AYYASH, MISSILE DI HAMAS FA TREMARE TEL AVIV. Ha 250 km di gittata. E’ in memoria del Palestinese ucciso da 007 di Israele
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
“L’aviazione militare israeliana ha completamente distrutto il grattacielo di Al-Jalaa a Gaza City, che ospitava numerosi media internazionali, tra cui Associated Press e Al-Jazeera”. E’ questa l’ultima news dal fronte di guerra dalla Terra Santa dove le bombe di Tel Aviv hanno causato la strage di un’intera famiglia e la morte di 8 bambini, aggravando il bilancio che giunge così a 39 minori uccisi dai raid ordinati da Benjamin Netanyahu.
Nel frattempo, i siti arabi come il network Al Manar TV gestito dagli Hezbollah libanesi, si pone l’attenzione sull’arma letale che può colpire Tel Aviv e gli aeroporti d’Israele. Si chiama Ayyash-250 proprio perché è un missile balistico con una gittata da 250 km che quindi può colpire obiettivi sensibili israeliani in zone considerate un tempo di sicurezza. Al Manar lo definisce la “il missile che ha sorpreso l’armata israeliana” perché fino ad ora, le Brigate Hamas al-Qassam non avevano dimostrato di avere una così grande potenza di fuoco.
La nuova arma è uno strumento di vendetta ed infatti prende il nome dall’ingegnere Yaḥyā ʿAbd al-Laṭīf ʿAyyāsh, considerato uno dei peggiori terroristi di Hamas dall’Occidente, in quanto ritenuto uno dei grandi ispiratori dei kamilaze della Jihad, ma onorato come un martire ed eroe dai Palestinesi per il suo ruolo strategico nel conflitto israelo-palestinese degli anni Novanta.
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Prima di analizzare gli aspetti militari è necessaria una considerazione geopolitica che non sarà facile da digerire per tutti. Hamas, nata negli anni Settanta, è considerata un’organizzazione terroristica dagli Usa e da molti paesi occidentali perché ha fomentato la prima e la seconda Intifada istigando una rivolta armata dei Palestinesi contro le azioni militari del nuovo stato di Israele, nato per un accordo tra il Movimento Sionista e i Massoni Britannici come ben evidenziato in precedenti reportage.
Per i musulmani della Terra Santa è un movimento guerrigliero paragonabile ai Partigiani della Resistenza in Italia che lottarono contro l’occupazione Nazi-Fascista senza farsi remore di usare efferate e bestiali violenze, come dimostra la tremenda vicenda mai abbastanza punita di stupri e femminicidi, e ben disposti ad incutere il terrore anche adottando nomi di battaglia come ad esempio “Satana”, e giunti ad ammazzare senza motivo un seminarista cattolico di 14 anni in virtù di una visione atea comunista, che non hanno bisogno di commenti.
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Con ciò non si vuole assolutamente legittimare o giustificare le stragi organizzate da Ayyash per la libertà della Palestina perché la violenza non è mai uno strumento di pace. Ma si vuole solamente evidenziare che a volte, nella storia dell’umanità, il giudizio sul terrorismo è scolpito nei libri dai vincitori in sfregio al “Sangue dei Vinti”, come il grande giornalista e storico italiano Gianpaolo Pansa intitolò il suo libro sulle carneficine compiute dai partigiani, assolutamente inutili perché avvenute persino in tempo di pace dopo la liberazione dell‘Italia. Ma chi tocca questi argomenti di fondamentale importanza storica nella penisola Mediterranea rischia un’incriminazione per oltraggio alla memoria…
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In Palestina, invece, continua a dominare Israele grazie alla protezione dei Sionisti che da sempre sostengono e sono sostenuti dalla più grande potenza bellica mondiale: ovvero gli Stati Uniti d’America. Ecco perché un criminale di matrice nazista come Benjamin Netanyahu, eternamente primo ministro israeliano nonostante i processi per corruzione e l’incapacità di formare alleanze di governo stabili dopo ben 4 elezioni parlamentari in pochi anni, può fare ciò che vuole non solo a Gerusalemme, perseguitando i musulmani in preghiera e sfrattandone altri, ma anche nella Striscia di Gaza come in Siria, bombardata migliaia di volte, e in Libano, più volte sull’orlo di un conflitto negli ultimi due anni.
L’ARMA INTITOLATA ALL’INGEGNERE UCCISO DAGLI 007 DI ISRAELE
Questa lunga premessa di analisi geopolitica è fondamentale per capire i motivi per cui i palestinesi della fazione di Hamas, quella più estremista in confronto con l’organizzazione politica e militare più moderata di Al Fatah, per anni si sono preparati allo scontro inevitabile con l’Israel Defense Forces anche attraverso la costruzione di un missile balistico, di cui mai erano stati in possesso, come l’Ayyah-250, intitolato al loro eroe-martire, ucciso dai servizi segreti di Tel Aviv.
