L’intelligence Turca invia 2.500 Jihadisti Tunisini dell’ISIS in Libia. L’Egitto approva l’intervento militare

L’intelligence Turca invia 2.500 Jihadisti Tunisini dell’ISIS in Libia. L’Egitto approva l’intervento militare

8.909 Views

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

ENGLISH VERSION HERE

Grandi manovre militari sono in corso in Libia sia per mostrare i muscoli in vista di un’eventuale trattativa diplomatica sempre più difficile, sia per preparare un piano strategico per la possibile grande battaglia a Sirte tra le truppe del Governo di Accordo Nazionale (GNA) del presidente Fayez Al Serray, appoggiato dall’ONU e dall’Unione Europea con la sola eccezione della Francia che resta “fedele” alleata del suo avversario generale Khalifa Haftar.

Quest’ultimo, comandante dell’Esercito Nazionale Libico, controlla la Cirenaica in accordo con il Governo di Tobruk e i leader delle tribò locali ed è sostenuto dalla Russia in un’ottica di contrasto delle mire espansionistiche del sultano turco Recep Tayyip Erdogan, bramoso della ricostruzione dell’Impero Ottomano in Medio Oriente.

LIBIA: DOPO I JIHADISTI LA TURCHIA INVIA LE ARMI. Dal Belgio voli sospetti del cargo moldavo-arabo

Fonti affidabili riferiscono dell’ennesimo cargo militare inviato dalla Turchia all’aeroporto Misurata, a sostegno del GNA di Tripoli, in supporto dei suoi militari (pochi) e degli ormai 16mila merceneri jihadisti reclutati dall’intelligence turca in Siria tra le fazioni di islamisti sunniti radicali del Turkish National Syrian Army (TNSA), composte da ex comandanti ISIS e Al Qaeda come dimostrato in molteplici reportage, usate per la guerra contro i Curdi nel Rojava avviata con l’operazione Peace Spring del 9 ottobre 2019.

IN LIBIA 229 FEROCI CAPI ISIS CON 4700 JIHADISTI FILO-TURCHI. L’Onu indaga, l’Europa dorme

Nel frattempo SOHR (Syrian Observatori for Human Rights) annuncia l’arrivo di 2500 miliziani ISIS dalla Tunisia per rafforzare il contingente militare dispiegato dal presidente turco (come spiegato nell’articolo sotto) ed il Parlamento Egiziano ha dato luce verde al presidente Abdel Fattah Al Sisi per preparare l’esercito ad un ingresso in Libia come richiesto dal Governo di Tobruk la scorsa settimana.

LIBIA: Tobruk autorizza l’intervento armato dell’Egitto contro la Turchia. Italia a rischio invasione jihadista

Se da una parte la diplomazia internazionale sta cercando in ogni modo di evitare che una guerra civile cominciata nel 2014 diventi un conflitto internazionale, dall’altra gli interessi della Lobby delle Armi di vari paesi in affari tra loro e coi Fratelli Musulmani (Turchia, Qatar, Italia e Regno Unito) soffia sul fuoco come dimostra l’occulta regia del Deep State NATO e l’intervento di una potente società americana di lobbying come Mercury al servizio del governo di Tripoli.

LOBBY ARMI – 4. Italia e UK nelle mani dei Fratelli Musulmani del Qatar: soci Barclays e finanziatori di Jihadisti

La direzione nascosta della NATO nell’invasione turca della Libia con feroci jihadisti è stata ammessa qualche settimana fa dall’ambasciatore italiano a Tripoli, come evidenziato nel reportage precedente.

Il parlamento egiziano ha autorizzato lo schieramento di truppe fuori dal paese lunedì dopo che il presidente Al Fattah Al Sisi ha minacciato un’azione militare contro le forze appoggiate dalla Turchia nella vicina Libia, secondo i media del Qatar Al Jazeera.

14MILA JIHADISTI IN LIBIA grazie a Turchia, Deep State NATO e Lobby Armi USA. Col plauso dell’ex consigliere di Napolitano, ora ambasciatore a Tripoli

Il parlamento ha approvato all’unanimità ” il dispiegamento di membri delle forze armate egiziane in missioni di combattimento fuori dai confini egiziani per difendere la sicurezza nazionale egiziana … contro milizie armate criminali ed elementi terroristici stranieri”, ha affermato in una nota.

Lo schieramento verrebbe effettuato su un “fronte occidentale” – un probabile riferimento al vicino occidentale della Libia. La mossa potrebbe portare l’Egitto e la Turchia – che sostengono le parti rivali nella caotica guerra per procura della Libia – in un confronto diretto.

LIBIA SULL’ORLO DI UNA GRANDE GUERRA: per colpa dell’Italia e volere della Lobby delle Armi

L’Egitto, al fianco degli Emirati Arabi Uniti e della Russia, appoggia il comandante militare con base a est Khalifa Haftar, che ha abbandonato un’offensiva sulla capitale il mese scorso dopo la Turchia, e soprattutto i suoi mercenari ISIS – AL QAEDA, hanno intensificato il sostegno a Tripoli.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
no reproduction without authorization


MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – INVESTIGATIONS ON JIHADISTS

GOSPA NEWS – WARZONE REPORTS


L’intelligence turca trasferisce 2.500 membri
dell’ISIS tunisino in Libia in pochi mesi

by SOHR reveals On Jul 17, 2020

(traduzione Gospa News)

Su ordine del governo turco, l’intelligence turca ha trasferito gruppi jihadisti e membri dell’ISIS di diverse nazionalità straniere, dalla Siria alla Libia negli ultimi mesi. Secondo le statistiche SOHR, l’intelligence turca ha trasferito oltre 2.500 membri tunisini dell’ISIS in Libia, su migliaia di altri tunisini dell’ISIS che operano in Siria.

Fonti SOHR hanno riferito alcuni giorni fa che attivisti siriani hanno riferito che le autorità turche hanno inviato un nuovo gruppo di combattenti jihaid in Libia, al fine di unirsi alle operazioni militari dalla parte del “Governo di accordo nazionale” e guidato dall’esercito nazionale libico del maresciallo di campo Khalifa Haftar.

Secondo le statistiche SOHR, il numero di reclute arrivate in Libia è salito a 16.100 mercenari siriani, tra cui 340 bambini di età inferiore ai 18 anni, di cui 5.600 sono tornati in Siria dopo aver superato la durata dei loro contratti e aver ottenuto le quote. Nel frattempo, la Turchia continua a reclutare più mercenari portandoli sul territorio turco per sottoporsi ad addestramento militare.

Secondo fonti SOHR, i comandanti delle fazioni sostenute dalla Turchia sottraggono le quote finanziarie assegnate alle reclute, poiché i comandanti di “Suleiman Shah” (Al-Amshat) pagano 8.000 lire turche (1.200 dollari circa) ogni mese per ogni combattente, mentre i comandanti di “Sultan Murad” pagano 11.000 lire turche (1.650 dollari circa) per ogni combattente.

Vale la pena notare che gli stipendi mensili assegnati ai mercenari siriani che ora si trovano nei territori turchi sono più grandi di quello che ottengono questi mercenari. Nel frattempo, il numero di mercenari siriani appoggiati dalla Turchia che sono stati uccisi in operazioni militari in Libia è salito a quasi 470, inclusi 33 bambini di età inferiore ai diciotto anni, nonché alcuni comandanti di gruppo.

https://www.syriahr.com/en/175342/

(Visited 884 times, 1 visits today)

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *