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CIA & MOSSAD NEL NUOVO EMIRATO DEL TERRORISMO ISLAMICO. A Kabul Allarme Alleanze tra Talebani, Al Qaida, ISIS e Jihadisti dei Fratelli Musulmani

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Secondo autorevoli analisti di geopolitica
il ritiro USA è funzionale al “Grande Gioco“
dell’Intelligence Occidentale con Sionisti e Sunniti
già sperimentato in Siria e nei Balcani

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Per comprendere quanto sta accadendo in Afghanistan bisogna rileggere, almeno sinteticamente, la storia del terrorismo islamico non solo degli ultimi vent’anni e non solo nel paese dell’Asia Centrale.

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Per capire cosa è accaduto dopo il rapido e disarticolato ritiro dell’Esercito USA e delle truppe NATO bisogna fare molti passi indietro e riprendere in mano alcuni documenti top secret della Central Intelligence Agency in cui il controspionaggio americano CIA cominciò a pianificare una guerra civile per il regime-change in Siria nel 1983, armò i Jihadisti Afghani prima ancora dell’occupazione russa del 1979, quindi favorì l’insediamento dei terroristi di Al Qaeda nei Balcani per la nascita di un Califfato d’Europa in Bosnia, volto a contrastare la Serbia che mantenne il legame con Mosca anche dopo la Perestrojka e la caduta dell’URSS.

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Non solo. Nel 2004, dopo l’inizio della caccia ai terroristi in Medio Oriente in rappresaglia al misterioso attacco alle Torri Gemelle del 2001, gli Usa liberarono dalla prigionia di Camp Bucca l’himam filo-americano Abu Bakr Al Baghdadi dopo soli 10 mesi di sua carcerazione. Negli anni a venire, invece, chiusero gli occhi dinnanzi alla nascita dell’ISIS fondato dallo stesso Al Baghdadi, ritenuto agente della CIA quanto del Mossad da molteplici reporter internazionali, prima di cominciare a finanziare in Siria i ribelli siriani anti-Assad con potenti armamenti (missili TOW) finiti poi regolarmente in mano di Al Nusra-HTS (costole di Al Qaeda nella provincia di Idlib) e alle altre organizzazioni terroristiche jihadiste protette e finanziate dai Fratelli Musulmani di Turchia e Qatar.

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Ciò avvenne nell’ambito di una strategia militare, funzionale alla Lobby delle Armi ed all’appoggio dei musulmani Sunniti contro quelli Sciiti (Siria, Iran e Libano), che non solo vide la NATO consapevole ma ripetutamente complice insieme al cosiddetto Five Eyes, l’accordo di intelligence tra i paesi anglosassoni di USA, UK, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Basti ricordare che Brenton Tarrant, lo stragista di Christchurch che fece un massacro nelle moschee neozelandesi nel 2019, sarebbe stato addestrato nei campi di rifugiati dell’ISIS in Siria proprio dal Mossad, allo scopo (fallito) di assassinare il presidente Bashar Al Assad, e successivamente sarebbe stato adoperato per favorire la strategia della tensione contro gli Islamici.

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Proprio come l’imam Moulvi Zahram Hashim, fondatore del gruppo estremista musulmano NTJ (National Thowfeek Jamaath) nello Sri Lanka divenne funzionale alla logica del terrore con gli attentati alle chiese di Colombo durante la Pasqua 2019, sfuggiti alla rete dell’intelligence nazionale che era stata avvisata del pericolo dagli 007 indiani RAW come il consolato saudita nel paese era stato avvertito con una comunicazione segretata dal Regno dell’Arabia Saudita. Di questi fatti abbiamo fornito ampie documentazioni ufficiali in vari reportage.

Fatte queste indispensabili premesse con cui si è cercato di sintetizzare – senza ovviamente riuscirci – circa 30 anni di storia del terrorismo jihadista pilotato dal Deep State occidentale, diventa più facile credere agli scenari prospettati da due analisti di geopolitica militare (un parlamentare della Russia e un esperto di intelligence militare di Israele) che vedono nella facile conquista dei Talebani di Kabul, per palese rinuncia al confronto dell’esercito nazionale afghano addestrato dagli americani, due enormi pericoli.

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Il primo è la nascita dell’annunciato Emirato Islamico dei Talebani e dell’Afghanistan quale fucina di una nuova alleanza tra tutto il terrorismo Sunnita internazionale (ISIS, Al Qaeda e derivati come Al Nusra, Hayat Tahrir al Sham, Al Shabaab e Boko Haram per citare alcuni gruppi di Medio Oriente e Africa). Il secondo è la supervisione di tali apparati estremisti da parte dell’organizzazione nazionale più criminale del mondo, ovvero il controspionaggio israeliano del Mossad, storico alleato di quello americano della CIA.

Gli obiettivi sono molteplici e quasi fin troppo semplici da individuare: isolare ancor di più l’Iran, confinante con l’Afghanistan e partner solo occasionale dei Talebani contro il “nemico” comune americano, e quindi minacciare l’intera Asia Centrale ed i paesi dell’ex Unione Sovietica al fine di predisporre le basi per un eventuale conflitto a macchia di leopardo con la Russia.

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Infine creare la strategia del terrore funzionale all’incremento del mercato delle armi e rendere sempre più indispensabile un nuovo “Ordine Mondiale” già evocato per la lotta contro la pandemia da Coronavirus proprio dall’avvocato Avril Haines, esperta di armi batteriologiche ed ex vicedirettore CIA dell’amministrazione Obama-Biden fino al 2015, che oggi è Direttore Nazionale dell’Intelligence di tutti gli Stati Uniti d’America.

Il NWO non è certo un progetto recente visto che venne ben descritto dal commodoro della Marina Canadese William Guy Carr nel libro “Pedine in gioco” in cui evidenziò il progetto massonico internazionale portato avanti dal terrorista europeo Giuseppe Mazzini con la Spedizione dei Mille in Italia e dal generale sudista Albert Pike nella guerra di secessione da cui uscì però vittorioso il presidente Abramo Lincoln, poi ucciso da un massone.

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In quel complotto da Deep State un secolo dopo fu cooptato il Movimento Sionista per la nascita di Israele, e successivamente la componente islamica di matrice Sunnita, per esacerbare la contrapposizione con i musulmani Sciiti e soprattutto contro il mondo Cristiano Ortodosso, Cattolico e Pentecostale (pur essendo la massoneria britannica nata nell’ambito dei Protestanti Anglicani in rivalità con il Cattolicesimo). Le violazioni dei diritti umani compiute contro Sciiti, Curdi e Cristiani nel Nord Est della Siria dai jihadisti mercenari della Turchia grazie alla protezione NATO ne sono la più eloquente conferma.

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I TERRORISTI ISLAMICI ADDESTRATI E FINANZIATI DAGLI USA

«Tutti i famosi terroristi, i cui nomi si sentono ogni giorno nei media mainstream, furono i figli della guerra sovietico-afghana: inclusi Osama bin Laden, Ayman al Zawahiri, gli Haqqani, i talebani, gli Hekmatyar ecc. Ma quella guerra era non è limitato solo all’Afghanistan. L’alleanza tra le potenze occidentali e i loro stati clienti regionali durante la Guerra Fredda ha finanziato, addestrato, armato e legittimato a livello internazionale i jihadisti islamici in tutto il mondo islamico. Sentiamo i nomi di gruppi jihadisti che operano in regioni lontane come gli Stati dell’Asia centrale, il Caucaso settentrionale e persino in Bosnia e Kosovo nei Balcani» ricordava Nauman Sadiq in un’inchiesta pubblica il 5 novembre 2019 su Global Research.

Per quanto riguarda gli obiettivi dell’invasione sovietica dell’Afghanistan nel dicembre 1979, l’allora inviato americano a Kabul, Adolph “Spike” Dubs, fu assassinato il giorno di San Valentino, il 14 febbraio 1979, lo stesso giorno in cui i rivoluzionari iraniani presero d’assalto l’ambasciata americana a Teheran.

Il fondatore di Al Qaeda Osama Bin Laden

«L’ex Unione Sovietica temeva che i suoi quaranta milioni di musulmani fossero suscettibili al radicalismo, perché il radicalismo islamico si stava infiltrando attraverso il confine negli Stati dell’Asia centrale dall’Afghanistan. Pertanto, l’Unione Sovietica invase l’Afghanistan nel dicembre 1979 a sostegno dei comunisti afgani per prevenire la probabilità che insurrezioni islamiste si diffondessero negli Stati dell’Asia centrale confinanti con l’Afghanistan» si legge ancora nell’articolo di Global Research.

Secondo i documenti declassificati dalla Casa Bianca, dalla CIA e dal Dipartimento di Stato a gennaio, come riportato da Tim Weiner per il Washington Post (link tra le fonti a fondo pagina), la CIA stava aiutando i jihadisti afghani prima che l’Unione Sovietica invadesse l’Afghanistan nel 1979. Il presidente Jimmy Carter firmò la CIA direttiva per armare i jihadisti afghani nel luglio 1979, mentre l’ex Unione Sovietica invase l’Afghanistan nel dicembre dello stesso anno.

Il dossier sull’Afghanistan desecretata dal Dipartimento di Stato Usa – clicca per leggere tutti i documenti

«La rivelazione non è però una sorpresa, perché più di due decenni prima della declassificazione dei documenti del Dipartimento di Stato, nell’intervista del 1998 a The Counter Punch Magazine, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Jimmy Carter, Zbigniew Brzezinski , ha confessato che il presidente ha firmato la direttiva per fornire aiuti segreti ai jihadisti afghani nel luglio 1979, mentre l’esercito sovietico ha invaso l’Afghanistan sei mesi dopo, nel dicembre 1979» nota Sadiq.

Ecco un commovente estratto dell’intervista. L’intervistatore pone la domanda: “E nemmeno rimpiangi di aver appoggiato i jihadisti islamici, di aver dato armi e consigli ai futuri terroristi?” Brzezinski risponde: “Cosa è più importante per la storia del mondo? I talebani o il crollo dell’impero sovietico? Alcuni musulmani istigati o la liberazione dell’Europa centrale e la fine della guerra fredda? Nonostante la grossolana insensibilità, si deve dare credito a Zbigniew Brzezinski che almeno ha avuto il coraggio di dire la verità senza ornamenti.

«Vale la pena notare, tuttavia, che la suddetta intervista è stata registrata nel 1998. Dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre, nessun politico occidentale può ora osare essere schietto come Brzezinski» chiosa il reporter investigativo di Global Research dopo aver di fatto chiarito le dinamiche grazie alle quali presero sempre più potere i nazionalisti Talebani. In poche parole la “cura” si è rivelata ancor peggiore del male, proprio come secondo molti esperti di virologia sta accadendo per il vaccino contro la pandemia da SARS-Cov-2.

 

I SOSPETTI FALLIMENTI DEL PENTAGONO CON ISIS E TALEBANI

Chi crede che questa sia soltanto una visione fanta-spionistica dovrebbe rammentare che nel settembre 2015 due alti esponenti del Pentagono furono chiamati a testimoniare davanti alla Commissione per i Servizi Armati del Senato Usa, riunitasi a Capitol Hill, per spiegare il crescente successo dell’ISIS in Siria nonostante una vasta campagna militare dell’esercito Usa.

Ebbene le “giustificazioni” furono chieste al sottosegretario alla Difesa per la politica Christine Wormuth e al generale dell’Esercito Lloyd Austin, capo del quartier generale americano che supervisionava la guerra contro il gruppo dello Stato Islamico. Oggi Austin è il Segretario del Pentagono (Dipartimento della Difesa) che ha coordinato sotto il profilo politico il ritiro delle truppe USA con il presidente Joseph Biden concedendo ai terroristi Talebani di riconquistare l’Afghanistan.

Gen. David H. Petraeus (R) (direttore CIA dal 2011 al 2012) e Lt. Gen. Lloyd Austin (L) salutano il candidato presidenziale democratico Sen. Barack Obama (D-IL) come Obama arriva all’Aeroporto Internazionale di Baghdad in Iraq il 21 luglio 2008. (UPI Foto/Lorie Jewell/US Army)

“Non ho mai visto un’udienza che sia così distaccata dall’intuizione di ogni esperto esterno”, dichiarò allora  il senatore John McCain, presidente della commissione, secondo quanto riportato da un articolo di US News, dopo che la coppia cercò di spiegare i limitati successi della campagna, vale a dire la sua guerra aerea e concentrarsi sull’equipaggiamento e l’addestramento delle forze a terra.

I risultati di quest’ultima componente furono accolti con una risatina esagerata dal palco, in particolare quando Austin ha spiegò che uno sforzo per addestrare i siriani che inizialmente si prevedeva di produrre 5.400 combattenti addestrati all’anno ha finora prodotto solo “quattro o cinque “che rimangono ancora a terra e attivi in ​​combattimento. “È un piccolo numero”, disse  Austin, che sovrintendeva al comando centrale degli Stati Uniti. “Il programma [New Syrian Force] ha avuto un avvio lento”.

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Austin e Wormuth rifiutarono invece di commentare in modo specifico i rapporti secondo cui i massimi comandanti militari avevano distorto l’intelligence sul gruppo dello Stato islamico al fine di far sembrare l’organizzazione estremista più debole, in linea con la preferenza dei funzionari della Casa Bianca, ovvero l’amministrazione Obama-Biden, secondo quanto riferito dall’articolo di US News.

«Austin dichiarò davanti alla Commissione del Senato di non aver mai preso parte a falsificare i servizi di intelligence e ha osservato che comandi di combattimento come il suo non informano direttamente il presidente, ma piuttosto incanalano le informazioni attraverso i quartieri generali dell’intelligence come la Defense Intelligence Agency, che a sua volta informa il direttore dell’intelligence nazionale James Clapper» aggiunse US News.

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Com’è noto negli anni successivi l’Isis estese le sue conquiste in Siria tanto da costringere il Pentagono ad utilizzare i cacciabombardieri (facendo pure molte stragi di civili innocenti) e ad appoggiarsi ai Curdi dello SDF e ai Turchi per strappare il Rojava (il Nord Est della Siria) allo Stato Islamico. Nel caos generale del conflitto gli americani riuscirono però a conquistare i pozzi petroliferi nella provincia di Deir Ezzor, accanto alla loro strategica base di Al Tanf al confine tra Siria, Iraq e Giordania.

