DPCM FARSA DEL PANDEMISTA CONTE SALVA I FEUDI PD. Ristoranti aperti in Lazio, Toscana e Campania
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Le contraddizioni dei DPCM del premier Giuseppe Conte, alias Maximilien de Robespierre tIranno del Regime del Terrore nella Francia della rivoluzione massonica, sono tali e tante che richiederebbero un dossier di 10 pagine. Ma la farsa è talmente ormai evidente che non giustifica tale sforzo intellettuale ma semplicemente qualche rapido esempio.
Il più eclatante riguarda le differenti misure restrittive tra alcune regioni governate dal centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) ed altre amministrate dal Partito Democratico nonostante abbiano dei livelli di contagio, ricovero e mortalità analoghi.
“Se introducessimo misure uniche in tutta italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c’è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave” ha dichiarato il Presidente del Consiglio. “Nell’area gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria”. Anche Toscana, Molise, Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia rientrano nell’area gialla.
Anche il Veneto e le provincie di Trento e Bolzano, secondo quanto annunciato dal premier Giuseppe Conte in tv, rientrano nell’area gialle con le misure restrittive più “morbide” previste nel Dpcm. “Nell’area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia”. “Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle D’Aosta rientrano nell’area rossa”, ha annunciato Conte.
Tradotto in conseguenze pratiche significa che in Piemonte e Lombardia sarà vietato ogni spostamento territoriale anche tra comune e provincia, non solo tra le regioni, e i bar e ristoranti resteranno chiusi 24 ore su 24 con l’unica possibilità di fare servizio di asporto o consegna a domicilio fino alle 22, ora dopo la quale scatta il coprifuoco in tutta la nazione.
Il nuovo DPCM entrerà in vigore a partire da venerdì 6 novembre. Le restrizioni avranno dirata minima di 15 giorni e comunque non oltre il 3 dicembre. Ma c’è da scommettere che prima di quella data arriverà un nuovo DPCM essendo lo stato di emergenza da pandemia già prorogato fino al 31 gennaio 2021..
Mentre nei feudi rossi della sinistra di Lazio, Campania, Toscana ed Emilia Romagna i cittadini potranno muoversi liberamente (con autocertificazione) poiché gli spostamenti sono solamente sconsigliati ma soprattutto potranno tranquillamente andare al bar e al ristorante fino alle 18 perché potranno restare aperti fino a quell’ora.
Nel mentre il giustiziere Conte, sostenuto dal governo del Partito Democratico e dei 5 Stelle loro servi destinati all’estinzione, approva queste catastrofiche misure per le economie regionali la Lega in Parlamento si batte con un’interrogazione per l’inopinato uso della scorta da parte della compagna del premier e sul territorio il governatore piemontese Alberto Cirio si limita a promettere aiuti alle attività e tasse bloccate fino al 2021 (ovviamente solo quelle regionali di sua competenza).
Se il centrodestra non può essere ancora accusato di complicità nella distruzione del Nord Italia a vantaggio di altre aree della nazione di certo è ormai altamente responsabile di un concorso di colpa per aver accettato supinamente, rifiutandoli solo a parole, i diktat di Conte che non trovano la minima giustificazione nei bollettini sanitari. Facciamo alcuni paragoni.
In Piemonte, secondo il bollettino ufficiale del 4 novembre, ci sono 233 persone in terapie intensiva, con 37.819 in isolamento domiciliare e 41.577 attualmente positivi. E’ bene ricordare che tra questi ultimi il 95 % sono mediamente, in tutta Italia, asintomatici, come evidenziato dal professor Giorgio Palù, accademico di Padova e Philadelphia nonché per sette anni presidente della Società Europea di Virologia. Nel bollettino vengono riportati solo i deceduti totali poiché quelli delle ultime 24 ore in tutta la nazione sono “soltanto” 352 /di cui 37 in Piemonte): un numero così basso da non essere abbastanza terrorizzante per giustificare le gravissime restrizioni della libertà per i cittadini delle aree rosse.
In Campania, che avrà il locdown soft essendo in zona gialla, i pazienti in terapia intensiva sono 175 a fronte di una disponibilità di letti in rianimazione assi inferiore a quella piemontese, quelli in isolamento domiciliare sono più di 52mila mentre i positivi oltre 54 mila. Analoga situazione di gravità nel Lazio con ospedali già al collasso nella capitale, 217 persone in terapia intensiva, 39.349 in quarantena a casa, e 41.883 contagiati.
Basta guardare la tabella per notare che anche i numeri dei ricoverati sono altri in tutte le tre regioni: 3.525 in Piemonte, che ha una disponibilità di ricoveri ospedalieri molto più alta di altre regioni e pertanto può concedersi i lusso di accogliere anche i malati non gravi, 2.317 in Lazio, 1.569 in Campania.
Un discorso a parte merita la povera Calabria rimasta orfana della presidente Jole Santelli, deceduta nelle scorse settimane per un tumore, dove i ricoverati sono 212, quelli in terapia intensiva 11 e i contagiati soltanto 3.863. Come si spiegano quindi le differenti misure restrittive?
«La classificazione di una Regione in uno dei tre scenari indicati («rosso», «arancione» e «gialla») è decisa dal ministero della Salute con un’ordinanza sulla base dei 21 parametri di riferimento.
Tra i criteri che verranno tenuti in grande considerazione – come già ricordato dal premier Giuseppe Conte – ci sono l’indice di contagio Rt, la presenza di focolai, la situazione di occupazione dei posti letto negli ospedali e dei posti letto in terapia intensiva – spiega il quotidiano Avvenire – Si terrà conto anche della capacità di monitoraggio, il cosiddetto contact tracking, che nel frattempo secondo gli esperti è saltato; poi ci sono altri 6 parametri che descrivono la capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti. Ad esempio la percentuale di tamponi positivi esclusi i secondi e i terzi test sulle stesse persone, oppure il tempo che passa dai sintomi alla quarantena e alla diagnosi».
Ebbene il divario tra un Piemonte in zona rossa come la Lombardia, dove i numeri sono effettivamente più alti, alla stregua della Calabria ma le regioni a guida PD in zona gialla come la Campania del governatore Vincenzo De Luca, il primo ad evocare un lockdown nazionale da cui è uscito parzialmente indenne, e del Lazio amministrato dal presidente Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico, proprio non si spiegano. Nemmeno per Toscana ed Emilia Romagna che hanno numeri comunque assai elevati.
Le ultime considerazioni riguardano la gravità dei contagi da Covid-19 ritenuto ora più facilmente curabile, per le terapie adottate e ignorate dal governo nella scorsa primavera, e meno letale dagli esperti di virologia e infettivologia.
Se davvero il virus SARS-Cov-2 è così pericoloso perché esporre al richio di contagio i bambini delle scuole elementari, mantenute aperte, che possono essere il principale veicolo d’infezione per i loro familiari/conviventi anziani?
Se davvero tutta questa preoccupazione di Conte e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sostiene ogni misura del governo è focalizzata sulla salute degli italiani perché restano aperti i tabaccai visto che ogni anno le patologie cancerogene da fumo uccidono all’incirca 30mila persone, pari a quelle che sarebbero morte finora con il Covid-19 ma comunque in media di età superiore a 80 anni e con almeno 3 patologie esistenti?
E’ evidente che il piano vaccinale di cui l’Italia è progetto pilota mondiale è più importante di ogni reale obiettivo di contenimento della pandemia e pertanto regioni come il Lazio e la Toscana, che si stanno arricchendo grazie alla produttività degli impianti delle grandi Big Pharma dei vaccini, meritano di essere premiate…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI