di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
“Elementare Watson!” Direbbe Sherlock Holmes, il più celebre investigatore della storia della letteratura creato dallo scrittore Arthur Conand Doyle e reso popolare dalla cinematografia. Dopo centinaia di inchieste giornalistiche sui finanziamenti nemmeno troppo occulti partiti dall’Emirato del Qatar ed arrivati ai gruppi terroristici affiliati ad Al Qaeda come il Fronte Al Nusra adesso sono cominciate due processi giudiziari, a Londra e in Florida, nei confronti delle principali banche della ricca nazione del Golfo Persico: Doha Bank e la Qatar Islamic Bank (QIB).
Al Nusra era una fazione di jihadisti estremisti Sunniti ora divenuta Hayat Tahrir Al-Sham (HTS), il gruppo più forte all’interno della Siria nord-occidentale, in particolare nella provincia di Idlib, grazie al sostegno militare ed economico ricevuto dalla confinante Turchia, controllata dall’organizzazione politico-religiosa Sunnita dei Fratelli Musulmani come l’emirato qatariota.
La notizia ha avuto grande eco su alcuni media arabi come Middle East Monitor (MEMO) ma anche nel Regno Unito che si trova in una situazione imbarazzante per le strettissime relazioni finanziarie con Doha e il fondo sovrano nazionale, importante azionista della principale banca inglese Barclays che a sua volta controlla la multinazionale Bae Systems, la seconda industria bellica del mondo come evidenziato nel nostro dossier Lobby Armi 4.
Ma anche, come spiegheremo più nel dettaglio, per la collaborazione tra i terroristi di Al Nusra e i White Helmets, i sedicenti soccorritori fondati ed addestrati in Siria da un ex agente dell’intelligence militare britannica, James Le Mesurier, in un contesto di gravissima ambiguità e denunce internazionali di violazione dei diritti umani.
La scottante causa inziata davanti all’Alta Corte di Londra è focalizzata sui finanziamenti transitati dalla Doha Bank e veicolati da due ricchi imprenditori del Golfo Persico alla formazione Al Nusra, inserita nella lista Onu delle organizzazioni terroristiche islamiche, che avrebbe compiuti torture nei confronti dei denuncianti rifugiati siriani, inziialmente 8 ma ora già diventati 330 e residenti in gran parte in Inghilterra ma rimasti anonimi per paura di ritorsioni. I ricorrenti affermano di aver subito “gravi lesioni fisiche e psichiatriche” per mano del gruppo terroristico.
Il processo avrebbe dovuto essere trasferito dalla capitale inglese a quella del Qatar per competenza territoriale ma l’udienza dello scorso mercoledì 11 novemnre è stata aggiornata nel 2021 per dar modo a Scotland Yard e alla polizia antiterrorismo britannica della MET (Metropolitan Police) di verificare le ulteriori segnalazioni di minacce e intimidazioni volte a costringere i denuncianti a ritirare l’azione legale, come quattro di loro hanno effettivamente fatto trasferendosi in Olanda per motivi di sicurezza.
Mentre dovrà cominciare a breve davanti alla Corte della Florida la causa intentata ai sensi dell’Anti-Terrorism Act contro la Qatar Islamic Bank (QIB) dal fotografo americano Matthew Schrier, rapito e torturato dai terroristi islamici per 211 giorni nel 2012 in Siria dove si era recato per un reportage di guerra.
Nella denuncia il reporter sostiene che i gruppi terroristici siriani di Al Qaeda, Jabhat Al Nusrah e Ahrar Al Sham, “hanno utilizzato una rete internazionale di donatori e enti di beneficenza per finanziare” le loro attività citando le operazioni transitate sulla QIB.
INDAGINI DI SCOTLAND YARD E SCONCERTO DEL GIUDICE
«Lunedì si sarebbe dovuta tenere un’udienza in tribunale a Londra per la richiesta della Doha Bank di spostare il processo in Qatar. Ma in un colpo di scena dell’ultimo minuto, i ricorrenti hanno contattato martedì la squadra antiterrorismo del Regno Unito SO15 per denunciare minacce, corruzione e intimidazioni contro di loro da parte dello stato del Qatar. Quattro dei ricorrenti hanno ora ritirato le loro accuse per “paura della loro vita”, ha sentito la corte mercoledì» ha scritto Nicky Harley su The National News.