A questo punto è quindi lecito porsi una domanda… Davvero la più grande potenza del mondo nel campo bellico e militare ci è ricascata ed è stata incapace di prevedere la caduta di Kabul e delle principali città nelle mani dei Talebani oppure aveva già previsto tutto nei minimi dettagli, quindi anche i potenti armamenti passati dall’esercito regolare ai terroristi estremisti, secondo uno scenario più complesso nel quale l’Intelligence avrebbe dovuto prendere il posto delle truppe militari?

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MOSSAD, SAUDITI E INTELLIGENCE OCCIDENTALE

A sostenere questa tesi è stato Ami Rojkes su Israel Defense, il portale d’informazioni ed opinioni che segue da vicino le attività dell’Israeli Defense Forces, ovvero l’esercito di Gerusalemme. Non è merito mio se ho trovato questo illuminante articolo ma del veterano italiano del giornalismo investigativo Maurizio Blondet, già inviato del quotidiano Avvenire a New York per l’attentato alle Torri Gemelli ed autore del libro “11 Settembre: Colpo di Stato Usa”.

Prima di leggerne i contenuti vorrei rammentare che le inchieste condotte dall’ex ufficiale della CIA Gordon Duff su Veterans Today negli Usa e quelle da me sviluppate su Gospa News grazie a fonti Osint hanno portato alla luce la medesima teoria investigativa su quell’evento che fu la scaturigine di ogni azione in Afghanistan contro Al Qaeda e i Talebani suoi alleati.

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E’ infatti emerso un complotto tra intelligence americana, Mossad e Arabia Saudita in cui sarebbe nascosto persino il movente del brutale assassinio del giornalista arabo del Washington Post Jamal Kashoggi, torturato e squartato nel Consolato del Regno di Arabia Saudita a Istanbul, dove nell’autunno 2019 perse misteriosamente la vita anche James Le Mesurier, l’ex 007 militare britannico addestratore dei Whilte Helmets in Siria, denunciati dalla Russia all’Onu quali organizzazione terroristica per traffico di organi umani e per la collaborazione con Al Nusra (costola di Al Qaeda) negli attentati chimici false-flag come quello di Douma.

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Proprio in Siria, nei pressi di Al Tanf, nel febbraio 2020, si sarebbero tenuti «diversi incontri per rappresentanti dell’apparato di intelligence di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna e di un certo numero di stati regionali della Siria, con la partecipazione dei leader sul campo di Daesh e di altri gruppi terroristici, per discutere dell’intensificazione degli attacchi contro le forze del governo siriano e le basi militari russe in Siria» come evidenziammo in un precedente articolo di Gospa News grazie a fonti di Damasco e Mosca.

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IL GRANDE GIOCO DI ISRAELE IN AFGHANISTAN

«Israele entrerà nel grande gioco? Il ritiro delle forze armate statunitensi dall’Afghanistan offre allo Stato di Israele, attraverso il Mossad, l’opportunità di mettere piede nel grande gioco e no, non significa che Israele cercherà il controllo della regione dell’Asia centrale» si domanda l’analista di Israel Defense che nelle frasi successive dell’articolo rivelerà una già consolidata presenza del controspionaggio di Gerusalemme sul posto.

«Non hai ancora familiarità con il termine “grande gioco”? Bene, questa è un’opportunità per leggere Il Grande Gioco. Questa è una descrizione istografica delle mosse geopolitiche in Asia centrale. L’Afghanistan è uno dei pilastri di questo gioco» ironizza Ami Rojkes.

«Come affermato, nella situazione che si è creata, Israele ha un’opportunità. L’Afghanistan confina con l’Iran e teoricamente potrebbe consentire al Mossad o all’IDF di raccogliere informazioni, attivare agenti e supportare l’opposizione locale dal territorio vicino, poiché il territorio consente ad altri paesi tra cui Azerbaigian, Armenia, Turchia e Pakistan» si legge ancora nell’articolo.

L’articolo pubblicato su Israel Defense dal titolo ““Una partnership israeliana con i talebani potrebbe mettere Gerusalemme in partita contro l’Iran”

«In Afghanistan, negli ultimi vent’anni, le forze armate statunitensi hanno lavorato per eliminare al Qaeda dopo gli attacchi gemelli di settembre del settembre 2011. Gli Stati Uniti hanno fallito in questo, così come le altre potenze precedenti, inclusa la Russia, ma hanno sviluppato legami con il governo locale e i talebani lungo la strada. Legami che oggi le consentono di colmare i colloqui di pace tra le parti al fine di raggiungere uno stato di funzionamento normativo a partire dal prossimo settembre (la data ufficiale di partenza è la fine di agosto)».

