BUON COMPLEANNO A MATTARELLA: Per l’Ansa “Il più amato dagli italiani”. Ma rischiò l’impeachment da Di Maio!

BUON COMPLEANNO A MATTARELLA: Per l’Ansa “Il più amato dagli italiani”. Ma rischiò l’impeachment da Di Maio!

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Sergio Mattarella fino a prova contraria è un essere umano. Come tutti noi. Per qualcuno meglio di noi, come sostiene l’Ansa intessendo un peana degno di una divinità per il suo 79° compleanno (giovedì 23 luglio), per altri peggio…

Da quando la storia dell’Umanità e dell’Italia la sta scrivendo la Massoneria, correggendo persino ciò che negli antichi testi non collima coi suoi imperiosi pensieri secolarizzati, non si può nemmeno più lasciare ai posteri l’ardua sentenza, come fece Alessandro Manzoni per quel Napoleone che celebrò nella sua magnifica ode del 5 maggio.

L’articolo dell’Ansa in tripudio per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – testo a fine articolo

Ho impiegato quasi 20 anni a cercare di comprendere perché il cristianissimo Manzoni e l’intelligentissimo Alessandro Dumas cinsero di gloria il capo del Bonaparte conquistatore e pertando sanguinario come ogni imperatore guerrafondaio.

Mi hanno aiutato a capirne il ruolo primario nella storia proprio Mattarella ma soprattutto la contessa Juliette Françoise Victurnie Colbert, meglio nota come Giulia di Barolo, che conobbe il futuro marito Carlo Ippolito Ernesto Tancredi Falletti, diplomatico della Casa Savoia, quando Napoleone – per sbarazzarsi della misera intellighenzia dei sanculotti giacobini tagliatori di teste divenuti politicanti dopo la Rivoluzione Francese ordita dai Massoni col popolo bue – riavvicinò al palazzo imperiale i pochi nobili sfuggiti alla ghigliottina.

 

RINGRAZIAMO NAPOLEONE PER GIULIA DI BAROLO

Tra loro ci fu anche il padre di Juliette, marchese Edouard Victurnien-Charles-René, discendente per via collaterale da J.-B. Colbert ministro di Luigi XIV, fuggiasco insieme alla famiglia dalla Vandea straziata dalle persecuzioni assassine del Regime del Terrore solo perché molto Cristiana e pertanto resistente ai nuovi farlocchi ideali di “Liberté, Égalité, Fraternité” spacciati come oppio dei popoli dagli Illuminati di Baviera che nel luglio del 1782 si allearono con la Massoneria durante il Congresso di Wilhelmsbad, nel castello Mayer Amschel Rothschild per pianificare la presa della Bastiglia e la decapitazione dell’aristocrazia cattolica.

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Tra le tante teste cadute ci fu quella dell’inerme e anziana nonna di Giulia di Barolo, immortalata nel dipinto di Charles Louis Muller – Le dernier appel. Il Bonaparte, “Dall’Alpi alle Piramidi, Dal Manzanarre al Reno, Di quel securo il fulmine Tenea dietro al baleno”, cercò di estirpare la zizzannia massonica ora soggiogandola di autorità, ora inglobandola, ora combattendola.

«Fu vera gloria? Ai posteri L’ardua sentenza: nui Chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui Del creator suo spirito Più vasta orma stampar» Manzoni non esprime un giudizio ma, pur suggerendolo, lo lascia e a quel Divino Giudice: rinnegato tanto dai massoni ateisti quanto da quelli Deisti che hanno costruito il Grande Architetto dell’Universo al fine di spargere il loro superIo antiDio in ogni religione rivelata (o sedicente tale) della terra.

Giulia di Barolo, dipinta dall’artista Nerio Griso nel 2019 su ispirazione dell’autoritratto della marchesa

Solo per il fatto che Giulia di Barolo poté giungere nell’Italia risorgimentale funestata dai moti liberali del terrorista Giuseppe Mazzini, poi insignito del 33° grado massonico presso il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato guardacaso proprio di Palermo, il caporale corso che divenne imperatore meriterebbe un encomio.

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La contessa divenuta marchesa per il matrimonio col nobile Falletti non solo contribuì in modo fondamentale alla nascita e diffusione di uno dei vini più blasonati del mondo, il Barolo appunto, ma diede ospitalità nel suo castello a Silvio Pellico dopo le sue prigioni, fece la riforma delle carceri femminili e tante opere filantropiche da meritarsi secoli dopo (insieme al marito che la sostenne) il titolo di Serva di Dio della Chiesa Cattolica.

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Ma fece anche un’azione che la relegò nell’oblio dagli storiografi del suo tempo: si oppose con tutte le sue forze alla secolarizzazione crescente imposta dal pensiero massonico che davvero ben poco ha di liberale.