Yaḥyā ʿAbd al-Laṭīf ʿAyyāsh (Rafat, 22 febbraio 1966 – Gaza, 5 gennaio 1996) è stato un ingegnere e guerrigliero palestinese comandante del battaglione Samaria delle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām, ucciso con un “omicidio mirato” all’epoca in cui Primo ministro d’Israele era Shimon Peres. Nacque a Rafat, un piccolo villaggio della Cisgiordania vicino a Nablus, da una famiglia di modesti agricoltori. Primo di tre fratelli, da bambino si mostrò decisamente legato alla religione, ricevendo un premio dall’Islamic Trust per la sua bravura nella memorizzazione del Corano. Dopo aver conseguito il diploma superiore, nel 1985, si iscrisse alla Università di Bir Zeit nel 1987, laureandosi nel 1991 in elettrotecnica.
Ayyāsh è collegato alla crescita della tecnica del terrorismo suicida, all’interno del conflitto israelo-palestinese, avendo costruito le bombe utilizzate in numerosi attacchi suicidi da parte di Ḥamās. Inoltre, all’interno di un’alleanza strategica fra Hamas e il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina, fornì a quest’ultima gli ordigni per il massacro di Beit Lid compiuto all’inizio di gennaio 1995.
Il leader della resistenza di Hamas attirò l’attenzione delle forze di sicurezza israeliana e, abilissimo nel travestirsi, divenne l’uomo più ricercato da Tel Aviv. A seguito dell’uccisione di Yitzhak Rabin, l’ANP (Associazione Narionale Palestinese) iniziò a collaborare più da vicino con lo Shin Bet, gli 007 del Ministero dell’Interno di Israele, nelle indagini su ʿAyyāsh. Nell’ottobre del 1995 alcuni agenti dello Shin Bet entrarono in contatto con Kāmil Ḥamad, uno zio di ʿAyyāsh, per convincerlo a collaborare.
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Kāmil Ḥamad chiese in cambio denaro e una carta di identità israeliana per sé e sua moglie. Per tutta risposta i funzionari israeliani lo minacciarono di informare Ḥamās del suo tentativo di tradimento, non lasciando scelta all’uomo. Questi venne fornito di un telefono cellulare, e gli fu detto che tale apparecchio era dotato di una ricetrasmittente nascosta, cosa che avrebbe permesso agli agenti di Israele di sorvegliare le comunicazioni di ʿAyyāsh. In realtà, il telefono cellulare era stato riempito anche con 15 grammi di RDX una sostanza esplosiva di grande potenza.
Sapendo che ʿAyyāsh era solito utilizzare il cellulare di Osāma, Kāmil Ḥamad consegnò il telefono-ordigno al nipote. Alle 8 del mattino del 5 gennaio 1996, ʿAyyāsh venne chiamato su tale telefono dal padre: la conversazione venne intercettata da un aereo israeliano e rimbalzata a un posto di comando. Appena ricevuta la conferma circa l’identità della persona al telefono, lo Shin Bet fece esplodere a distanza il dispositivo.
Al suo funerale parteciparono circa 100.000 palestinesi. Ḥamās replicò due mesi più tardi con quattro attentati suicidi, a Gerusalemme e Ashkelon, provocando oltre sessanta vittime israeliane, la maggior parte delle quali erano bambini che si apprestavano a festeggiare la festa di Purim. L’operazione mise termine agli sforzi di Yasser Arafat di convincere la dirigenza di Ḥamās a presentare propri candidati alle Elezioni generali palestinesi del 1996. Da quel momento cominciò l’inasprimento delle misure di sicurezza tra Israele e Territori Palestinesi sia in in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza.
IL MISSILE CHE FA TREMARE TEL AVIV
«Due eventi hanno segnato l’Operazione Al-Quds Sword lanciata dalle fazioni della resistenza palestinese a sostegno dei gerosolimitani e della moschea di al-Aqsa. Mentre continua per il terzo giorno consecutivo, prendendo di mira sia le città israeliane nei territori del 1948, le più lontane dall’enclave di Gaza, è entrato in azione per la prima volta un missile sparato contro l’aeroporto israeliano di Ramon, a 220 km da Gaza, nel sud della Palestina occupata, e droni suicidi. L’ annuncio è stato dato dal portavoce delle Brigate Hamas al-Qassam Abu Oubaida. Secondo lui, era un missile di tipo Ayyash-250 che è stato lanciato per la prima volta all’aeroporto. La sua portata è di 250 km».
Questo è quanto riferito dal network Al Manar Tv, sostenuto dagli Hezbollah di confessione Islamica Sciita, pertanto alleati dell’Iran, ritenuto storico nemico da Israele. Abu Oubaida, comandante della fazione militare di Hamas, ha avvertito che “tutti gli aeroporti israeliani e ogni punto da nord a sud della Palestina occupata sono ora sulla linea di tiro dei missili della resistenza”.