«È probabile che i talebani mantengano anche legami commerciali in Iran. Più o meno legale. In virtù di questi, ha familiarità con le vie di accesso informali, che sono per lo più utilizzate dai contrabbandieri di merci da e verso l’Iran. Questi modi sono utilizzati anche dai servizi di intelligence come l’istituzione».

https://www.gospanews.net/2021/06/27/strage-di-ustica-4-piste-sul-missile-israeliano-rivelazioni-del-capo-di-gladio-e-di-ex-mossad-tra-varie-inchieste-giornalistiche/

Clamorose le ultime frasi di Rojkes che confermano integralmente le nostre tesi geopolitiche: «Tamir Pardo, l’ex capo del Mossad, ha definito il Mossad un’organizzazione criminale legale. Ebbene, nonostante le critiche pubbliche a questa affermazione, ha ragione. E questa non è solo l’istituzione, ma ogni organizzazione di intelligence parallela nel mondo. In alcuni casi, non c’è differenza tra l’infrastruttura utilizzata da un’organizzazione che contrabbanda merci, persone e armi tra paesi e l’infrastruttura utilizzata da un’organizzazione di intelligence. A volte queste sono esattamente le stesse infrastrutture».

«Nel contesto dei talebani, la sua conoscenza dell’Iran e dei modi per accedervi e da esso, i loro contatti, le organizzazioni criminali locali – tutto questo vale oro per l’istituzione. E sì, anche alla CIA. D’altra parte, i talebani hanno bisogno di armi, tecnologie militari, modi per riciclare denaro e accesso ufficiale ai governi di tutto il mondo per prendersi cura dei propri interessi e di quelli dell’Afghanistan».

I LEGAMI TRA TALEBANI, MOSSAD E CIA

A questo punto un’altra domanda è d’obbligo… Dopo i molteplici incontri avvenuti tra le delegazioni di Talebani e politici o generali Usa in Qatar a Doha (nelle cui banche sono transitati finanziamenti per Al Nusra e Hayat Tahrir al Sham come risulta da due cause giudiziarie pendenti negli Usa e nel Regno Unito), gli estremisti sunniti afghani – che hanno riconquistato facilmente Kabul anche grazie ai soldati dell’esercito regolare non pagati da mesi – sono consapevoli di essere nel Grande Gioco o sono soltanto “pedine” allettate dal premio di veder trionfare la teocrazia del nuovo Impero Islamico dell’Afghanistan?

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Come sovente accade, qualcuno di loro sarà a conoscenza di ogni trama, altri di poche o nessuna. Come nota l’analista israeliano da decenni «Una delle principali fonti di reddito per i talebani è la droga. Principalmente oppio». Ecco perché « il Mossad può “commerciare” con i talebani nella sua capacità di sostenere il suo traffico di droga, in cambio di informazioni sull’Iran e supporto logistico per le operazioni all’interno dell’Iran».

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«È probabile che il Mossad abbia già legami con i talebani, ma Israele, a questo proposito, può avvalersi dell’aiuto degli americani per sviluppare legami migliori con i talebani, insieme al governo ufficiale di Kabul. Insieme agli Stati Uniti, anche altri paesi possono aiutare».

«Non ci sono vere amicizie tra Pakistan e Afghanistan, ma il Pakistan è destinato a fungere da base per gli attacchi assassini statunitensi sul suolo afghano in seguito al ritiro delle forze armate statunitensi. Questa è un’operazione segreta che la CIA conduce da oltre due decenni. Il servizio di intelligence pakistano è considerato di alta qualità nella regione dell’Asia centrale (il grande gioco, ricordi?)» aggiunge IsraelDefense.

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«Se torniamo agli americani, allora, nonostante il ritiro dell’esercito dall’Afghanistan, ci sarà una vasta attività della CIA nel Paese per riferire alla Casa Bianca quanto sta accadendo nel Paese che è considerato uno dei principali attori della gran gioco. Grazie ai buoni rapporti tra Israele e Stati Uniti, il Mossad potrà contare sull’appoggio americano all’Afghanistan, così come sui legami degli americani con i Talebani, il che, come detto, è favorevole al monitoraggio del programma».

 

L’INCUBO DEL TERRORISMO GLOBALE IN AFGHANISTAN

Ma qual è davvero il programma finale? A lanciare l’allarme è un parlamentare di Mosca che riferisce le stesse identiche parole di un ex 007 americano. «Con i talebani che ora controllano l’Afghanistan, non c’è dubbio che forniranno un rifugio sicuro ad Al Qaeda, all’ISIS e ad altri terroristi… questa è una minaccia alla sicurezza nazionale”, l’ex direttore della CIA Leon Panetta dice sull’acquisizione del potere da parte dei talebani, come riporta un Tweet ampiamente condiviso. Tale affermazione appare fondata solo in parte.

