di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Nessuna limitazione a chi vuole esprimere dissenso, ma le regole dovranno impedire che la situazione degeneri. E’ la stretta sui cortei decisa da Palazzo Chigi, dopo che la manifestazione “No Green pass” di Roma è sfociata in scontri e violenze. “Occorre dimostrare che lo Stato c’è – è la linea tracciata da Draghi – e interviene per contrastare i violenti, per stroncare gli estremismi e le iniziative di chi mira a creare tensione e instabilità”» scrive TGCom24.
SOSPESO VICEQUESTORE “NO GREEN PASS” ENCOMIATA DA QUOTIDIANO TEDESCO. E’ Dittatura Nazi-Comunista
Diceva l’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga, “Se vuoi rendere innocue le proteste, devi infiltrarle con gruppi violenti che spacchino tutto, per poi dare la colpa ai manifestanti pacifici”. E’ quanto fecero gli allora Black Bloc, vicini a molti No Global dei centri sociali, al G8 di Genova del 2001 quando morì Carlo Giuliani mentre assaltava una camionetta dei Carabinieri diventando però eroe della sinistra tanto da meritarsi l’intitolazione di una piazza.
Mentre oggi che la presenza di disturbatori di estrema destra ha inquinato le pacifiche proteste del vasto popolo “No Green Pass”, peraltro senza fare un millesimo delle devastazioni capitate nel capoluogo ligure (qualche sedia e tapparella rotta, nessun ferito), scatta immediata la colpevolizzazione politica e ideologica.
Quanto sostenuto da Cossiga appare di strettissima attualità se si analizza a bocce ferme quanto accaduto stato 9 ottobre a Roma, dove un presunto funzionario di polizia in borghese ha picchiato selvaggiamente un manifestante a terra, come già accaduto in Germania, innescando l’ovvia reazione della folla contro le forze dell’ordine ma soprattutto dove si è cimentato in un’azione violenta l’ex sovversivo nero Roberto Fiore, oggi leader di Forza Nuova ma in passato latitante in Inghilterra dove fece fortuna come imprenditore molto probabilmente anche per la sua vicinanza ai servizi segreti britannici.
RESTRIZIONI AI CORTEI CONTRO IL GREEN PASS
Dopo quanto accaduto, come riporta TGCom24, il via libera alle manifestazioni dovrà arrivare dopo una valutazione rigorosa dei rischi, limitando al massimo i cortei. Le autorizzazioni, dunque, potranno essere rilasciate soltanto con garanzie reali di rispetto delle regole da parte degli organizzatori. Se si riterrà che non ci siano le condizioni per garantire la sicurezza, la manifestazione dovrà essere vietata impedendo in ogni modo a chi ha presentato richiesta di riuscire comunque a scendere in piazza.
Si dovrà valutare se il luogo richiesto sia adeguato, se ci siano possibili vie di fuga in caso di scontri e possibilità di presidiare le vie limitrofe in modo da impedire a chi protesta in maniera violenta di andare altrove. E, sempre, dovrà essere stilata la lista dei luoghi che potrebbero essere presi di mira da chi protesta, predisponendo un cordone di protezione.
Tutte queste valutazioni assolutamente discrezionali, e pertanto opinabili, ci riportano alla mente il “lockdown massonico”, come fu definito da un parlamentare, che nell’aprile 2020 vietò le funzioni per la Pasqua Cristiana in presenza ma autorizzò le sfilate di bandiere rosse per la Festa della Liberazione del 25 aprile con una circolare non solo sibillina ma inquietante del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Infatti furono autorizzate «in qualche modo» – il testo della circolare recitava davvero così – «le celebrazioni dell’anniversario» consentendo «che a esse prendano parte anche le Associazioni partigiane e combattentistiche, col doveroso rispetto delle regole del distanziamento».
Secondo quanto riportato da TGCom24, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è consultato con il ministro Lamorgese, con il sottosegretario delegato Franco Gabrielli e con i collaboratori più stretti. Nessuno ha potuto negare che sabato ci sono stati errori e sottovalutazioni. Il dispositivo di sicurezza messo a punto in vista della manifestazione in piazza del Popolo a Roma prevedeva che i partecipanti potessero essere al massimo 3mila. Le forze dell’ordine, invece, si sono trovate a fronteggiare oltre 10mila persone e centinaia di loro sono sfuggite al controllo.