«Ha ordinato alle compagnie aeree di sospendere i loro voli per gli aeroporti israeliani. Il suo appello è stato ascoltato dalla Polonia e da società americane. E l’aeroporto è stato chiuso, i media israeliani hanno riferito che un missile si è schiantato vicino alla città di Eilot ai margini dell’aeroporto. “Questa ripresa è un gesto di solidarietà con la moschea di al-Aqsa e una risposta all’assassinio dei nostri leader e ingegneri eroi. Il missile è il frutto di una parte delle loro imprese “, ha detto Abu Oubaida» secondo quanto riportato da Al Manar.
Oubaida ha poi ricordato il martire Bassem Issa che era il capo dell’unità di Gaza nelle Brigate di al-Qassam, così come l’ingegnere Joumaa al-Talhat Abou Rahmé, il dottor Jamal al-Zabdat e altri ufficiali di Hamas che sono morti sotto il fuoco israeliano mercoledì 12 maggio. contro la loro posizione a Gaza.
Per quanto la propaganda militare palestinese abbia pubblicato numerosi video (alcuni censurati da YouYube) sul missile Ayyash-250 intitolato all’ingegnere che loro considerano eroe, non si conosce davvero quale potenza militare possa avere quest’arma. Il dubbio è legato al fatto che sarebbe stato finora utilizzato in rare occasioni e, pertanto, Hamas potrebbe possederne un numero limitato da utilizzare con parsimonia nell’ottica di una prosecuzione del conflitto, dopo l’attacco insistente dell’esercito di Israele contro la Striscia di Gaza attraverso i bombardamenti compiuti dall’artiglieria e dall’aviazione.
Ma come fa notare Al Manar TV sono anche altri gli strumenti bellici che inducono le Brigate di al-Qassam a sentirsi pronte a vendere cara la pelle. Il secondo evento “significativo” è infatti l’entrata in azione del drone kamikaze, Abu Oubaïda ha chiarito che è di tipo Chehab, di manifattura locale, usato contro una piattaforma di gas marittima israeliana al largo di Gaza. Inoltre, le Brigate al-Qassam hanno rivendicato la responsabilità di aver sparato contro le basi israeliane Tal Nof e Nevatim, e contro raduni militari a est di Yad Mordechai. In serata, hanno detto di aver lanciato missili di tipo Sejil alla base aerea di Hatzerim da cui sono decollati i caccia per bombardare i civili a Gaza.
I PUNTI DEBOLI DELL’IRON DOME
Il network Sputnik ha invee realizzato un interessante reportage sui punti deboli del leggendario Iron Dome, il sistema anti-missile israeliano messo a dura prova proprio dalla raffica di razzi sparati da Hamas.
«In questi giorni, più di 1.500 razzi sono stati lanciati nel territorio di Israele, mentre il sistema di difesa è riuscito ad abbattere centinaia di queste armi. Tuttavia, i massicci attacchi hanno dimostrato che le capacità dell’Iron Dome sono limitate, il che significa che le nuove tattiche dei nemici di Israele si stanno dimostrando efficaci» scrive il media russo che si avvale della consulenza di un esperto.
«Di fatto, gli attacchi missilistici sono accompagnati anche dagli attacchi aerei israeliani, e le batterie dell’Iron Dome sono ormai al limite, ha affermato Joseph Trevithick di The Drive.Questo sistema è composto da diversi lanciatori, ognuno caricato con 20 missili Tamir, oltre a radar e un sistema di comando e controllo. La maggior parte delle funzioni operative dell’Iron Dome sono automatizzate»
L’Iron Dome è progettato per difendersi da missili tattici, artiglieria e mortai. Il sistema ha anche dimostrato la capacità di distruggere missili da crociera, piccoli droni e aerei che volano a bassa quota. Il ministero della Difesa israeliano ha affermato che i missili Tamir hanno colpito l’85%dei loro obiettivi tra il 2011 e il 2020. Inoltre, il produttore del sistema ha sostenuto che una versione migliorata dell’Iron Dome non ha lasciato passare un singolo missile nei test.
«Tuttavia, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno già ammesso di non essere riuscite ad abbattere tutti i razzi sparati contro Israele da Gaza negli ultimi giorni. È stato riferito che il sistema non è stato in grado di affrontare un attacco di tale portata» aggiunge Sputnik di fatto svelando quale potrebbe essere la strategia militare di Israele: lasciare che Hamas esaurisca la sua riserva di razzi per poi sferrare un attacco da terra. Una manovra sicuramente astuta ed efficace. Ma rimane l’incognita proprio sui missili Ayyash-250, l’arma pericolosissima delle Brigate al-Qassam.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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