Chi come Gospa News ha ripetutamente seguito gli spostamenti dei terroristi ISIS catturati sa bene infatti che in Siria sono stati gestiti con disinvoltura dalla Turchia, attraverso il Servizio d’Intelligence Nazionale MIT di Ankara: liberando i comandanti dello Stato Islamico dalle prigioni del Forze Siriane Democratiche dei nemici Curdi, per reimpiegarli sul campo da battaglia quali mercenari secondo una strategia già “brevettata” nello Yemen dal Regno di Arabia Saudita proprio con i condannati a morte di Al Qaeda.

Siria: 76 capi ISIS tra i mercenari turchi, anche i killer del ranger Kassig e dell’attivista Hevrin. Ucciso prete cristiano

Ciò è avvenuto sotto gli occhi distratti delle truppe NATO ma anche addirittura con la loro complicità silente come nello schieramento di 14mila jihadisti tagliagole in Libia a difesa del Governo di Accordo Nazionale di Tripoli.

14MILA JIHADISTI IN LIBIA grazie a Turchia, Deep State NATO e Lobby Armi USA. Col plauso dell’ex consigliere di Napolitano, ora ambasciatore a Tripoli

Quell’operazione fu favorita dalla copertura mediatica fornita dalla società americana di lobbying Mercury per occultare il ruolo dei Fratelli Musulmani secondo una strategia di manipolazione dell’opinione pubblica utilizzata anche con le Big Pharma che si stanno arricchendo grazie al virus SARS-Cov-2 che ormai numerosi esperti di intelligence e virologia ritengono creato in laboratorio in un “affare Cina-Usa” risalente al periodo dell’amministrazione Obama-Biden.

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LA MINACCIA TALEBANA PER LA RUSSIA

Ma ancora più clamoroso è il ruolo diretto degli USA negli spostamenti di prigionieri ISIS. Nel maggio 2019, infatti, Gospa News realizzò un reportage sul trasferimento di migliaia di jihadisti dello Stato Islamico liberati dalle prigioni dei Talebani o da quelle SDF in Siria dalle truppe americane e ammassati nel Nord dell’Afghanistan per infiltrarsi nei paesi dell’ex Urss, tutti a maggioranza musulmana, dove potrebbero scatenare insurrezioni nel tentativo di minacciare i confini della Russia.

A lanciare l’allarme, allora, fu il capo dei servizi segreti russi FSB, l’ex KGB, Alexander Bortnikov. Oggi tocca a Konstantin Kosachev, vicepresidente del Consiglio della Federazione russa (la Camera Alta dell’assemblea Federale di Mosca). Il parlamentare, il 15 agosto 2021, appena dopo la caduta di Kabul, ha avvertito che l’acquisizione dell’Afghanistan da parte dei talebani potrebbe minacciare la sicurezza della Russia e dei suoi alleati dell’Asia centrale.

JIHADISTI ISIS LIBERATI DAGLI USA AMMASSATI VICINO ALLA RUSSIA

Il legislatore russo ha affermato di ritenere che il crollo del governo afghano e il ritorno del governo talebano potrebbero potenzialmente portare alla formazione di più gruppi terroristici nel paese. E non solo. La Turchia aveva già intenzione di inviare a Kabul i suoi mercenari jihadisti (tra cui ci sono migliaia di ex militanti di ISIS ed Al Qaeda) per mantenere il controllo dell’aeroporto secondo una strategia NATO. Ma ha poi lasciato solo il suo contingente di circa 500 soldati dell’esercito regolare affermando di essere intenzionata a mantenere il presidio nonostante l’intimazione dei Talebani a lasciarlo.

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Non è difficile arguire che in cambio di una legittimazione internazionale del loro nuovo governo di Kabul davanti all’Unione Europea (ovvero la NATO), già in fase di valutazione dopo le dichiarazioni di moderazione degli estremisti afghani della Sharia (la severa legge coranica), potrebbero ben accettare il compromesso della presenza Turca e di loro combattenti jihadisti (meno costosi di un militare regolare).

“C’è già un aumento dell’interesse dell’IS in Afghanistan e in Asia centrale, dopo la sconfitta in Siria e Iraq”, ha scritto domenica Kosachev sul suo account Facebook. “Indipendentemente dal fatto che l’Isis alla fine raggiunga un accordo con i talebani (e uno scenario del genere non può essere escluso), la minaccia alla Russia e ai suoi alleati aumenterà oggettivamente”.

Secondo Kosachev, in Afghanistan operano già molti diversi gruppi, “compresi quelli dello spazio post-sovietico”, che ora hanno sede nel nord del Paese, in prossimità dei confini dei Paesi dell’Asia centrale.

