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“MIA FIGLIA NON E’ UNA CAVIA UMANA PER IL VACCINO ANTI-COVID”. Madre di Firenze contro la Vaccinazione della giovane reclusa in Comunità Psichiatrica

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Le dosi per il vaccino anti-Covid-19 sono in ritardo a causa di problemi di produzione delle multinazionali Pfizer-BioNTech e AstraZeneca ma mentre molti gridano allo scandalo per i ritardi nell’attesa dell’agognata immunizzazione c’è chi non la desidera ma rischia di essere costretto a subirla. L’allarme arriva da Firenze dove una madre ha diffidato le autorità contro la loro intenzione a voler imporre il vaccino, ritenuto pericoloso perchè non adeguatamente testato da vari esperti medici, alla figlia 30enne che si trova in stato di interdizione per problemi psichici ed è affidata ad una casa di cura, tenuta a distanza persino dai suoi parenti più stretti.

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«Mia figlia non è una cavia umana» è l’affermazione inequivocabile con cui si chiude l’email di diffida inviata da Jeanette Fraga, cittadina americana da molti anni residente in Italia, alla tutrice della figlia Yaska Ghods e al Garante nazionale dei diritti delle Persone Detenute, dottor Mauro Palma, cui compete la sorveglianza sulle persone private della libertà come i malati “detenuti” in comunità terapeutiche psichiatriche.

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Ai lettori di Gospa News la vicenda è già nota perché narata in una precedente articolo in cui la madre aveva lanciato un drammatico appello non solo per l’interdizione con cui la figlia era stata privata dai più banali diritti democratici e civili ma anche per le massicce cure farmacologiche a cui la giovane fu sottoposta, sebbene allergica a molti medicinali.

Ecco perchè la preoccupazione della signora è ora più che mai elevata per tutte le reazioni avverse già registrate tra le persone vaccinate, come evidenziato in un inquietante rapporto dall’avvocato Robert Kennedy jr, e come ammesso dalla stessa Pfizer nel suo foglio illustrativo suugli effetti indesiderati del siero anti-Covid Comirnaty, equiparabile, secondo autorevoli virologi, a una terapia genica.

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Contro la sentenza di interdizione la famiglia ha fatto ricorso al Tribunale Civile ritenendo infondato il provvedimento poiché la ragazza, pur avendo manifestato occasionali momenti di crisi, viene da loro definita perfettamente lucida e capace di intendere e volere ma nonostante ciò è reclusa da oltre un anno, dopo essere stata costretta ad un aborto psichiatrico: un’interruzione coattiva della gravidanza derivante dai rapporti col fidanzato di oltre dieci anni.

Per questa vicenda la signora Fraga ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica tramite i NAS di Firenze, di cui ancora non si conosce l’esito, ipotizzando i reati di omicidio colposo o volontario in quanto fu negato alla famiglia il diritto di depositare una CTP, una consulenza Tecnica di Parte comprovante la capacità di Yaska di portare a termine la gravidanza, come evidenziato nel precedente articolo.

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Tra i motivi dell’aborto ci fu anche l’assunzione di clozapina, un potentissimo e pericolosissimo antipsicotico somministrato alla ragazza nonostante sia allergica a questo ed altri molteplici, come sancito dagli stessi documenti sanitari pubblicati nel precedente reportage.

«In data 2/11/2019 scrivevo una e mail segnalando l’impossibilità  di Yaska a metabolizzare i farmaci a lei attualmente prescritti (Clozapina, En) a causa della sua carenza degli enzimi del citocromo P450 (CYP), riporto testualmente dei pezzi di un articolo “Cytochrome P450 Drug Metabolism” della DynaMed datata 30/11/2018, nel quale fa riferimento a questo argomento: “Gli enzimi del citocromo P450 (CYP) sono considerata la principale famiglia di enzimi in grado di catalizzare la biotrasformazione ossidativa della maggior parte dei farmaci… (..) Gli enzimi più significativi responsabili del metabolismo dei farmaci comunemente usati includono CYP3A4, CYP2D6, CYP2C9, CYP1A2, CYP2C8, CYP2C19, un minor numero di farmaci può essere metabolizzato dal CYP2B6 e CYP2E1, questi enzimi CYP influenzano il metabolismo del 70% – 80% di tutti i farmaci in uso clinico…” “La FDA ha richiesto una valutazione e una segnalazione del metabolismo del CYP 450 e del suo potenziale di inibizione o induzione di ogni farmaco approvato dal 1972..”» scrive nella sua email mamma Jeanette che da oltre un anno può vedere la figlia solo in occasioni particolari e per pochissimo tempo.

