SVENDITALIA, ISOLA DI BUDELLI E PRIVATIZZAZIONI SELVAGGE. Recensione al libro dell’ex giudice Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Consulta
In occasione di questo primo articolo Gospa News è lieta di comunicare l’inizio di una collaborazione con l’esperto analista economico e libero pensatore Ivan Gerosa che si occuperà della sezione finanziaria del nostro webmedia e si affiancherà agli occasionali interventi delll’ex giudice Paolo Maddalena al fine di far riflettere i lettori nel tentativo di consentire all’Italia di salvare il salvabile dalla razzia mondialista.
di Ivan Gerosa
Breve recensione sul libro “La rivoluzione costituzionale. Alla riconquista della proprietà pubblica “di Paolo Maddalena, e la svendita del patrimonio pubblico italiano, dalle grandi aziende IRI di Prodi fino alla cessione di territorio nazionale come l’isola di Budelli. La funzione pubblica e la sovranità monetaria come rimedio.
Se è di pochi giorni fa la notizia della sventata trattativa per la cessione di alcuni asset di Italia Turismo al Gruppo Human Company, perché secondo la stessa Invitalia, alla base dello stop alle trattative c’è il mancato interesse della società statale per le proposte ricevute dal potenziale acquirente, risale a più di trenata anni fa l’inizio della svendita del nostro patrimonio pubblico, privato, industriale e logistico.
La stagione dei saldi del patrimonio pubblico in Italia, inizia ufficialmente nel luglio 1992, quando IRI, ENI, ENEL e INA vengono trasformate in S.p.A. con un decreto del governo Amato. (art 15 D.L. n. 333/1992 convertito nella Legge n° 359/1992.). Da quel momento possiamo far risalire la fase di “privatizzazione di stato”, in ossequio al più ampio concetto liberista prima e neoliberista poi…
In questa ottica l’ex giudice Paolo Maddalena, Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale e presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”, che non è soltanto un raffinato giurista esperto di Costituzione ma anche un intelligente studioso di economia e geopolitica, individua in questa cessione di sovranità e quindi di “costituzionalità nazionale” a responsabilità limitata, lo sviluppo dell’attuale sistema economico predatorio liberista, basato sul ‘presupposto di una crescita continua e illimitata. “Presupposto che ha trovato tuttavia un’immediata smentita, poiché l’intera economia mondiale è crollata, con il diffondersi in tutto il Pianeta del virus Sar-Cov2”.
Il richiamo alla “degenerazione” globalista è qui tanto sferzante quanto evidente. Infatti l’iper interconnessione” (concetto in se assolutamente condivisibile, specie nell’ottica di un sempre miglior sfruttamento delle tecnologie e delle potenzialità Iot (=internet of thinks), finisce per globalizzare anche le minacce più diverse, oltre le tanto decantate opportunità.
Il pensiero dell’autore è che solo un modello “glocale” che stimoli e sostenga le differenze e le specificità locali, sia il miglior contributo costruttivo e razionale allo sviluppo di un “glocalismo” che stimoli e protegga le diversità come patrimonio distintivo delle storie e delle culture del mondo, anziché massificarle dozzinalmente in categorie sociali già predefinite dai centri di potere.
LA MINACCIA DELLA SPECULAZIONE FINANZIARIA
Quando l’Emerito ci avverte a proposito dell’estensione giuridica della “proprietà pubblica che possa garantire a tutti, specie nei momenti di emergenza”, afferma a mio avviso semplicemente il giusto dominio del mercato reale (produzione di beni e servizi, “panieri” su ci si basa poi il tasso di produttività e, quindi, la leva inflattiva) rispetto al mondo della finanza al quadrato (derivati e speculazione finanziaria in senso lato).
Avvenne così che si cominciarono a collocare le quotazioni in Borsa. Il resto è sotto gli occhi di tutti. L’immissione sul mercato di azioni, obbligazioni o peggio ancora derivati, modifica la natura originaria degli enti che finiscono per smarrire l’obiettivo principale per cui sono nati, cioè la realizzazione dell “efficienza redistributiva e sociale” e diventano mera speculazione finendo per rispondere unicamente a criteri di gestione privatistici che hanno come unico obiettivo il profitto.
Per questa ragione “dobbiamo prima costituire una fonte di produzione nazionale, cioè riprenderci, come popolo, la ricchezza nazionale”, ammonisce l’Emerito…e chi del resto potrebbe contraddirlo? Anziché pensare in prospettiva alla valorizzazione delle nostre infrastrutture industriali, viarie, logistiche, energetiche e quindi, in sintesi, “strategiche” i vari governi dal 92 a oggi, come dicevamo, hanno solo espropriato il nostro paese dei mezzi necessari per vivere dignitosamente, come la nostra Costituzione ricorda.
Da allora abbiamo addirittura attentato alla nostra sovranità nazionale territoriale, svendendo a Holdings e turbo multinazionali persino gioiello come L’isola di Budelli, un vero paradiso naturale a Nord della Sardegna presso le Bocche di Bonifacio famoso in tutto il mondo per la spiaggia di sabbia rosa, che è stata venduta. Il prezzo? Poco meno di tre milioni di euro (2.940.000 per la precisione). L’acquirente è un imprenditore proveniente dalla Nuova Zelanda.
Un’inchiesta RAI a firma di Giuliano Marrucci “Svenditalia” si è focalizzata invece sulla vendita del patrimonio immobiliare storico di Firenze. Ora, insomma, bisognerà cambiare il sistema, se si vuole preservare la memoria e l’identità del nostro paese.
Tutto ciò avviene perché esistono diversi paradossi, tra i quali vorrei qui ricordare a titolo meramente esemplificativo il Ministro della Cultura Dario Franceschini, che intendeva svendere rapidamente i capolavori italiani all’estero, annullando così la rigida tutela ministeriale, o, perla ancor più gustosa, chi consigliava di pignorare il Colosseo e addirittura i palazzi del Parlamento per garantire un debito Ue il 28 mar 2020 felice di Impegnare Montecitorio e Palazzo Chigi per ricostruire l’Italia, come ebbe l’ardire di proporre l’onorevole Luigi Zanda …
Leggere questi attacchi miopi e gratuiti al nostro paese, rende ancora più altisonanti e veritiere le parole dell’Emerito, che avverte quindi: “dobbiamo prima costituire una fonte di produzione nazionale, cioè riprenderci, come popolo, la ricchezza nazionale”
UN FONDO PER PROTEGGERE IL PATRIMONIO PUBBLICO
In questo senso vorrei brevemente citare con nostalgia l’Economista ed ex Ministro Prof. Paolo Savona circa la sua proposta “di riduzione degli oneri e dello stock di debito pubblico italiano mediante una rimodulazione delle scadenze, delle cedole e la vendita di parte del patrimonio pubblico, quest’ultima da effettuarsi con la creazione di un fondo dove dovrebbe confluire parte del patrimonio pubblico, fondo che dovrebbe essere sottoscritto, su base volontaria, da privati e istituzioni”.
A leggere i contenuti non ci si dovrebbe astenere dal chiedere la santità subito per i due Paoli!
Chi guadagna infatti dallo smembramento (ricordiamo qui, tra i tanti, anche il caso SME e il Britannia”, per collegarci al contingente “governo Draghi”..) delle aziende pubbliche, sono le multinazionali straniere (e qui vorrei ricordare come 27 persone al mondo detengano il reddito equivalente di quasi quattro miliardi di persone…) , mentre i nostri talenti e i nostri imprenditori si vedono spesso penalizzati e anzi derisi per il loro “nanismo aziendale” (quando invece per inciso le pmi italiane concorrono al 70% del PIL nazionale e sono il fiore all occhiello del nostro Paese).
Oggi, a rendere goloso il pacchetto in svendita Italia, sono soprattutto il ramo bancario-assicurativo, le società di meccanica di precisione e quelle agroalimentari, per cui si assiste da anni a uno shopping sfrenato in black Friday da parte della finanza francese. Infatti, secondo un report KPMG dal 2000 al 2018 sono state 364 le grandi aziende italiane che sono passate a proprietà straniera per un valore di 72 miliardi di euro!
In particolare le aziende italiane hanno cercato di entrare nelle proprietà di aziende francesi, ed in parte ci sono anche riuscite, acquistando 231 aziende per 41 miliardi di euro: un saldo decisamente negativo per il nostro Paese!
Entro il prossimo anno però le cose si faranno più pesanti per l’Italia, perché gli operatori esteri, “sfruttando” l emergenza Covid-19, l incertezza economica e “lo stare alla finestra” di molti operatori nostrani, incrementeranno ulteriormente questo triste trend. Per finanziare l’operazione gli azionisti della City hanno venduto Piazza Affari al consorzio franco-olandese Euronext. Dallo studio emerge anche che l’anno scorso c’è stato un vero e proprio assalto al sistema industriale italiano, a conferma che l’appello lanciato a novembre dal Copasir non era immotivato. Il comitato di controllo aveva infatti messo in guardia sull’aggressività di Parigi già a fine 2020.
In merito vorrei infine ricordare un recente Consiglio dei ministri che ha decretato l’estensione del golden power a protezione di ulteriori settori strategici dell’industria nazionale.
Ritengo questo strumento estremamente efficace per contrastare la “svendita del Bel Paese”, come invece il recente governo Draghi non ha saputo fare non esercitando la golden power in occasione della recente operazione su credito valtellinese, e dopo i danni cagionati dallo stesso personaggio in occasione del “famigerato” caso MPS e Banca Antonveneta…
LA RICERCA SPIRITUALE PER FRENARE QUELLA MATERIALE
Nella parte finale del libro, dopo un giusto richiamo a una ricerca individuale che non sia solo materiale ma anche spirituale (Un sistema che implica necessariamente la destrutturazione dello Stato democratico e che sta portando l’Italia (ma anche il mondo intero) – scrive il costituzionalista- a ritenere come valore soltanto il denaro e non la vita dell’uomo sulla Terra, producendo così un’insopportabile disuguaglianza economica”), l’ex giudice Paolo Maddalena arriva a un altro tema altrettanto centrale, specie per l autore di questo articolo che è convintamente per uno stato libero e sovrano che senza una propria moneta non potrebbe dirsi ne libero ne stato, e afferma: Legislazione che, in luogo delle leggi nazionali e dei principi costituzionali, ha optato per un adeguamento improprio e dannoso alle ‘prescrizioni di carattere neoliberiste dell’Europa’ piuttosto che attuare i dettami della nostra Costituzione che prevale sempre sui Trattati europei.
Questo darsi alla mercé dei poteri europei ha creato uno squilibrio favorendo così la proprietà privata e “disconoscendo l’esistenza dell’istituto della proprietà pubblica”. Sarà necessario, al fine di riequilibrare il concetto di proprietà privata che oggi è a danno di quella pubblica, revisionare tutto il sistema finanziario e la reale consistenza del nostro debito pubblico che è perlopiù la risultante ‘di azioni speculative giuridicamente inidonee a creare diritti di credito’!
In questa ottica il richiamo a una necessaria sovranità monetaria, che permetta di gestire in modo nazionale e locale le leve economiche fondamentali (produzione, produttività, tasso inflazione e tasso di occupazione), che non può prescindere dal controllo dei cicli di emissione ri-emissione controllata della moneta.
