MIGRANTI: ALLARME SICUREZZA E TERRORISMO DAL PM ANTI-SALVINI. Ma il Governo fa “guerra” a Musumeci e alla Sicilia

MIGRANTI: ALLARME SICUREZZA E TERRORISMO DAL PM ANTI-SALVINI. Ma il Governo fa “guerra” a Musumeci e alla Sicilia

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«“Un’immigrazione pericolosa”. Dice proprio così il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio quando parla degli “sbarchi fantasma” che vanno avanti da inizio estate sulle spiagge dell’Agrigentino e su quelle di Lampedusa e Linosa, e su cui ha aperto diverse inchieste. Migliaia di persone, quasi tutte tunisine, in piena notte o all’alba sbarcano da barche in legno o piccoli pescherecci e fanno perdere le loro tracce. Ne hanno contati circa cinquemila di questi «nuovi» migranti, 2.100 sulle coste dell’Agrigentino, 2.800 su quelle dell’isola di Lampedusa e perfino nella piccola e isolatissima Linosa».

«Di almeno la metà si sono perse le tracce, quelli finiti nelle isole delle Pelagie invece quasi sempre sono presi e accompagnati nell’hotspot di Lampedusa, quello che il sindaco Martello vorrebbe vedere chiuso, in attesa di essere rimpatriati. “Ma non è la nuova rotta dei migranti al posto di quella libica – avverte Patronaggio – anzi, sembra di essere tornati indietro di 10-15 anni, quando i migranti partivano dalle coste tunisine e venivano in Italia a cercar fortuna”».

Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio

Pare la fotografia di Lampedusa scattata pochi giorni fa invece questa descrizione fu riportata dal giornalista Fabio Albanese il 18 settembre 2017 sul quotidiano La Stampa prima che lo stesso procuratore capo, accusato dai politici di destra di essere una toga rossa, diventasse ancor più famoso grazie alle sue inchieste per sequestro di persona nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini per i suoi interventi in qualità di Ministro degli Interni (dal giugno 2018 al settembre 2019) volti ad arginare gli sbarchi indiscriminati e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina praticato dalle ONG.

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A distanza di tre anni non solo la situazione non è migliorata ma il recente sbarco in Libia di 14mila jihadisti mercenari assoldati dalla Turchia per la guerra civile a difesa del Governo di Accordo Nazionale di Tripoli del presidente Fayez Al Serraj ha indotto gli avversari dell’Esercito Nazionale Libico del generale Khalifa Haftar a segnalare l’arrivo di mille tagliagole dell’ISIS in Italia, paese che protegge l’invasione “fuorilegge” del sultano turco Recep Tayyib Erdogan come candidamente ammesso dal nostro ambasciatore in Libia.

Senza contare che persino l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, con sede a Coventry e da sempre vicino all’intelligence del Regno Unito, ha segnalato la migrazione dalla Tunisia alla Libia (e poi chissà dove…) di 2500 miliziani dello Stato Islamico, fondato dal califfo Al Baghdadi (dichiarato morto tra mille sospetti degli 007 della Russia). Ma in fondo era già tutto previsto…

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«Questi migranti, che la burocrazia ministeriale oggi definirebbe «economici», hanno un profilo più complesso» scrisse nel 2017 il giornalista de La Stampa, quando il quotidiano, per sostenere gli sforzi dell’allora ministro Marco Minniti, capace di pagare un rais libico 5 milioni di euro per frenare gli sbarchi, non si era ancora scoperto buonista.

E lasciò poi spazio alle parole del pm Patronaggio. «Sono quasi tutti tunisini, più qualche maghrebino – dice il procuratore di Agrigento – ma i motivi per cui arrivano in Italia potrebbero non essere solo legati a bisogni economici. Tra loro ci sono persone che non vogliono farsi identificare, gente già espulsa in passato dall’Italia o appena liberata con l’amnistia dalle carceri tunisine o magari che ha preso parte alle rivolte del 2011».

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In mezzo alla grande cautela dettata dalle indagini in corso, condotte da polizia e carabinieri sulla terra e da Guardia di finanza e Guardia costiera in mare, il pm non può aggiungere molto ma identifica i timori: «Tra loro potrebbero esserci anche persone legate al terrorismo internazionale. Per questo penso che siamo di fronte a un’immigrazione pericolosa».

