di Fabio Giusepe Carlo Carisio
Una ricerca shock sui rischi dei vaccini anti-Covid è stata pubblicata il 13 ottobre 2020 sulla rivista scientifica Nature di Londra ma è rimasta “sepolta” per mesi nello smisurato archivio virtuale delle pubblicazioni specialistiche. E’ stata ignorata dalla comunità scientifica internazionale, dai media anche di settore ma soprattutto dalle Big Pharma che ovviamente non avevano interessi a diffondere uno studio disarmante.
Gospa News non l’ha scoperta per caso ma inseguendo una “pista” svelata da una ricercatrice americana sulle reazioni avverse riscontrate nella sperimentazione sugli animali dei vaccini contro la SARS del 2003, effettivamente mai giunti a trials clinici e alla richiesta di un’autorizzazione farmacologica anche per la sparizione del contagio di allora dopo qualche centinaia di morti.
Nel cercare sui siti specializzati uno studio del 2012 mi sono imbattuto in quello dell’autunno 2020, sviluppato dagli scienziati di due università cinesi, ancor più sconcertante per la successiva approvazione in via condizionale dei vaccini a Rna messaggero (Pfizer-BioNTech e Moderna), con nucleosidi modificati, ritenuti simili a terapie geniche dalla professoressa Maria Rita Gismondo, direttore di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano (Polo Universitario dove è anche docente accademico), come evidenziato in un precedente articolo.
In esso si fa esplicito riferimento ai rischi di immunopatologia polmonare, una reazione avversa che può scatenarsi nel sistema immunitario e provocare danni gravi ai polmoni inficiando la loro capacità a difendersi dagli attacchi di agenti patogeni con conseguenze anche fatali.
Prima di svelare il contenuto dello studio che dovrebbe indurre tutti i governi e le istituzioni mondiali ad una farmacovigilanza attiva e non solo passiva (cioè basata sulle semplici segnalazioni dei vaccinati) sugli attuali e futuri sieri autorizzati dalle agenzie del farmaco e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, citiamo alcune illuminanti spiegazioni tecniche presentate con un’impostazione divulgativa da un’altra esperta del settore. Altrimenti la lettura della ricerca scientifica in riferimenti ai rischi di gravi danni polmonari insiti nei vaccini contro il SARS-Cov-2 potrebbe essere compresa solo da medici specialistici.
LA CROSSREATTIVITA’ TRA VIRUS
«Ci sono delle omologie di sequenza tra virus influenzali e covid che condividono proteine assai simili per cui se si formano degli anticorpi contro il virus dell’influenza, gli stessi anticorpi si legano debolmente al Sars Cov-2. Il problema è che gli anticorpi che si formano in seguito alla vaccinazione antinfluenzale si legano al covid ma poiché lo fanno in maniera debole accade che più anticorpi si legano allo stesso virus».
A sostenere l’esistenza di un “fenomeno di crossreattività tra influenza e covid” è la dottoressa Loretta Bolgan, che si è laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche a Padova, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in scienze farmaceutiche collaborando come Research fellow al Massachusetts General Hospital (Boston). Dopo il suo primo percorso di studi ha lavorato come ricercatrice industriale nello sviluppo di kit diagnostici di biologia molecolare, e nell’allestimento di dossier di registrazione di farmaci e galenici.
SPARITA L’INFLUENZA, ESPLODE COVID-19. Il giornalista scientifico: “Casi scambiati per SARS-2”
Il blogger Francesco Cappello, docente di Fisica e attivista del Comitato “No Guerra, No Nato’”, ha avuto il merito di farle un’approfondita intervista pubblicata su YouTube e poi trascritta nel suo blog personale (link in fondo all’articolo), ricordando che la dottoressa ha «partecipato all’ultima Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito nel gruppo vaccini ed ha collaborato come consulente per l’Ordine Nazionale dei Biologi per la tossicologia dei farmaci e dei vaccini».
L’esperta di biologia molecolare fa riferimento a una problematica simile a quella già menzionata da Gospa News in riferimento ad una ricerca scientifica condotta dal Dipartimento della Difesa degli Usa. In essa i ricercatori del Pentagono scrissero: «Ricevere la vaccinazione antinfluenzale può aumentare il rischio di altri virus respiratori, un fenomeno noto come interferenza del virus».
