AFGHANISTAN, STRAGI ISIS IN MOSCHEE SCIITE: OMBRE DI COMPLOTTI 007. Strategia del Terrore per creare Conflitti tra Talebani e Iraniani
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Come d’altronde era facile immaginare l’ascesa al potere dei talebani nel nuovo Emirato islamico dell’Afghanistan sta provocando un innalzamento del livello di tensione che rischia di esacerbare ulteriormente il già difficile rapporto tra musulmani Sunniti e Sciiti all’interno del paese dopo. la ritirata delle truppe americane.
Se non si è esperti di geopolitica e intelligence militare, diventa assolutamente facile incolpare l’ISIS-K (lo Stato Islamico della provincia di Khorason, roccaforte afghana dei tagliagole estremisti) per l’ultimo brutale attentato a Kandahar, nel cuore del il movimento degli studenti (Talib in afgano) dello scomparso mullah Mohammed Omar.
Ma l’attentato esplosivo di kamikaze che ha provocato 47 morti e 143 feriti (reportage compoleto di Russia Today sotto) è avvenuto in una moschea Sciita, cioè la confessione dell’Islam che da decenni è osteggiata dalla matrice Sunnita predicata dagli stessi Talebani. In alcuni Paesi, come la Siria, gli Sciiti sono uno dei principali obiettivi di jihadisti mercenari sunniti, protetti da Turchia e Qatar, che li finanziano in virtù del comune movimento religioso e politico dei Fratelli Musulmani, anch’essi sunniti, con il tacito appoggio della NATO come evidenziato in precedenti inchieste.
Le tragiche notizie da Kandahar giungono dopo che l’8 ottobre era finita nel mirino un’altra moschea, frequentata sempre dagli Sciiti, a Kunduz, nel nord del Paese, con un bilancio che secondo la stessa Bbc parla di almeno 50 morti anche se altri fonti hanno riferito bollettini ben più gravi. Entrambi gli attentati sono avvenuti nella giornata di venerdì, quella più importante della settimana per la preghiera islamica.
Al fine di legittimare il proprio diritto ad utilizzare gli estremisti islamici nel territorio siriano un Think-Tank vicino al presidente turco Recep Tayyp Erdogan due anni fa fece uscire un dossier sull’operazione MOM della Central Intelligence Agency in cui pubblicò i nomi delle 21 brigate jihadiste armate dal controspionaggio americano e, in piccola parte anche dal Pentagono, durante l’amministrazione Obama-Biden.
In quelle fazioni la Turchia ha reclutato ex combattenti di Al Qaeda o dell’ISIS, alcuni di essi liberati dai campi di prigionia dove erano detenuti per terrorismo, in cambio di un arruolamento tra le truppe dei propri mercenari, secondo una strategia ben rodata dall’Arabia Saudita con i “manovali” di Al Qaeda.
A ciò vanno aggiunte due importanti informazioni giunte dall’intelligence russa. La prima riguardante un trasferimento di prigionieri dello Stato Islamico dall’area Siriana e Irachena in zone non ben identificate del Nord dell’Afghanistan. La seconda inerente un presunto vertice che si sarebbe tenuto in Siria nei mesi scorsi tra 007 del controspionaggio militare di alcuni paesi NATO proprio con alcuni comandanti dello Stato Islamico.
Alla luce di queste riflessioni appare evidente, come scritto in precedenti inchieste e confermato da movimenti ufficiali, che il regime Talebano è stato lasciato libero di riconquistare Kabul e l’intera nazione per passare dal controllo “democratico” alla luce del sole delle truppe NATO, a quello sotterraneo, oscuro e losco della CIA e del MOSSAD, il controspionaggio israeliano.
Al di là dei disastrosi problemi economici afghani, che ONU e UE stanno cercando di affrontare con la solita ipocrita logica di esportare carità laddove hanno permesso la diffusione della carestia per precise volontà di dominio occidentale geopolitico e finanziario, lo spettro che aleggia oggi sull’Emirato Islamico dell’Afghanistan è quello di una recrudescenza della conflittualità religiosa tra gli Islamici tra la maggioranza talebana Sunnita e la minoranza Sciita.
Ciò non era mai avvenuto nel recente passato in virtù dei buoni rapporti tra i guerriglieri talebani e i Pasdaran iraniani, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica che sono anch’esse di confessione Sciita. L’Iran condivide 921 chilometri di confine con l’Afghanistan.
Questo rapporto è stato così stretto da aver indotto alcuni esperti d’intelligence a sospettare che un aereo di sorveglianza della CIA precipitato in Afghanistan nel gennaio 2020 fosse stato in realtà abbattuto dai Talebani con la complicità delle Forze Quds, il reparto internazionale d’elite dei Pasdaran, in rappresaglia per l’uccisione del comandante di queste ultime, il generale Qasem Soleimani. In quel disastro aereo, infatti, sarebbe morto Mike d’Andrea, capo della CIA per le operazioni in Medio Oriente, cacciatore di Osama Bin Laden ma soprattutto regista dell’operazione di eliminazione del generale iraniano Soleimani.