MATTARELLA, RE DEGLI INTRIGHI

Terminata questa lunga ma indispensabile parentesi su una Beata mancata (forse per le frequentazioni massoniche del marito alla Corte dei Savoia di Torino) rilevo che proprio il nuovo Re degli intrighi dello Stivale, al secolo Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana e occasionalmente del Consiglio Superiore della Magistratura, quando ci sono scandali PalamaraGate da sbrogliare, mi ha aiutato a comprendere la grandiosità del Bonaparte.

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Perché Napoleone combatté da solo contro il “sistema” politico-massonico che si stava formando in Europa, che ha distrutto, come nei suoi obiettivi, imperi e monarchie cattoliche e che, con il dovuto tempo, quello con cui lo sterco diventa letame, è riuscito a fare quella cagata pazzesca dell’Euro: una truffa colossale basata sul signoraggio bancario fotocopiata dal dollaro della Fed americana, una trappola fetente e scivolosa, come le merde di vacche nei prati quando ancora si giocava al pallone nella via Gluck con Adriano Celentano ma si coltivavano ancora tersi sogni di bambino, nei quali “ogni chitarra era una spada” nelle mani di Edoardo Bennato.

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Poi è arrivata la banca privata BCE, la EuroTower che per far rivivere ai ragazzi degli anni Settanta, cresciuti nel benessere, l’incubo dell’alabarda spaziale di Goldrake s’inventarono il “mostro” galattico prepotente e strapotente dei tagli di bilancio: la Troika.

La commissione finanziaria che ha distrutto la Grecia a suon di obblighi e riforme coattive per consentirle di pagare i debiti che con malizia usuraia la costrinsero a fare. Una bestia così non la puoi nemmeno insultare perché nella sua traccia semiotica si porta già addosso una contumelia. Ma va sta Tro…! Di peggio non si può aggiungere altro.

MATTARELLA PROTEGGE I BANCHIERI PIRANHA DEI RISPARMIATORI

Alla fine, siccome le piaghe non vengono mai sole (come insegna il Libro dell’Apocalisse), arrivò anche il Grande Vegliardo: Mattarella junior. Suo padre Bernardo, purtroppo o per fortuna, era stato stoppato in una brillante carriera da Sottosegretario quando rimase incagliato in quel documento scoperto dalla Commissione Anti-Mafia per una raccomandazione a Vito Ciancimino, il politico più votato, amato e unto da Cosa Nostra, e quando la vituperata Democrazia Cristiana sapeva porre un limite agli atti ritenuti indecorosi per un parlamentare.

MATTARELLA, INTOCCABILI SICILIANI DA PALERMO A ROMA

Mattarella fu eletto Presidente della Repubblica il 31 gennaio 2015 grazie al precedente Patto del Nazareno siglato da Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico, e Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, il primo sotto inchiesta da parte della Corte dei Conti per le spese pazze da presidente della Provincia (tra cui un denunciante segnalò anche l’intervento di un giornalista collaboratore della CIA ad un congresso politico) e nell’occhio del ciclone per gli affari loschi di cognati e genitori, il secondo fresco di condanna per una frode fiscale nel gruppo Mediaset e cacciato dal Senato della Repubblica in virtù della Legge Severino.

SCANDALO FONDI AFRICANI UNICEF SOTTO IL SEGNO DEI DEMOCRATICI ITALIA-USA

 

IL PRESCELTO ALL’OMBRA DELLA CIA

Due filibustieri della politica come Renzi e Berlusconi avrebbero mai potuto scegliere come Presidente un uomo più fortunato?

Scampato per un cavillo giuridico a una condanna per finanziamento illecito ai partiti quando nel 1993 finì sotto processo per i buoni benzina presi da un imprenditore mafioso a Palermo, l’avvocato Sergio, aveva in sé l’onore del padre di Castellamare de Golfo (Trapani), avviato alla carriera politica dai servizi segreti americani OSS, poi CIA, che furono i grandi registi dello sbarco in Sicilia degli Alleati pianificato col boss Lucky Luciano e del loro governo provvisorio in Sicilia.

ITALIA MAFIA X-FILE: Dagli atti parlamentari la storia dei milioni dati dall’affarista di Riina a Mattarella: assolto per “modica quantità”…

Ma era pure il prescelto del precedente presidente Giorgio Napolitano che invece si era avvicinato alla CIA con un viaggio negli USA proprio quando Aldo Moro era prigioniero delle Brigate Rosse (che poi l’uccisero) e al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa fu impedito di andare a liberarlo. Dalla Chiesa fu poi casualmente trucidato da Cosa Nostra quando divenne Prefetto di Palermo nel 1982 in un’esecuzione che certo fece fare festa anche ai brigatisti rossi da lui incarcerati (e a quei comunisti che li avevano aiutati).

