VATICANO E PAPA CONTRO I VESCOVI PRO-LGBT. “Non si possono Benedire le Unioni Gay”

VATICANO E PAPA CONTRO I VESCOVI PRO-LGBT. “Non si possono Benedire le Unioni Gay”

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“Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’ unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso”.

Non lascia spazio a dubbi l’ultima nota della Congregazione per la Dottrina della Fede vista ed approvata da Papa Francesco I con cui si intende porre un argine a una prassi diffusa soprattutto in alcune aree del Nord Europa. Proprio il dialogo ecumenico di Jorge Mario Bergoglio con i Protestanti Luterani, che nel 2009 già approvarono la celebrazione di matrimoni religiosi tra omosessuali, aveva suscitato polemiche: sebbene il Pontefice non abbia mai in alcuna dichiarazione legittimato le relazioni gay, ma si sia premurato di diffondere un invito a non escluderli o emarginarli dalla Chiesa Cattolica.

Sull’onda della deriva etica luterana anche alcuni vescovi e cardinali, soprattutto in Germania e in Austria, hanno messo in imbarazzo il Vaticano con posizioni progressiste. Tra gli altri, si erano espressi esplicitamente a favore della benedizione alle coppie omosessuali il vescovo di Limburg, Georg Batzing, che è anche presidente della Conferenza episcopale tedesca, e il vescovo di Magonza, Peter Kohlgraf. Mentre il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, noto per varie manifestazioni pro-LGBT, nel dicembre 2019, sfidò i cattolici tradizionalisti ospitando nella Cattedrale di Santo Stefano uno show della nota drag queen barbuta Conchita Wurst con tanto di costumi con corna di evocazione satanica.

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Inoltre una rivisitazione gay-friendly del Paradiso Terrestre, parodia del dipinto Adamo ed Eva (1528) del pittore tedesco Lucas Cranach, realizzata dall’artista artista lesbica Elisabeth Ohlson Wallin, è stata esposta chiesa luterana di San Paolo di Malmò che l’ha accolta e innalzata come pala d’altare nello sconcerto di molti fedeli.

“In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso. Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede” si legge nella nota sottoscritta dal Prefetto della Congregazione (un tempo chiamata Sant’Uffizio), Card. Luis Ladaria, e il segretario, mons. Giacomo Morandi.

“L’ascolto della parola di Dio, la preghiera, la partecipazione alle azioni liturgiche ecclesiali e l’ esercizio della carità possono ricoprire un ruolo importante al fine di sostenere l’ impegno di leggere la propria storia e di aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale, perché Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rifiutando ogni ingiusta discriminazione” rimarca ancora la nota dell’organismo Vaticano

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Ma la benedizione è un “sacramentale” e non può essere impartita – sottolineano – in questi casi. “La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, “un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende”, conclude la Congregazione per la Dottrina della Fede.

“La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore”, si spiega nella risposta al “dubium”.

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Inoltre, “poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull’ uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del matrimonio, dato che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.

Redazione Gospa News

 

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