di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Sette migranti sono morti nel naufragio di un barcone avvenuto a circa 5 miglia da Lampedusa. L’imbarcazione sulla quale viaggiavano si sarebbe all’improvviso ribaltata e molti sono finiti in mare. I soccorritori hanno recuperato 46 superstiti, sette hanno perso la vita. Ma ci sarebbero ancora – stando alle testimonianze raccolte tra i 46 superstiti – altri 9 dispersi. Sia i sopravvissuti che le salme sono già state portate a molo Favarolo dove stanno per sbarcare. Sul posto, c’è la polizia che cercherà adesso di ricostruire la dinamica della tragedia. Fra le 7 salme, portate sul molo Favarolo dalle motovedette della Capitaneria di porto, ci sono quelle di quattro donne, una delle quali in avanzato stato di gravidanza. I 46 superstiti sono stati trasferiti: 19 su una motovedetta e 27 su un’altra sempre della Guardia costiera» Agenzia ANSA del 30 giugno 2021.
Fermare le migrazioni irregolari non solo si può ma si deve. Perché evitare la partenza di un africano dalla sua nazione significa proteggerlo dal rischio di un naufragio durante la traversata del Mar Mediterraneo sui barconi ma ancor di più difenderlo dalla possibilità che finisca tra i tentacoli della Mafia Nigeriana che è diventata partner della “piovra” di Cosa Nostra in Sicilia proprio per speculare in ogni modo sui migranti insieme ai Rais della guerra che controllano le frontiere di quel gigantesco hotspot criminale che è la Libia.
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Fermare le migrazioni si può ed è molto più facile di quanto si pensi. Basta imitare il lodevole progetto dell’Ong milanese ACRA che, attraverso i progetti “Diaspora in Action” e “Ripartire restando”, finanziato quest’ultimo dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione ed aiuto in Senegal per spiegare che il futuro migliore dei migranti africani è nella loro terra.
Dove non rischiano di essere cooptati per la prostituzione minorile che dilaga sotto l’egida della Camorra in Campania, di essere reclutati dalla potentissima Mafia Nigeriana per diventare spacciatori di droga, o di lavorare in nero nei campi per restituire il debito del costo del loro viaggio della speranza diventato di schiavitù.
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Tutto questo Gospa News lo ha scritto in molteplici reportage perché la migrazione è un diritto sacrosanto solo se avviene senza i rischi di passare da un paese in difficoltà per la miseria ad un inferno fiammeggiante di abbacinanti luci metropolitane dove proprio gli africani finiscono per ritrovarsi spaesati e costretti a fare gruppo in comunità sovente dominate dai brutali Clubs venuti dalla Nigeria. Lasciamo al comunicato di Paola Piovesana di Mediamover il compito di illustrare nel dettaglio il progetto che ha raggiunto già 500 mila giovani e potenziali migranti in Senegal, Guinea Bissau ma ha interessato anche l’Italia con la raccolta di interessanti testimonianze.
Questa iniziativa è una goccia nel mare della vergogna delle politiche dell’Unione Europea che, foraggiata dal plutarca George Soros per un progetto di meticciato volto a cancellare le tradizioni culturali in particolare del Cristianesimo, sta di fatto favorendo le migrazioni gestite dagli scafisti della Mafia Nigeriana con la prima complicità dell’Italia, nonostante questi viaggi avvengano sulla pelle degli stessi africani in violazione dei più basilari diritti umani. Il lodevole progetto di ACRA si è concluso il 24 giugno, c’è da augurarsi che non resti una goccia nel Mediterraneo di morte e disperazione.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Il programma Migrazioni di ACRA in Senegal e Italia
Comunicato di Paola Piovesana per Mediamover
La campagna di sensibilizzazione del progetto “Diaspora in Action” ha raggiunto oltre 500 mila giovani e potenziali migranti tramite la diffusione sulle reti sociali di video testimonianze dei membri della diaspora senegalese in Europa e l’organizzazione di attività di terreno nelle zone rurali del Senegal. Prosegue un altro progetto promosso da ACRA in Senegal, Guinea Bissau e Italia: “Ripartire restando”, che affianca alla sensibilizzazione il rafforzamento delle opportunità lavorative nei territori di provenienza dei flussi migratori.
