NAPOLI VIOLENTA IL COPRIFUOCO! Mattarella, De Luca & Co. abusano della Pazienza dell’Italia. E preparano l’Esercito
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
L’ira contro il coprifuoco adottato dalla Regione Campania e contro lo spettro di un nuovo lockdown è esplosa a Napoli, città dagli animi calienti con un alto indice di criminalità per la storica presenza della Camorra, attraverso i primi episodi di guerriglia urbana tra polizia e manifestanti, seguiti da due arresti nei confronti di due pregiudicati. La marcia di protesta inziata pacificamente da centinaia di persone si è presto tramutata in uno scontro con le forze dell’ordine con incendi di cassonetti, lancio di fumogeni e bombe carta.
La rabbia si era già fatta sentire nei giorni scorsi a Milano. Nel capoluogo della Lombardia erano scese in piazza decine di ristoratori per protestare contro il coprifuoco imposto dalle 23 alle 5 e non dalle 24 come avrebbero ritenuto utile per una serena attività serale di servizio al pubblico. I coprifuochi sono già entrati in vigore in Campania, Lazio e Lombardia ma da lunedì 26 ottobre saranno adottati anche dalle Regioni di Piemonte e Calabria.
A fare pressing sul governo per un altro lockdown nazionale è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che dopo aver portato allo sfascio la sanità pubblica negli ultimi 5 anni di amministrazione con una gestione precaria in mezzo ora piange per l’incapacità delle strutture ospedaliere ad affrontare l’emergenza da Covid-19.
“Siamo ad un passo dalla tragedia. Chiudiamo tutto per 30-40 giorni, poi si vedrà» ha detto il presidente della Regione Campania che firmerà nel weekend l’ordinanza con cui chiuderà tutte le attività non ritenute indispensabili.
Ciò avvenne nel marzo scorso quando l’intera Italia fu il primo paese al mondo ad attuare la serrata nazionale con l’obbligo di spostamenti per attività autorizzate con autocertificazioni per ragioni di lavoro o acquisti di prima necessità (alimenti, farmaci, tabacchi).
«Le nuove disposizioni per il contenimento del Covid-19 provocheranno un ulteriore riduzione di circa 5,8 miliardi di euro di consumi delle famiglie e potrebbero causare la chiusura di altre 20mila attività, portando da 90 a 110mila le cessazioni di impresa previste quest’anno».
A rinnovare l’allarme è la Confesercenti secondo cui nell’ipotesi che le chiusure siano imposte anche per la prima settimana di novembre, la riduzione complessiva della spesa delle famiglie per il 2020 potrebbe raggiungere i 95,8 miliardi di euro anche con il ritorno alla normalità in occasione delle festività natalizie.
Da una parte il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella è intervenuto all’assemblea degli artigiani della CNA per cercare di rasserenare gli animi di una categoria sul lastrico come molte altre della piccola e media impresa.
«Un rischio che non possiamo correre è che alle disuguaglianze tra territori esistenti nel nostro Paese si aggiungano quelle derivanti da effetti della pandemia» ha detto Mattarella con la sua proverbiale vacua retorica, priva di un minimo concreto pragmatismo e finalizzata solo ad addolcire l’amara pillola delle restrizioni su cui non vuole entrare nel merito a differenza delle questioni connesse all’immigrazione che lo hanno ripetutamente visto intervenire pubblicamente.
Dall’altra lo stesso presidente, in qualità di Capo delle Forze Armate, ha convocato per martedì 27 ottobre alle ore 17 presso il Quirinale una riunione del Consiglio Supremo di Difesa, per valutare le «conseguenze dell’emergenza sanitaria sugli equilibri strategici e di sicurezza globali, con particolare riferimento alla NATO e all’Unione Europea. Aggiornamento sulle principali aree di instabilità e punto di situazione sul terrorismo transnazionale. Prospettive di impiego delle Forze Armate nei diversi teatri operativi».
Una convocazione che nel clima di tensioni sociali crescente in Italia porta con sé il timore che possa esserci un’imminente militirizzazione del paese, dopo che in alcune aree metropolitane sono già state impiegate pattuglie dell’Esercito Italiano per supportare le forze dell’ordine nel controllo del rispetto delle disposizioni della Presidenza del Consiglio Dei Ministri in relazione al contenimento della nuova ondata di epidemia di SARS-Cov-2, quali mascherine obbligatorie anche all’aperto, divieti di assembramenti se non per eventi internazionali autorizzati, distanziamento e infine i recenti coprifuochi.
