di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIORNAMENTO DEL 19 GIUGNO 2021 – ORE 19
«Vaccinarsi è fondamentale. La cosa peggiore che si può fare è non vaccinarsi affatto o fare una dose sola. Chi non vuole fare la vaccinazione eterologa è libero di fare il richiamo con AstraZeneca, purché abbia un parere del medico e un consenso informato». Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Draghi in una conferenza stampa convocata per fare chiarezza sui vaccini che in realtà ha creato solo più confusione nonostante le sue rassicurazioni: «La vaccinazione eterologa funziona ed anche io sono prenotato per farla martedì prossimo».
La vicenda del mix dei vaccini sta diventando una farsa grottesca capace di sconcertare persino i più ostinati PRO-VAX. Dopo l’allarme lanciato dal Comitato Tecnico Scientifico e dal Ministero della Salute si torna indietro di una settimana. Se le persone che hanno meno di 60 anni, dopo aver ricevuto una prima dose di vaccino AstraZeneca, rifiutano di fare la seconda dose con un vaccino a mRna, possono avere una seconda dose di vaccino AstraZeneca, dopo aver firmato un consenso informato. Lo rende noto il ministero della Salute in una circolare nella quale afferma che secondo il Comitato Tecnico Scientifico l’indicazione prioritaria resta comunque la seconda dose con un vaccino a mRna.
Si noti bene che il consenso informato va comunque sempre sottoscritto per qualsiasi dose di vaccino: è infatti l’escamotage usato dai governi per somministrare vaccini ancora in via sperimentale senza correre il rischio, già paventato da varie associazioni, di una mega class action in caso di gravi reazioni avverse
Come scrive l’Ansa, la circolare riguarda in particolare la “somministrazione della seconda dose vaccinale rispetto a quelle persone di età inferiore ai 60 anni che, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria, rifiutano il crossing a vaccino a mRNA e dichiarano di voler proseguire nel richiamo con lo stesso vaccino impiegato per la prima dose”.
Nella circolare si rileva inoltre che “secondo quanto evidenziato dal CTS, ferma restando la indicazione prioritaria di seconda dose con vaccino a mRNA, ispirata ad un principio di massima cautela rivolto a prevenire l’insorgenza di fenomeni VITT in soggetti a rischio basso di sviluppare patologia Covid-19 grave e a un principio di equità che richiede di assicurare a tutti i soggetti pari condizioni nel bilanciamento benefici/rischi, qualora un soggetto di età inferiore ai 60 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria, pur a fronte di documentata e accurata informazione fornita dal medico vaccinatore o dagli operatori del centro vaccinale sui rischi di VITT, rifiuti senza possibilità di convincimento, il crossing a vaccino a mRNA, allo stesso, dopo acquisizione di adeguato consenso informato, può essere somministrata la seconda dose di Vaxzevria”.
Per il ministero della Salute “tale opzione risulta coerente e bilanciata dal beneficio derivante dall’annullamento del rischio connesso alla parziale protezione conferita dalla somministrazione di una singola dose di Vaxzevria”. Il vaccino monodose della Janssen (Johnson&Johnson) è raccomandato “per soggetti di età superiore ai 60 anni”, alla luce del parere espresso dal Comitato tecnico Scientifico e di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifs). Lo indica il ministero della Salute in una circolare.
Sia mai che qualche Big Pharma sponsor di Gates o altri notabili della politica si offenda perché viene estromessa dal colossale business, fondato sulla paura di un virus che da mesi non uccide quasi più nessuno e che, anche prima, era letale solo per le persone non curate in modo adeguato, come assurdamente imposto dal Ministero della Salute contro ogni criterio medico-scientifico, o per gli anziani affetti da molteplici patologie. Lo stesso vaccino può essere utilizzato anche in soggetti che hanno meno di 60 anni in particolati situazioni, come “campagne vaccinali specifiche per popolazioni non stanziali e/o caratterizzate da elevata mobilità lavorativa e, più in generale, per i cosiddetti gruppi di popolazione hard to reach”.
