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NWO CONTRO L’ITALIA – 4. MINISTRO CON LICENZA DI UCCIDERE! Paracetamolo invece di Cortisone. Ora vaccino AstraZeneca agli anziani dopo l’allarme EudraVigilance

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«L’apparato burocratico del ministero non ha fatto il suo dovere per restare al passo con le normative internazionali. Ma anche la politica ha le sue responsabilità. Il tecnico deve realizzare l’obiettivo, ma è il politico ad indicarlo. A forza di mettere degli incompetenti nei ruoli guida, i risultati si vedono… Ho letto il curriculum di Speranza e non ho trovato una virgola di competenza in materia sanitaria».

E’ quanto ha dichiarato a Il Giornale l’onorevole bolognese Galeazzo Bignami, il deputato che ha sconfitto il governo in Tribunale costringendolo ad esibire il Piano segreto per la prevenzione dell’emergenza pandemia, prima non aggiornato, poi accantonato ed ora oggetto, tra altre questioni, dell’inchiesta per epidemia colposa e falso della Procura della Repubblica di Bergamo. Speranza è comunque stato ritenuto estraneo ad ogni ipotesi di reato ed è stato sentito dai magistrati solo come persona infomata sui misteriosi fatti.

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Il Ministro della Salute Roberto Speranza è stato riconfermato nel suo incarito nel Governo Draghi ed ha i poteri che il giornalista e romanziere britannico atrribuì al suo leggendario personaggio letterario: James Bond, lo 007 con la licenza di uccidere…

Forxe perché davvero incompetente o forse perché anche lui protetto da Sua Maestà. In questo caso non la Regina d’Inghilterra ma il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella che ha chiesto al nuovo premier Mario Draghi continuità nel Dicastero più esposto alle critiche di una pessima gestione della pandemia da Covid-19 sia nella prevenzione che soprattutto nelle indicazioni terapeutiche sanitarie.

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Gli indizi sono ormai coì univoci, precisi, gravi e concordanti ma di fatto “congeniti” all’incompetenza specifica del dottor Speranza, scelto quale ministro alla Salute dal Governo Conte bis (a maggioranza PD-5Stelle) sebbene forte solo di una carriera politica nel Partito Democratico prima di passare a Leu e Articolo 1, e illuminata dalla sua laurea con 110 e lode all’Università Luiss di Roma, intitolata all’emerito massone Guido Carli.

Ma non si diplomò in Medicina o scienze umane affini, bensì in Scienze Politiche, un titolo che gli consentì di fare un Dottorato in Storia dell’Europa Mediterranea presso l’Università degli Studi della Basilicata prima di collaborare con un Internship nell’area risorse umane della Barilla. E’ questo infatti l’unico vero lavoro mai fatto dal giovane laureato (classe 1979) diventato Capogruppo del PD alla Camera dei Deputati a soli 33 anni, nel 2013, sotto l’egida dell’ex premier e segretario di partito Matteo Renzi, primo promoter della vaccinazione globale nel piano Global Health Security Agenda di Barack Obama.

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Ebbene il politico di professione Speranza è quello che sta gestendo la sanità italiana collezionando una “gaffe” dietro l’altra nei protocolli terapeutici di cui, ovviamente, può capire poco o nulla non essendosi mai occupato di medicina nemmeno remotamente.

All’interno di un sistema sanitario ampiamente dopato dai macroscopici investimenti speculativi delle Big Pharma (costati una condanna all’ex Ministro della Sanità Franceso De Lorenzo porpprio per una tangente sui vaccini) è il parafulmine perfetto, è il terrorista pandemista ideale perché puà diventare killer con licenza di uccidere senza la benchè minima consapevolezza: come un drone impazzito.

Ecco perché la sua presunta “licenza di uccidere” è immune da qualsivoglia responsabilità dolosa o colposa già destinata a perdersi nei meandri di quelle decisioni collettive del Comitato Tecnico Scientifico e dei funzionari ministeriali che hanno disseminato una caterva di indizi di pessima gestione sanitaria ben superiore ai mitologici tre che per l’investigatore Hercule Poirot, figlio del genio letterario di Agatha Christie, erano neccessari a determinare una prova.

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L’ultimo è arrivato martedì 9 marzo quando il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha firmato la circolare che estende l’utilizzo del vaccino Covid-19 AstraZeneca anche ai soggetti di età superiore ai 65 anni.

 

I MISTERI SUL VACCINO ASTRAZENECA

“Ulteriori evidenze scientifiche resesi disponibili non solo confermano il profilo di sicurezza favorevole relativo al vaccino in oggetto, ma indicano che, anche nei soggetti di età superiore ai 65 anni, la somministrazione del vaccino di AstraZeneca è in grado d’indurre significativa protezione sia dallo sviluppo di patologia indotta da SARS-CoV-2, sia dalle forme gravi o addirittura fatali di Covid-19″, si legge nella circolare riportata da Nova News.

Ciò avviene il giorno successivo a quello in cui l’Austria ha bloccato il medesimo vaccino dopo la morte di una giovane infermiera direttamente connessa all’inoculazione del siero. E’ evidente che Roma parla poco con Vienna ma probabilmente molto di più con Londra, dove ha sede la multinazionale anglo-svedese AstraZeneca, mainsponsor del cartello farmaceutico dell’ong One Nucleus di Cambridge dove in palese conflitto d’interessi collaborano i laboratori di ricerca sui test insieme ai colossi dei vaccini.

Il giovane militare siciliano Stefano Paternò morto poche ore dopo l’inoculazione del vaccino AstraZeneca

Mentre proprio oggi, poche ore fa, è giunta un’altra drammatica notizia dalla Sicilia. Come riferisce il quoridiano Il Messaggero un militare in servizio ad Augusta (Sr), Stefano Paternò, 43 anni, originario di Corleone, ma residente a Misterbianco (Ct) è morto ieri mattina per un arresto cardiaco nella sua abitazione. Il militare il giorno precedente si era sottoposto alla prima dose del siero antiCovid Astrazeneca. Paternò era sposato ed era padre di due figli. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta.

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E’ altrettanto evidente che negli uffici di Lungotevere Ropa a Roma (sede del Dicastero della Salute) né Speranza né altri hanno letto gli ultimi dati del rapporto EudraVigilance, la società che raccoglie le segnalazioni sulle reazioni avverse per conto dell’EMA (European Medicines Agency). Altrimenti avrebbero scoperto, come ha fatto Gospa News in un dossier relativo alla lettura delle allarmanti statistiche, che non solo l’Italia ha superato gli USA per reazioni avverse (27.917 segnalazioni fino al 27 settembre), ma proprio il siero antiCovid di AstraZeneca (basato su adenovirus vettore) in tutti paesi dell’Unione Europea causato 10.930 reazioni avverse gravi su 13.983 casi segnalati, di cui 242 fatali (ovvero con patologie che hanno determinato la morte del vaccinato).

I numeri sono inquietanti ma, come spiegato nella precedente inchiesta, sogetti a una necessaria verifica (i decessi si riferiscono alle patologie e quindi non rispecchiano necessariamente il singolo deceduto). Purtroppo non aiuta alla comprensione dei numeri l’ultimo rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (rilasciato soltanto oggi, merdoledì 10 marzo 2021), che analizzeremo nei prossimi giorni, in quanto si è focalizzato su una lettura complessa dei casi ogni 100mila dosi anziché fornire i numeri “nudi e crudi” su decessi totali e reazioni avverse gravi totali come ha fatto con grande trasparenza EudraVigilance.

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Non va però dimenticato che proprio l’AIFA è a stata la prima istituzione sanitaria a propagandare la logica della “vigile attesa” e dell’uso del semplice “paracetamolo” nel trattamento dei pazienti sintomatici pur essendo questa strategia terapeutica nella gestione medica domiciliare contestata da moltissimi medici di base per un banalissimo quanto tragico motivo: il paracetamolo riduce febbre e dolori (essendo un atipiretico ed analgesico) pertanto OCCULTA proprio quei sintomi primari che evidenziano l’aggravamento del contagio da Covid-19 da infezione da Coronavirus di tipologia influenzale ad infiammazione grave nei bronchi e nei polmoni.

Il documento AIFA dove si prescrivono vigile attesa e paracetamolo quali rimedi contro il Covid-19

Nei giorni scorsi è stato il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha contestare la legittimità del protocollo del Ministero della Salute basato proprio su “vigile attesa” e “paracetamolo” sconfessando per l’ennesima volta l’attenbilità delle linee terapeutiche dettate da Speranza & company.

«Considerato che, a una valutazione sommaria propria della fase cautelare, il ricorso appare fondato, in relazione alla circostanza che i ricorrenti fanno valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale, di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e che non può essere compresso nell’ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi».

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È quanto scrive il Tar Lazio in un’ordinanza in cui ha accolto il ricorso di alcuni medici contro la nota AIFA del 9 dicembre 2020 recante “principi di gestione dei casi covid19 nel setting domiciliare” nella parte in cui nei primi giorni di malattia da Sars-covid, prevede unicamente una “vigilante attesa” e “somministrazione di fans e paracetamolo“, e nella parte in cui “pone indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da covid”.

Il Tar ha poi fissato per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 20.07.2021. Lo ha riportato il QuotidianoSanità, organo d’informazione specializzato sul tema.

 

GLI ERRORI MINISTERIALI SU VITAMINA D E CORTISONE

Ma questa non è la prima sconfitta dellle indicazioni del Ministero della Salute di Roberto Speranza. Nel dicembre scorso, infatti, la Regione Piemonte ha vinto il ricorso davanti al Consiglio di Stato per poter utilizzare nelle terapie ospedaliere l’idrossiclorichina, ancora oggi sconsigliata sul sito dell’AIFA.

Pochi giorni prima lo stesso Speranza dimostrò tutta la sua incompetenza nell’asseverare il parere del Comitato Tecnico Scientifico sostenendo che la Vitamina D non era utile nella cura del Covid-19 negli stessi giorni in cui il NHS (National Health Service) del Regno Unito aveva distribuito dosi di D3 a 2,7 milioni di anziani e persone fragili proprio per la prevenzione degli effetti epidemici del contagio.

Gospa News fu tra i primi siti al mondo a rivelare la ricerca del professor Giancarlo Isaia, primario di Geriatria dell’Università di Torino e presidente dell’Accademia di Medicina di Torino, che aveva evidenziato la carenza di vitamina D in tutti i malati critici (deceduti o in terapia intensiva) di Covid-19. Nel mentre il sito ufficiale AIFA, purtroppo, negava l’esistenza di studi comprovanti i benefici di vitamina D nella cura dell’infezione pandemica.

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Ma il caso più clamoroso di tutti è legato alla terapia con i cortisonici. Nel marzo 2020, infatti, il Ministero della Salute si adeguò alle indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, dopo una ricerca pubblicata su Lancet successivamente rivelatasi fasulla, mise al bando l’utilizzo dei cortisonici per la cura del Covid-19.

Il 24 aprile dello stesso anno 33 medici, tra cui la dottoressa Roberta Ricciardi, neurola e luminare della malattia iperimmune miastenia, e il professor Piero Sestili, professore Ordinario di Farmacologia dell’Università di Urbino, segnalarono l’efficacia del desametasone (un cortisonico) nella prevenzione dello shock infiammatorio polmonare causato dal virus della pandemia. La loro lettera al Ministero della Salute rimase ignorata fino a metà giugno, quando lo studio Recovery dell’Università di Oxford confermò gli stessi risultati, peraltro limitando l’utilizzo dei cortisonici solo ai malati in terapia intensiva. Come sconsigliato invece dalla dottoressa Ricciardi che, anhe in varie interviste sulla RAI, ribadì l’importanza di una terapia antinfiammatoria tempestiva.

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Sulla base di quei trials clinici, capaci di salvare il 29 % dei pazienti ma non quasi tutti come la terapia precoce consigliata dalla professoressa Ricciardi, anche il Ministero della Salute e l’AIFA consigliarono l’utilizzo dei cortisonici a distanza di 72 ore dai primi sintomi di Covid-19, quando ormai l’infiammazione è però diventata violenta e difficile da curare persino in terapia intensiva.

Quanti morti ci sono stati per lo stop alle cure con cortisone ed idrossiclorichina? Quanto per la mancata prevenzioen con vitamina D? Quanti per la “vigila attesa’ con paracetamolo, su cui indaga la Procura della Repubblica di Torino dopo la denuncia dei familiari per il decesso di un loro congiunto?

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La risposta potrò giungere solo dalla magistratura se avrà la capità di analizzare i casi non solo singolarmente ma in un quadro più ampio nazionale. O potrebbe arrivare da un’inchiesta parlamenrtare se non fosse che ogni partito politico ha dato l’appoggio al Governo Draghi ad eccezione di Fratelli d’Italia sempre assai timido a sollevare questioni di salute pubblica al di fuori delle linee guide dai tecnici governativi.

Leggi inoltre…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

 

 

WUHAN-GATES – 32. BILL III: IMPERATORE DI VACCINI nel Cartello Big Pharma

 

 

 

 

 

 

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