VICEQUESTORE ”NO GREEN PASS” NEL SINDACATO DI POLIZIA. Nunzia Schilirò Dirigente COSAP. Il Segretario: “Stop al Certificato Verde”

VICEQUESTORE ”NO GREEN PASS” NEL SINDACATO DI POLIZIA. Nunzia Schilirò Dirigente COSAP. Il Segretario: “Stop al Certificato Verde”

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In copertina il vicequestore Nunzia Alessandra Schilirò e il segretario nazionale COSAP Sergio Scalzo

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

AGGIORNAMENTO DELL’11 OTTOBRE 2021

Il funzionario di Polizia Nunzia Alessandra Schilirò è stata sospesa dal servizio in via cautelativa a partire dal 12 ottobre 2021 per il suo intervento sul palco a Roma durante la manifestazione No Green Pass del 25 settembre. La sospensione vale anche per lo stipendio. Ma la vicenda riserva anche un misterioso colpo di scena. «Da oggi (lunedì – ndr) ho revocato la mia iscrizione al sindacato COSAP e, a giorni, conoscerete tutte le motivazioni» ha scritto in un post su Facebook comunicando di essere stata lei a dare la notizia alle agenzie di stampa.

SOSPESO VICEQUESTORE “NO GREEN PASS” ENCOMIATA DA QUOTIDIANO TEDESCO. E’ Dittatura Nazi-Comunista

ARTICOLO DELL’8 OTTOBRE 2021

Il vicequestore Nunzia Alessandra Schilirò è divenuta famosa tra i contestatori del Green-Pass per essere salita sul palco durante una manifestazione tenutasi in piazza San Giovanni a Roma per leggere la Costituzione e contestare l’incostituzionalità del certificato verde, obbligatorio dal 15 ottobre in tutti i luoghi di lavoro. Ma la Questura non aveva gradito avviando un’azione disciplinare nei suoi confronti che è funzionario della II sezione del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale. Da ieri, giovedì 7 ottobre, il vicequestore  della Polizia di Stato avrà invece tutti i diritti di esprimere le sue opinioni poiché è stata nominata Dirigente Nazionale alle Pari Opportunità dal sindacato COSAP, Coordinamento Sindacale Appartenenti Polizia.

«Al prefato Dirigente Sindacale vanno attribuite tutte le prerogative previste dalla normativa vigente. I destinatari della presente comunicazione sono pregati di informare le rispettive articolazioni dipendenti circa la designazione “de quo”» ha scritto il Segretario Nazionale COSAP Sergio Scalzo nella comunicazione inviata all’Ufficio per le Relazioni Sindacali del Ministero dell’Interno e al Direttore sella Direzione Centrale della Polizia Criminale.

Cosa significa questa nomina? Come noto, la legge tutela i rappresentanti sindacali nell’espressione delle loro opinioni. Nel caso della Polizia,il dirigente sindacale non ha più bisogno di chiedere alcun permesso prima di esprimersi, di partecipare ad iniziative pubbliche o sui canali di informazione. Immediata la soddisfazione della dottoressa Schilirò espressa in un post su Facebook.

«In questa mia vicenda sto imparando che, come diceva il grande Calvino, l’uomo ha sempre una scelta: può “accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più” oppure “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. E io ho riconosciuto migliaia e migliaia di persone di grandissimo valore e, oggi, in particolare, voglio ringraziare il sindacato di Polizia COSAP, in prima linea in difesa della Costituzione e, dunque, come me contrario al lasciapassare verde. Un grazie di cuore particolare al segretario generale Sergio Scalzo per il sostegno, la fiducia e le grandi cose che insieme speriamo di realizzare per il bene di tutti! In data odierna, sono stata nominata dalla segreteria nazionale COSAP all’unanimità dirigente sindacale nazionale per le pari opportunità. E a tutti i poliziotti che la pensano come me, l’invito a unirvi al COSAP, l’unico sindacato che ha avuto il coraggio di starmi accanto e non mi ha abbandonato nel momento del bisogno. Un sindacato vero, a difesa dei lavoratori!» ha postato il vicequestore poche ore dopo la sua nomina.

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«Sto imparando tantissimo in questa mia vicenda – ha aggiunto la dottoressa Schilirò – Sto imparando che gli amici non sempre sono tali; che la gente che fa passare il cuore prima per la testa (e dunque sa attivare sul serio l’intelligenza) riconosce le persone autentiche; che esistono molti parassiti che tentano invano di distruggere piante secolari e anime antiche con infamanti invenzioni e quintali di fangose menzogne; che orde di mediocri tramano complotti per incastrare gli innocenti; che corrompono, lusingano, invidiano chiunque abbia un briciolo di valore che li costringe a scorgere la propria bassezza umana, oltre che morale; che se hai scritto dei libri e citi l’ultimo come prova del fatto che non ti sei svegliata il 25 settembre e che, dunque, nessuno ti ha pilotato o strumentalizzato, per alcuni diventi una pedina del mainstream che vuole solo farsi pubblicità. Mi domando se sia l’ignoranza a offuscare le menti o se non abbiamo proprio mai saputo usare la logica».

PROTESTA DEI MILITARI CONTRO LA “DISCRIMINAZIONE GREEN-PASS”! Lettera al Presidente Mattarella del Sindacato dell’Esercito

Al termine della riunione in videoconferenza della segreteria nazionale COSAP dove la dottoressa è stata nominata dirigente sindacale all’unanimità è stata poi redatta una lunga lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministeri competenti ed ai presidenti di Camera e Senato, di contestazione del Green-Pass dal segretario nazionale Sergio Scalzo che nei giorni scorsi aveva sottoscritto un documento congiunto con Domenico Mastrulli (Federazione Sindacale Co.S.P. Coordinamento Sindacale Penitenziaria), Luca Marco Comellini (Sindacato dei Militari), Giuseppe De Finis (Federazione Lavoratori Militari che rappresenta gli operatori di tutte le Forze Armate, ovvero Esercito, Marina, Aeronautica Militare, Carabinieri, Guardia di Finanza) e Pasquale Valente (Sindacato Finanzieri Democratici).

In precedenza era stato il Segretario Nazionale Esercito della stessa Federazione Lavoratori Militari, Piero Angelo De Ruvo, ad inviare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è anche presidente del Consiglio Supremo di Difesa, una vibrante lettera in cui veniva evidenziata la natura incostituzionale e discriminatoria del Green Pass. Purtroppo era rimasta senza risposta.

Al fine di evitare fraintendimenti sui contenuti della lettera del COSAP su una tematica delicata la pubblichiamo integralmente in  calce.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS


LETTERA DEL SEGRETARIO NAZIONALE COSAP A DRAGHI

Ill.mo Signor Presidente del Consiglio Draghi, questa OS COSAP, com’è noto, ha sempre e con fermezza manifestato la sua contrarietà a qualsiasi forma di discriminazione legata al compimento o meno del ciclo vaccinale. Siamo fermamente convinti che si debba garantire a tutti la libertà di scelta se sottoporsi o meno ad un determinato trattamento sanitario, a maggior ragione agli operatori di Polizia.

Riteniamo quindi che la normativa sul Green pass, lungi dall’avere una funzione di sanità pubblica, abbia invece l’obiettivo di introdurre surrettiziamente l’obbligo vaccinale e questo in aperta violazione delle norme nazionali e sovranazionali; infatti, se da un lato la normativa europea di riferimento (1) ha come scopo quello di agevolare la libera circolazione delle persone, la normativa interna (2) ha scelto di imporre un modello “punitivo” e discriminatorio (3) che, seppur astrattamente riconducibile al dettato costituzionale, in realtà appare del tutto sproporzionato e non idoneo a garantire l’esercizio responsabile delle libertà individuali.

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Non si può tacere che allo stato attuale, con una progressiva diminuzione dei casi di contagio e dei decessi e con una copertura vaccinale che ha raggiunto l’ottanta per cento della popolazione avente diritto, non appare assolutamente logica una normativa, di natura emergenziale, posticipata peraltro di un mese, che preveda disposizioni molto stringenti, idonee ad incidere in modo profondo (4) sui diritti delle persone e sulla loro esistenza quotidiana, a fronte peraltro di soggetti contagiati pur essendo stati vaccinati.

