di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Ci sono circa un migliaio di siriani che sono fuggiti via Zuwara e Sabratha verso l’Europa la scorsa settimana, usando barche fornite da un paese europeo a supporto della guardia costiera sotto il governo di al-Sarraj, ma ora sono sfruttate nell’immigrazione clandestina».
Il portavoce dell’Esercito Nazionale Libico, il maggiore generale Ahmed al-Mismari, ha rivelato «il coinvolgimento della Turchia nel traffico di mercenari siriani dalla Libia verso l’Europa, in particolare l’Italia». Quello che non precisa è che buona parte delle fazioni islamiche estremiste arruolate da Ankara non sono costituite solo da ribelli anti-Assad ma soprattutto da jihadisti terroristi.
In una conferenza stampa tenutasi oggi, giovedì 23 luglio, a Bengasi e riportata con risalto da The Libyan Address Journal Al-Mismari ha spiegato che questa rotta «parte dalle aree di Tripoli, Sabratha e Zuwara, sotto le milizie del governo di Fayez al-Sarraj alleato della Turchia».
La notizia è stata riportata con risalto solo da InsideOver, l’inserto online di geopolitica de Il Giornale di Milano, in un ampio servizio del collega Giovanni Giacalone.
«Un migliaio di mercenari e tagliagole del jihad trasferiti dai turchi in Libia per sostenere le milizie di Fayez al-Serraj si sarebbero infiltrati in Europa e in particolar modo in Italia, salpando dai porti di Tripoli, Sabratha e Zuwara, tutte zone controllate dal Gna» scrive InsideOver.
«Secondo quanto dichiarato da Al Mismari soltanto nella giornata di martedì sarebbero 483 i “siriani” fuggiti verso le coste italiane, aggiungendo che i clandestini avrebbero addirittura utilizzato le imbarcazioni fornite al Gna per controllare le coste. L’Europa rischia così di trovarsi centinaia di tagliagole con esperienza sul campo di battaglia a piede libero sul proprio territorio, traghettati con quelle stesse barche fornite da Bruxelles all’esecutivo di al-Serraj».
Le rivelazioni avrebbero attirato l’attenzione anche dei funzionari dell’Interpol dell’area Mediterranea che già nel settembre 2019, grazie all’operazione NETTUNO II, aveva individuato sospetti terroristi musulmani giunti in Italia via mare. In quel caso l’indagine fu però condotta soprattutto sui traghetti di linea.
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Le parole dell’alto ufficiale dell’armata del generale maresciallo Khalifa Haftar, comandante delle truppo che controllano Bengasi e la Cirenaica (Libia Orientale) in accordo con il governo di Tobruk vanno prese molto seriamente per molteplici motivi.
Risultano credibili sebbene siano ovviamente orientate a denigrare il fronte avversario nella guerra civile libica, cioè il presidente Al Serraj, alla guida del Governo di Accordo Nazionale (GNA) sostenuto non solo dal sultano turco Recep Tayyip Erdogan ma anche dall’Emiro del Qatar, occulto finanziatore di Ankara nell’impresa in virtù della comune adesione all’organizzazione politico-religiosa dei Fratelli Musulmani, e dal loro principale alleato in Europa: ovvero proprio l’Italia.
Qualche settimana fa fu infatti l’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, già consigliere del presidente Giorgio Napolitano ai tempi dell’eliminazione di Muhammar Gheddafi e a lungo diplomatico in Qatar, ad ammettere ai microfoni di Radio24 che «i Turchi hanno svolto un ruolo importante» per conto della NATO.
Quest’ultima, spieghiamo noi, era infatti impossibilitata ad intervenire ufficialmente in un paese straniero senza una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che non avrebbe mai potuto passare a causa del veto della Russia, alleata di Haftar.
LE CONFERME DELL’OSSERVATORIO SIRIANO
Dal dicembre 2019, inizio dell’invio dei mercenari del TNSA (Turkish Natioanl Siryan Army) impiegati da Erdogan nel Rojava della Siria Nord Orientale contro i Curdi e per difendere i territori occupati come Afrin, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, rete d’informazione con sede a Coventry, in Inghilterra, ha cominciato a segnalare le partenze sui barconi diretti in Italia di miliziani dei vari gruppi estremisti Sunniti (come i Fratelli Musulmani turco-qatarioti e perciò antagonisti degli Sciiti sostenitori del governo siriano di Bashar al Assad).