AGGIORNAMENTO DEL 15 GIUGNO 2021 – ORE 19
Ancora una volta la coerenza sembra lasciare il posto ai compromessi politici. In tutta Italia Vincenzo De Luca, Presidente della Campania, era stato l’unico a seguire l’elementare ragionamento di quei medici preoccupati dall’ipotesi del Ministero della Salute di mescolare le dosi di vaccini: non esistono infatti trials clinici al riguardo che sarebbero stati necessari per l’autorizzazione di qualsivoglia farmaco, figuriamoci un vaccino sotto forma di terapie geniche! Ma ora anche lui cede allo slancio di sperimentazione che trasformerà molti italiani in cavie umane…
La Campania farà ripartire da domani i richiami per i cittadini che hanno fatto la prima dose di vaccino contro il covid19 con Astrazeneca. I convocati sotto i 60 anni riceveranno la dose eterologa con Pfizer o Moderna, mentre coloro che hanno oltre 60 anni avranno il richiamo di Astrazeneca. Lo confermano fonti della presidenza della Regione.
“Ai nuovi vaccinati non sarà somministrato Astrazeneca al di sotto dei 60 anni – ha affermato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in una nota -, rispetto al vaccino Johnson & Johnson la posizione del Ministero non è definita in modo chiaro e vincolante. Pertanto tale vaccino non sarà somministrato sotto i 60 anni”.
De Luca domenica aveva detto che non avrebbe autorizzato il mix di vaccini in mancanza di indicazioni chiare aggiungendo di aver inviato a Speranza una “nota tecnica” contenente i dubbi sulla vaccinazione eterologa e ribandendo il no della sua regione. In una successiva lettera inviata dal ministero al governatore si specificava però che: “I dati attualmente disponibili, derivanti in particolare da due studi clinici condotti rispettivamente in Spagna e Inghilterra e citati nella vostra nota, forniscono informazioni rassicuranti in merito all’efficacia (in termini di buona risposta anticorpale) e alla sicurezza (in termini di accettabilità degli effetti collaterali) sul completamento del ciclo vaccinale, con un vaccino a mRNA, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria (ciclo vaccinale misto)”.
AGGIONAMENTO DEL 14 GIUGNO 2021 – ORE 23,49
Ennesimo colpo di scena nella Sarabanda sui vaccini in Italia, scatenata dalla prematura morte della giovanissima Camilla Canepa dopo il siero di AstraZeneca.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) “approva la vaccinazione mista per i soggetti under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di vaxzevria” (AstraZeneca). E’ quanto si legge nel parere di Aifa appena pubblicato che dovrà così rimuovere il divieto scritto a chiare lettere nel modulo di consenso all’immunizzazione in cui si rimarcava che “I vaccini Covid non sono intercambiabili” (evidenziato nell’articolo sotto).
“Sulla base di studi clinici pubblicati nelle ultime settimane, la Commissione tecnico scientifica – si legge – ha ritenuto, a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o, per analogia, con il vaccino Moderna)”.
VACCINI mRNA, RISCHI CANCRO! OMV: “All’Aja per crimini contro umanità”
Inoltre, “in considerazione delle evidenze che si sono appena rese disponibili, dell’attuale assenza di specifiche indicazioni nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) dei farmaci in oggetto e della necessità di consentire il regolare svolgimento della campagna vaccinale”, l’AIFA ha espresso parere favorevole “all’inserimento nell’elenco dei farmaci di cui alla legge 648/1996 di Comirnaty e Vaccino COVID-19 Moderna come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria”. La CTS ha ritenuto che la seconda somministrazione con vaccino a mRNA possa avvenire a distanza di 8-12 settimane dalla somministrazione di Vaxzevria. E’ attualmente in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale la determina attuativa.