  1. 1  Regolamento UE 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021.
  2. 2  Decreto legge 22 aprile 2021, n° 52 convertito con modificazioni dalla legge 17.06.2021, n°87 e decreto legge 21 settembre 2021, n° 127.
  3. 3  Il Consiglio d’Europa, nella risoluzione del 27 gennaio 2021, s an e l’a uale non o liga orie del a ino e la on es uale ne essi di rispe are il pieno eser izio della li er di au ode er inazione degli indi idui, nel ri ia are al res gli artt. 8 e 9 dellaCEDUel’ar .5dellaCon enzionediO iedodel1 suidiri idell’uo oela io edi ina, arisolu a en ea er a ola ne essi di assi urare e nessuno enga dis ri ina o per non essersi a o a inare.
  4. 4  Il considerando 6 del Regolamento UE 2021/953 riconosce il potere degli Stati membri di stabilire limitazioni, sempreché proporzionali e non dis ri ina orie, a o orre e esse siano “s re a en e li i a e nella por a a e nel e po”.

E dunque, ancor di più viene meno il presupposto per il quale si assume di voler “costringere” alla vaccinazione.

Dai dati acquisiti, appare evidente che i vaccini siano efficaci contro la malattia ed i ricoveri, e molto meno contro la possibilità di contagiarsi e soprattutto di contagiare. Ma più in generale è l’insieme delle condizioni richieste dal Green pass a non essere garanzia scientifica riguardo alla non contagiosità.

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Per rendersene conto, basta osservare che i vaccini hanno una propensione non rilevante nel proteggere dal contagio (a differenza della robusta protezione che essi offrono riguardo alla malattia) e questo si rileva chiaramente dai foglietti illustrativi dei vaccini e dai moduli di consenso informato che vengono sottoposti ai vaccinandi; inoltre giova sottolineare che anche i tamponi hanno comunque un’efficacia temporale limitata, in quanto non garantiscono che l’infezione possa essere rilevata in fase embrionale, nel momento puntuale del riscontro strumentale (senza considerare la percentuale non trascurabile di errore); infine, anche le persone guarite non sono necessariamente protette da un successivo, ulteriore contagio.

Queste tre considerazioni riferite ad altrettanti presupposti richiesti per il Green pass sono claudicanti, come già ampiamente spiegato, per cui ci si chiede come possano essere prese in considerazione per imporre un obbligo così pervasivo.Ma si può veramente pensare che la contagiosità o meno di una persona possa essere stabilita per decreto?

Per tali motivi, presumiamo dunque che la libertà, che implicitamente è stata accordata ai cittadini non prevedendo l’obbligo vaccinale, risieda proprio nella logica secondo la quale vaccinarsi è una pratica che serve prioritariamente a difendere il diritto della salute individuale e non di quella collettiva. E qui casca l’asino, diceva Totò!!!

L’Art.32 della Carta Costituzionale sancisce chiaramente che nessun possa essere obbligato a curarsi, ma che gli si potrebbe imporre un trattamento sanitario solo se, ed allorquando, la sua determinazione contraria contrastasse con la tutela della sanità pubblica, altrimenti si arriverebbe al paradosso per il quale bisognerebbe imporre cure obbligatorie per qualunque tipo di patologia contro la quale il paziente si mostrasse inerte.

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Se ciò non avviene è proprio perché ogni soggetto può scegliere liberamente di seguire pratiche terapeutiche e quant’altro valga a salvaguardare la propria salute, pertanto, ci poniamo delle domande, che in verità interrogano molti: perché non è stata sancita l’obbligatorietà del vaccino? Vuoi vedere che questo vaccino non offre grandi chance di frenare il contagio facendo conseguentemente venir meno i necessari presupposti di ragionevolezza e proporzionalità utili al superamento del vaglio di legittimità costituzionale?

È possibile che vi siano forti timori di eclatanti rivolte sociali complicate da gestire? Ed allora, se sono vere queste ipotesi, non sarebbe opportuno sospendere, fermarsi, arrestare questa “marcia trionfante contro la libertà dei singoli”, considerando anche che ormai determinati effetti “indotti” sono stati già prodotti ancor prima dello scadere dell’ultimatum?
In altri termini: la prospettazione delle conseguenze non ha già prodotto gli effetti desiderati? Quanti vaccinati abbiamo avuto a seguito della “minaccia” del Green pass obbligatorio?
Non bastano? Bisogna arrivare alle estreme conseguenze? Si vuole stravincere?