Lo studio fu effettuato su militari nel 2017-2018 prendendo in esame le interazioni del vaccino anti-influenzale con vari tipi di patologie tra cui i ceppi di Coronavirus (il gruppo di patogeni cui appartiene il Covid-19 allora non ancora scoperto), evidenziando un rischio più elevato del 36 % per i vaccinati contro l’influenza di contrarre l’altro virus.
«Quando si forma questo complesso formato da più anticorpi col virus, il virus entra nelle cellule attraverso un recettore diverso dall’ACE2. In questo caso il complesso si serve del recettore Fc-gamma che è presente nelle cellule del sistema immunitario, in particolare nei macrofagi, nei mastociti e in altre cellule di questo tipo – prosegue Bolgan – Quando il virus entra nei macrofagi attraverso questa via, esso blocca la risposta antivirale del macrofago e quindi gli interferoni antivirali, cominciando così a replicarsi in maniera incontrollata all’interno delle cellule del sistema immunitario. Da qui la stimolazione della produzione di citochine. Ecco il meccanismo con cui si innesca la complicanza. Questo è quello che chiamiamo il potenziamento della malattia che si produce in maniera molto rapida e incontrollata».
La correlazione tra virus influenzale e Covid-19 fu confermata implicitamente anche da una clamorosa comunicazione rilasciata da uno dei più autorevoli istituti d’Italia che gettò ombre ancor più inquietanti sul misterioso fenomeno dei casi di influenza stagionale spariti dalle statistche ufficiali OMS nel 2020 come se fossero finiti nel calderone di quelli attribuiti al virus SARS-Cov-2.
“Probabilmente la settimana prossima arriveranno questi test” che permetteranno di distinguere il Covid dall’influenza, ha scritto l’agenzia Adnkronos lo scorso 8 novembre riprendendo le dichiarazioni fatte dal professor Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Spallanzani di Roma nel corso della trasmissione di Rai 1 ‘Buongiorno Benessere’, condotto da Vira Carbone.
Fu pertanto lapalissiano dedurre che se i test per distinguere il Covid-19 dall’influenza stagionale arrivarono solo in autunno fino ad allora non erano stati utilizzati col rischio di registrare positività all’uno o all’altro patogeno: ponendo quindi l’alea di una macroscopica incertezza sull’affidabilità dei tamponi, già messa in discussione dal virologo di fama mondiale Giorgio Palù, poche settimane fa nominato presidente dell’AIFA l’Agenzia Italiana del Farmaco.
Ciò non ha un’implicazione specifica con il concetto di “crossreattività dei virus” ma è sufficiente a confermare ulteriormente la correlazione sostenuta dalla dottoressa Bolgan anche nel suo portale Studi e Salute dove si è posta l’obiettivo di rendere disponibile a tutti noi “una banca dati in cui raccoglie materiali di carattere scientifico e divulgativo (articoli, dossier, ebook ecc.) principalmente su due aree tematiche: la salute umana e l’ambiente.
LA VACCINO-RESISTENZA DEI PERICOLOSI VIRUS MUTANTI
«Il potenziamento della malattia nel caso dell’influenza è possibile dopo la vaccinazione antinfluenzale. Soprattutto negli over 65 si manifesta questo fenomeno molto pericoloso. Teniamo conto, infatti, che soprattutto tra gli anziani la percentuale dei vaccinati che manifestano un potenziamento è alta, aggirandosi intorno al 50%. La vaccinazione li predispone alla complicazione fatale soprattutto se sono compresenti più patologie» evidenzia ancora l’esperta di biologia molecolare spiegando un fenomeno che potrebbe innescarsi anche nel Covid, come leggeremo nello studio scientifico asiatico.
In riferimento al virus SARS-Cov-2 la dottoressa Bolgan precisa: «Dobbiamo tener conto che i virus a RNA, a singolo filamento come questi, non solo formano rapidamente mutanti, soprattutto nella parte della Spike ché quella è immunogenica, riuscendo così a sfuggire rapidamente a quello che è l’attacco del sistema immunitario, soprattutto adattativo. C’è, infatti, un RNA polimerasi RNA dipendente che introduce molti errori nella sua replicazione, formando, quindi, molto rapidamente mutanti con mutazioni che sono presenti in tutti i virus del nuovo mutante, ossia in tutte le copie, al 100%. Può però formare anche una popolazione di mutanti minori, presenti in una percentuale che varia dal 20 all’80% del mutante maggiore che si chiamano quasispecie».