Ne furono segnalati una quarantina nelle prime settimane, poi 200 nel mese di marzo (nonostante l’emergenza da pandemia Covid-19) come segnalato da Gospa News, ed infine altri 400 il 29 giugno secondo quanto riferito anche da AskaNews.
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Finchè SOHR segnalava i morti ammazzati sotto le bombe del legittimo governo siriano di Assad e dei suoi alleati russi, tutti i media del mainstream riportavano con dovizia i bollettini diffusi grazie alla presenza sul campo dei White Helmets, la Difesa Civile Siriana denunciata all’ONU per terrorismo da Mosca perché ritenuta complice dei terroristi di Al Nusra, costola di Al Qaeda in Siria, a sua volta implicata persino nell’attacco chimico false-flag (di depistaggio per accusare Assad) di Douma dove alcuni bimbi furono trovati uccisi dal gas dopo essere stati legati…
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Dopo che i ribelli siriani passarono in massa sotto l’egida della Turchia attraverso l’operazione Peace Spring dell’ottobre 2019 con l’invasione del Rojava e dopo che l’11 novembre fu trovato misteriosamente morto a Istanbul il comandante dei Caschi Bianchi, James Le Mesurier, ex militare britannico ed agente del controspionaggio MI6, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani da Coventry cominciò a denunciare apertamente le manovre jihadiste divenute sempre più complesse e strutturate grazie alla regia del MIT, l’Organizzazione Nazionale di Intelligence di Ankara. Ma i media di maintream cominciarono allora ad ignorare le segnalazioni di SOHR…
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TAGLIAGOLE ISIS E AL QAEDA GESTITI DA 007 TURCHI
Grazie a molteplici media internazionali focalizzati su Siria e Libia, Gospa News ha svelato in molteplici trame degli 007 di Erdogan: dalla liberazione di terroristi dell’ISIS dalle prigioni turche per reclutarli nelle varie fazioni di ribelli allo spostamento dei capi superstiti dello Stato Islamico e di Al Qaeda all’interno delle milizie TNSA. Fu per prima l’Arabia Saudita a sperimentare la strategia di arruolare tra le fila di Al Qaeda (fondata e finanziata da Riad secondo la deputata americana musulmana Ilhan Omar) i condannati a morte per avere guerriglieri pronti a tutto, come svelato da documenti top secret pubblicati dal nostro sito.
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Un dossier diffuso dall’agenzia di stampa curda Hawar News (ANHA) riportò nomi, cognomi e foto di alcuni dei 229 terroristi ricercati in tutto il mondo portati dalla Turchia a combattere in Libia a fianco del GNA di Al Sarraj e contro LNA di Haftar.
Il temuto controspionaggio MIT era già stato messo sotto accusa da Hawar News con la pubblicazione di alcuni documenti inerenti «il trasferimento di mercenari dalla Siria in molti paesi europei attraverso la Turchia».
Il ruolo degli 007 di Ankara, peraltro, fu prezioso all’intelligence italiana per la liberazione della giovane cooperante Silvia Romano, sequestrata in Kenya dai terroristi estremisti somali di Al Shabaab e rientrata in Italia convertita all’Islam dopo un lauto riscatto pagato da Roma a questa formazione affiliata ad Al Qaeda.
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Alla luce di tutte questi promemoria le rivelazioni del generale Al Mismari assumono una notevole importanza e il suo monito assume connotazioni profetiche. Il braccio destro di Haftar, infatti, come riporta Libyan Address Journal, ha messo in guardia l’Europa dall’escalation dell’immigrazione clandestina attraverso il Mediterraneo, indicando che questa migrazione potrebbe non essere innocua, in quanto potrebbero esserci elementi terroristici tra loro per causare disordini nel continente europeo.
Il maxi-sequestro di una carico di anfetamine, la droga per eccellenza dei kamikaze ISIS, avvenuto nel porto di Salerno nei giorni scorsi ha suscitato particolare attenzione anche tra gli esperti di intelligence del sito americano Veterans Today per il quale mi onoro di collaborare. Si trattava solo di un enorme business oppure era anche un rifornimento destinato a cellule dormienti in Europa?