Sia ben chiaro, noi siamo pur sempre rappresentanti di poliziotti, i quali non possono che rispettare le leggi e, ancor di più, farle rispettare. Quando viene ordinata la carica ad un operatore delle forze dell’ordine, questi esegue il comando, a prescindere dalle proprie, personali idee, poiché il servizio alla Repubblica impone l’imparzialità e la terzietà di chi opera e noi sappiamo che quella imparzialità e quella terzietà sono il tratto distintivo, la cifra dei servitori dello Stato.

Teniamo però presente che costoro operano quotidianamente ed incessantemente tra (e per) la gente ed hanno costantemente il polso del loro disagio; per cui le nostre osservazioni pescano nel divenire vivido della realtà pulsante, intercettata attraverso l’ascolto e la percezione degli umori e le esigenze dei cittadini; motivo per il quale gradiremmo di essere ascoltati visto che tocchiamo con mano certe comprensibili pulsioni sociali.

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Manca ormai solo una decina di giorni alla fatidica data del 15 ottobre ed ancora non è stato deciso nulla circa gli strumenti, i tempi ed i modi attraverso i quali si dovrebbe dare attuazione alla disciplina de qua.

Non possiamo tacere sulle evidenti problematiche che potrebbero investire gli appartenenti alle FF.OO. non vaccinati che, nella necessità di dover prolungare il turno ordinario di servizio, potrebbero trovarsi nell’incresciosa e paradossale situazione di dover “scegliere” tra il rispettare la normativa anti covid ed adempiere ai doveri del proprio ufficio, rischiando così sanzioni amministrative, penali e disciplinari, nel caso in cui la validità del Green pass fosse in scadenza.

Come dire: voglio un cazzotto in faccia o un calcio nel basso ventre? A che cosa devono contravvenire gli appartenenti alle FF.OO? Né si può tacere sul fatto che, per andare a lavorare, gli operatori di Polizia debbano affrontare un costo economico considerevole, di alcune centinaia di euro mensili o, in alternativa, rinunciare al loro stipendio e non assumersi in servizio, con evidenti ricadute sull’efficienza del servizio stesso e dunque sull’ordine e la sicurezza pubblica e sul contrasto alla criminalità.

Rappresentiamo all’Ill.mo. Ministro dell’Interno ed all’Ill.mo sig. Capo della Polizia la possibilità di attingere al fondo assistenza della Polizia di Stato per poter garantire la gratuità di tamponi, qualora questo nostro scritto non sortisca gli effetti auspicati. Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Signori Ministri, Signori Senatori, Onorevoli Deputati, ripensateci, prima che sia troppo tardi!

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Ci dispiacerebbe molto dover dire, con il senno di prima e l’evento di poi, che il COSAP l’aveva detto, vi aveva avvisati. Quante volte è accaduto, in occasione di eventi drammatici, che ci si è rammaricati per non essersi soffermati sufficientemente sulla ponderazione di epiloghi controproducenti e dirompenti? Non sarebbe opportuno comprendere che forse sia il caso di non andare oltre?!

Confidiamo sul fatto che questo nostro scritto possa indurre a delle profonde e ponderate riflessioni e possa aprire un ampio dibattito sulla reale necessità di tali misure “eccezionali”, che rischiano di alimentare ulteriori divisioni in fasce sempre più ampie della popolazione contribuendo a radicalizzare ed estremizzare le posizioni sul campo e magari ad alimentare atteggiamenti ascientifici ed irrazionali, che potrebbero trovare terreno fertile in queste acque torbide.

L’ occasione è gradita per porgere alle Ill.me SS.LL, distinti saluti

Roma 07 ottobre 2021

IL SEGRETARIO GENERALE NAZIONALE COSAP
Dr Sergio Scalzo


n.b. I link interni alla lettera non compaiono nel documento originale ma sono stati aggiunti da Gospa News in quanto attinenti agli argomenti trattati

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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