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COVID-19. EMERGENZA DI CONTE “FINO A GENNAIO”, MA NON VALE PER LE BOLLETTE. Stangata luce e gas all’Italia sul lastrico

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Al fine di proseguire nel terrorismo sociale prodromico all’imposizione di una massiccia campagna vaccinale l’emergenza sanitaria è stata prorogata dal Governo Conte pilotato dal Partito Democratico (con il servile appoggio di M5 Stelle e Italia Viva) e potrebbe essere procrastinata fino al 31 dicembre 2020 o addirittura al 31 gennaio 2021. Nonostante ciò rimane inerte dinnanzi ai rincari record delle bollette di luce e gas che scatteranno da oggi, primo ottobre, aggravando la situazione delle famiglie maggiormente colpite dalla crisi finanziaria.

La proroga dell’emergenza sanitaria è stata anticipata da Adnkronos proprio mentre sta diventando sempre più numeroso il gruppo di medici che sostiene per ora superata, almeno in Italia, la criticità clinica del Covid-19, ancora assai contagioso ma sempre meno letale con una manciata di (presunti) morti da pandemia al giorno, molti meno di quelli per altre patologie come quelle tumorali.

Basti pensare che i tumori uccidono in media 485 persone al giorno e nel 2019 hanno stroncato circa 179mila vite, mentre i dati dettagliati del 2016 riferiscono di 33.838 decessi da carcinoma del polmone, il cosiddetto cancro da fumatori (analisi Fondazione Veronesi): ovvero più o meno quanti quelli che sarebbero stati attribuiti finora al coronavirus (35.894) anche se il condizionale è d’obbligo perché le autopsie sono state fatte in pochissimi casi. Ma mentre il Governo ha imposto a tutti l’obbligo della mascherina nei locali pubblici, ben si guarda dall’imporre il divieto di fumare nonostante le patologie connesse comportino costi notevoli per il Sistema Sanitario Nazionale.

La minore mortalità del nuovo ceppo di Coronavirus era stata prevista ad aprile dal virologo francese Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina, quando ad aprile aveva sostenuto che il SARS-2 fosse stato creato in laboratorio con l’inserimento di sequenze di HIV e pertanto fosse destinato ad una rapida mutazione naturale con relativa riduzione della sua virulenza.

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Ma il premier Giuseppe Conte ed il Ministro della Salute Roberto Speranza, sotto inchiesta per presunte lacune nella gestione della pandemia, non la pensano così sebbene abbiano ignorato per mesi, proprio come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, alcune delle più efficaci cure contro il Covid-19, come sostenuto da autorevoli medici che hanno anche evidenziato il dramma di migliaia di morti a loro giudizio evitabili.

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«L’ufficialità non c’è ancora. Ma, a quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti, durante l’incontro tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione subito dopo il CDM (Consiglio dei Ministri) si è parlato anche della proroga dello stato di emergenza, per ora ferma al 15 ottobre – ha scritto l’agenzia Adnkronos alle 23 di mercoledì 30 settembre – E se finora si era parlato di una proroga al 31 dicembre, nel corso della riunione si sarebbe ragionato sull’opportunità di andare ben oltre la fine dell’anno, visto che la fase di convivenza col virus è destinata a durare ancora a lungo. Infatti, il governo sta valutando di prorogare fino al 31 gennaio 2021. La proposta sarebbe stata valutata positivamente».

Il premier Giuseppe Conte con il Ministro della Salute Roberto Speranza

L’ennesimo DPCM (Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri)

 per la proroga a fine ottobre fu approvato dalle Camere con l’uso della fiducia a fine luglio. Con esso sono state procrastinate le misure di contenimento stranote (mascherina, distanziamento e divieto di assembramenti) ma soprattutto ha consentito la perpetrazione della pratica degli appalti straordinari per forniture sanitarie e prestazioni varie, senza regolare gara, alcuni dei quali, come vedremo in una prossima inchiesta, estremamente sospetti…

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In questa riflessione, però, non vogliamo soffermarci come abbiamo fatto altre volte sui lucrosi intrighi tra i Democratici con le Big Pharma dei vaccini che in una situazione di emergenza possono scivolare via lisci come l’olio.

