BUFERA SUL RITIRO TAMPONI PCR DEL CDC USA: “Inaffidabili” già per OMS e Svezia. Avv. Fusillo: “Fallimento della Sanità Pubblica”

BUFERA SUL RITIRO TAMPONI PCR DEL CDC USA: “Inaffidabili” già per OMS e Svezia. Avv. Fusillo: “Fallimento della Sanità Pubblica”

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«La notizia del ritiro dell’autorizzazione dei test PCR da parte del CDC USA cambia totalmente la narrativa Covid. Se i test non sono affidabili e confondono la comune influenza con il Covid allora ciò significa che decine di migliaia di pazienti che avevano l’influenza sono stati curati con “Tachipirina e vigile attesa” e che pertanto sono morti per non aver ricevuto le cure normalmente somministrate in caso di influenza comune. Questo rappresenta un clamoroso fallimento della sanità pubblica italiana ed impone la ricerca delle responsabilità penali connesse a questo comportamento criminale».

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Non usa giri di parole l’avvocato Alessandro Fusillo, presidente del Movimento Libertario, che insieme al biologo Franco Trinca ha già intrapreso nelle scorse settimane una battaglia giudiziaria sulle terapie efficaci contro il Covid ignorate dal Ministero della Salute nonostante molteplici appelli di centinaia di medici (in particolare per uso del cortisone ai primi sintomi e Vitamina D come prevenzione). Per tale motivo il legale ha depositato una denuncia per strage di stato in varie Procure della Repubblica d’Italia (Roma, Perugia, Rieti, Bergamo e Siracusa) ricopiata da circa 500 followers do Fusillo e Trinca che l’hanno inoltrata in altre sedi giudiziarie.

Ora invece commenta con giudizio severo l’annuncio con “allerta di laboratorio” sul ritiro dei tamponi molecolari Reat Time RT – PCR da parte del CDC (Centers of Diseases Control and Prevention), la massima autorità sanitaria americana, a partire dal 31 dicembre 2021. La notizia, da me pubblicata in anteprima mondiale in contemporanea su Gospa News, Database Italia, Reseau International (in francese) e Veterans Today, sito americano di geopolitica e intelligence militare, ha già scatenato una bufera mediatica sebbene sia stata al momento completamente ignorata dai media di mainstream.

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Alcuni siti minori che si occupano di inchieste sulla pandemia hanno subito gridato alle Fake News arrampicandosi sui vetri di un grattacielo per cercare di sconfessare la notizia ma finendo con il confermare l’annunciato ritiro del CDC minimizzandolo come se fosse la nota di un’industria dolciaria che toglie dal mercato una marca di famosi cioccolatini.

 

LA NON-SMENTITA DEL FACT CHEKER VICINO AI 5STELLE

Il primo attacco è giunto da un sedicente Fact Checker di Open, laureato in Scienze Multimediali, senza la minima esperienza né scientifica né giornalistica, che si fa vanto di aver lavorato per anni per il Movimento 5 Stelle, schieramento che ha sostenuto il premier Giuseppe Conti (leader del partito) e sostiene oggi Mario Draghi quanto il contestato Ministro della Salute Roberto Speranza. Il giovane censore ha cercato di confondere le carte in tavola prima negando che il ritiro sia connesso alla presunta inaffidabilità dei tamponi, poi pubblicando la frase cruciale del CDC in inglese al fine di rendere più ardua l’interpretazione ai lettori meno esperti di Covid e di altre lingue.

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Ma le parole del CDC che per brevità estrapoliamo dal Lab Alert sono inequivocabili: «Il CDC incoraggia i laboratori a prendere in considerazione l’adozione di un metodo multiplex che possa facilitare il rilevamento e la differenziazione di SARS-CoV-2 e virus influenzali».

Non credo che un lettore debba aver sostenuto, come chi scrive, un esame universitario di Linguistica per afferrare il senso in relazione ad un ipotetico rischio di confusione tra differenti virus, come emerso anche dalle affermazioni di eminenti scienziati (Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e Giorgio Palù, accademico di virologia in Italia e negli Usa).

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Altrettanto inequivocabili sono stati i precedenti pronunciamenti della Svezia e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che misero in discussione l’affidabilità del tampone PCR, definitivamente contestata da ben tre ricerche scientifiche pubblicate su autorevoli riviste mediche specialistiche.

Vari siti d’informazione e blog hanno ripreso allarmati, quanto chi scrive, la notizia “bomba” in varie nazioni: alcuni in Italia  (CityMilanoNews, ProtocollodelPopolo, 6violawordpress), altri tre in Francia (Myessentielles, Mondetaibaweb, Divulgation), uno in spagnolo (Verdadypaciencia) e uno in Polonia (Uczta Baltazara). Anche il giornalista Cesare Sacchetti ha ripreso lo “scoop” di Gospa News in un post su Facebook che alcuni nostri follower hanno cercato di condividere ma sono stati censurati dal social.

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Ma l’articolo più interessante è stato quello pubblicato su The Italian Tribune da Andrea Ippolito che non si è limitato a rilanciare la clamorosa decisione del CDC americano ma ha approfondito la questione sull’affidabilità dei tamponi riportando alcune comunicazioni ufficiali dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità.

 

I DUBBI DELL’OMS SULL’AFFIDABILITA’ DEI TAMPONI PCR

Nel breefing scientifico del 9 luglio 2020 l’OMS scrive che “Il rilevamento dell’RNA mediante saggi basati sulla reazione a catena della polimerasi a trascrizione inversa (RT-PCR) NON È NECESSARIAMENTE INDICATIVO di virus competente per la replicazione e l’infezione che potrebbe essere trasmissibile e in grado di causare l’infezione”. Stesse affermazioni fatte dal professor Giorgio Palù (poi diventato presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA) nell’ottobre 2020 in un’intervista telefonica rilasciata a Gospa News.

