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche – ndr), Occhionero aveva «per anni acquisito dalle numerosissime vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili, informazioni, gelosamente custodite su impianti informatici statunitensi, ora sequestrati dagli operatori della Polizia Postale, grazie al prezioso ausilio dei colleghi della Cyber Division dell’F.B.I. statunitense e che consentiranno di accertare quali e quanti dati siano stati illecitamente sottratti».
Come riportato dal quotidiano Il Messaggero nel gennnaio 2020, è stato «invece rinviato a giudizio per accesso abusivo e detenzione abusiva di password un ausiliario di polizia giudiziaria».
«Tutti dettagli che ad oggi sembrano più rilevanti alla luce della vicenda Trump e che evidenziano non solo l’atavico rapporto tra magistratura e politica, ma fanno luce su un livello superiore composto da magistratura ed intelligence. E’ una analisi sbagliata la mia (…)?» chiede il giornalista ottenendo dall’ingegnere nucleare, residente a Londra ma domiciliato a Roma una risposta molto perentoria.
«I rapporti tra magistratura ed intelligence, facilitati ulteriormente dal decreto del Governo Renzi del Novembre 2015, sono uno degli aspetti piú imbarazzanti su cui la magistratura Italiana si preoccupa bene di mantenere il riserbo. In una delle mie tante corrispondenze, giacenti presso la Procura di Perugia, sottolineavo come le nostre indagini defensive avessero portato al rinvenimento di elementi tali da far ritenere “superato” il rischio che la magistratura Italiana perseguisse finalitá politiche. Infatti, vi sono concreti elementi per asserire che alcuni magistrati si stiano giá adoperando in politica estera».
«Vi sono al momento diversi procedimenti alla Procura di Perugia, nati in seguito ai nostri esposti. Riguardo alla miracolosa richiesta di archiviazione – ha spiegato Occhionero – La tesi del giudice sarebbe che Albamonte e gli agenti del CNAIPIC hanno agito nel lecito nell’attuare una prolungata attivitá di hackeraggio di sistemi informatici posti sul territorio Americano. Noi sottoporremo le predicazioni del giudice all’autoritá giudiziaria Americana».
UKRAINEGATE, COMPLOTTO DEEP STATE CONTRO TRUMP: tra i due informatori CIA spunta anche Renzi
Non appare quindi un caso che Palamara abbia fatto pubblicamente proprio il nome di Albamonte. E’ forse quello che potrebbe mettere il PalamaraGate in connessione con Washington e probabilmente con Langley, sede della Central Intelligence Agency, come già emerso in alcuni aspetti dell’inchiesta sollecitata dalla Casa Bianca e condotta dal Dipartimento di Giustizia anche in Italia?
Il cosiddette SpyGate è infatti l’intreccio tra politica, intelligence e magistratura statunitense che mette in correlazione il RussiaGate e l’UkraineGate promosso dal Partito Democatico americano sulla base di denunce di whistleblower della CIA contro il presidente Donald Trump con l’aiuto del Deep State (come ammesso pubblicamente da un ex direttore CIA) e il cosidetto ObamaGate avviato dalll’amministrazione Trump in relazione a quei presunti complotti contro di lui terminati con totali archiviazioni e la bocciatura da parte del Senato (a maggioranza Repubblicana) della procedura di impeachment avviata alla Camera (a maggioranza Dem).
SCANDALO FONDI AFRICANI UNICEF SOTTO IL SEGNO DEI DEMOCRATICI ITALIA-USA
8 – DALLO SCANDALO UNICEF A ESPERIMENTI SARS E VACCINI
Tutto ciò rievoca altri intrighi sospetti Italia-USA sotto il segno dei Dem, dell’Intelligence, del Dipartimento di Sicurezza Nazionale e del Pentagono, finora scoperti e rivelati solo da Gospa News, in merito allo scandalo dei Fondi Unicef di cui si sarebbe indebitamente appropriato il cognato dell’ex premier e segretario PD Matteo Renzi, oggi senatore leader di Italia Viva, e al contestato piano di immunizzazione dei 10 vaccini obbligatori in età scolastica promosso dall’amministrazone di Barack Obama insieme al suo finanziatore Bill Gates.