Capo CIA in Medio Oriente ucciso nell’aereo Usa caduto in Afghanistan
Finchè c’era l’occupazione americana agli studenti afghani diventati combattenti faceva comodo avere delle relazioni e protezioni dall’Iran, perseguitato dall’Occidente ben più di quanto si sarebbe meritato dopo la salita al potere religioso dell’ayatollah Ruhollah Musavi Khomeini che ripristinò la teocrazia islamica (1978) in risposta al precedente golpe anglo-americano (1953).
Ora questo sottile equilibrio non solo non pare più indispensabile, ma addirittura potrebbe essere stato la merce di scambio dei Talebani con la diplomazia USA e con la CIA per poter aver campo libero nella costituzione del fragile Emirato Islamico dell’Afghanistan.
AL BAGHDADI, IL CALIFFO ISIS E AGENTE MOSSAD-CIA NASCOSTO DAGLI USA
Ecco perché l’ISIS, creato dal califfo Abu Bakr Al Baghdadi, per molti agente CIA e Mossad insieme, oggi potrebbe aver riconquistato libertà di azione nella logica di una strategia della tensione volta ad esacerbare i rapporti tra Sunniti e Sciiti, pertanto tra Talebani e Iraniani, nell’unico obiettivo di isolare sempre più Teheran consentendo ai jihadisti terroristi del Daesh operanti in Afghanistan di consolidare il loro potere quale minaccia non solo per la Repubblica Islamica dell’Iran ma anche e soprattutto per la Russia.
A breve pubblicheremo infatti un piano sotterraneo di un centro di studi militari americano, appoggiato da NATO, UE e Lobby delle armi, sui fronti di guerra contro Mosca e contro la disinformazione, etichetta già applicata in pandemia dai media occidentali di mainstream a tutti gli organi di contro-informazione che osano sfidare i vari Deep States del Nuovo Ordine Mondiale e pertanto vengono accusati di sostenere teorie anti-atlantiste, destinate ad essere represse, anche militarmente, perché ritenute russofile. Di seguito la cronaca dell’ultimo drammatico attentato.
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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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ISIS RIVENDICA L’ATTENTATO DI KANDAHAR
by Russia Today
Il gruppo terroristico dello Stato islamico afferma che l’attentato suicida di venerdì contro una moschea sciita nel sud dell’Afghanistan, che ha ucciso 47 persone e ferito decine di persone, è stato compiuto dai suoi membri.
Lo Stato Islamico (IS, ex ISIS) ha rivendicato l’attentato alla moschea di Fatimiya nella provincia di Kandahar in un comunicato diffuso sui social dalla sua agenzia di stampa Amaq.La dichiarazione includeva i nomi dei due attentatori suicidi maschi, dicendo che per primi hanno sparato e ucciso le guardie all’ingresso del sito.
Successivamente, uno degli aggressori ha fatto esplodere dell’esplosivo all’ingresso della moschea, mentre l’altro si è fatto esplodere all’interno dell’edificio, ha aggiunto.
Si tratta del secondo grande attacco dell’IS da quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan a metà agosto, durante il ritiro delle truppe statunitensi dal Paese. La scorsa settimana, il gruppo terroristico ha preso di mira una moschea sciita nella città settentrionale di Kunduz, uccidendo 46 persone e ferendone altre 143.
Il ramo afghano dello Stato Islamico, noto come ISIS Khorasan Province (ISIS-K), era stato precedentemente attivo principalmente nell’est del Paese, ma questi recenti attentati indicano che il gruppo sta espandendo le sue operazioni, nonostante le promesse dei talebani di riportare la pace e sicurezza nel Paese. Si presume che l’attacco a Kandahar sia particolarmente doloroso per i talebani poiché la provincia è vista come il cuore spirituale del gruppo.
L’ISIS-K era dietro l’attentato suicida fuori dall’aeroporto di Kabul il 26 agosto durante la caotica evacuazione degli Stati Uniti e dei suoi alleati dall’Afghanistan. La massiccia esplosione e il successivo fuoco di arma da fuoco hanno ucciso 13 soldati statunitensi e oltre 160 civili afgani.
Le forze statunitensi hanno risposto all’attacco con attacchi aerei contro obiettivi IS nella provincia orientale di Nangarhar e un attacco di droni a Kabul destinato a colpire un terrorista, ma che ha finito per uccidere 10 civili, sette dei quali erano bambini.
MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI
GOSPA NEWS – INCHIESTE SU TERRORISTI JIHADISTI
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE COSPIRAZIONI – MASSONERIA
RUSSIA TODAY – STRAGE IN MOSCHEA SCIITA A KANDAHAR
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