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SALONE DEL LIBRO DI TORINO, VERTICI PD A GIUDIZIO. L’ex sindaco Fassino e l’ex assessore Parigi a processo per turbativa d’asta

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Il GUP del Tribunale di Torino Ersilia Palmieri ha rinviato a giudizio l’ex sindaco Piero Fassino e altre 16 persone nell’ambito del processo per le presunte irregolarità nella gestione del Salone del Libro e, in particolare, sui conti della Fondazione tra il 2010 e il 2015. Il processo si aprirà il 17 maggio 2021 alle ore 9. L’udienza preliminare, che riguardava in tutto 29 imputati, è terminata oggi.

«Fassino va a giudizio per una presunta turbativa d’asta nel bando di assegnazione del Salone per il triennio 2016-2018. Dello stesso capo di imputazione risponde l’ex assessore regionale Antonella Parigi. Entrambi sono stati però prosciolti dalla stessa contestazione ma relativa all’affidamento diretto del Salone nel 2015. Prosciolta l’ex presidente Giovanna Milella» scrive il quotidiano La Stampa.

Patteggiano i vertici delal società francese Gl Evento Roberto Fantino e Regis Faure. Hanno chiesto di accedere alla mappa (messa alla prova) Massimiliano Montaruli e Niccoló Gregnanini dipendenti della Fondazione del Libro. Il pm Gianfranco Colace, titolare dell’inchiesta ha depositato richiesta di archiviazione per Michele Coppola che era stato indagato nella veste di direttore “Arte, cultura e beni storici” della Banca di San Paolo. Rolando Picchoni a giudizio per peculato ma prosciolto dalle altre accuse.

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Come se ci fosse imbarazzo nel parlarne La Stampa dedica poche righe allo scandalo negli appalti del Salone del Libro di Torino, mentre l’Ansa condensa la notizia tutt’altro che poco rilevante in 4 righe di numero, senza nemmeno citare l’assessore regionale rinviato a giudizio, come se fosse un veniale incidente amministrativo e non una turbativa di libero incanto da Codice Penale.

La vicenda era tornata prepotentemente di attualità nell’ambito di un’aspra polemica politica prima delle elezioni Regionali del 2019 quando fu vietata la presentazione di un libro sul leader della Lega Matteo Salvini mentre l’allora assessore alla Cultura Antonella Parigi potè tranquillamente fare gli onori di casa dell’evento sebbene fosse sotto inchiesta.

L’allora amministratore regionale del Partito Democratico nella Giunta di Piero Chiamparino figurava infatti tra gli indagati per presunte gravi irregolarità proprio nella gestione del Salone, tali da giustificare in precedenza l’arresto di quattro degli ex organizzatori ed il patteggiamento di tre di loro per turbativa d’asta. Ne

Nonostante la gara d’appalto taroccata secondo la Procura, come evidenziato nel precedente articolo, l’assessora Pd non fece il passo indietro richiesto dal consigliere regionale Gilberto Picchetto (Forza Italia) per cercare di discolparsi senza l’imbarazzo di essere detenere un  incarico pubblico; e non fu nemmeno oggetto di specifica istanza di dimissioni dai pentastellati che invece si accanirono contro il libro su Salvini.

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La manager culturale Parigi, già direttrice del Circolo dei Lettori e fra i fondatori della Scuola Holden, lasciò poi la politica attiva e mise poi in cantiere diversi progetti tra cui una fondazione, prima di tornare sotto La Mole con Paratissima, in qualità di presidente dell’advisory board di Prs, società che organizza la fiera d’arte. Un incarico gratuito ma di gran prestigio anche per i finanziamenti che è capace di catalizzare attraverso sponsor pubblici e privati.

«Ci vorrebbe una progettualità a vent’anni che coinvolga anche la cultura. Servono una visione a lungo termine, fantasia e creatività. Le realtà culturali escono da anni di tagli continui e stanno in piedi grazie alla passione dei singoli. Sono all’asfissia e non possono pensare al futuro» dichiarò al Corriere in un’intervista sul nuovo ruolo il 18 luglio 2020 mentre sul suo capo incombeva la spada di Damocle del rinvio a giudizio arrivato oggi, venerdì 2 ottobre.

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Il 17 maggio prossimo davanti al Tribunale di Torino dovrà tentare di discolparsi dall’accusa di aver impiegato fin troppa “creatività” personale nella gestione di quel grande evento culturale che fu il Salone del Libro della città sabauda prima di essere travolto dallo scandalo per gli appalti finiti alla società francese GL Events. Una procedura viziata da una turbativa d’asta di cui, secondo il pubblico ministero ed ora anche per il Giudice dell’Udienza Preliminare, sarebbero stati complici proprio l’ex sindaco torinese Fassino e l’assessore Parigi, due figure storiche e di primissimo piano nei vertici del PD tanto piemontese quanto nazionale.

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Si tratta dell’ennesimo episodio che conferma una gestione allegra della Cosa Publica da parte del Partito Democratico culminata nello scandalo CONSIP, la centrale degli acquisti del Ministero dell’Economia per le forniture alle amminsitrazioni pubbliche, e nella vergognosa vicenda del PalamaraGate., ma anche per gli affidi illeciti di minori a Bibbiano, pilotati dal sedicente psicologo (ma laureato in Lettere) Claudio Foti che fece carriera grazie alle sue entrature torinesi e ai convegni patrocinati dall’amministrazione comunale della sindaca Chiara Appendino, e persino gli arresti di autorevoli esponenti degli stessi DEM per affari con la ‘Ndrangheta.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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