Tale progetto “pilota“ che ha fatto arricchire nella “rossa” Toscana la GlaxoSmithKline (nata con nella fusione con la SmithKline nota in Italia per le tangenti ricevute dall’ex Ministro della Salute Francesco de Lorenzo prima di rendere obbligatorio il vaccino Epatite B) fu approvato in Italia, tra mille contestazioni, dal governo di Paolo Gentiloni, nel luglio 2017 col Decreto Lorenzin.
UE: 3 COMMISSARI E 73 DEPUTATI NELLA SOROS LIST. MOLTI PRO “NO GENDER”
Ciò avvenne pochi mesi dopo l’incontro di maggio a Palazzo Chigi tra il premier e il plutarca George Soros, noto per aver schedato in un dossier della sua Open Society Foundation dozzine di Eurodeputati “affidabili”, tre dei quali oggi membri della Commissione Europea, ma anche per essere stato azionista e finanziatore di progetti Big Pharma sui vaccini, come svelato nel dossier WuhanGates – 5., sul farmaco Remdivisiv appena approvato dall’EMA, l’agenzia Europea del Farmaco per la cura del CoVid.19 e prodotto dalla multinazionale americana Gilead partner del Pentagono ma sospettata di esperimenti mortali con armi batteriologiche in Georgia. Dall’autunno 2019 Gentiloni è stato nominato commissario europeo agli Affari Economici in rappresentanza dell’Italia.
Soros non solo è storico donors del Democratic Party americano, avendo appoggiato la candidatura di Hillary Clinton come oggi sostiene Joe Biden (vice di Obama) ma è anche sostenitore di + Europa, il micropartito di abortisti e attivisti LGBT alleato alle ultime elezioni Europee del 2019 con l’European Democratic Party (EDP) fondato nel 2004 dal francese François Bayrou e dall’italiano Francesco Rutelli, colui che presentò il suo pupillo Renzi alla Clinton, tre anni dopo la conferenza di un giornalista collaboratore CIA tenutasi a Firenze e sponsorizzata tra le polemiche dalla Provincia governata da Renzi.
La nascita dell’EDP avvenne, per una delle tante curiose e misteriose coincidenze, nello stesso anno in cui Romano Prodi, futuro premier del neonato PD, da presidente della Comissione Europea finanziò i primi pericolosi esperimenti del laboratorio Wuhan Institute of Virology sul virus SARS (del 2003) infettato con l’HIV, l’agente patogeno dell’AIDS, di cui sono stati scoperti alcuni inserti dentro al SARS-2 (o Covdi-19) da 13 scienziati in 4 studi differenti ignorati tanto dalla comunità scientifica quanto dalla politica.
Altre due ricerche, pur non entrando così nel dettaglio, hanno evidenziato le prove della costruzione del nuovo ceppo di CoronaVirus della devastante pandemia in laboratorio: una menzionata dall’ex capo dell’intelligence britannica MI6, l’altra appena pubblicata in Australia di cui parleremo a breve insieme ai crimini commessi dalle Big Pharma che distribuiranno il vaccino di Oxford in Europa e in Italia. Come voluto dal Governo italiano guidato dal PD.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – GIUSTIZIA – MAFIA
GOSPA NEWS – COSPIRAZIONI – MASSONERIA
GOSPA NEWS – GEOPOLITCA – ECONOMIA
REPUBBLICA – AZIONI DISCIPLINARI PER 10 TOGHE
IL PRIMATO NAZIONALE – IL CASO ALBAMONTE
LIBERO QUOTIDIANO – IL QUIRINALE E PALAMARA
MATRICE DIGITALE – OCCHIONERO E LO SPIONAGGIO DAGLI USA
IL MESSAGGERO – INCHIESTA OCCHIONERO