MAXI-SEQUESTRO DI PILLOLE PER KAMIKAZE ISIS. Business o rifornimento per jihadisti in Italia?
Al-Mismari ha aggiunto che «questo file rimarrà aperto alla luce del caos e alla presenza dell’invasore turco, che vuole che la crisi continui». Come sta effettivamente avvenendo dopo l’arrivo di 2.500 miliziani ISIS dalla Tunisia in Libia e il via libera del parlamento egiziano al presidente Abdel Fattah Al Sisi per un intervento armato dell’Egitto, nemico dei Fratelli Musulmani considerati organizzazione terrorista, in risposta all’appello del Governo di Tobruk, solidale con il generale Haftar dopo vari inutili tentativi di pace con gli avversari di Tripoli.
SICUREZZA COLABRODO E LOBBY DELLE ARMI
«La presenza di mercenari e jihadisti trasferiti per via aerea dal Mit turco nella zona di Tripoli e Misurata è già stata ampiamente documentata e non deve stupire. Erdogan ha infatti tutto l’interesse a destabilizzare la Libia per mettere le mani sull’industria energetica del Paese, come sta del resto già facendo. Non a caso il Gna è oramai passato da esecutivo sostenuto dall’Onu a regime-fantoccio di Ankara e in mano a milizie di islamisti e trafficanti» scrive ancora Giacalone su InsideOver facendo eco a vari nostri precedenti articoli.
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«In relazione a ciò, la recentissima visita del ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, a Tripoli per incontrare al-Serraj non può non far discutere, soprattutto in seguito al comunicato diffuso dal Gna dopo l’incontro, nel quale si afferma che “si è discusso degli ultimi sviluppi in Libia e di una serie di questioni comuni, la più importante delle quali è il dossier della cooperazione in materia di sicurezza, che comprende a sua volta lo sviluppo di capacità, la lotta alle migrazioni illegali, alla tratta di esseri umani e al contrabbando”».
6 JIHADISTI DI AL QAEDA in cura nell’Ospedale MIlitare Italiano in Libia. LNA accusa
«È possibile discutere di sicurezza con chi apre le porte del proprio Paese a tagliagole del jihad da affiancare a milizie armate di islamisti, signori della guerra e trafficanti che controllano il Gna? Difficile crederlo. Per quanto riguarda la lotta all’immigrazione clandestina proveniente dalla rotta meridionale, sono i fatti a parlare e a Lampedusa in sole 48 ore sono arrivati circa 800 irregolarI» afferma il reporter italiano.
Impossibile crederlo. Aggiungiamo noi che all’interno del dossier “Lobby Armi 4” abbiamo analizzato gli intrecci affaristici tra Turchia, Qatar, Italia e Regno Unito. Ma soprattutto abbiamo già raccolto i documenti che indicano un’interconnessione di questo business vergognoso tra i Fratelli Musulmani, la Massoneria occidentale e sionista, e i servizi segreti di vari paesi di area NATO.
UCCISO IL RAIS LIBICO PAGATO DALL’ITALIA: ottenne $5 milioni per fermare i migranti
Un tentativo di fermare l’ondata di migranti fu fatto nel 2017 dall’allora ministro Marco Minnisti (Governo Gentiloni sempre sostenuto dal Partito Democratico che in Italia comanda dal 2012). La Repubblica Italiana pagò 5 milioni di euro ad uno dei rais militari locali di Sabrata dedito al traffico di esseri umani per farne cessare l’attività. Roma si fidò di Fitouri Al Dabbashi nonostante i suoi parenti fossero stati arrestati per aver infiltrato in Libia cellule dell’ISIS dalla Tunisia. Gli sbarchi rallentarono ma non cessarono. Al Dabbashi fu poi ucciso mentre combatteva a Tripoli per il GNA nel settembre 2019. Due mesi dopo arrivarono i jihadisti di Erdogan e l’Italia chinò il muto capo…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – JIHADISTS REPORTS
LIBYAN ADDRESS JOURNAL – LNA PRESS CONFERENCE
INSIDE OVER – TAGLIAGOLE DELL’ISIS IN ITALIA
ASKA NEWS – 400 JIHADISTI IN ITALIA DALLA LIBIA