https://www.gospanews.net/2020/12/05/wuhan-gates-covid-19-il-complotto-del-nuovo-ordine-mondiale-il-libro-in-arrivo/
«Quindi accanto al mutante maggiore si hanno anche centinaia di questi mutanti minori, tutti in equilibrio competitivo tra di loro. Quando si vaccina si producono degli anticorpi specifici per l’antigene vaccinale ma questi anticorpi prodotti attraverso il vaccino non sono in grado di legarsi a tutti i mutanti minori, quindi i mutanti minori che sfuggono dal legame con l’anticorpo vaccinale sono propriamente quelli che si replicano e fanno la resistenza perché godono di un vantaggio selettivo. Essi vengono quindi selezionati proprio dalla vaccinazione ed ecco la vaccino resistenza! Ed ecco che la famosa variante di Londra, così come quelle che si sono manifestate in Francia o altrove, potrebbero avere questa origine. Facile presupporre che siano state causate dalla vaccinazione».
LA TEMPESTA DI CITOCHINE E I DANNI ORGANICI
Nella sua lunghissima intervista (unico limite dei didattici ed acribici articoli del professor Francesco Cappello) l’ex ricercatrice farmaceutica tocca innumerevoli questioni interconnesse tra loro che svilupperemo in prossimi reportages tematici. Pertanto siamo costretti a saltare bruscamente alle fasi conclusive per poi svelare le parti salienti della ricerca condotta in Cina.
Il passaggio cruciale è quello riferito al vaccino Pfizer-BioNTech basato su RNA messaggero di cui la dottoressa Bolgan sta comunque ancora studiando la tossicologia prima di delineare una valutazione specifica.
«Dopo l’ingresso nella cellula e il rilascio del materiale genetico (l’antigene vaccinale) bisognerebbe capire bene come quest’ultimo viene metabolizzato. Ci possiamo aspettare che il vettore, essendo costituito da materiale lipidico, possa stimolare determinati recettori del segnale del pericolo, principalmente citochine che sono mediatori dell’infiammazione. Il materiale genetico, resta nel citoplasma. Non passa attraverso la membrana nucleare e lì utilizza i ribosomi per la produzione delle proteine. Questo è il processo teorico e desiderato, ma il metabolismo delle cellule non lo conosciamo ancora completamente e non sono stati fatti studi specifici che ci permettano di escludere la possibilità che l’antigene venga trasformato in altre forme di materiale genetico. All’estremo del vettore sono presenti dei nucleotidi modificati, di sintesi. Come questi ultimi vengono metabolizzati non lo sappiamo».
«L’altra cosa riguarda il frammentino di RNA che viene trasformato in proteina direttamente. C’è anche da dire che quando andiamo ad iniettare questo materiale, nel sito di iniezione c’è un’attivazione immediata del segnale di pericolo perché è comunque materiale estraneo, soprattutto lipidico, e di acido nucleico che attiva immediatamente una risposta citochinica».
«La tempesta di citochine non è proprio una banalità perché le persone più sensibili potrebbero avere delle conseguenze anche molto gravi a fronte di una tempesta di citochine incontrollata e non possiamo nemmeno sapere quali possano essere le conseguenze a più lungo termine del danno multi-organo a cui possono andare incontro. E’ comunque già riportato che questo vaccino è molto reattogeno. Parliamo anche di anafilassi ma sarebbe da vedere che non siano tempeste di citochine causate dal meccanismo suddetto».
L’ALLARME DELLA RICERCA CINESE
«In questa recensione, forniamo una panoramica dei dati sperimentali e clinici ottenuti da recenti studi sui vaccini SARS-CoV-2 ed evidenziamo alcuni potenziali problemi di sicurezza che richiedono considerazione durante lo sviluppo di vaccini. Inoltre, riassumiamo diverse strategie utilizzate nello sviluppo di vaccini contro altri virus infettivi, come la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus (SARS-CoV) e la sindrome respiratoria mediorientale coronavirus (MERS-CoV), con l’obiettivo di aiutare nella progettazione di approcci terapeutici efficaci contro SARS-CoV-2»
Questo si legge nello studio intitolato “Una revisione sistematica dei candidati al vaccino SARS-CoV-2” di fatto vanificato dalle autorizzazioni “fast-track”, con autorizzazioni condizionate di emergenza, rilasciate a dicembre e gennaio dopo i primi trials clinici.