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Contribuire a sensibilizzare i potenziali migranti residenti in Senegal sui rischi e le difficoltà della migrazione irregolare, anche attraverso le voci e il confronto diretto con testimonial della diaspora senegalese in Italia, Belgio e Spagna. Con tale obiettivo l’ONG milanese ACRA, l’ONG belga Eclosio e l’associazione spagnola La Bolina, in collaborazione con il Comune di Milano e la Città di Torino, hanno realizzato il progetto “Diaspora in Action – Mobilized Senegalese diaspora for awareness raising on irregular migration”, co-finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) dell’Unione Europea.
Dopo quasi due anni di attività, il 24 giugno si tiene l’evento di chiusura del progetto a Dakar e online, con l’intervento di partner, autorità locali, organizzazioni della società civile, stampa, associazioni giovanili, femminili e migranti di ritorno.
Parte centrale del progetto e del programma Migrazioni di ACRA in Senegal, di cui fa parte anche il progetto AID 011.472 “Ripartire Restando”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), è stata la campagna di sensibilizzazione « Ñun Ñooy Senegaal – Took Tekki Fii» (Noi siamo il Senegal – Restare e riuscire qui), realizzata per diffondere informazioni oggettive ai potenziali migranti e decostruire gli stereotipi sui paesi di destinazione in Europa, attraverso le voci dei membri della diaspora. I giovani (15-35 anni) sono stati i destinatari principali della campagna, insieme alle loro famiglie e comunità nelle regioni di Dakar, Fatick, Sédhiou e Kolda, coinvolgendo testimonial della diaspora che vivono in Italia, Belgio e Spagna.
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Le informazioni e i messaggi della campagna sono stati diffusi attraverso vari mezzi: reti sociali, focus group, radio comunitarie, TV locali, incontri nelle scuole e immagini di sensibilizzazione, soprattutto nelle zone rurali ad alto tasso di partenze irregolari. I membri della diaspora ed i migranti di ritorno intervistati hanno partecipato alla creazione di circa 60 video testimonianze, di cui 15 sono state prodotte in Italia. Le testimonianze in lingue locali (wolof, mandingue, poular e diola), sottotitolate in francese, sono visibili sulle pagine Facebook del progetto (www.facebook.com/ripartirerestando), di ACRA e dei partner.
“Tanti ragazzi sono qua e vivono per strada, vogliono tornare ma non hanno il coraggio. Se vieni qua, la tua famiglia pensa che sei sistemato, quindi iniziano a chiedere tanto. Pensano che stai bene, però non è vero, qua è una lotta, nel senso che niente è facile (..)” Dal racconto di Malik 19 anni, di Fatick, in Italia da 6 anni, la testimonianza completa qui sotto.
“Il consiglio che darei ai potenziali migranti è che devono rendersi conto che possono avere successo ovunque si trovino, ma tutto dipende dalle loro capacità e determinazione. Molti pensano che l’Eldorado sia in Italia, ma non tutto è roseo qui”. Dal racconto di Aliou Diop, di Dakar che vive in Italia da 27 anni, la testimonianza completa qui sotto.
Oltre alle testimonianze diffuse sui social e su gruppi WhatsApp, la campagna di sensibilizzazione si è svolta in Senegal con il coinvolgimento diretto delle comunità interessate, con: più di 40 focus group in 36 villaggi, incontri con 650 studenti di 8 licei, 18 trasmissioni radio con focus sul ruolo delle donne e interventi dei testimonial in Europa e migranti di ritorno. I messaggi di sensibilizzazione sono stati diffusi, inoltre, tramite un piano di affissioni e la creazione di graffiti partecipativi ad opera di artisti locali e giovani. Queste attività hanno permesso di raggiungere oltre 500mila senegalesi e potenziali migranti nelle aree di intervento.
In continuità con l’iniziativa, prosegue il progetto di ACRA in Senegal, Guinea Bissau e Italia: “Ripartire restando”, co-finanziato dall’AICS, che mira a creare e migliorare le opportunità lavorative nel territorio di provenienza dei flussi migratori con particolare attenzione all’occupazione giovanile (18-35 anni) e al reinserimento dei migranti di ritorno.
Mediamover per ACRA