In udienza è stato riferito che le persone legate al caso hanno avuto intercettazioni sulle loro auto, sono state minacciate nelle loro case e ad alcuni sono state offerte tangenti per rivelare i nomi dei ricorrenti, a cui è stato concesso l’anonimato dal tribunale. Quattro di loro hanno già dichiarato di voler rinunciare alla causa.
«Ci sono gravi accuse secondo cui presunti agenti e sostenitori dello stato del Qatar hanno compiuto presunti atti di criminalità, terrorismo o spionaggio sul suolo britannico, in un tentativo concertato di intimidire e costringere testimoni e ricorrenti a impedire ai tribunali britannici di ascoltare le prove del finanziamento del Qatar di Al Nusra terrorismo. Non avevamo altra alternativa che deferire la questione alle autorità britanniche per indagare sulla veridicità di queste accuse» ha detto a The National Jason McCue, senior partner di McCue & Partners che sta seguendo la causa.
“Possiamo confermare che il 9 novembre abbiamo ricevuto accuse relative al finanziamento del terrorismo, pervertire il corso della giustizia e intimidazioni di testimoni”, ha detto un portavoce di Scotland Yard al giornalista. Ancor più energiche le parole del magistrato.
«Queste accuse vengono esaminate dagli ufficiali del Comando antiterrorismo della Met al fine di determinare se vi siano motivi per un’indagine della polizia con sede nel Regno Unito su queste questioni» ha dichiarato il giudice Rosaline Coe nel corso dell’udienza aggiungendo che «avrebbe fatto il “passo insolito” di aggiornare il caso a causa della “gravità” delle accuse».
ALTRI 330 DENUNCIANTI IN CAUSA
«Si sostiene che questi imputati siano responsabili del finanziamento del gruppo terroristico, che ha causato danni ai ricorrenti I ricorrenti sostengono che è in corso una cospirazione grave e significativa per pervertire il corso della giustizia relativo a questi procedimenti» ha detto ancora il giudice secondo quanto riportato da The National.
L’Alta Corte di Londra sta esaminando la denuncia presentata contro la Qatar Doha Bank e due ricchi fratelli, Moutaz e Ramez Al Khayyat. Costoro gestiscono l’UrbaCon Trading and Contracting a Doha, sono stati descritti come due “eminenti uomini d’affari” siriano / qatarioti per il finanziamento di Al Nusra Front.
Non erano presenti ma un portavoce dei fratelli ha detto a The National che hanno negato le affermazioni. “Moutaz e Ramez Al Khayyat negano tutte queste accuse bizzarre e infondate, ma estremamente dannose”, ha detto il portavoce.
«È evidente che le accuse si riferiscono a un tentativo significativo, prolungato e dettagliato di identificare i ricorrenti per nome, tentativi di corruzione e altri incentivi alle persone per ottenere informazioni sul caso e i loro nomi, e sono stati fatti approcci a consulenti con gli avvocati e gli interpreti dei ricorrenti. È anche emerso che quattro dei ricorrenti hanno indicato che è loro intenzione non procedere e abbandonare questa azione, sulla base del rischio di intimidazione ea causa delle molestie, in particolare nei confronti del traduttore. Ho raggiunto la riluttante conclusione che deve essere aggiornato» ha concluso il magistrato Rosaline Coe.
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«Secondo i documenti del tribunale più recenti, “C’è una domanda in sospeso davanti al tribunale per aggiungere 330 ulteriori ricorrenti, che risiedono in varie parti d’Europa, incluso un numero considerevole residente nel Regno Unito” – aggiunge Middle East Monitor – Le carte proseguivano affermando che i rifugiati “sono vittime del terrorismo perpetrato dal Fronte Al Nusra in Siria (ora HTS, Hayat Tahrir Al-Sham – ndr), e sono stati vittime di una serie di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui torture, esecuzioni sommarie e arbitrarie e altre violazioni del diritto alla vita».
