EBREI ORTODOSSI ANTI-SIONISTI E CRISTIANI CONTRO LA GUERRA DI BIBI. Strage di bambini a Gaza. (aggiornamenti)

EBREI ORTODOSSI ANTI-SIONISTI E CRISTIANI CONTRO LA GUERRA DI BIBI. Strage di bambini a Gaza. (aggiornamenti)

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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AGGIORNAMENTO DEL 16 MAGGIO 2021

In una settimana di continui attacchi israeliani a Gaza 192 palestinesi sono rimasti uccisi. Di essi – precisa il ministero della sanità di Hamas – 58 erano bambini e 34 donne. I feriti sono al momento 1235. Il ministero aggiunge che sotto le macerie di edifici bombardati da Israele vi sono ancora morti e feriti. Alcuni media locali aggiungono che nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 42 palestinesi. Si è trattato dunque della giornata più cruenta dall’inizio delle ostilità.

Prosegue intenso il lancio di razzi da Gaza verso tutto il sud di Israele. Non solo nelle comunità israeliane attorno alla Striscia ma anche a Beer Sheva all’inizio del Negev. Uno dei razzi ha centrato un veicolo ad Ashkelon – una delle città più bersagliate negli ultimi giorni insieme ad Ashdod – causando anche danni agli edifici vicini. “L’operazione a Gaza richiederà ancora tempo”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che Israele “ha il sostegno degli Usa”.

AYYASH, MISSILE DI HAMAS FA TREMARE TEL AVIV. Ha 250 km di gittata. E’ in memoria del Palestinese ucciso da 007 di Israele

AGGIORNAMENTO DEL 15 MAGGIO 2021

Gli attacchi della aviazione israeliane sulla Striscia di Gaza hanno colpito anche abitazioni di famiglie cristiane collocate nei pressi della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, provocando danni anche al converto e all’asilo delle Suore del Rosario. Lo conferma all’Agenzia Fides il Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale del Patriarcato Latino di Gerusalemme per la Palestina e la Città Santa.

“Le incursioni israeliane fanno seguito ai razzi lanciati da Hamas sul territorio d’Israele, ma stando a quello che vediamo risultano del tutto infondate le considerazioni di chi, negli USA, ha definito ‘proporzionata’ la reazione militare dello Stato ebraico. Bombardano da lontano. Una bomba è caduta vicino al Convento delle suore. Tra le più di cento vittime ci sono donne e bambini. Ancora una volta, le famose ‘bombe intelligenti’ fanno male a tutti, senza saper distinguere tra obiettivi militari e popolazione civile”.

ARTICOLO DEL 14 MAGGIO 2021

«Il movimento sionista ha bisogno della guerra per esistere, ha bisogno della guerra per ottenere la simpatia del popolo ebraico. Sfortunatamente questo è identico e in linea con quello che sta succedendo lì da settant’anni e anche prima. Sfortunatamente, quello che stiamo vedendo in questo decennio è che il movimento sionista israeliano ha bisogno di attacchi contro di loro, al fine di giustificare la loro guerra contro il popolo palestinese».

E’ quanto ha dichiarato all’agenzia turca Anadolu il rabbino Dovid Feldman, il portavoce degli Ebrei Ortodossi contro il Sionismo, noti anche come Neturei Karta International. Le sue parole non fanno altro che confermare una storia di guerre condotte da Israele in Palestina sotto l’egida della Massoneria occidentale che con la Dichiarazione Balfour legittimò gli insediamenti programmati non tanto dagli Ebrei di discendenza Israelita, rassegnati alla diaspora biblica, quanto dai politici del Movimento Sionista per le mire di una Grande Israele.

LOBBY SIONISTE – 1. Fink (BlackRock) & Singer (Elliott) con Soros & Gates nelle Big Pharma antiCovid (Gilead e GSK)

Mentre scriviamo i morti palestinesi causati dai raid dell’esercito di Tel Aviv sono saliti a 108 tra cui 27 bambini, come precisa il media libanese Al Manar Tv pubblicando anche la drammatica immagine di un bimbo all’obitorio. Intanto l’artiglieria e l’aviazione dell’Israel Defense Forces stanno bombardando la Striscia di Gaza per quella che si preannuncia un’imminente invasione dell’enclave palestinese da cui continuano a piovere razzi sui territori israeliani che hanno messo dura prova il leggendario sistema anti-missile Iron Dome. In un prossimo articolo vedremo anche perché.

Uno dei 27 bambini uccisi dalle bombe israeliane nella Striscia di Gaza – foto Al Manar Tv

«Siamo contrari a tutto ciò che rappresenta il sionismo, e siamo contro l’intera occupazione. È contro la nostra religione, è contro la giustizia, contro il diritto internazionale, è contro l’umanità. È contro gli interessi del popolo palestinese, ed è contro gli interessi del popolo ebraico in tutto il mondo» ha detto Feldman.

Ha anche rimarcato che il suo movimento sta organizzando una serie di proteste a New York e Washington DC, ma ha sottolineato che le forze filo-israeliane hanno cercato di sopprimere la loro voce, censurandole sia sui media sociali che su quelli tradizionali. «Siamo orgogliosi di dire che critichiamo Israele, che è una vera e forse la più grande violazione del giudaismo. Siamo orgogliosi di dire che critichiamo Israele, perché è una violazione di qualsiasi tipo di giustizia» ha aggiunto.

Il rabbino ortodosso anti-sionismo Dovid Feldman

«Siamo profondamente scoraggiati e preoccupati per i recenti episodi di violenza a Gerusalemme Est. Questi fatti, accaduti sia presso la moschea di Al Aqsa che a Sheikh Jarrah, violano la santità del popolo di Gerusalemme e quella di Gerusalemme come Città della Pace. Le azioni che minano la sicurezza dei credenti e la dignità dei cittadini palestinesi soggetti a sfratto sono inaccettabili».

Comincia con queste parole la dichiarazione congiunta firmata dai Patriarchi e dai Capi delle Chiese di Gerusalemme, quattro giorni fa, sull’ondata di violenze che stanno sconvolgendo la Terra Santa. «Il carattere speciale di Gerusalemme, Città Santa, con l’attuale Status Quo, obbliga tutte le parti a salvaguardare la già delicata situazione nella Città Santa di Gerusalemme. La crescente tensione, sostenuta principalmente da gruppi radicali di destra, mette in pericolo la già fragile realtà all’interno e intorno a Gerusalemme».

Il Patriarca dei Latini a Gerusalemme monsignor Pierbattista Pizzaballa

Come riportato da Giulia Cerqueti sul settimanale Famiglia Cristiana, tra i firmatari c’è il patriarca di Gerusalemme dei Latini, il monsignore cattolico Pierbattista Pizzaballa, 56 anni, francescano, in precedenza custode di Terra Santa. Il Patriarca ha ripreso, confermato e rafforzato la presa di posizione dei capi delle Chiese affermando in una nota che «la violenza usata contro i fedeli mina la loro sicurezza e il loro diritto di avere accesso ai Luoghi Santi e di pregare liberamente. Lo sgombero forzato dei palestinesi dalle loro case a Sheikh Jarrah è un’altra inaccettabile violazione dei diritti umani fondamentali, quello del diritto a una casa. È una questione di giustizia per gli abitanti della città vivere, pregare e lavorare, ciascuno secondo la propria dignità; una dignità conferita all’umanità da Dio stesso».

Sulla situazione di Sheikh Jarrah – il quartiere di Gerusalemme est dove alcune famiglie palestinesi sono state raggiunte da ordini di sfratto – il Patriarcato fa eco alle parole dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani secondo cui lo stato di diritto viene “applicato in modo intrinsecamente discriminatorio”. «L’episodio in questione non riguarda una controversia immobiliare tra privati. È piuttosto un tentativo ispirato da un’ideologia estremista che nega il diritto di esistere a chi abita nella propria casa».

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Nel nostro precedente articolo abbiamo paragonato queste persecuzioni all’apartheid applicato (fino al 1991) dalle autorità bianche del Sudafrica nei confronti dei neri. Una strategia della tensione volta ad innescare la reazione di Hamas, l’organizzazione politica più estremista della Palestina, concretizzatasi nel lancio di razzi contro Israele dopo il mancato rilascio dei fedeli musulmani arrestati dalla polizia israeliana durante le preghiere nella moschea di Al Asa a Gerusalemme Est.

«Lo abbiamo già visto e detto cento volte: quando si tocca Gerusalemme, dilagano fatalmente violenze e dolore, che travolgono tutti. Il cuore del conflitto, come sempre, è la Città Santa: E come riconosceva San Giovanni Paolo II, finché non ci sarà pace a Gerusalemme, non ci sarà pace nel resto del mondo». Così ripete all’Agenzia Fides, Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie, padre Ibrahim Faltas, sacerdote francescano della Custodia di Terra Santa, richiamando il vincolo misterioso che lega al destino di Gerusalemme le sorti della pace in tutto il mondo.

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Dal cuore della Città Vecchia, il Frate egiziano segue con apprensione segnata da un’ombra di rassegnazione la nuova ondata di violenza che sta dilagando in Terra Santa e rischia di infiammare tutto il Medio Oriente. Come evidenziato dal rabbino Dovid Feldman tutto ciò appare come una precisa strategia di Israele voluta dal premier eternamente pro-tempore Benjamin Netanyahu, refrattario persino ad applicare le risoluzioni ONU per il rilascio dei territori siriani occupati nell’Alture del Golan e da anni esperto di provocazioni contro la Siria attraverso migliaia e miglia di bombardamenti.

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«Era da un mese – fa notare padre Faltas in una conversazione con l’Agenzia Fides – che si susseguivano iniziative e fatti destinati a aumentare la tensione intorno a Gerusalemme. Era prevedibile che la situazione precipitasse. La gravità del conflitto in atto non si vedeva da molto tempo: la violenza e gli scontri dilagano non solo nei Territori Palestinesi, ma anche a Jaffa, Ramla, Haifa, Akko. Lod…». Dove Israele ha imposto il coprifuoco a causa dei continui scontri tra arabi ed ebrei, prime avvisaglie di una guerra civile.

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L’escalation del conflitto, scandita dal lancio di razzi di Hamas sul territorio israeliano e dalle rappresaglie militari israeliane contro la Striscia di Gaza rischia di assumere ampiezza e sviluppi imprevedibili. Ma la radice – insiste padre Ibrahim – è facilmente riconoscibile, ed è sempre la stessa: «In questi giorni avevo tra le mani un libro del 1986, che descriveva situazioni e fatti che sono gli stessi di oggi: gli scontri alla Porta di Damasco, l’e incursioni militari sulla Spianata delle Moschee… Si tocca il nervo sensibile, quando si vuole far saltare tutto. E qui tutti sanno che la chiave della pace e della guerra è Gerusalemme».

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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