di Carlo Domenico Cristofori
Per poter commentare le vicende socio-politiche italiane bisogna ricordarle tutte. Bisogna ricordare chi sostennero quegli inveterati comunisti (tali solo perché purtroppo questo regime totalitario non è stato equiparato al Nazifascimo come avrebbe dovuto) che oggi si stracciano le vesti perché quattro disperati di Forza Nuova in cerca di una visibilità persa da tempo s’intrufolano nella sede storica della CGIL a Roma, in corso Italia, causando molti meno danni di quelli che le bombe carta provocarono alla sedi della Lega alcuni anni orsono.
Una manifestazione oceanica, con oltre 10mila persone, è stata così imbrattata dai media di mainstream per un episodio del tutto marginale che non avrebbe dovuto sgomentare gli attivisti di sinistra, adusi allo scontro fisico di piazza per far valere le proprie ragioni. Ma purtroppo così è stato. Il topolino scellerato partorito da una montagna di gente per bene ha attirato l’attenzione distraendola dalla vera motivazione di una protesta contro il Green Pass ritenuto incostituzionale e discriminatorio persino dalle forze dell’ordine e dai militari.
Pare che ci sia stato un poliziotto ferito nei tafferugli, assolutamente esecrabili quando si dovrebbe manifestare pacificamente, perché qualcuno ha sfruttato la contestazione di massa contro il certificato verde tenutasi ieri nella capitale per innescare provocazioni violente. Qualche tapparella rotta, forse qualche sedia ma nulla più, a quanto pare, nella sede della Camera Generale del Lavoro. Questa tempesta in un bicchiere d’acqua è stata sufficiente ai militanti di sinistra per gridare allo scandalo e cavalcare la tigre della denuncia di movimenti sediziosi di stampo fascista. Sebbene fossero una sparuta minoranza tra i manifestanti.
“La nostra sede nazionale, la sede delle lavoratrici e dei lavoratori, è stata attaccata da Forza Nuova e dal movimento no vax. Abbiamo resistito allora, resisteremo ora e ancora. A tutti ricordiamo che organizzazioni che si richiamano al fascismo vanno sciolte”. Lo scrive la Cgil Nazionale su twitter in riferimento agli scontri in corso a Roma, con un gruppo di manifestanti che è entrato nella sede del sindacato.
Sicuramente è un fatto increscioso ma i comunisti dovrebbero ricordarsi che la logica della violenza di piazza non è accettabile a prescindere: non è accettabile quando viene da destra ma non dovrebbe essere accettabile nemmeno quando viene da sinistra.
La cultura delle molotov, degli attentati e degli assalti alle camionette dei carabinieri è invece ben radicata nella storia della sinistra che si picca di aver intitolato a Genova una piazza a Carlo Giuliani, morto sparato mentre con passamontagna ed estintore stava assaltando una jeep dei Carabinieri. Lui è stato celebrato come eroe della resistenza contro il sistema corrotto, è stato incoronato come martire dei No-Global contro l’oppressione economica mondialista.
Al giovane Carlo va tutta la mia compassione cristiana perché è stato vittima di una macchinazione politica ben già grande dei suoi pensieri. A chi lo ha voluto difendere mentre attaccava un veicolo delle forze dell’ordine o peggio ancora lo ha esaltato va tutto il mio più profondo biasimo perché la violenza, come insegnarono Aimé Césaire, Nelson Mandela, Mohandas Karamchand Gandhi ma soprattutto, ancor prima, Gesù Cristo e tanti veri martiri cristiani, non è un’arma giustificabile nemmeno per una giusta lotta per i diritti umani.
Ora che invece sono cittadini comuni che manifestano pacificamente contro il Green Pass e le imposizioni vaccinali delle Big Pharma sponsor della politica del Partito Democratico (si legga la storia di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni con GlaxoSmithKline controllata da Bill Gates) la protesta passa in secondo piano perché quattro balordi violano il Sancta Sanctorum della CGIL che non sa tutelare i lavoratori che non desiderano vaccinarsi. Nonostante finora più di 23mila persone nell’Unione Europea siano morte dopo la vaccinazione. E per molte di loro è stata confermata la correlazione con il decesso.
Siamo nel marasma della politica in cui Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e Matteo Salvini della Lega dimostrano di sguazzare al meglio pur di restare a galla in vista delle prossime elezioni che avranno un’affluenza inferiore a quelle della Bielorussia o dei paesi delle dittature asiatiche. La colpa è tutta di questi due finti leader se il popolo del Green Pass non ha sufficiente ascolto. Ma gli intrighi tra loro, le Big Pharma e le Corporations delle armi li racconto un’altra volta, Quando mi sarà passato il disgusto.
Carlo Domenico Cristofori
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