DELITTO MORO SEPOLTO IN UN SARCOFAGO DI MENZOGNE DI STATO

Chi si ricordò delle frequentazioni di Mattarella al Centro Scontrino di Trapani, dove furono scoperte la loggia Iside ed altre occulte congregazioni massoniche illegali, menzionate negli atti dell’inconcludente processo contro l’assassino del giornalista Mauro Rostagno, fu subito zittito dal Quirinale.

«Sergio Mattarella non ha mai tenuto alcuna conferenza al circolo “Scontrino”, di cui non è stato affatto “frequentatore” delle iniziative – scrisse la nota ufficiale – La sola volta in cui è venuto a conoscenza dell’esistenza di questo circolo è stata, nei primi anni Ottanta, in occasione della conferenza, sulla giustizia tributaria, di un suo collega professore della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo che lo ha invitato ad assistervi. Sergio Mattarella si è recato ad ascoltarlo, apprendendo in quella sede che la conferenza era promossa da un circolo denominato “Scontrino”, a lui del tutto sconosciuto e con il quale non ha mai avuto, né prima né dopo, alcuna relazione o contatto di qualsivoglia genere».

Tre pupazzi nel Luna-Park del DEEP STATE-CIA alla canna del gas in Libia

 

 

QUANDO DI MAIO MINACCIO’ L’IMPEACHMENT

Un abile complottista potrebbe proseguire. Ci potrebbe scrivere un libro: come qualcuno ha già fatto beccandosi sonore condanne in giudizi civili o penali in cui non vengono accolte tutte le testimonianze utili… Se Napolitano riuscì a far bruciare le intercettazioni di una sua telefonata con Nicola Mancino perché ritenute non rilevanti nel processo sull’accordo Stato-Mafia che lo vide testimone, ci manca ancora che il suo successore possa essere meno autorevole!

IL GUAPPO BENEFICENTE E IL VEGLIARDO IRRIVERENTE

Ma siccome noi ci vantiamo di essere complotto-logi e non complottisti passiamo a fatti più plateali del 2018 ed ai gai tempi della politica in cui l’allora strepitante guappo napoletano Luigi Di Maio, animato dal calore dello stadio San Paolo dove fino a pochi anni prima aveva fatto lo steward e secondo alcuni il bibitaro, nella sua veste di leader del Movimento 5 Stelle, minacciò l’impeachment (art. 90 Costituzione messa sotto accusa del Presidente della Repubblica da parte del Parlamento) contro Mattarella perché non volle assecondare la nomina di Paolo Savona, economista di fama internazionale, a Ministro dell’Economia, proposta dalla Lega di Matteo Salvini quale grimaldello per scardinare la gabbia di vincoli finanziari imposti dall’Unione Europea all’Italia.

Questi sono gli splendidi momenti in cui la tecnologia diventa adorabile per l’invenzione di YouTube. Poi arrivano quelli tristi in cui Di Maio da quasi innocuo Ministro del Lavoro (governo Lega-M5S) con una lodevole attenzione alla povertà (reddito di cittadinanza) viene promosso per buona condotta a Ministro degli Esteri nel Governo Conte bis (Pd-M5S) affinchè possa diventare “totalmente innocuo” e consentire così che la poltica internazionale sia gestita direttamente dal Presidente della Repubblica con la scusa delle visite di cortesia. L’esempio più eloquente è la gestione della crisi in Libia.

LOBBY ARMI – 4. Italia e UK nelle mani dei Fratelli Musulmani del Qatar: soci Barclays e finanziatori di Jihadisti

Mentre Gigino gironzolava a vuoto per il Mediterraneo a spese dei contribuenti, il presidente Sergio volava in Qatar a rassicura il partner strategico di Roma nella Lobby delle armi. Questa alleanza coi Fratelli Musulmani si sta rivelando così forte da consentire al sultano della Turchia di gestire in assoluta tranquillità un viavai di jihadisti tra Siria e Libia, dove è invasore tanto quanto lo fu Saddam Hussein in Kuwait, per mandarli a rafforzare in Italia l’integrazione culturale islamica, secondo i buonisti, o le cellule dormienti, secondo i realisti. Ognuno sia libero di pensare come crede: il Terzo Millennio è bello anche perché tutto è opinabile. Tranne i diritti di gay e migranti a soffocare ogni cultura differente…

MILLE JIHADISTI DI ERDOGAN IN ITALIA DALLA LIBIA. Portavoce di Haftar denuncia traffici sui barconi di migranti. Il ruolo degli 007 turchi. Interpol in allerta

 

TANTI AUGURI AL PADRINO DI PALERMO

Se son rose fioriranno. Se sono bombe ci uccideranno! Come quelle costruite in Sardegna dall’azienda tedesca Rheinmetall e spedite via Emirati Arabi Uniti nello Yemen dove in teoria l’importazione di armi sarebbe vietata per l’embargo ONU.

