ROGO CATTEDRALE DI NANTES: Arrestato il migrante africano reo-confesso. Incendio pianificato per il permesso di soggiorno
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Arrestato sabato mattina, 25 luglio, il volontario della diocesi ha confessato ieri sera, nell’ufficio del giudice istruttore che lo stava accusando per “danno, deterioramento o distruzione della proprietà altrui a causa del fuoco”. Lo scrive France 2 in riferimento all’incendio che ha danneggiato varie parti della Cattedrale di Nantes intitolata ai Santi Pietro e Paolo.
Il migrante africano, secondo le dichiarazioni del suo avvocato, ha detto che era in preda al panico per la paura di non riuscire ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno e così, invece di chiedere aiuto alla Diocesi che lo assisteva, ha pianificato meticolosamente il rogo nel tempio cristiano del 18 luglio.
Non un incendio appiccato per rabbia bensì tre punti d’innesco studiati con ingenio per fare più danni possibili alla meravigliosa chiesa gotica progettata dall’architetto Guillaume de Dammartin e Mathurin Rodier, i cui lavori iniziarono nel 1434 e furono completati soltanto alcuni secoli dopo nel 1821. La chiesa è stata poi chiusa al culto nonostante le conseguenze siano state molto meno gravi del rogo di Notre-Dame di Parigi del 15 aprile 2019.
Il migrante era stato arrestato e interrogato ma non aveva detto nulla e la Gendarmerie, con un po di faciloneria, lo aveva subito rilasciato, benché l’assenza di segni di effrazione sulle porte indicassero proprio lui come principale indiziato essendo in possesso delle chiavi della chiesa. A distanza di una settimana sarebbe stato colto dai rimorsi ed ha confessato. Ora rischia una condanna a dieci anni per incendio doloso.
“Il mio cliente ha collaborato”, ha detto al quotidiano locale Presse-Océan Quenin Chabet, l’avvocato di Emmanuel, 39 anni, il ruandese che – da volontario della diocesi – aveva avuto l’incarico di chiudere la cattedrale la sera prima che deflagrassero le fiamme.
“In preda ai rimorsi”, Emmanuel “ha ammesso davanti al giudice istruttore – ha confermato il procuratore di Nantes Pierre Sennès – di aver acceso i tre inneschi nella cattedrale, vicino al grande organo, al piccolo organo e ad un contatore dell’elettricità”.
L’incendiario è un ruandese rifugiato da alcuni anni in Francia. Secondo il rettore della cattedrale, Hubert Champenois, Emmanel “serviva la messa” ed era spesso incaricato della pulizia o della chiusura della cattedrale. Era stato fermato il giorno stesso dell’incendio, il 18 luglio, poi rilasciato il giorno seguente.
Sembra che negli ultimi mesi, infatti, il ruandese fosse molto contrariato per le difficoltà nell’ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno in Francia.
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È stato l’avvocato del volontario a sostenere che il ruandese fosse in difficoltà con il rinnovo del permesso di soggiorno per restare in Francia ed ha aggiunto che il suo cliente era “pieno di rimorsi” e che la confessione è stata “una liberazione”.
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Dopo il grave incendio sviluppatosi all’interno della cattedrale della città del nord-ovest della Francia il 18 luglio. Pierre Sennès, il procuratore della Repubblica di Nantes, aveva annunciato che gli inquirenti avevano ritrovato “tre inneschi di fuoco”, uno accanto all’organo e gli altri due ai lati della navata. “Non è il frutto del caso – aveva aggiunto esplicitamente -, i tre inneschi erano piuttosto lontani uno dall’altro”
Rimarrà ovviamente latente e probabilmente mai accertabile il sospetto che sia stato “usato” da qualche clan malavitoso intenzionato a distruggere un simbolo della Cristianità nella Francia sempre più condizionata non solo dal multiculturalismo ma dall’Islam sunnita radicale che, tramite i Fratelli Musulmani della Turchia, sta inviando Jihadisti ISIS in Italia e in Europa grazie ai barconi di migranti ogni giorno in partenza dalla Libia.
Al misterioso e devastante incendio di Notre-Dame di Parigi, infatti, negli ultimi anni si sono aggiunti molteplici altri roghi in chiese cristiane, alcuni dei quali attribuiti proprio a estremisti musulmani.
Un violento incendio il 15 giugno 2015 aveva già distrutto il tetto della basilica di Saint-Donatien-et-Saint+Rogatien, a Nantes.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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GOSPA NEWS – JIHADISTS REPORTS