GREEN PASS A STATALI E PRIVATI: LA TOMBA DI SALVINI E LEGA. Per gli Affari di Big Pharma con Giorgetti
Carlo Domenico Cristofori
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di Carlo Domenico Cristofori
Come era facile prevedere le sparate sui social di Matteo Salvini contro l’estensione del Green Pass sono servite soltanto a salvare la faccia della Lega davanti a chi ancora crede a un mangiatore di crema di nocciole che ostenta la corona del Rosario con la stessa sfacciataggine con cui esibisce i figli avuti da molteplici relazioni in palese contraddizione con l’etica del Cristianesimo.
“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
E’ questa l’unica frase degna di celebrare l’imbonitore di folle che sul piano politico è riuscito ad ingannare i suoi seguaci leghisti meglio di quanto fece Vanna Marchi con i suoi acquirenti di pozioni magiche.
Non merita altre parole l’emblema della pusillanimità all’italiana, figlia dei 20mila euro al mese che gli garantisce il suo ruolo parlamentare e propaggine di un misterioso buco da 49milioni di euro che Bossi & co. fecero nella gestione amministrativa del partito.
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità al nuovo decreto legge per l’estensione del Green pass a tutti i luoghi di lavoro. E’ quanto si apprende da diverse fonti governative, a riunione del Cdm ancora in corso.
L’estensione del Green pass scatterà, probabilmente dal 15 ottobre, per tutti i lavoratori pubblici e privati. Tra le novità, la sospensione dal lavoro, e quindi dallo stipendio, dopo 5 giorni di accesso senza certificato.
Per le farmacie verso l’obbligo di prezzi calmierati per i tamponi. Il governo inoltre chiede di estendere l’obbligo di Green pass anche a Quirinale, Consulta e Parlamento. Per il principio dell’autodichia, la norma non si può applicare automaticamente agli organi costituzionali che, in base al decreto, dovranno pronunciarsi entro il 15 ottobre. L’obbligo di certificato è esteso anche a chi opera nelle associazioni di volontariato.
Estendere la validità dei tamponi a 72 ore e non più a 48. E’ quanto hanno chiesto le Regioni al governo nel corso della riunione sul decreto che allarga l’utilizzo del green pass, chiedendo che sia il Comitato tecnico scientifico ad esprimere un parere. Su questo, dice il rappresentante dell’Unione delle Province Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, “attendiamo la risposta del Cts che sarà sollecitato dal Ministro Speranza”. La stessa richiesta è stata fatta in Cdm dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Prevedere un ulteriore calmieramento dei prezzi dei tamponi ed estendere la validità del loro esito da 48 a 72 ore. E’ quanto avrebbe proposto al governo, secondo quanto si apprende da fonti delle Regioni, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga nel corso della riunione sul nuovo decreto che estende l’uso del green pass. L’obiettivo, avrebbe spiegato Fedriga, è quello di “ridurre le tensioni sociali e accompagnare i cittadini verso una scelta responsabile, quella di tutelare la loro stessa salute e quella della comunità, senza alimentare contrapposizioni frontali e scontri radicali”.
Le misure individuate oggi dovranno essere applicate anche agli organi costituzionali, includendo dunque il Quirinale e la Corte Costituzionale. L’obbligo di vaccinarsi, quindi, riguarderà anche le cariche elettive di Camera e Senato. E’ questo l’invito che il Governo ha rivolto a tutte quelle istituzioni che, per il principio dell’autodichia, godono di autonomia decisionale.I capodelegazione presenti alla riunione con Draghi a Palazzo Chigi sono stati il ministro della Cultura Dario Franceschini per il Pd, il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti per la Lega, il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini per FI, la titolare per le Politiche Giovanili Elena Bonetti per Iv, il ministro della Salute Roberto Speranza per Leu. Per il M5S, assente Stefano Patuanelli impegnato al G20 sull’Agricoltura a Firenze, c’è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.
Dalla metà di ottobre, insomma, bisognerà essere vaccinati, aver fatto un tampone o essere guariti dal Covid, per entrare in uffici pubblici e privati, ma l’obbligo dovrebbe essere esteso anche a studi professionali, negozi, ristoranti. Per chi si presenta al lavoro senza, ci saranno sanzioni.Sarà espressamente previsto il divieto di licenziare, recependo una preoccupazione sindacale. Cgil, Cisl e Uil e alcuni ministri avevano chiesto di rendere i tamponi gratuiti per tutti, ma la linea del governo ad ora resta contraria, perché il rischio sarebbe stato quello di disincentivare i vaccini.
I mal di pancia leghisti si erano riverberati nei voti parlamentari sui precedenti decreti Green pass. Ma difficilmente la Lega, che continua a chiedere la gratuità dei tamponi, si smarcherà. Giancarlo Giorgetti, che con Renato Brunetta, Roberto Speranza e Andrea Orlando affianca Draghi al tavolo con i sindacati, ha già espresso pubblicamente il suo favore alla misura, che piace anche ai governatori del Nord.Ad oggi, secondo dati del Governo, 13,9 milioni di lavoratori ha già il Green pass, 4,1 milioni ancora non lo ha: l’obbligo riguarderebbe in totale, quindi, circa 18 milioni di persone.
Alla fine così è stato, con l’intenzione di estendere il modello scuola al mondo del lavoro: il decreto (clicca qui per leggerlo) riguarda i lavoratori della Pubblica amministrazione, del comparto privato, quelli domestici (come colf e baby sitter) e le partite Iva. La disposizione si applica anche a tutti i soggetti che svolgono (a qualsiasi titolo) la propria attività lavorativa o formativa presso le amministrazioni, anche sulla base di contratti esterni.Coinvolti dall’estensione del passaporto vaccinale pure chi svolge le attività di volontariato e quelle equiparabili. Non va poi dimenticato che il Parlamento e gli altri organi costituzionali potranno “autoregolamentarsi” e “adeguarsi in coerenza“. Saranno invece esclusi dall’obbligo i soggetti esenti dalla campagna vaccinale “sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del ministero della Salute“.
Per le imprese con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione del green pass, “il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, e non oltre il predetto termine del 31 dicembre 2021“.L’accesso del personale nei luoghi di lavoro senza certificato verde è punito con una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro; da 400 a 1.000 euro per i datori di lavoro. Chi non è in possesso del green pass è considerato assente ingiustificato. Per il periodo di sospensione ai lavoratori “non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato“.