Konstantin Kosachev, vicepresidente del Consiglio della Federazione russa

«Sebbene i talebani abbiano offerto assicurazioni che i loro rapidi guadagni sul campo in Afghanistan non avrebbero minacciato la Russia o i suoi alleati in Asia centrale durante la loro visita a Mosca l’8 luglio, Mosca stava rafforzando la sua presenza militare nei paesi dell’Asia centrale che confinano con l’Afghanistan durante il ritiro degli Stati Uniti dal paese» riporta Caspian News evidenziando che non è stata prevista l’evaquazione dell’ambasciata russa a Kabul proprio in virtù delle assicurazioni fornite dai talebani per la sicurezza dei diplomatici.

«La domanda non è nemmeno se ci si possa fidare di loro», ha scritto Kosachev. «I talebani sono, in linea di principio, un movimento nazionalista pashtun, i cui compiti sono generalmente limitati al territorio afghano, a differenza dell’IS».

Ma è pur vero che se davvero gli estremisti islamici afghani, considerati terroristi da Mosca, avessero preso potere grazie ad un progetto internazionale d’intelligence del Nuovo Ordine Mondiale massonico-sionista-sunnita proprio la difesa del Cristianesimo Ortodosso del Cremlino e del presidente Vladimir Putin potrebbe essere il bersaglio finale. Come in fondo lo furono gli Ortodossi Serbi ed anche in parte i Cattolici Croati per i Bosniaci Musulmani.

 

IL CALIFFATO D’EUROPA VOLUTO DA CIA E SAUDITI

Ma quale ruolo sono chiamati a svolgere i Talebani nel “Grande Gioco” cui accennava l’analista israeliano. In fondo la stessa organizzazione di Al Qaeda fu creata da Osama Bin Laden (si ritiene grazie ai finanziamenti dei Sauditi) per difendere la rivoluzione afghana contro l’occupazione sovietica ma fu successivamente utilizzata con successo nei Balcani, come ben evidenziato nel romanzo-storico Califfato d’Europa pubblicato da un investigatore italiano esperto di terrorismo che comandò il contingente di pace della Polizia di Stato in Bosnia dopo il conflitto.

I musulmani bosniaci. sostenuti da miliziani di Al Qaeda finanziati ed addestrati da CIA e Sauditi. riuscirono a guadagnarsi la Bosnia compresa l’enclave croata dell’Herzegovina. Alla stregua dei miliari serbi del presidente Slobodan Milosevic sono stati accusati di crimini di guerra ma ancora non sono stati giudicati con una sentenza, come se siano predestinati ad un’ufficiosa immunità diplomatica…

Milosevic è morto prima della sentenza del Corte Penale Internazionale dell’Aja. Ma dopo la sua morte, in una sentenza di condanna a 40 anni di reclusione per l’altro presidente Radovan Karadžić per i crimini del periodo 1992-1995, il tribunale dell’Aja ha fatto un accenno anche alle responsabilità dell’ex Presidente serbo riguardo al piano di espulsione dei bosniaci musulmani e dei croato-bosniaci, dichiarando che, comunque, «Milošević fornì assistenza nella forma di personale, logistica e armi ai serbo-bosniaci durante il conflitto».

CALIFFATO D’EUROPA: LA JIHAD IN BOSNIA ARMATA DA SAUDITI E CIA

Lo scorso 8 giugno 2021 è invece arrivata la sentenza del Tribunale dell’Aja che ha confermato l’ergastolo per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità per l’ex generale serbo Ratko Mladic, per le atrocità compiute durante la guerra in Bosnia, dall’assedio di Sarajevo al massacro di Srebrenica.

Mentre dopo la guerra, formalmente conclusa dall’accordo di pace di Dayton nel novembre 1995, il presidente bosniaco Alija Izetbegović divenne membro della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina.  Si è dimesso nell’ottobre 2000 all’età di 74 anni, adducendo la sua cattiva salute. Tuttavia, Izetbegović è rimasto popolare tra il pubblico bosniaco, che lo ha soprannominato Dedo (che in bosniaco significa nonno). Morì nel 2003, illibato da inchieste internazionali, per un attacco di cuore.

Alija Izetbegovic in un incontro con Bill Clinton alla Casa Bianca il 18 marzo 1994 – Foto Fondazione Izetbegovic

Osama bin Laden ricevette il passaporto bosniaco durante la presidenza di Izetbegović e visitò più volte la Bosnia e il Kosovo. Bin-Laden dichiarò a un giornalista tedesco che aveva intenzione di portare volontari musulmani in Bosnia. Infatti, «mentre l’amministrazione Clinton stava sostenendo il governo bosniaco musulmano di Alija Izetbegovic, la sua ambasciata a Vienna nel 1992 ha rilasciato un passaporto a Osama bin Laden che gli ha permesso di visitare la Bosnia e il Kosovo almeno tre volte» scrisse il Washington Post nel 2005.