L’evidente conseguenza è l’istituzione di una Banca Nazionale nuovamente sovrana, che sarebbe possibile con una specifica Proposta Di Modifica Con Decreto Legge, Collegato Referendum (prox. Legge di iniziativa popolare) E SFIDUCIA ART. 94
Riprendendo le parole di G. Masala: “Quale stato può infatti considerarsi uno stato senza avere una banca centrale? Nessuno, semplicemente uno stato senza una banca centrale non è uno stato, è un protettorato di chi batte moneta per suo conto. Dunque che senso ha dire “se non ci fosse la Bce”? Se non ci fosse la Bce ci sarebbe una banca centrale nazionale così come ce l’hanno tutti gli altri paesi sovrani anche all’interno della UE (per esempio l’Ungheria, la Polonia e la Danimarca)…
UN NUOVO UMANESIMO PER CAMBIARE VISIONE DEL FUTURO
Vorrei concludere la mia entusiasta recensione a questo ultimo libro dell’Emerito Prof. Maddalena facendogli i più cari auguri di poter offrire ancora il suo preziosissimo contributo al nostro paese (oramai nelle salde mani dell’ordine Bce, e non solo…) e anticipando con l’occasione un estratto dal mio saggio Modello Nazionale e Confederato in scenari Macro evolutivi MMT Italexit 7years”.
Si tratta in sintesi di un nuovo modello socio-politico-economico evolutivo che, grazie anche allo sviluppo tecnologico ampiamente raggiunto dall’umanità, permetta un nuovo “benessere dei popoli” non più orientato al liberismo, speculazione e accumulazione del capitale, ma a un “nuovo umanesimo” verso cui orientare la nostra “visione” del futuro.
Si enuncia e anticipa qui sinteticamente la TEORIA del RETICOLO MONETARIO. Si immagini l’emissione di valuta liquida (per ora fiat) come appunto un liquido (l’esempio calza a pennello)! Se immaginassimo di versare un liquido (liquidità appunto) sopra un vassoio (che rappresenta la piattaforma valuta, quindi, prendendo le aree più estese, dollaro ed Euro), se questo avesse una superficie liscia ad ogni movimento del piatto (crisi e instabilità varie indotte da eventi, quindi esogena ed endogena), il liquido non tracimerebbe (ossia la liquidità sarebbe superiore alla capacità di “contenimento” dello stesso…
Se, viceversa, il piatto avesse una superficie reticolata (le monete sovrane dei vari stati, sia pure in caso di doppia valuta d’area), queste sarebbero in grado di controllare meglio la liquidità, grazie ai consumi interni e la maggiore stabilità del modello.
Concludendo: non esiste uno stato senza valuta, e le aggregazioni d’area monetarie rendono il sistema più precario, instabile e quindi soggetta a speculazione (“contendibile”) e l’Emerito Maddalena coglie l’essenza del problema esiziale con chiarezza e con dovizia di richiami costituzionali del caso.
Grazie Emerito, e avanti così, per un popolo libero in uno stato sovrano secondo Costituzione!
Ivan Gerosa
Libero pensatore economico, digital project manager e analista Seo-Sem senior
2022 – 1992 sono pari a 30 anni, una generazione. Quello che si è perso in questo periodo di tempo non credo sarà possibile recuperarlo. Le aziende svendute sono state create da dirigenti, maestranze della vecchia guardia, abituate ad un lavoro meticoloso per il bene dell’azienda stessa. Oggi quelle stesse aziende, smembrate e ridotte a pezzi quasi inutili non avranno mai la capacità di ricomporsi per il bene sociale per cui erano state create. Il problema è quindi odierno, di quelle entità industriali che ancora resistono, ma che sono soggette alle leggi inique di un’Europa che ha come obbiettivo dell’identità nazionale. Ma chi sono quelle persone che sapranno resistere al miraggio economico, del profitto, dell’ambizione che i grandi gruppi esteri mostreranno? Non s vede alcuno che abbia un decimo della caratura di un Mattei, giusto per fare un esempio, quindi quale proposta è possibile mostrare se il retroterra sociale è miseramente rappresentato da una pletora di amministratori pubblici inclini al mercimonio anziché al benessere dei propri concittadini?
Gentile Carlo una piccola domanda… Che fine fece Enrico Mattei?