LE RELAZIONI PERICOLOSE TRA UK E QATAR
«Il Qatar è uno stato straniero amico di questo paese e questo tribunale deve quindi essere molto cauto prima di intrattenere accuse selvagge sullo stato che interferisce con la giustizia pubblica» ha detto l’avvocato della Doha Bank, Sonia Tolaney, durante l’udienza facendo così trapelare un avvertimento diplomatico in relazione alle accuse di intimidazione dei denuncianti.
Il fondo sovrano nazionale, infatti, è un importante azionista della principale banca inglese Barclays che a sua volta controlla la multinazionale Bae Systems, la seconda industria bellica del mondo come evidenziato nel nostro dossier Lobby Armi 4. In quel reportage abbiamo analizzato nel dettaglio gli interessi transnazionali che legano il Qatar e la Turchia, potenti espressioni dell’organizzazione politico-religiosa dei Fratelli Musulmani (dichiarata fuorilegge in Egitto) al Regno Unito ma anche all’Italia nel business vergnoso della Lobby delle Armi.
Sul fronte strategico militare è la Turchia ad addestrare e gestire come mercenari i miliziani delle fazioni jihadiste, dai tagliagola dell’Isis agli ex Al Nusra ora confluiti in Hayat Tahrir Al-Sham (HTS), grazie anche all’attività del MIT, l’intelligence di Ankara, che ne ha facilitato il reclutamento e la movimentazione in Siria come in Libia, spesso impiegando terroristi prigionieri liberati col vincolo a combattere sul fronte, secondo uno stratagemma già utilizzato dal Regno dell’Arabia Saudita nello Yemen per rinforzare le file di Al Qaeda, come attestato da vari documenti dei servizi segreti.
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Sul fronte finanziario è noto che la stessa Turchia è supportata dal Qatar che quindi diventa il sospettato numero uno nel finanziamento occulto dei terroristi usati da Ankara, proprio come già accaduto nel recente scandalo che ha coinvolto la Deutsche Bank in relazione ai soldi arrivati all’Isis.
Ma questo intreccio tra l’emirato di Doha e i guerriglieri islamisti può portare a galla uno scandalo ben più grave per la stessa Inghilterra. Da anni, infatti, si sospetta che Londra abbia avuto un ruolo attivo nel fomentare ed aiutare i ribelli siriani per un piano di regime-change che la Central Intelligence Agency approvò nel lontano 1983 contro Damasco, nei confronti di Hafiz al-Assad, padre dell’attuale presidente della Siria.
https://www.gospanews.net/2019/09/17/cia-x-file-la-guerra-usa-in-siria-pianificata-dal-1983/
Bashar Al Assad è leader del partito Ba’th che è espressione dei musulmani di confessione Sciita (alawita), visti come rivali e nemici dai Sunniti Salafiti degli altri paesi del Golfo Persico (ad eccezione dell’Iran, governato dagli Sciiti e dall’Iraq ed il Libano dove le due fazioni islamiche da anni cercano una convivenza pacifica come realizzato in Siria).
Tra i principali fiancheggiatori del FSA (Free Syrian Army), prima che divenisse TFSA (Turkish-backed) dopo l’invasione decisa dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan il 9 ottobre 2019 con l’operazione Peace Spring di occupazione del Rojava curdo, c’erano sempre stati i White Helmets della Difesa Civile Siriana, un’organizzazione di volontari (retribuiti) fondata nel 2014 da James Le Mesurier, un mercenario ed ex ufficiale dell’intelligence militare britannica morto in circostanze misteriose ad Istanbul l’11 novembre 2019.
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Si sospettò che i Caschi Bianchi fossero una forza di protezione civile di facciata utilizzata dallo MI6, il controspionaggio inglese, per costruire operazioni false-flag attribuendo al governo di Assad crimini di guerra mai avvenuti o invece perpetrati dagli stessi soccorritori in complicità con i terroristi del fronte Al Nusra come nel caso dell’attacco chimico su Douma.