GENERALE BOSNIACO LIBERO NONOSTANTE I CRIMINI DI GUERRA

E’ andata bene anche ad uno dei suoi alti ufficiali bosniaci Atif Dudakovic, anch’egli al centro degli intrighi tra CIA e Al Qaeda nei Balcani, che lo scorso 22 febbraio 2021 (video YouTube) ha tenuto un discorso nazionalista davanti ai suoi devoti militari della Brigata del 5° Corpo da lui comandato all’interno dell’Esercito della Bosnia ed Herzegovina, nonostante sia sotto processo per crimini di guerra. Tutto ciò grazie alla pandemia ed alla circostanza di essere stato sottoposto a giudizio a casa sua e non a L’Aja.

«È passato più di un anno da quando i processi su larga scala per crimini commessi durante la guerra in Bosnia sono stati sospesi presso il tribunale statale di Sarajevo a causa delle misure di sicurezza per frenare la pandemia di coronavirus, e non ci sono indicazioni su quando potrebbero riprendere» ha scritto il giornale online BalkanInsight (BIRN).

https://youtu.be/RNjwZDCtxb0

“Sappiamo che questo è un processo a lungo termine, che viene ulteriormente trascinato da questo, ma per il momento non abbiamo altra soluzione che aspettare che la situazione si stabilizzi”, il giudice Minka Kreho, presidente della sezione criminale di il tribunale statale bosniaco, ha detto a BIRN.

I casi sospesi per l’anno includono il processo di alto profilo di Atif Dudakovic, l’ex comandante del quinto corpo dell’esercito bosniaco, che è stato processato insieme a 16 dei suoi soldati per crimini di guerra tra cui oltre 300 omicidi e la distruzione di Chiese serbe ortodosse. L’ultima udienza del caso si è tenuta nel febbraio 2020. Sospeso anche il processo contro 11 combattenti e poliziotti della Difesa Territoriale Bosniaco accusati di un attacco al villaggio di Cemerno nel 1992, quando furono uccisi circa 30 serbi, tra cui dieci donne. Rinviati anche altri processi minori per militari serbi e croati.

Proprio la storia del Califfato d’Europa voluto dalla CIA insegna che le pedine funzionali al Grande Gioco riescono quasi sempre a farla franca. Non va dimenticato, infatti, che l’intelligence russa ha fornito parecchi indizi per smentire il misterioso blitz con cui le forze speciali americane avrebbero ucciso il Califfo dello Stato Islamico, Abu Bakr Al Baghdadi.

Capo CIA in Medio Oriente ucciso nell’aereo Usa caduto in Afghanistan

Mentre in Afghanistan sarebbe realmente morto, nello schianto di un aereo dell’US Air Force ritenuto un velivolo di ricognizione CIA che si sospetta sia stato abbattuto dai Talebani, il famigerato direttore delle operazioni in Medio Oriente della Central Intelligence Agency, Mike d’Andrea, portandosi nell’aldilà tutti i segreti degli ultimi vent’anni di controspionaggio tra CIA, Mossad e terroristi musulmani.

Tra questi anche le dubbie morti di Osama Bin Laden e Al Baghdadi, entrambi per anni funzionali alla strategia del terrore CIA-MOSSAD-ISLAM Sunnita ed entrambi uccisi in misteriosi blitz delle forze speciali USA che non riuscirono nemmeno a fotografare i cadaveri: come invece avvenne per Muhammar Gheddafi e Saddam Hussein, colpevoli di aver cercato di sottrarre il petrolio della Libia e dell’Iraq dalle grinfie militari dei paesi  NATO.

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI

GOSPA NEWS – INCHIESTE SU TERRORISTI JIHADISTI

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE COSPIRAZIONI – MASSONERIA

GLOBAL RESEARCH – ISLAMIC JIHADISM CONCEIVED ANTIDOTE COMMUNISM

WASHINGTON POST – CIA was aiding Afghan rebels before the Soviets invaded in ’79

US DEPARTMENT OF STATE – DECLASSIFIED CIA DOSSIER ON AFGHANISTAN

US NEWS – GENERAL: ONLY 4 OR 5 US TRAINED SYRIAN FIGHTERS OPERATING AGAINST ISIS

ISRAEL DEFENSE – Interpretazione Una partnership israeliana con i talebani potrebbe mettere Gerusalemme in partita contro l’Iran

BLONDET & FRIENDS – “Una partnership israeliana con i talebani potrebbe mettere Gerusalemme in partita contro l’Iran”

CASPIAN NEWS – WHY TALIBANS TAKEOVER OF AFGHANISTAN COULD POSE TERRORIST THREAT TO RUSSIA

BALKANS INSIGHT – PANDEMIC HALTS MAJOR BOSNIAN WAR CRIMES TRIAL FOR YEAR

WASHINGTON POST – FORUM: ANTI-SERB PROGRAM BY CLINTON 

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