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Ieri sera a Napoli si sono verificati “attacchi preordinati”, atti di violenza “organizzati, inaccettabili e da condannare”. Lo dice la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese esprimendo “solidarietà e vicinanza” alle forze di polizia, ai militari e ai membri della polizia locale che sono stati aggrediti e feriti in “veri e propri episodi di guerriglia urbana” che “nulla hanno a che fare con le forme di dissenso civile e con le legittime preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori legate alla difficile situazione economica” sottolinea Lamorgese che è in continuo contatto con il prefetto di Napoli che oggi ha convocato il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza.
“Davanti alla violenza non ci sono scuse, nulla di tutto ciò è accettabile”. In un post pubblicato sul suo profilo Facebook, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio reagisce così ai fatti accaduti nella notte a Napoli.
Lo scontro sociale è degenerato in modo vergognoso a Napoli, nota per essere un feudo della delinquenza di strada della Camorra, la più impulsiva e sanguinaria delle Mafie d’Italia, ma in realtà è la spia di un confronto aperto ed irrisolto di natura politico-sanitaria che nasce dalle polemiche interne alla stessa Comunità Scientifica nazionale, dove, come in altri paesi d’Europa, è in atto un aspro dibattito tra i medici allarmisti, da noi rinominati terroristi della pandemia, e i loro colleghi più realisti e cauti.
Come riportato in precedenti reportage questi ultimi scienziati rimarcano che l’incremento esponenziale del Covid-19, ora che si hanno le cure per affrontarlo, non appare tale da portare a misure restruttive estreme in quanto la percentuale di ricoverati in Terapia Intensiva è inferiore all’1 % dei contagiati e l’indice di letalità è ben al di sotto di tale percentuale, calcolato nell’ordine dello 0,3 % grazie alle ormai consolidate cure disponibili, non ancora individuate con uccesso allo scoppio della pandemia nella scorsa primavera.
Purtroppo il presidente Mattarella, il primo ministro Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza così come lo stesso ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che oggi grida allo scandalo per le reazioni violente – ma tace quando sono i migranti ad aggredire le forze dell’ordine devastando gli hotspot per uscire dalla quarantena sebbene isolati perché positivi al Sars-2 – non sono stati capaci di trovare quella giusta mediazione tra le parti sociali.
Come se gli episodi di guerriglia urbana siano attesi quale ennesimo pretesto per giustificare il lockdown nazionale, la militarizzazione e la dittatura politica in un paese ormai economicamente agonizzante dopo ben 7 anni di governi sostenuti dal Partito Democratico (con l’unica eccezione per la parentesi della Lega dal giugno 2018 al sttembre 2019). Di seguito la sintesi degli scontri nel racconto dell’Ansa.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
LA GUERRIGLIA URBANA A NAPOLI
Scene di guerriglia urbana in via Santa Lucia, davanti al palazzo della Regione Campania. I manifestanti scesi in piazza contro le restrizioni anti Covid, tutti con il volto coperto dalle mascherine, sono riusciti a superare lo sbarramento delle forze dell’ordine e ora in centinaia stanno lanciando petardi e accendendo fumogeni davanti al palazzo mentre le forze dell’ordine rispondono con un fitto lancio di lacrimogeni. Dal corteo anche bottiglie di vetro contro il muro degli agenti, un centinaio, in tenuta antisommossa. Uno dei razzi dei manifestanti è finito in mezzo ai curiosi che su via Santa Lucia assistevano alla scena. Nessun ferito.
Centinaia di persone si sono radunate in Largo San Giovanni Maggiore, a Napoli, davanti alla sede dell’Università Orientale per protestare contro il coprifuoco e la prospettiva di lockdown. I manifestanti, che hanno usato i social per chiamare alla raccolta, hanno mostrato uno striscione con la scritta “Tu ci chiudi, tu ci paghi”, attaccando il governatore campano De Luca e il governo Conte con cori di protesta. Sono anche stati accesi dei fumogeni. “A salute è a prima cosa ma senza soldi non si cantano messe”, recita un altro grande striscione. I manifestanti hanno sfilato in corteo per le vie del centro pur essendo vietati dall’ordinanza della Regione Campania.
Il corteo contro le misure restrittive anti Covid si è ingrossato ulteriormente lungo il percorso e ha trovato uno sbarramento di forze dell’ordine sul lungomare. E’ stato fatto uno sbarramento con i cassonetti della spazzatura al quale hanno poi dato fuoco. Decine di scooter sono stati messi di traverso sulle strade per ritardare l’intervento della polizia. La Digos ha arrestato due persone con precedenti di spaccio.
“Questa notte abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza”. Così il questore di Napoli Alessandro Giuliano sulla guerriglia urbana in città.
“Mentre Mattarella riunisce il consiglio di guerra e De Luca prepara un vergognoso #lockdown Forza Nuova è pronta a scendere in piazza al fianco del popolo di Napoli senza paura, con il vigore tipico della nostra genete. No #dittaturasanitaria ” aveva scritto il capo di Forza Nuova, Roberto Fiore, su twitter ieri sera.
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