I White Helmets furono anche denunciati per traffico di organi e altre gravissime violazioni dei diritti umani all’Onu dalla Russia che ne chiese l’inserimento nella lista dei gruppi terroristici.
Ecco perché un processo sugli occulti finanziatori di Al Nusra a Londra ha poche speranze di dare risposta ai rifugiati siriani denuncianti: perché potrebbe alzare il velo sullo scandalo delle complicità del Regno Unito con le organizzazioni terroristiche, proprio come fece il dossier SETA sui missili anticarro TOW forniti dala CIA agli estremisti jihadisti durante la guerra civile siriana.
LA CAUSA DEL FOTOREPORTER AMERICANO
«Il Fronte Nusra e Ahrar al-Sham si sono affidati all’imputato Qatar Islamic Bank (QIB) per fornire servizi finanziari a quei donatori e sostegno finanziario agli enti di beneficenza”, dicono i documenti del tribunale» relativi alla causa depositata davanti ad una Corte della Florida dal fotoreporter americano rapito e torturato in Siria nel 2012.
Fu rapito da Al Nusra 18 giorni dopo il suo arrivo in Medio Oriente per un reportage sulla guerra civile. Durante la prigionia è stato ripetutamente torturato, affamato e minacciato di esecuzione. E’ stato poi ceduto all’alleato Ahrar Al Sham (formazione in cui sono confluiti molti membri qaedisti e da cui è nato HTS) che, secondo lui, lo ha anche maltrattato. E’ però riuscito a sfuggire ai suoi carcerieri e a farsi strada verso la Turchia da dove è rientrato a New York.
Ai sensi dell’Anti-Terrorism Act, qualsiasi cittadino statunitense ferito dal terrorismo internazionale può citare in giudizio le organizzazioni in un tribunale federale per ottenere giustizia ed un idoneo risarcimento.
«La QIB ha svolto due ruoli fondamentali nel sostenere i gruppi che tenevano prigioniero il signor Schrier. In primo luogo, ha permesso al cittadino del Qatar Saad bin Saad Al Kabi di aprire un conto a nome di suo figlio minore e di utilizzare quel conto per incanalare denaro da donatori in Qatar e altrove al Fronte Nusra. In secondo luogo, ha donato una somma considerevole a Qatar Charity, un noto finanziatore di Al Qaeda e sostenitore ben pubblicizzato di Ahrar Al Sham» ha scritto The National News in un articolo dell’ottobre scorso.
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Nel 2015, Al Kabi è stato inserito nella lista delle sanzioni statunitensi per aver finanziato Al Qaeda. «QIB sapeva a cosa serviva l’account Al Kabi. Al momento in cui Al Kabi ha utilizzato l’account per raccogliere fondi per il Fronte Nusra, QIB aveva politiche di due diligence dei clienti progettate per impedire che i suoi servizi venissero utilizzati per finanziare il terrorismo» riportano i giornali.
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Nella causa i legali di Schrier sostengono che «la QIB ha pagato 500.000 riyal del Qatar ($ 137.324) alla Qatar Charity nel 2013, nonostante i rapporti internazionali la inserissero nella lista nera e IHH “come entità contaminate da fondi legati al terrorismo”».
«Sulla base di informazioni e convinzioni, e dato il sostegno aperto di Qatar Charity ai gruppi terroristici siriani, QIB sapeva che le sue donazioni a Qatar Charity avrebbero sostenuto Ahrar Al Sham e il Fronte islamico siriano» aggiungono i documenti del tribunale come riportato dal quotidiano inglese.
Inoltre «La QIB aveva anche otto conti bancari per Qatar Charity e sapeva, sulla base delle sue politiche di due diligence e delle informazioni che forniva, che Qatar Charity finanziava gruppi terroristici in tutto il mondo».
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – JIHADISTS REPORTS
THE NATIONAL NEWS – SCOTLAND YARD INVESTIGATES QATAR OVER TERROR CASE HARASSMENT CLAIMS
MIDDLE EAST MONITOR – QATAR FACED LEGAL ACTION OVER ALLEGATIONS OF SYRIA MILITIA TORTURE
THE NATIONAL NEWS – AMERICAN REPORTER AGAINST QIN BANK