Ci preme invece rilevare la contraddizione al limite della schizofrenia del Governo Conte che da una parte certifica una pandemia ancora tale da imporre la riduzione delle attività (chiusura discoteche, stadi e contigentamenti) dall’altra sembra ignorare le devastanti ricadute finanziarie come se l’obiettivo politico fosse proprio quello di suicidare l’economia del paese per renderla schiava del Recovery Found, quindi dell’Unione Europea ma nei fatti della Banca Centrale Europea che eroga materialmente i finanziamenti stampando denaro secondo l’ormai consolidata logica del signoraggio bancario (BCE è infatti Spa di banche private che emette euro senza alcuna contropartita aurea).

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La prova lampante di questa enorme anomalia deriva dal rincaro delle bollette nonostante il Pil italiano sia per il 15 % (più un altro 10 di indotto) connesso a quel settore turistico devastato non tanto dalle reali conseguenze della pandemia quanto dalla lunghezza del periodo di lockdown e dall’immagine di paese appestato trasmessa dal Governo e dai media di mainstream complici all’estero, certificando come morte da Covid qualsiasi decesso anche in presenza di gravissime patologie pregresse e di un’età media delle vittime sia di 80 anni (dati Istituto Superiore Sanità).

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«L’assenza dei turisti stranieri sta mettendo in ginocchio l’economia delle città d’arte italiane, in particolare di quelle maggiori. Roma, Venezia, Firenze, Torino e Milano, che insieme valgono oltre un terzo del turismo italiano, si apprestano a perdere nel 2020 quasi 34 milioni di presenze turistiche dall’estero, con conseguenze importanti per tutta l’economia cittadina, soprattutto per le imprese dei centri storici» ha scritto alcune setimane fa TeleBorsa.

Lo stop dei visitatori causerà infatti una perdita di 7 miliardi di eurocirca di spese turistiche complessive, di cui 4,9 miliardi a carico del settore alloggio, della ristorazione e delle attività commerciali e dei servizi. A lanciare l’allarme è Confesercenti, su elaborazioni condotte sulla base delle previsioni di Tourism economics.

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Questa drammatica situazione ha ovviamente provocato devastanti ricadute sui lavoratori del settore, su quelli stagionali e anche sulle attività imprenditoriali in genere. «Il calo del 9,3% degli occupati a tempo pieno stimato per il 2020 dall’Istat “è un’enormità, che tradotta fa oltre due milioni di posti di lavoro persi”. E’ quanto sottolinea il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi, che in un colloquio con l’AGI avverte: “È molto più complesso far riprendere l’intero mercato del lavoro con un calo cosi’ drammatico di posti, piuttosto che far risollevare il Pil dal crollo – comunque drammatico – stimato”».

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A fronte di un quadro di paese sul lastrico, con una proiezione di perdita del PIL nel 2020 stimata dal Fondo Monetario Internazionale in – 12,8 %, l’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, fornendo i dati relativi al quarto trimestre del 2020 ha comunicato rialzi record per le bollette di luce e gas dopo il ribasso causa Covid, senza un minimo piano di contenimento da parte dell’ente stesso o del governo, stante la crisi e l’emergenza sanitaria ancora in atto.

Furenti le associazioni di tutela dei consumatori che contestano soprattutto contro quella spropositata percentuale di costi che non è di competenza dei fornitori privati ma dello Stato Italiano: ovvero la tassazione superiore al 35 % per il riscaldamento e al 45 per l’elettricità. Ecco di seguito un dettagliato articolo pubblicato sul sito di Codacons.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS


Bollette energia: per i consumatori una batosta record

L’ Autorità per l’ energia parla di rimbalzo. Le associazioni dei consumatori sono invece più nette. Per loro, il rialzo dei prezzi dell’ energia – più 15,6% per l’ elettricità e più 11,4% per il gas – rappresenta una stangata, una “batosta sulle tasche degli italiani”. La stangata sulle bollette dell’ energia rappresenterà un grande problema per le fasce più fragili della popolazione e quelle che rischiano di veder aumentare la povertà energetica.

Bollette energia e batosta per i consumatori Le bollette dell’ energia elettrica e del gas tornano a salire con la ripresa dell’ economia e dei consumi. Il Codacons parla di «una vera e propria batosta per i consumatori italiani, con aumenti record delle tariffe luce e gas che peseranno come un macigno sulla spesa energetica delle famiglie».

«Con l’ arrivo della stagione autunnale, quando gli italiani iniziano ad accendere stufe e riscaldamenti, le tariffe di luce e gas registrano un incremento record – dice il presidente Carlo Rienzi – Questo avrà effetti negativi diretti sui bilanci delle famiglie, con maggiore danno per i nuclei più numerosi , proprio in un momento in cui si registrano difficoltà economiche per una larga fetta di popolazione a causa dell’ emergenza Covid».

L’ associazione punta il dito sulla tassazione in vigore sulle bollette energetiche, pari al 45,7% fra imposte e oneri di sistema sul gas e al 35,1% sull’ elettricità. Il Codacons calcola che, considera la spesa media annua per l’ energia e la tassazione sulle bollette, ogni famiglia nel 2020 pagherà complessivamente 446 euro di tasse sul gas e 170 euro sulla luce. Il peso delle bollette energia, più 166 euro secondo l’ UNC Le ripercussioni delle bollette sui bilanci familiari dipendono inoltre da come si calcola il periodo di riferimento. Tanto è vero che l’ Unione Nazionale Consumatori, oltre a parlare di record storico, dice che l’ aumento per le famiglie sarà di 166 euro l’ anno. Secondo l’ UNC per una famiglia tipo le nuove tariffe significano una spesa su base annua (non secondo l’ anno scorrevole, ma dal 1° ottobre 2020 al 30 settembre 2021 nell’ ipotesi di prezzi costanti ), di 70 euro in più per la luce e 96 euro in più per il gas. Una maggior spesa complessiva, quindi, pari a 166 euro.

«Una stangata record, che non ha precedenti. Un primato assoluto. Mai, da quando ci sono gli aumenti trimestrali stabiliti dall’ Authority, ossia dal gennaio 2003, si sono verificati rialzi così elevati – dice Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’ Unione Nazionale Consumatori – Ci aspettavamo, come al solito, che, con la riaccensione dei caloriferi si infiammassero anche i prezzi, soprattutto del gas. Ma non a questi livelli da primato! Una pessima notizia per le famiglie già in difficoltà per le conseguenze dell’ emergenza Covid. Per questo avevamo proposto all’ inizio della pandemia di ridurre l’ Iva sul gas al 10% sull’ intero consumo e non solo sui primi 480 Smc annuali come è attualmente».

Povertà energetica Bollette energia e povertà energetica Ci sono poi le ripercussioni che questi prezzi avranno su chi è già in difficoltà a causa del Covid e non solo. Alle porte dell’ inverno, si ripete il rialzo delle tariffe del gas. Denuncia Federconsumatori: «Già prima dell’ emergenza sanitaria nel nostro Paese avanzava in maniera allarmante il fenomeno della povertà e della discriminazione energetica , a farne le spese sono soprattutto persone anziane e giovani studenti fuorisede». L’ associazione torna a chiedere di agire sulla tassazione con una riforma complessiva di oneri e accise che pesano sulla tasche dei cittadini.

«Particolarmente onerosi – spiega Federconsumatori – gli oneri di sistema in bolletta (per una riforma dei quali abbiamo sostenuto una petizione), che servono a finanziare tra le altre cose gli sgravi alle imprese energivore (ovvero quelle aziende che consumano enormi e smisurate fonti di energia), una politica in totale controtendenza rispetto gli annunci del Governo all’ insegna di una svolta green». Federconsumatori richiama attenzione per le persone in difficoltà economica. «Infine, abbiamo già espresso in passato apprezzamento per l’ intervento di Arera in merito alla sospensione dei distacchi nel periodo del lockdown e alla proroga dei termini per il rinnovo dei bonus sociali di energia, gas e servizio idrico, ma ciò non deve far passare in secondo piano la assoluta necessità di provvedimenti ancora più incisivi, specialmente destinati ai cittadini che si trovano in maggiore difficoltà: in cassa integrazione o sono privi di occupazione».

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