Inoltre, molti “obiettivi sensibili” sono rimasti scoperti, nessuno ha ritenuto indispensabile proteggere le sedi sindacali con i mezzi blindati nonostante il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, avesse detto di voler arrivare proprio alla Cgil e minacciato dal palco: “Stasera ci prendiamo Roma”.
GREEN PASS DAL 15 OTTOBRE: RISCHIO CAOS E NUOVE PROTESTE
Ma i prossimi giorni si annunciano difficili per la gestione dell’ordine pubblico. Venerdì 15 ottobre scatta l’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori e manifestazioni di protesta potrebbero coinvolgere numerose città.
Il capo della polizia, Lamberto Giannini, ha sensibilizzato le questure “alla massima attenzione di tutte quelle aree di malcontento che potrebbero pianificare azioni eclatanti, ma anche aggregare personaggi che mirano a fomentare le paure e le contestazioni dei cittadini”. La Lamorgese, intanto, ha convocato per mercoledì un comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza volto a fornire indicazioni per evitare che si ripetano situazioni analoghe. Ma esiste un altra grave urgenza che il Governo Draghi dovrà affrontare.
Come riporta l’Ansa le Regioni paventano il rischio caos in vista del 15 ottobre, quando il Green pass diventerà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro. E pertanto chiedono di «riorganizzare il sistema di rilascio dei Green pass dopo l’esecuzione dei tamponi, allungando ulteriormente i tempi di validità (attualmente 48 ore con test rapido e 72 con molecolare) e dare la possibilità alle imprese di organizzarsi anche autonomamente per l’esecuzione dei test, oltre al supporto delle farmacie». Mercoledì 13 ottobre il tema potrebbe essere affrontato in Conferenza delle Regioni.
LA STRATEGIA DELLA TENSIONE CON L’EX TERRORISTA
«Quattro milioni di italiani in età di lavoro, ed effettivamente occupati, non si sono vaccinati e quindi non hanno il green pass. Per dispotismo del regime, essi rischiano di non presentarsi al lavoro o essere respinti dal posto di lavoro dai loro stessi dirigenti aziendali. Un disastro economico-sociale spaventoso, una falla immane nella produzione e il collasso della ripresina in corso. Persino i governatori leghisti e vaccinisti del Nord produttivo e industriale, come si vede in questo articolo de Il Sussidiario, sono terrorizzati e chiedono al regime di “rimandare” di 15 giorni l’arbitrario (e incostituzionale) obbligo; e di lasciare alle aziende di “fare i tamponi” al personale ed autocertificarne la negatività (sic). Il regime, se accedesse alle richieste, renderebbe chiaro che il divieto che ha posto è nocivo e dispoticamente assurdo; ma darebbe una vittoria implicita ai no-vax, ammettendo che in 4 milioni di loro, in quanto lavoratori, hanno la forza».
E’ quanto ha scritto con il consueto acume di saggezza il giornalista Maurizio Blondet nel suo blog fornendo una lettura ben chiara di quanto accaduto a Roma.
«Allora che fa il regime? Scatena la piazza “fascista”. Provocatori che, per quanto ne sappiamo potrebbero essere malavitosi romani in buoni rapporti con la Digos , si sono prestati a simulare un “assalto alla CGIL” ch i media – avvertiti in anticipo – erano lì a riprendere con la dovuta recitata indignazione, “il fascismo non è mai morto”; la Meloni deve prendere le distanze, Salvini non le ha prese! Insomma, propaganda di regime tipica, ben nota a noi vecchi che abbiamo visto la strategia della tensione, e falsa come Giuda, che prelude- secondo me – alla messa fuorilegge del solo partito d’opposizione, contro cui da settimane i media del regime stanno confezionando “prove” della sua natura “fascista”».
Va ricordato anche chi sono alcuni degli arrestati tra i 12 individuati dalla Polizia nell’assalto alla CGIL, tra cui spiccano i vertici di Forza Nuova. Si tratta del leader romano Giuliano Castellino e del segretario nazionale Roberto Fiore ripresi distintamente nelle immagini alla testa del gruppo che devasta l’ingresso della sede della Cgil.
«Giuliano Castellino, veterano dell’estrema destra romana, si è reso protagonista in questi ultimi anni di gravi episodi di intolleranza e violenza nella capitale e coinvolti in diverse vicende giudiziarie extrapolitiche (come il possesso di un etto di cocaina ritenuto per uso personale e una truffa sui rimborsi dei cibi per celiaci). Ripetutamente posto agli arresti domiciliari si trova ora sotto regime di sorveglianza speciale – scrive Fanpage – Roberto Fiore è il leader e padre padrone del movimento, ex membro del gruppo Terza Posizione negli anni ’80 ripara in Inghilterra per una lunga latitanza. Qui diventa un imprenditore con un cospicuo patrimonio e al suo rientro in Italia, non avendo mai interrotto il suo impegno politico fonda Forza Nuova».
Ancora più dettagliata la ricostruzione di Open su Fiore: «Nel 1977 aderisce a Lotta Studentesca, mentre l’anno dopo è, insieme a Giuseppe Dimitri e Gabriele Adinolfi tra i fondatori del movimento neofascista eversivo Terza Posizione, rimasto attivo fino al 1982 e sciolto quando Fiore si trovava ormai all’estero. Nel 1980 si rifugia a Londra per sfuggire a un ordine di cattura emesso dalla Procura di Bologna relativo alle indagini sulla strage della stazione del 2 agosto. È allora che comincia anche la latitanza del cantautore Massimo Morsello: entrambi, secondo la magistratura, sarebbero appartenuti ai Nar, Nuclei Armati Rivoluzionari. Entrambi vengono ritenuti estranei ai fatti di Bologna: in Inghilterra restano 20 anni, con lo status di rifugiati politici».
«Nel 1985 Fiore viene condannato per il reato di associazione sovversiva e banda armata. Ma l’Inghilterra dice no alla richiesta del deputato laburista Duns di espellere Fiore e gli altri quattro ricercati rimasti all’epoca. perché la condanna sembra “riferirsi ad un reato per il quale difficilmente potrebbe applicarsi il trattato di estradizione” e secondo la legge inglese l’estradizione di un rifugiato politico non è possibile se sul processo ci dono dubbi di legittimità. Alcune fonti hanno ricostruito nel tempo che Roberto Fiore sarebbe stato protetto dai servizi segreti britannici, in qualità di loro agente. Qualche anno dopo la Commissione europea d’inchiesta su razzismo e xenofobia conferma la sua affiliazione all’MI6 fin dai primi anni ’80» prosegue il giornale online di Enrico Mentana facendo riferimento al “rapporto Ford” sulle minacce estremiste nell’Unione Europea.
Fiore non viene citato nel paragrafo che riguarda l’Italia ma in quello riferito al Regno Unito (cap. 2, pag. 39) dopo la menzione degli estremisti neri ed Ebrei. «I loro legami con l’esilio terrorista italiano di estrema destra Roberto Fiore li hanno danneggiati solo quando è stato rivelato che era stato un agente della sezione di intelligence britannica MI6 dai primi anni ’80». L’MI6, che ha reso popolare il personaggio letterario di James Bond, è il controspionaggio di Sua Maestà che si occupa delle questioni estere (MI5 quello di sicurezza interna).
A questo punto bisogna dar ragione a Blondet che così conclude il suo articolo: «E’ distrazione e dittatura in corso di cementificazione. Non distraetevi: ricordate l’essenziale politico; che domani 4 milioni di lavoratori – non vaccinati – saranno espulsi dal lavoro, in cui sono necessari all’economia, senza nessun motivo razionale. Per colpa del Draghi e dei suoi complici mediatici, sindacali, politici».
Ma soprattutto per colpa del Deep State, ovvero il potentato di finanzieri perlopiù sionisti, massoni occidentali, e intelligence, che, secondo un ex agente segreto dell’esercito israeliano, ha occultato l’origine del Virus SARS-Cov-2 da laboratorio, accreditata anche dall’ex direttore dell’MI6 britannico Richard Dearlove, in un complotto di geopolitica del Nuovo Ordine Mondiale che comincia dalle società di lobbying pro Big Pharma dei vaccini per indirizzarsi verso il controllo della popolazione umana coi microchip.
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHANGATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
TGCOM 24 – TOLLERANZA ZERO DI DRAGHI SUI CORTEI GREEN PASS
MAURIZIO & BLONDET – 4 MILIONI DI ITALIANI OBBLIGATI A NON LAVORARE
FANPAGE – BIOGRAFIA DEI LEADER DI FORZA NUOVA
OPEN – LA LATITANZA DI ROBERTO FIORE
DOSSIER PARLAMENTO EUROPEO E MENZIONE DI FIORE
https://www.gospanews.net/2021/04/16/lobby-sioniste-1-fink-blackrock-singer-elliott-con-soros-gates-nelle-big-pharma-anticovid-gilead-e-gsk/