I ricercatori Yetian Dong, Tong Dai, Yujun Wei, Long Zhang, Min Zheng e Fangfang Zhou di vari prestigiosi centri di ricerca (School of Medicine, Zhejiang University, Hangzhou; Life Sciences Institute and Innovation Center for Cell Signaling Network, Institutes of Biology and Medical Science, Soochow University – Suzhou, e Anhui Anlong Gene Technology Co., Ltd, Hefei) hanno sviluppato un lavoro colossale basato su 144 precedenti ricerche scientifiche degli ultimi 15 anni tra cui quella di Tseng, C. T. et al. dal titolo immediatamente inquietante “L’immunizzazione con i vaccini contro il coronavirus della SARS porta alla polmonare immunopatologia nella sfida con il virus della SARS”.
Uno studio che da solo avrebbe dovuto indurre l’intera comunità scientifica a dirizzare le orecchie e spalancare gli occhi di fronte alle sperimentazioni di vaccini sue questo ceppo di Coronavirus perché fu di fatto quella ricerca a far abortire ogni velleità di un antidoto contro il SARS del 2003, di cui iniziò la sperimentazione a Wuhan anche con la creazone di virus ricombinanti. con l’inserimento di HIV, e di supervirus chimerici. Per motivi di sintesi tralasceremo i preziosi suggerimenti indicati dagli scienziati per attenuare i rischi di pericolosità dei vacini, destinati ovviamente agli addetti ai lavori.
Ma lo sforzo scientifico dei 6 medici cinesi, giunto a compimento il 10 luglio, revisionato il 6 settembre, autorizzato da Nature il 27 settembre e pubblicato online il 13 ottobre, rischia di servire solo a coloro che un domani svilupperanno gravi danni polmonari in seguito alla vaccinazione e saranno intenzionati a tentare un’ardua causa contro le multinazionali dei vaccini, stante il consenso informato e la provvisoria autorizzazione dei farmaci in emergenza.
Perché gli avvertimenti contenuti nello studio accademico non hanno potuto/voluto essere presi in considerazione dalle Big Pharma onde non dover ripartire da zero con la sperimentazione e i trials clinici necssari per l’autorizzazione alla commercializzazione già in fase 1 o 2 nell’estate 2020.
I MISTERI SULLA SICUREZZA DEI VACCINI
«Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), al 17 settembre 2020, 36 candidati vaccini erano in fase di valutazione clinica per il trattamento di COVID-19 e 146 vaccini candidati erano in valutazione preclinica. Dato che i vaccini possono essere applicati per la profilassi e il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2, in questa recensione, introduciamo i recenti progressi dei vaccini terapeutici candidati contro SARS-CoV-2. Inoltre, riassumiamo i problemi di sicurezza che i ricercatori potrebbero dover affrontare durante lo sviluppo dei vaccini. Descriviamo anche alcune strategie efficaci per migliorare la sicurezza e l’efficacia del vaccino che sono state impiegate nello sviluppo di vaccini contro altri agenti patogeni, con la speranza che questa revisione possa aiutare nello sviluppo di metodi terapeutici contro COVID-19» hanno scritto Yetian Dong e i suoi colleghi scienziati, forse ignorando che la “macchina” di produzione mondiale era già praticamente pronta alla stampa in serie della “merce” terapeutica…
Cominciamo dalla notizia positiva ormai nota: «Studi precedenti hanno riportato che i vaccini che codificano la proteina SARS-CoV S hanno suscitato potenti risposte immunitarie cellulari e umorali in modelli di challenge murini e in studi clinici.19,20,21 Allo stesso modo, il gene S è considerato un bersaglio chiave per i vaccini SARS-CoV-2 .22 La proteina S dei CoV, in particolare la RBD, è in grado di indurre anticorpi neutralizzanti (NAbs) e risposte immunitarie dei linfociti».
Ed arriviamo subito a quella negativa ben occultata dalla comunità scientifica internazionale, dall’OMS e dalle Big Pharma: «Oltre alla proteina S, altre proteine, come la proteina N, la proteina M, le proteine non strutturali (nsps) e le proteine accessorie, possono potenzialmente fungere da antigeni. Infatti, le proteine virali e le loro interazioni con i fattori dell’ospite erano associate a risposte immunitarie dell’ospite squilibrate, come bassi livelli di interferoni di tipo I (IFN-I) e IFN-III e livelli elevati di citochine pro-infiammatorie». Ora capite il motivo per cui abbiamo fatto quell’articolata premessa di biologia molecolare della dottoressa Bolgan sui rischi di tempeste di chitochine… Ma il peggio deve ancora arrivare!
