COMANDANTE DI AL QAEDA UCCISO DALLE FORZE AFGHANE. Era nella Most Wanted List FBI

COMANDANTE DI AL QAEDA UCCISO DALLE FORZE AFGHANE. Era nella Most Wanted List FBI

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Sabato, le forze di sicurezza afghane hanno dichiarato di aver ucciso un importante comandante di al-Qaeda nel sub-continente indiano. Il leader di Al-Qaeda Abu Muhsin al-Masri, noto anche come Husam Abd-al-Ra’uf e originario dell’Egitto, era ricercato dall’FBI per cospirazione a favore di organizzazioni terroristiche straniere e per aver ucciso cittadini statunitensi.

Sabato la Direzione nazionale afghana della sicurezza (NDS) ha twittato che le sue truppe lo avevano ucciso. Poi lo stesso NDS ha confermato la notizia a The National, un media focalizzato sul Medio Oriente e con sede ad Abu Dhabi (UAE).

«Al Misri, che è identificato dal suo alias Husam Abd-al-Ra’uf sulla lista dei terroristi più ricercati dell’FBI, è stato ucciso nel distretto di Andar della provincia di Ghazni, ha detto il funzionario dell’NDS. “È stato colpito mentre stavamo cercando di arrestarlo”» hanno scritto i giornalisti Hikmat Noori e Ruchi Kumar su The National.

Secondo l’FBI, Al Misri era “ricercato in relazione alla sua appartenenza ad Al Qaeda, un’organizzazione nota per aver commesso atti di terrorismo contro il governo degli Stati Uniti” ed era “ritenuto associato ai paesi di Afghanistan, Pakistan e Egitto”.

Un mandato federale per il suo arresto era stato emesso dalla Corte distrettuale meridionale di New York, il 27 dicembre 2018. Al Misri si era dichiarato nato nel 1958, disse l’FBI, e pertanto risultava essere nei suoi primi anni ’60.

Il comandante di Al Qaeda Abu Mohsen Al Misri è stato ucciso nella provincia afghana di Ghazni il 24 ottobre 2020, secondo fonti dell’intelligence afghana. Per gentile concessione dell’FBI (foto da The National)

Questa sarebbe la migliore risposta ai sospetti avanzati dal diplomatico britannico solo pochi giorni fa. Un ex ambasciatore britannico e uno dei principali analisti del terrorismo delle Nazioni Unite ha sollevato serie preoccupazioni sul futuro dell’accordo di pace tra Stati Uniti e talebani a causa dei continui “stretti legami” del gruppo con Al Qaeda.

Edmund Fitton-Brown afferma che una ricerca del team di monitoraggio delle Nazioni Unite rivela che Al Qaeda ha ancora una forte presenza in Afghanistan e il fallimento dei talebani nel tagliare i legami con il gruppo terroristico pone sfide future alla continuazione dell’accordo di pace.

«Il fragile accordo ha dovuto affrontare sfide crescenti dopo che i talebani hanno accusato gli Stati Uniti di violarlo a seguito degli attacchi aerei statunitensi sui suoi combattenti nella provincia di Helmand la scorsa settimana» ha aggiunto The National. L’accordo USA-talebani afferma che le forze straniere lasceranno l’Afghanistan in cambio di garanzie di sicurezza e un impegno da parte degli insorti a sedersi con il governo afghano per trovare una soluzione pacifica a decenni di guerra.

È stato firmato il 29 febbraio 2020, un mese dopo che un aereo militare americano si era schiantato in Afghanistan lunedì 27 gennaio 2020. Il Pentagono aveva quindi rilasciato una dichiarazione ufficiale che confermava i nomi dei due aviatori morti, uno dei quali in servizio presso Comando di combattimento aereo del quartier generale presso la base congiunta Langley-Eustis, Virginia, una base militare utilizzata per organizzare, addestrare, equipaggiare e mantenere forze aeree, spaziali, informatiche e di intelligence pronte al combattimento, vicina anche al quartier generale della Central Intelligence Agency a Langley.

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Il Pentagono aveva aggiunto che gli uomini erano stati impegnati nell’Operazione Freedom’s Sentinel, la designazione ufficiale dei militari per la missione statunitense in Afghanistan. L’E-11A viene utilizzato per collegare le truppe sul campo al quartier generale ed è stato precedentemente descritto dai piloti dell’Air Force come “WiFi nel cielo”.

Il Dipartimento della Difesa non aveva però confermato, ma nemmeno smentito, l’ipotesi che sul bombardiere E-11A ci fossero agenti della CIA come sostenuto dai mujahiddin afgani, i primi ad intervenire sul posto, e che tra loro ci fosse anche il comandante per le operazioni in Medio Oriente Michael D’Andrea che sarebbe morto quindi morto nello schianto.

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Veterans Today e Gospa News furono i primi a rivelare l’indiscrezione che l’ufficiale della Cia “Dark Prince”, soprannominato anche l’Ayatollah Mike per aver sposato una donna musulmana, stava viaggiando sull’aereo precipitato, o molto probabilmente abbattuto.

L’ipotesi era che i paramilitari di Teheran volessero colpire l’aereo proprio perché credevano che a bordo fossero presenti il ​​comando mobile della CIA e il comandante Michael D’Andrea che avrebbe pianificato l’assassinio del generale Qasem Soleimani delle forze Pasudar Quds. Ciò sarebbe stato realizzato inviando un’unità speciale armata di missili Manpada per il lancio a spalla in quella zona dell’Afghanistan orientale che dista 600 km dal confine con l’Iran.

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Il generale Soleimani era stato ucciso con razzi sparati da un drone americano, come confermato direttamente dal presidente Donald Trump, contro il convoglio di auto su cui viaggiava la mattina del 3 gennaio 2020 nei pressi dell’aeroporto di Baghdad, dove era appena atterrato insieme a Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante della Hashid iracheno.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – JIHADISTS REPORTS

GOSPA NEWS – WARZONES REPORTS

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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