Ma gli affari sono affari! Ed è per questo che Mattarella non si affacciò nemmeno dalla finestra del Quirinale quando fu sollecitato da una sit-in di protesta del comitato spontaneo Noi Sardi dopo il ritrovamento di tali ordigni esplosivi nel martoriato paese della penisola araba.

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Il nostro Presidente non è pertanto solo intelligente ma addirittura callido, non solo garbato, come sostiene l’Ansa, ma addirittura servile verso alcune logiche a cui un autentico idealista cristiano non può piegare l’anima.

Sarà forse la sua presunta frequentazione di centri massonici? Non ci risulta sia un confratello incappucciato ma di certo ne incarna perfettamente lo spirito progressista in ossequio alla sua lunga e brillante carriera ministeriale trascorsa nei partiti di sinistra fino a diventare deputato PD.

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Pertanto non possiamo far altro che unirci al coro giubilante dell’Ansa facendo, seppur con colpevole ritardo, i nostri migliori auguri di buon compleanno all’inquilino del Colle più “alto” di Roma.

Lo ringraziamo anticipatamente: come contribuenti perché impareremo l’umiltà diventando Servi della Gleba per il bene dell’Unione Europea e della Troika in virtù della serqua di debiti pubblici accumulati da 5 governi targati PD; come Italiani perché capiremo i pregi cromatici del meticciato da migrazioni illegali indotte; come Cristiani perché saremo destinati alle persecuzioni e forse pure al martirio dagli estremisti islamici e dalle lobby LGBT guadagnandoci con buona probabilità la Gloria nell’Alto dei Cieli nonostante i nostri tanti umani peccati.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

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IL TESTO DELL’ARTICOLO DELL’ANSA

“Garbo”, “gentilezza” , “umanità” e soprattutto “autorevolezza”. Sergio Mattarella si conferma il politico più amato e gli italiani gli rendono merito – attraverso i social – nel giorno del suo compleanno.

Sono 79 anni per il presidente della Repubblica, che si avvicina alla fase finale di un settennato scelto di vivere in sintonia con il suo carattere: mai una parola fuori posto, prudenza nei rapporti con i partiti ed una puntigliosa attenzione a non invadere gli spazi degli altri poteri costituzionali, a partire dal rispetto sacrale dell’autonomia del Parlamento.

Piuttosto, Mattarella ha cercato di riavvicinare la gente alle istituzioni, anche con scelte fortemente simboliche come l’apertura al pubblico del Quirinale e la tenuta di Castelporziano ad attività sociali. Il tutto con una incessante ma discreta attività di moral suasion, di consiglio e indirizzo che insieme ad una rete di relazioni personali lo hanno fatto percepire all’estero come il nocchiero affidabile di un’Italia in tempesta. Un presidente che di fatto ha governato una fase politica complessa riuscendo a formare due governi diametralmente opposti con i numeri parlamentari usciti dalle elezioni del marzo 2018.

 

Raramente in passato si era osservata una “tenuta” del gradimento personale così alta e duratura. E forse mai un capo dello Stato, dopo oltre cinque anni al Quirinale, aveva potuto raccogliere il plauso unanime delle forze politiche.

Una valanga di auguri da tutti i partiti che hanno riconosciuto il ruolo di guida di questo “presidente-giurista” sottolineando, come ha fatto anche Giorgia Meloni, la sua azione unificatrice del Paese: “mai come in questo momento gli italiani hanno il bisogno di sentirsi parte di una comunità nazionale e di avere al proprio fianco le Istituzioni. Al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ne è il più alto rappresentante, i migliori auguri di buon compleanno da me e da Fratelli d’Italia”, ha scritto la leader di FdI. O ringraziarlo, come ha sottolineato Mara Carfagna, per “il suo costante lavoro a tutela dell’Unità nazionale e dei principi contenuti nella nostra Costituzione”.

Fin qui la politica. Si sviluppa invece sui social, da twitter a facebook, la vicinanza – in realtà inusuale per una istituzione come quella del Quirinale in passato vissuta come troppo in alto dalla pancia del Paese – dei cittadini. Tanti gli auguri. Tantissimi i post con i video che ripropongono il famosissimo “fuori onda” presidenziale con un Mattarella spettinato che, in pieno lock down, interloquisce con il suo portavoce ricordandogli che anche lui non poteva andare dal barbiere.

Quel “Eh Giovanni” che è diventato un tormentone sui social e tanto ha avvicinato la presidenza della Repubblica al Paese. E che oggi viene riproposto con infiniti “meme” tutti da gustare. E Mattarella ringrazia sempre via-social: “grazie alle cittadine e ai cittadini che hanno voluto esprimermi, attraverso i social, gli auguri per il compleanno”, ha scritto in serata sull’account twitter del Quirinale.

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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