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«In data 12/11/2019  la sottoscritta inviava una ulteriore lettera, questa volta di diffida,  alla psichiatra curante perché non continui a reiterare nel suo comportamento lesivo verso mia figlia  somministrandole dei farmaci a Lei intolleranti con la richiesta di approfondimenti necessari prima di una qualsiasi ulteriore nuova somministrazione farmacologica» ma nulla di tutto ciò sarebbe stato fatto secondo quanto asserisce la donna italo-americana

«Nella lettera del  12/12/2020, la sottoscritta citava anche un articolo “Nel mezzo della pandemia sars-cov-2, è necessaria attenzione con farmaci di uso comune che aumentano il rischio di pneumonia” di Joan-Ramon Laporte, M.D. Emeritus Professor of Clinical Pharmacology, Department of Pharmacology, Therapeutics and Toxicology, Universitat Autònoma de Barcelona. WHO Collaborating Centre for Research and Training in Pharmacoepidemiology» aggiunge la madre citando per esteso i contenuti della ricerca che avrebbe dovuto allarmare tutte le strutture che fanno uso di antipsicotici, a volte somministrati anche a bambini come nel caso della piccola Ylenia, tremendo e drammatico ma ignorato persino dal Presidente della Repubblica Italiana.

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“Nell’attuale situazione di pandemia da SARS-CoV-2, è imperativo evitare il più possibile la polmonite e fattori di rischio correlati. Il consumo di vari farmaci di uso comune aumenta il rischio e le complicazioni della polmonite. I medicinali possono aumentare il rischio di polmonite deprimendo l’immunità e altri meccanismi protetti… provocando sedazione, che può aumentare il rischio di aspirazione, deprimendo la ventilazione polmonare e favorendo la comparsa di atelettasia o da una combinazione di questi meccanismi. L’impatto sulla salute pubblica dell’associazione tra l’esposizione a determinati farmaci e l’infezione o la polmonite dipende dalla prevalenza dell’uso del farmaco in questione, dall’entità del rischio relativo e dall’incidenza di base della condizione. I farmaci antipsicotici sono associati a un rischio di ospedalizzazione da 1,7 a 3 volte per polmonite e di mortalità per polmonite” riporta nella sua la diffida la signora Fraga.

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Non solo. La signora Fraga rammenta un episodio molto sospetto nel quadro clinico della figlia. «In data 16/06/2012 nella relazione di degenza di Yaska dall’Ospedale di Careggi, reparto S.O.D. Malattie Infettive e Tropicali (allego documento) la  diagnosi di dimissione è “Probabile virosi complicata da addensamenti polmonare”, il motivo del ricovero “comparsa di febbre e cefalea con rash maculo-papuloso”. Dagli esami ematici  si evidenzia un incremento delle transaminasi, dalla radiografia del torace si nota un “dubbio addensamento basale sinistro”…  Le viene modificata la terapia e nei consigli, viene suggerito alla famiglia un nuovo medico curante per Yaska, il che indica chiaramente che il suo malore era stato causata da una terapia a lei intollerante».

Queste argomentazioni scientifiche hanno fatto scattare l’allarme quando la ragazza, nelle sue quotidiane telefonate dalla comunità dove è reclusa, ha comunicato alla madre l’imminente vaccinazione.

«Stasera (venerdì 22 gennaio – ndr) Yaska mi ha comunicato che il tutore – fra parole persuasive ed intimidatorie – l’avrebbe informata sulla sua decisione di farle fare il vaccino per il Covid 19, spiegandole che  il ruolo che ha glielo permetteva. Ad ogni modo, pare che nei  “piani” del tutore,  non si  coinvolga mai Yaska» afferma ancora mamma Jeanette che ha così inviato la sua perentoria diffida.

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«Tanto premesso e al fatto che  il vaccino Covid19 sia autorizzato solo per emergenza essendo ancora in via sperimentale, LA DIFFIDO a somministrarglielo. Sappia che   qualsiasi reazione avversa –  lieve o grave –  da parte di mia figlia, dopo una sua eventuale somministrazione, sarà oggetto di denuncia penale e/o causa civile» ha scritto la signora Fraga citando i dubbi rigorosamente scientifici degli esperti medici già menzionati da Gospa News in relazione al vaccino Pfizer-BioNTech, i cui trials clinici hanno contemplato un periodo di osservazione di soli 48 giorni ma evidenziato l’alto rischio (1 su mille) di paresi facciale temporanea, poi effettivamente avvenuto in almeno 13 vaccinati in Israele.

«Ieri nella comunità hanno iniziato le vaccinazioni ma Yaska si è nascosta nel letto per evitare di essere chiamata» riferisce ancora la madre confermando per l’ennesima volta quanto sia capace di intendere e volere la scaltra ragazza a dispetto del suo stato di interdizione su cui dovrà pronunciarsi un Tribunale dopo il ricorso della famiglia.

Il suo allarme pare destinato a sollevare il dramma di tutti quei reclusi in strutture psichiatriche a rischia di vaccinazione coattiva perché non hanno genitori così attenti e pugnaci da opporsi alle proterve logiche politiche che stanno di fatto promuovendo il business dei vaccini in un gorgo di conflitti di interessi, come svelato dalle inchieste del dossier WuhanGates.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

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