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Stiamo parlando di ben tre anni fa. Nel mezzo c’è stata l’operazione Nettuno 2 dell’Interpol, durante la quale sono state monitorati i viaggi sulle compagnie marittime individuando terroristi dell’ISIS in transito dall’Africa all’Italia sui traghetti di linea. Ma sono emerse anche le infiltrazioni di tagliagole sui barconi del Mediterraneo grazie alle sospette azioni del MIT, l’intelligence di Ankara, nota regista degli spostamenti di jihadisti e Foreign Fighters di Al Qaeda e Stato Islamico tra Turchia, Siria, Libia ed Europa.

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Quindi sono arrivati i Decreti Sicurezza dell’ex ministro Salvini e i tentativi di quest’ultimo di bersagliare le navi dell’Ong con multe salatissime per le loro attività di recupero illegale di migranti al di fuori delle acque territoriali italiane e addirittura nei pressi delle coste libiche , in alcuni casi, come comprovato da vari video, in perfetta sincronizzazione con le barche degli scafisti dediti ala tratta di schiave destinate alla prostituzione e di manovalanza per la i sempre più potenti club della Mafia Nigeriana.

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Per aver cercato di arginare il fenomeno facendo bloccare alcune navi cariche di immigrati clandestini l’ex titolare del Dicastero dell’Interno in autunno sotto processo davanti al Tribunale di Catania per sequestro di persona in due differenti procedimenti avviati dal procuratore di Agrigento per aver ritardato gli sbarchi dei migranti a bordo della nave della Guardia Costiera Gregoretti e di quella dell’ong spagnola Open Arms.

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Ciò è avvenuto nonostante le richieste di archiviazione del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, perché il Tribunale dei Ministri di Palermo ha ritenuto fondate le accuse proprio come il Parlamento che ha concesso l’autorizzazione a procedere in un evidente mossa di ricatto politico all’avversario più in crescita nei sondaggi, a fronte di un complotto ordito dalle toghe rosse di sinistra come emerso dalle intercettazioni del PalamaraGate.

Ora il braccio di ferro c’è invece tra il governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci ed il Governo, guidato dal nuovo ministro Luciana Lamorgese, ex prefetto di fiducia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che vanta ottime e intense relazioni con l’Emiro del Qatar che finanzia l’invasione della Turchia in Libia in un piano dei Fratelli Musulmani per la ricostruzione del nuovo impero Ottomano nel Mar Mediterraneo.

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SCONTRO TRA REGIONE SICILIA E GOVERNO ITALIANO

“La Sicilia non può continuare a subire questa invasione di migranti. Tra poche ore sarà sul mio tavolo l’ordinanza con cui dispongo lo sgombero di tutti gli Hotspot e dei Centri di accoglienza esistenti. Si attivi un ponte-aereo immediatamente e si liberi la Sicilia da queste vergognose strutture, iniziando da Lampedusa”.

Ha dichiarato pochi giorni fa il presidente siciliano prima di passare dagli annunci ai fatti che hanno suscitato un aspro dibattito politico soprattutto per il pericolo di fuga di vari soggetti internati in quarantena nei centri di accoglienza in quanto positivi al Covid-19.

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Il presidente della Terza sezione del Tar di Palermo, Maria Cristina Quiligotti, ha però accolto l’istanza cautelare presentata dal Governo e ha sospeso l’esecutività del decreto del presidente della Regione Siciliana che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti presenti sull’isola. La camera di consiglio è stata fissata per il 17 settembre prossimo.

Alla base dell’impugnazione da parte del governo la considerazione che la gestione del fenomeno migratorio è competenza dello Stato, non delle Regioni.

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“Quella adottata dal magistrato del Tar di Palermo è una decisione cautelare che non condividiamo e che è stata assunta senza neppure ascoltare la Regione, come può essere concesso a richiesta della parte e come noi abbiamo formalmente chiesto, non avendo potuto depositare le nostre difese – ha poi commentato Nello Musumeci – Tuttavia, se in pochi giorni sono stati trasferiti oltre 800 migranti è la dimostrazione che serve denunciare il problema ad alta voce”. L’Hotspot era arrivato a contenerne 1.400 sebbene la capienza massima fosse di soli 200…

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Lo scontro fortemente politico tra il governatore siciliano sostenuto dal centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) e il governo nazionale di centrosinistra (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva) è però avvenuto pochi giorni dopo un altro allarme lanciato sempre dal pm Patronaggio in un’intervista esclusiva alla giornalista di Adnkronos, Elvira Terranova.