Per ragioni di brevità dovremo sintetizzare l’analisi sui vaccini (identificati per tipologia) sui loro svantaggi, senza soffermarci su dettagli tecnici altrimenti difficili da comprendere e sui loro punti di forza, leggibili comunque nel PDF della ricerca stessa a link in fondo all’articolo
- Vaccini a DNA: La sicurezza e l’efficacia dei vaccini per l’uso nell’uomo rimangono sconosciute
- Vaccini a RNA: La proprietà dell’mRNA può influenzare il suo rilascio cellulare e la disfunzione degli organi. Che sia sicuro o meno per gli esseri umani, questo rimane sconosciuto
- Vaccini inattivati: L’antigene non importante può alterare la risposta immunitaria. Ha bisogno del livello di biosicurezza 3 per la crescita del patogeno.
- Vaccini di subunità: Può avere un’efficacia limitata e sbilanciare le risposte immunitarie
- Vaccini di vettore: Può indurre una precedente immunità al vettore
IL GRAVE RISCHIO DI IMMUNOPATOLOGIA POLMONARE
«Il criterio più importante dei vaccini è la sicurezza. La precedente esperienza nello sviluppo di vaccini SARS-CoV e MERS-CoV ha sollevato preoccupazioni per l’immunopatologia polmonare correlata alle risposte Th265. Th2 è un sottogruppo di cellule T che può secernere citochine di tipo Th2, come l’interleuchina 4 (IL-4), IL-5, IL-10 e IL-13, e livelli aberranti di citochine Th2 possono causare reazioni immunitarie che portano alle infiltrazioni di eosinofili. In modelli murini, quattro diversi vaccini SARS-CoV hanno portato alla comparsa di immunopatologia di tipo Th2 con elevata infiltrazione di eosinofili, che è servita da marker per l’ipersensibilità di tipo Th2».
«Ciò è stato osservato anche in topi vaccinati con vaccini MERS-CoV inattivati che aveva infiltrazioni di eosinofili, con livelli di IL-5 e IL-13 superiori a quelli prima della vaccinazione. Inoltre, si suggerisce che la reazione immunopatologica a seguito della vaccinazione possa essere parzialmente attribuita alla presenza della proteina N nel vaccino, ma questa richiede un’ulteriore convalida. Studi recenti sui cambiamenti delle citochine in pazienti infetti da SARS-CoV-2 hanno anche osservato una maggiore secrezione di citochine Th2, che potrebbe contribuire all’immunopatologia polmonare. Pertanto, il controllo della risposta delle cellule T deve essere considerato quando si progettano vaccini contro SARS-CoV-2».
«Mentre la risposta immunitaria umorale indotta dai vaccini può rappresentare un potente approccio per conferire protezione contro l’infezione da CoV, una risposta anticorpale anormale può anche provocare un deterioramento fisico dei pazienti. Nei modelli di macachi infettati da SARS-CoV, le IgG S-specifiche indotte dal vaccino hanno provocato un grave danno polmonare acuto (ALI) perché le IgG hanno disturbato la risposta di risoluzione dell’infiammazione dei macrofagi e il blocco del recettore gamma Fc (FcγR) ha ridotto tale influenza».
Ma ecco l’affermazione esplosiva: «Inoltre, i pazienti deceduti hanno mostrato titoli più elevati di NAb e risposte NAb più rapide che sono diminuite più rapidamente rispetto ai pazienti guariti durante l’infezione acuta, innescando potenzialmente una rottura sistematica del sistema immunitario ed esercitando gli effetti immunopatologici sul polmone e sulla milza. Se SARS-CoV-2 i vaccini causeranno risposte anticorpali anormali è attualmente sconosciuto e sono necessarie ulteriori ricerche per affrontare il potenziale danno polmonare causato dai candidati vaccini SARS-CoV-2». Come risposta Big Pharma, agenzie del farmaco internazionali, governi e OMS hanno ignorato l’avvertimento procedendo con la commercializzazione di milioni di dosi dei primi vaccini autorizzati (Pfizer, Moderna, entrambi a mRNA, e AstraZeneca, a base di vettore virale non replicante).