E’ quanto ha scritto Andrea Ippolito su The Italian Tribune entrando poi nel dettaglio del caso tamponi.

L’Ente internazionale aggiunge che “il rilevamento dell’RNA virale non significa necessariamente che una persona sia infettiva e in grado di trasmettere il virus a un’altra persona. Studi sull’utilizzo di colture virali di campioni di pazienti per valutare la presenza di SARS-CoV-2 infettiva sono attualmente limitati”.

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Nella nota del 20 gennaio 2021 l’OMS scriveva invece che “se i risultati del test non corrispondono alla presentazione clinica, è necessario prelevare un nuovo campione e riesaminarlo utilizzando la stessa tecnologia NAT o una diversa”.

L’organizzazione specifica che “la prevalenza della malattia altera il valore predittivo dei risultati dei test; al diminuire della prevalenza della malattia, aumenta il rischio di falsi positivi. Ciò significa che la probabilità che una persona che ha un risultato positivo (SARS-CoV-2 rilevata) sia veramente infettata da SARS-CoV-2 diminuisce al diminuire della prevalenza, indipendentemente dalla specificità dichiarata”.

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L’OMS spiega ancora nella sua nota che “la maggior parte dei test PCR sono indicati come ausilio per la diagnosi“, per questo motivo gli operatori sanitari “devono considerare qualsiasi risultato in combinazione con la tempistica del campionamento, il tipo di campione, le specifiche del test, le osservazioni cliniche, l’anamnesi del paziente, lo stato confermato di eventuali contatti e le informazioni epidemiologiche”.

Ma siccome non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, i sedicenti Fact Checkers politicizzati di Open di Enrico Mentana, grande sostenitore di George Soros come già evoca il nome in un’eco dell’Open Society Fundation di New York del plutarca ungaro-americano, continuano a voler interpretare in modo differente questi chiari pronunciamenti

 

TAMPONI PCR RITIRATI DALLA SVEZIA E CAUSA DI SANDRI

E’ stato invece il pugnace avvocato Mauro Sandri, leader di SantaLex, ad adire le vie legali contro il Ministero della Salute sui tamponi PCR ancora prima della presa di posizione della Svezia che aveva deciso di ritirarli come farà dall’anno prossimo il CDC americano.

«Ogni tampone, il test più affidabile è quello molecolare, viene fatto grazie ai PCR: il campione prelevato viene analizzato attraverso metodi molecolari per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati. Ma l’Agenzia nazionale svedese per la Sanità Pubblica ne ha ufficializzato l’abbandono perché il PCR “non è in grado di distinguere tra virus in grado di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario” di ognuno. Quindi lockdown e restrizioni che si decidono sulla base dei numeri dei contagi espressi dai PCR sono totalmente inattendibili, per gli svedesi» ha scritto Antonio Amorosi il 17 giugno 2021 su Affari Italiani.

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In un precedente articolo del 12 maggio 2021 il giornalista dello storico quotidiano online italiano aveva spiegato il motivo della decisione delle autorità sanitarie di Stoccolma.

«Spiega l’Agenzia sanitaria svedese: “La tecnologia PCR utilizzata nei test per rilevare i virus non è in grado di distinguere tra virus in grado di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario”. Avete letto bene: la tecnologia PCR, usata in tutti i Paesi e sulla quale poi si raccolgono i dati dei contagi e le misure per contenerli, non è in grado di distinguere tra virus in grado di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario. Quindi questi test non possono essere utilizzati per determinare se qualcuno è contagioso o meno. In sostanza potremmo aver neutralizzato il virus con il nostro sistema immunitario ma risultare ancora portatori dello stesso virus, anche se non siamo contagiosi né portatori dello stesso e non dovremmo essere considerati come tali. Quindi i dati sui quali i governi poi pianificano i propri interventi sono inattendibili».

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Questo dubbio era già diventato il cavallo di battaglia di SantaLez, come rammentato dal giornalista Amorosi in un’intervista a Sandri.

«Da diverso tempo l’avvocato italiano Mauro Sandri, insieme ad altri 3 legali, Nino Filippo Moriggia, Maurizio Giordano e Marco Picenni, sta conducendo una battaglia legale sullo stesso tema. Ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale Civile di Roma contro il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità in cui chiede di inibire a tutte e due le istituzioni italiane l’uso di questo strumento per confermare i casi di contagiati e di conseguenza tutte le misure improprie utilizzate per contrastare la pandemia».

Nel ricorso l’avvocato Sandri e gli altri legali, per pervenire ad un calcolo corretto dei casi di persone contagiate, citano uno studio pubblicato su PubMed e sulla rivista Clinical Infectious Diseases della Oxford Academic, “Correlation Between 3790 Quantitative Polymerase Chain Reaction–Positives Samples and Positive Cell Cultures, Including 1941 Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 Isolates“, dove si spiega come l’amplificazione attendibile per trovare il virus Sars-Cov-2 sia quella che si posiziona tra le 20 e le 30 replicazioni, cioè 20/30 cicli.

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“Il virus non viene rilevato in coltura al di sopra di questo valore (25)”, scrive lo studio al centro del dibattito anche in Francia. Anche perché ad ogni ciclo si raddoppia la quantità di Dna. Quindi più cicli si effettuano minore è l’affidabilità della PCR ovvero la probabilità che quanto rilevato dalla macchina sia effettivamente il virus ricercato.

I sedicenti Fact Checkers si mettano il cuore in pace. Ma soprattutto imparino a leggere prima di cimentarsi nello scrivere contestando il lavoro di un giornalista investigativo iscritto all’Albo del Piemonte e della Valle d’Asota dal 1991.

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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