«E’ una procedura che non è stata validata. Magari funziona pure, però abbiamo degli organi regolatori a cui è demandata la regolazione di queste procedure, non è che uno si alza la mattina e le cambia. Nessuno può dire se il mix sia sicuro» aveva dichiarato il microbiologo Andrea Crisanti ponendo l’accento sul fatto che il cocktail tra le dosi di antidoti differenti non ha mai seguito l’ordinario percorso dei trials clinici indispensabile anche per l’approvazione di un farmaco in via sperimentale, come sono i vaccini contro il Covid-19. Ma ormai in Italia qualsiasi escamotage è lecito…
ARTICOLO DEL 14 GIUGNO 2021 – ORE 7,49
Il mix vaccinale «potrebbe funzionare, però dovrebbero pronunciarsi gli Enti regolatori. È una procedura che non è stata validata. Nessuno può dire se il mix sia sicuro. Dal punto di vista teorico e immunologico non dovrebbero esserci problemi, però c’è un aspetto formale da non sottovalutare, è una combinazione di cui non si sa efficacia e durata».
Andrea Crisanti, docente di microbiologia dell’Università di Padova, stavolta mette le mani avanti e solleva un dubbio che si sta trasformando in polemica tra scienziati e politici dopo la decisione del Comitato Tecnico Scientifico del Governo Italiano di raccomandare l’uso del vaccino antiCovid Vaxzevria, creato da Jenner Institute di Oxford per la multinazionale anglo-svedese AstraZeneca di Cambridge, solo agli over 60.
Ciò lo aveva già fatto prudentemente la Germania il 30 marzo scorso dopo i primi casi di “rare” trombosi anche letali rilevati pure dalla stessa Big Pharma tanto da indurla a cambiare nome del prodotto e controindicazioni nel foglietto illustrativo.
L’Italia, invece, è corsa ai ripari soltanto nella giornata di venerdì 11 giugno dopo lo sgomento suscitato in tutto il paese dalla misteriosa morte della diciottenne ligure Camilla Canepa, su cui la magistratura indaga per omicidio colposo contro ignoti, stroncata da un’emorragia cerebrale causata da trombosi e pertanto ritenuta probabilmente connessa al vaccino a lei somministrato due settimane prima.
Il CTS, di concerto con il Ministro della Salute Roberto Speranza e con il premier Mario Draghi che gli ha confermato la totale fiducia dall’alto del G7 in Cornovaglia, ha però prescritto di utilizzare la medesima prudenza anche per gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca optando per una soluzione “eterologa” con il “richiamo” della seconda dose somministrato attraverso un vaccino a RNA messaggero (come Pfizer e Moderna) perché ritenuti più sicuri. Una convinzione purtroppo erronea perché smentita dalle molteplici segnalazioni di reazioni avverse gravi o mortali raccolte dalla farmacovigilanza nell’Unione Europea e negli USA.
Il mix tra vaccini, infatti, non solo sta sollevando perplessità tra medici ed immunologi, come conferma la dichiarazione soprariportata rilasciata dal dottor Crisanti al quotidiano Il Giornale, ma anche tra gli stessi amministratori pubblici come evidenzia l’annuncio del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, più volte in disarmonia con le decisioni di Roma, di non ottemperare alla raccomandazione.
Prima di entrare nel merito dei vari pareri affidiamoci alla farmacologia ufficiale sul siero antiCovid 19 di AstraZeneca «composto da un adenovirus di scimpanzé incapace di replicarsi (ChAdOx1 – Chimpanzee Adenovirus Oxford 1) e modificato per veicolare l’informazione genetica destinata a produrre la proteina Spike del virus SARS-CoV-2».
Va ricordato che il vettore adenovirale è stato prodotto dal Park Science di Pomezia (Roma), grazie ai finanziamenti della Regione Lazio disposti dal governatore Nicola Zingaretti (ex segretario nazionale PD) in un gorgo di palesi conflitti d’interessi sui piani di immunizzazione Italia-Usa promossi da Barack Obama, Bill Gates, Matteo Renzi, Ranieri Guerra, Paolo Gentiloni e Beatrice Lorenzin (vedi inchieste precedenti).
PRESCRIZIONI INEQUIVOCABILI DI ASTRAZENECA E MODULO AIFA
«Soggetti di età pari o superiore a 18 anni Il ciclo di vaccinazione con Vaxzevria consiste in due dosi separate da 0,5 mL ciascuna. La seconda dose deve essere somministrata da 4 a 12 settimane (da 28 a 84 giorni) dopo la prima dose (vedere paragrafo 5.1). Non ci sono dati disponibili sull’intercambiabilità di Vaxzevria con altri vaccini anti-COVID-19 per completare il ciclo di vaccinazione. I soggetti che hanno ricevuto la prima dose di Vaxzevria devono ricevere la seconda dose di Vaxzevria per completare il ciclo di vaccinazione».
Chiunque può leggere questa lapidaria frase nel PDF pubblicato sul sito dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sotto la voce “Riassunto delle Caratteristiche del prodotto” che porta all’Allegato I del Foglio Illustrativo.
Un concetto basilare e cardine della campagna vaccinale, fino a ieri, ribadito a caratteri cubitali anche nel foglio del consenso informato predisposto dall’AIFA per contro del Ministero della Salute per coloro che si sono dovuti sottoporre al vaccino Vaxzevria, come ben evidenzia l’immagine che ci è stata inviata da un affezionato lettore dopo la pubblicazione del nostro articolo.
Anche se il modulo appare in netta contraddizione con le dichiarazioni del n. 1 dell’Agenzia Italiana del Farmaco. “Ormai gli studi sono inconfutabili” e gli esperimenti sul campo “stanno dimostrando la maggiore efficacia della vaccinazione eterologa”. Così il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, su Rai Radio1.
“Sono su centinaia di persone questo è vero”, sottolinea Palù, ma sono pubblicati in pre-print da diverse Università europee “e dimostrano che utilizzando due formulazioni diverse si stimola meglio il sistema immunitario perché si attiva sia l’immunità innata intrinseca che quella adattativa” e “anche quei timori che c’erano dei primi dati sulla maggior reattogenicità stanno tutti sparendo”.
Ecco quindi che le perplessità “formali” del dottor Crisanti trovano conferma a dispetto degli entusiasmi di Draghi e degli inviti già indirizzati ad ogni Regione d’Italia dal ministro Speranza.
«”La campagna di vaccinazione è l’arma vera che abbiamo per chiudere questa fase e aprirne una diversa. Dobbiamo insistere su questo terreno e continuare con ogni energia”. Per farlo, le Regioni devono seguire le indicazioni del governo. Su Astrazeneca, dice Speranza, le autorità sanitarie hanno ulteriormente precisato che va evitato per chi ha meno di 60 anni, rendendo perentoria la raccomandazione che già c’era. Una “posizione chiara e netta delle autorità” e per questo “chiediamo alle autorità regionali di allinearsi ai piani”. Le indicazioni degli scienziati, ribadisce, vanno “assolutamente rispettate”» riferisce l’agenzia Ansa che riporta anche un laconico e gelido commento del Presidente del Consiglio sul caso della giovanissima morta, Camilla.
«”E’ una cosa tristissima che non doveva avvenire” dice parlando di responsabilità difficili da ricostruire. Ogni punto, sottolinea Draghi, “è stato chiarito dal ministro Speranza. C’è un’adesione spontanea delle Regioni alla linea del governo”» aggiunge ancora l’Ansa.
Ma il punto non chiaro è di una semplicità estrema. Come può essere legittimato l’uso di un mix tra una dose di vaccino adenovirale ed una delle terapie geniche mRNA, mai utilizzati nella farmacologia immunizzante, quando entrambe sono state autorizzate solo in fase sperimentale in coincidenza con un’emergenza pandemica che giorno dopo giorno, coi primi caldi, proprio come l’anno scorso quanto gli antidoti non esistevano, si sta rivelando sempre meno contagiosa ed esiziale?
IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CONTRO IL MIX DI VACCINI
Perché un vaccino possa essere approvato anche in via provvisoria deve infatti aver superato almeno 3 fasi di trials clinici: la prima su cavie animali da laboratorio, la seconda su cavie umane completamente sane, la terza su persone anche con patologie. E’ lapalissiano che il “cocktail” tra Vaxzevria e Comirnaty di Pfizer-BioNTech non è mai stato testato e pertanto gli italiani under 60 in attesa della seconda dose di AstraZeneca diventerebbero a tutti gli effetti cavie umane per volontà politica.
«Non si somministrano vaccini diversi dalla prima dose, sulla base di preoccupazioni scientifiche che invieremo al governo» ha già dichiarato il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, annunciando anche un’altra scelta contraria a quelle del governo: la regione non somministrerà più vaccini a vettore virale, dunque Astrazeneca ma anche J&J, neanche a chi ha più di 60 anni.
Mentre il Covid-19 uccide ancor meno dello 0,4 % dei contagiati calcolato nell’ottobre 2020 e fa sempre meno paura, anche grazie alle terapie utilizzate da molti medici in contrasto con le linee guida del Ministero della Salute e dell’AIFA (vigile attesa e paracetamolo) che sono già state oggetto di oltre 500 denunce in varie Procure della Repubblica sulla base dell’azione legale pilota del dottor Franco Trinca, dell’avvocato Alessandro Fusillo e del dottor Marco Tiberti, la politica entra in una spirale latebrosa perché orientata solo all’obiettivo di arrivare all’immunità di gregge prima possibile e dunque entro la fine di settembre, come ha promesso il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo.
«Dal punto di vista scientifico non manca chi è favorevole, affermando che i vaccini a vettore virale (come AstraZeneca o Sputnik o lo stesso Janssen/Johnson&Johnson monodose) sono più efficaci nella stimolazione delle cellule T mentre quelli a mRna (Pfizer, Moderna e il prossimo Curevac) permettono di avere più anticorpi con il risultato finale di una migliore risposta immunitaria» scrive Il Giornale omettendo però di ricordare l’ultimo clamoroso studio di un immunologo canadese che ha allarmato la comunità scientifica più cauta proprio in relazione ad un’eccessiva reazione delle chitochine “T” capace di creare quella “tempesta” che potrebbe scatenare malattie autoimmuni, come l’immunopatologia polmonare evidenziata tra i rischi degli attuali vaccini antiCovid da una ricerca di due università cinesi, pubblicata da Nature nell’ottobre scorso ma ripresa mediaticamente solo da Gospa News.
“COVID-19: SPIKE-TOSSINA INOCULATA COI VACCINI”. L’allarme di un Immunologo Canadese
«Ci sono diversi studi, tra cui uno spagnolo, che evidenzia un risultato sierologico maggiore con il mix di vaccini Astrazeneca/Pfizer- dice a Il Giornale Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano – quest’ultima decisione porterà a una Campagna 2.0, cioè da una di massa, necessaria nella fase emergenziale del Covid a una più personalizzata, con una scelta del vaccino rispetto al soggetto e una spiegazione e una collaborazione maggiore anche con i medici di famiglia».
Queste parole evidenziano un piano di immunizzazione che pare procedere a tentoni brancolando nel buio in quanto la “scelta personalizzata” dell’antidoto contro il SARS-Cov-2 appare un azzeramento dell’intero processo di autorizzazione farmacologica che si basa su “trials clinici” ad ampio spettro necessari proprio per rendere il vaccino idoneo a chiunque, senza pregiudizi di età, sesso o condizione fisica in assenza di patologie gravi.
Ma sulla soluzione “eterologa” è favorevole Marco Cavalieri, responsabile del settore vaccini dell’Euopean Medicines Agency, che a marzo aveva lanciato l’allarme proprio per le trombosi causate dal siero AstraZeneca. «Ha già funzionato in passato, non ci aspettiamo problemi di sicurezza, anche se non ci sono grandi studi a riguardo e servirà un attento monitoraggio».
Qualche ora dopo, però, è arrivata la presa ufficiale dell’Ema su AstraZeneca: “Il bilancio rischi-benefici resta positivo e il vaccino resta autorizzato per tutta la popolazione”. E’ quanto precisa la stessa European Medicines Agency in una nota riferendosi alla “disinformazione” scaturita da una dichiarazione di un loro esperto mal interpretata e pubblicata su un quotidiano. In un’intervista a La Stampa, aveva infatti dichiarato: “Nei giovani i rischi della malattia calano e il messaggio per loro potrebbe essere di usare preferenzialmente i vaccini a mRna, ma la scelta la lasciamo a i singoli Stati”.
Rimane invece importante la frase precedente, evidenziate nell’articolo ripreso anche da Sputnik Italia, in cui il funzionario Ema aveva di fatto confermato che chi ha ricevuto il Vaxzevria adenovirale di Oxford può diventare, come accadrà nei prossimi giorni in Italia, una “cavia umana” per la somministrazione della seconda dose con mRNA, mancando i dati sufficienti.
OPEN NIGHT A TORINO PER LA VACCINAZIONE DEI GIOVANI
Un concetto ben chiaro ad Andrea Crisanti che in merito al richiamo con vaccino differente per gli under 60 sentenzia: «E’ una procedura che non è stata validata. Magari funziona pure, però abbiamo degli organi regolatori a cui è demandata la regolazione di queste procedure, non è che uno si alza la mattina e le cambia. Nessuno può dire se il mix sia sicuro». Ma in Piemonte è già pronta l’Open Night per attirare i giovani a vaccinarsi, eventualmente anche con il cocktail per chi ha già fatto la prima dose.
«Nonostante la complessità della riorganizzazione necessaria alla luce delle nuove indicazioni ministeriali sui vaccini da somministrare alle diverse classi di età, la macchina vaccinale del Piemonte sta continuando a lavorare con il massimo sforzo per mantenere alti i livelli di immunizzazione che ha garantito finora ai suoi cittadini. Lo dimostra il traguardo di oltre 3 milioni di dosi somministrate ad oggi – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, e l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi in una nota stampa – Nel pomeriggio ci siamo confrontati però con il generale Figliuolo per chiedere che nella distribuzione alle regioni delle dosi di Pfizer e Moderna si tenga conto del numero di richiami di AstraZeneca che devono essere riprogrammati e che sono maggiori nelle regioni come la nostra che sono partite prima in modo virtuoso a vaccinare e che adesso è giusto non vengano proprio per questo penalizzate».
«Domani (martedì 15 giugno) alle ore 9 sulla piattaforma www.ilPiemontevaccina.it si apriranno le prenotazioni per la seconda open night presso l’hub di Reale Mutua (via Carlo Del Prete 23/c a Torino). dedicata alla fascia 18-28 anni. L’evento è aperto ai giovani di tutto il Piemonte che non hanno ancora un appuntamento o hanno la convocazione dopo almeno 10 giorni dall’open night, in programma sabato 19 giugno dalle ore 21:30 alle ore 3:30 (i vaccini utilizzati saranno Pfizer e Moderna)» è il comunicato ufficiale della Regione Piemonte.
Nemmeno il tempo di seppellire la povera giovane Camilla (i funerali non sono ancora stati fissati perché si attende l’esito dell’autopsia) morta perché attirata dalla campagna di immunizzazione della Regione Liguria per gli Open Day… The Show Must Go On! Anche se l’avvocato Kennedy dagli Usa ha già lanciato l’allarme sui primi adolescenti morti di trombosi dopo il vaccino Pfizer su cui sta indagando il CDC americano per stabilire gli eventuali nessi di causalità
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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHANGATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
IL GIORNALE – CRISANTI PERPLESSO SUL MIX DI VACCINI
AIFA – IL FOGLIO ILLUSTRATIVO VAXZEVRIA
ANSA – GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CONTRO IL GOVERNO
SPUTNIK ITALIA – INTERVISTA A CAVALIERI DELL’EMA