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«In questi giorni la Procura di Agrigento ha effettuato ovvero convalidato un numero elevatissimo di fermi ed arresti per favoreggiamento della immigrazione clandestina e per reingresso illegale di cittadini stranieri già espulsi o dichiarati indesiderati in Italia” ha spiegato il magistrato.

“In particolare, l’attività del Roan della Guardia di Finanza – spiega ancora il pm Patronaggio – ha permesso di fermare 5 cittadini tunisini che avevano tentato di fare sbarcare loro connazionali sull’isolotto di Lampione. Sono al vaglio della Procura le posizioni di altri 22 cittadini tunisini che, utilizzando il cosiddetto sistema della ‘nave madre’, hanno tentato di introdurre sul territorio altri loro connazionali, alcuni dei quali minorenni”.

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“Il fenomeno della immigrazione clandestina di queste ultime settimane ha riguardato quasi esclusivamente cittadini tunisini che con grossi barconi da pesca hanno di fatto “accompagnato”, in modo affidabile e sicuro, loro connazionali a Lampedusa o addirittura fino sulle coste agrigentine”, spiega il Procuratore parlando degli ultimi sbarchi a Lampedusa che proseguono senza sosta con punte di oltre 200 al giorno.

L’attenzione del magistrato è però tutta rivolta agli sbarchi autonomi come se di fatto quelli delle navi ONG fossero implictamente riconosciuti e meno pericolosi nonostante traghettino in Italia e in Europea africani senza documenti, tra cui molti falsi minori, e pertanto potenzialmente pericolosi quanto gli altri.

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Con il cambio al timone del Ministero dell’Interno tra Salvini e Lamorgese in un anno c’è stato un incremento di 10mila immigrati clandestini: 17.670 dal primo settembre 2019 al 24 luglio 2020 contro i 7.160 nello stesso periodo dell’anno precedente.

“Talvolta sui barconi tunisini sono stati imbarcati anche subsahariani o bengalesi”, dice ancora Patronaggio all’Adnkronos. Ma la rotta tunisina “ha delle peculiarità” che la “differenziano da quella libica”, allo stato “in frenata dalla cosiddetta Guardia costiera libica, in quanto è utilizzata da cittadini tunisini che non fuggono da situazioni di persecuzione politica o razziale ma che cercano in Italia solamente migliori condizioni di vita e di lavoro”.

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“Purtroppo questi flussi creano seri problemi di ordine pubblico, aggravati dalla pandemia in atto, che mettono a dura prova l’instancabile, encomiabile e altamente professionale operato delle forze di polizia, creando malumore fra i cittadini e proteste dei sindaci”, aggiunge il capo della Procura di Agrigento precisa anche che “Il numero abnorme di immigrati da gestire potrebbe tuttavia fare emergere situazioni di illegalità e atti di violenza”.

Il pm, quindi, detta il copione al governo auspicando un “accordo politico con Tunisi” che i ministri Lamorgese e Di Maio (Esteri) hanno cercato di ottenere sfruttando proprio quelle impostazioni dei Decreti Sicurezza di Salvini che il nuovo Conte Bis PD-M5S vorrebbe abrogare.

“Non solo 11 milioni di aiuti per la Tunisia, frutto dei risparmi sull’accoglienza ottenuti grazie alla Lega di governo – ha dichiarato il deputato del carroccio Nicola Molteni a Il Giornale – con i Decreti sicurezza 1 e 2 abbiamo previsto anche la lista dei Paesi sicuri (tra cui la Tunisia) per accelerare i rimpatri, incentivi commerciali per chi accetta di tornare nel Paese d’origine, procedure semplificate per le espulsioni, riduzione dei tempi morti con rimpatrio entro 5 giorni per manifesta infondatezza della domanda di asilo”.

Ma l’allarme per le infiltrazioni negli sbarchi di elementi della Mafia Nigeriana o del terrorismo estremista islamico, segnalato tre anni fa dallo stesso magistrato e oggi ritenuto estremamente alto sia dall’Esercito Nazionale Libico che dall’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, sembra essersi improvvisamente eclissato.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN-GATES REPORTAGES

GOSPA NEWS – GIUSTIZIA – MAFIA

GOSPA NEWS – OPINIONI

GOSPA NEWS – COSPIRAZIONI – MASSONERIA

GOSPA NEWS – GEOPOLITCA – ECONOMIA

IL GIORNALE – ALLARME TERRORISMO

LA STAMPA – ALLARME TERRORISMO DEL PM DI AGRIGENTO

ADNKRONOS – PERICOLO SICUREZZA IN SICILIA

 

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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