«I meccanismi alla base di questa immunopatologia meritano ulteriori indagini, che potrebbero fornire una guida istruttiva per il futuro sviluppo dei vaccini SARS-CoV-2» è la conclusione dei ricercatori accademici cinesi a cui la comunità scientifica mondiale ha risposto in modo semplice: autorizzazione condizionale di emergenza dei sieri antiCovid. In sintesi: le cavie da laboratorio saranno gli umani che si vaccinano senza nemmeno sapere i rischi che corrono…
CONSENSO INFORMATO E MALATTIE CRONICHE
In connessione allo studio precedente citiamo proposito quello appena segnalato negli Usa dal sito The Defender dell’associazione Children Health Defense guidata dall’avvocato Robert F. Knnedy jr che tocca la delicata e ombrosa tematica del consenso informato.
«In un nuovo articolo di ricerca pubblicato su Microbiology & Infectious Diseases, l’immunologo veterano J. Bart Classen esprime preoccupazioni simili e scrive che “i vaccini COVID a base di RNA hanno il potenziale di causare più malattie dell’epidemia di COVID-19”. Per decenni, Classen ha pubblicato articoli che esplorano come la vaccinazione può dare origine a condizioni croniche come il diabete di tipo 1 e di tipo 2, non subito, ma tre o quattro anni dopo. In questo ultimo documento, Classen avverte che la tecnologia dei vaccini basata sull’RNA potrebbe creare “nuovi potenziali meccanismi” di eventi avversi del vaccino che potrebbero richiedere anni per venire alla luce» ecco il pericolo che si annida nel fattore tempo capace di sfuggire ad ogni farmacovigilanza attiva perché sarebbe impensabile ed ardua la possibilità dei sistemi sanitari nazionali di monitorare anno per anno decine di milioni di vaccinati contro il Covid-19.
Ecco perché, secondo RFK jr, «Garantire che i pazienti comprendano chiaramente i rischi, inclusi rischi noti e potenziali rischi sconosciuti, è una componente importante del processo di consenso informato. Ciò è tanto più vero quando l’intervento è sperimentale e manca di dati sulla sicurezza a lungo termine, come nel caso dei vaccini Pfizer e Moderna contro COVID-19. La FDA ha autorizzato i due vaccini per un uso diffuso di emergenza sulla base di soli due mesi di dati di studi clinici»
«Sfortunatamente, non è insolito che la comunicazione dei rischi da parte dei ricercatori sia superficiale. A ottobre, i ricercatori della New York University e di Tulane hanno riferito che le informazioni comunicate ai partecipanti agli studi clinici sul coronavirus su un problema preoccupante noto come priming patogeno erano “sufficientemente oscurate” da rendere “improbabile” una “adeguata comprensione da parte del paziente” dei rischi» aggiunge il sito The Defender.
La disinformazione sui vaccini, culminata nella censura sui social attuata da Facebook con la rimozione dell’account di Kennedy su Instagram, è soltanto uno degli ultimi capitoli di una sceneggiatura criminale di una “pandemia pianificata da decenni da Bill Gates” come sostenuto dallo stesso avvocato avvalorando i sospetti di esperti di virologia ed intelligence sul SARS-Cov-2 costruito in laboratorio.
Ciò è potuto accadere grazie a quella ingegneria biologica che consentì nel 2004 proprio al Wuhan Institute of Virology di iniziare le prime sperimentazioni di virus SARS infettato con l’HIV grazie ai finanziamenti della Commissione Europea prima e dell’agenzia governativa americana USAID (strumento finanziario dell’intelligence CIA) poi, insieme alla Bill & Melinda Gates Foundation e all’EcoHealth Alliance di cui è presidente Peter Daszak, non a caso inviato dal direttore OMS, Tedros Adhanom Gebreyesu, pupazzo di Gates, nella missione in Cina con cui si è cercato di seppellire la teoria del virus antropico, ovvero creato da mani e menti umane. Avide e perverse. Disgustosamente perverse.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
FRANCESCO CAPPELLO – INTERVISTA A LORETTA BOLGAN
NATURE – A SYSTEMATIC REVIEW OF SARS-COV-2 VACCINE CANDIDATES
YOUTUBE – INTERVISTA A LORETTA BOLGAN
RFKjr DEFENDER – LONG TERM CRONICLE ILLNESS