NO GREEN PASS: COI PORTUALI DI TRIESTE NASCE COMITATO 15 OTTOBRE. Presidio in Attesa del Ministro contro Vaccini e Tamponi Obbligatori

NO GREEN PASS: COI PORTUALI DI TRIESTE NASCE COMITATO 15 OTTOBRE. Presidio in Attesa del Ministro contro Vaccini e Tamponi Obbligatori

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E’ NATO COORDINAMENTO 15 OTTOBRE

AGGIORNAMENTO DEL 19-10-2021 – ore 21

 In data odierna si è costituito il COORDINAMENTO 15 OTTOBRE, composto da: Dario Giacomini, Eva Genzo, Roberto Perga, Stefano Puzzer e Matteo Schiavon.

Il COORDINAMENTO INVITA tutti i Cittadini, le Associazioni ed i Movimenti, senza distinzione di categoria, a riconoscersi in questa battaglia democratica per la LIBERTA’ contro il GREEN PASS e L’OBBLIGO VACCINALE e a SOSTENERE con i propri membri il Coordinamento 15 Ottobre.

Da Trieste sollecitiamo TUTTE LE PIAZZA D’ITALIA A MANIFESTARE PACIFICAMENTE affinché si senta forte la voce delle nostre richieste contro la .profonda la divisione sociale che questi provvedimenti normativi e la loro applicazione hanno innescato.  Auspichiamo che l’incontro di sabato con i rappresentanti del Governo vada al cuore del problema.  Per la giornata di sabato 23 invitiamo tutti gli Italiani ad animare pacificamente e serenamente le proprie Piazze dotandole di maxischermi dove saranno trasmessi gli esiti della riunione tra il Coordinamento 15 ottobre e i rappresentanti del Governo.

 Nel frattempo invitiamo tutte le persone che credono nella causa a manifestare nelle proprie città. Chi è già in viaggio sarà il benvenuto a Trieste fermo restando che allo stato attuale non siamo in grado di garantire supporto logistico per la notte di oggi e le notti future. Ci vediamo sabato nelle Vostre piazze!!!

Il Coordinamento 16 Ottobre
Nota diffusa dal gruppo Telegram Contiamoci (dirette video) sito web www.contiamoci.eu

I MANIFESTANTI DALLA PIAZZA AL PORTO VECCHIO

AGGIORNAMENTO DEL 18-10-2021 – ore 23

Dopo lo sgombero di lavoratori portuali e manifestanti attuato dalla Polizia nel Varco 4 del porto commerciale internazionale di Trieste le proteste si sono trasferite in piazza Unità d’Italia dove i coordinatori della manifestazione contro il Green Pass obbligatorio hanno rilasciato il seguente comunicato.

Al termine dell’incontro con il prefetto abbiamo ricevuto le seguenti comunicazioni e raggiunto il seguente accordo:

 ⁃ domani mattina il ministro Lamorgese nel corso di una informativa al parlamento riferirà che sabato 23 ottobre avremo un incontro a Trieste con il ministro Patuanelli a cui chiederemo l’abrogazione dell’obbligo vaccinale e del green pass

 ⁃ abbiamo chiesto che insieme al ministro Patuanelli all’incontro sia presente anche il ministro della Salute Speranza od equipollente

 ⁃ in attesa dell’incontro di sabato abbiamo concordato che i manifestanti si spostino per questa notte al porto vecchio

 ⁃ in questi giorni organizzeremo un corteo perché la protesta non si ferma e continueremo a monitorare la situazione

Insieme fino al l’abrogazione di queste leggi discriminatorie e liberticide.

Il Coordinamento 
Nota diffusa dal gruppo Telegram Contiamoci (dirette video) sito web www.contiamoci.eu

https://www.gospanews.net/2021/10/18/no-green-pass-a-cremona-in-nome-di-cristo-quattro-relatori-cristiani-al-no-paura-day-accanto-al-duomo/


VERGOGNA DI STATO!

AGGIORNAMENTO DEL 18-10-2021 – ore 20

https://www.gospanews.net/2021/10/18/lamorgese-sudamericana-idranti-di-polizia-contro-portuali-a-trieste-pro-big-pharma-al-rave-abusivo-non-li-uso-drogati-piu-protetti-dei-lavoratori/


IMPROVVISE DIMISSIONI DEL LEADER PUZZER
MA LA PROTESTA VA AVANTI

AGGIORNAMENTO DEL 17 OTTOBRE 2021 – ore 12

“In data odierna ho rassegnato le dimissioni dal Clpt di Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità – è scritto nel post – Una di queste, è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di Ottobre. La decisione è soltanto mia, non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle ma io le ho pretese”, aggiunge sul suo profilo Facebook la comunicazione ripresa  dall’Ansa.

Si sarebbe dimesso dopo aver annunciato prima lo stop del presidio e, successivamente alle contestazioni No Green Pass sui social, il dietrofront per proseguire sulla linea dura a rischio di denuncia, come spiegato sotto.

“Mi sono dimesso sia dal ruolo di vicepresidente sia dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste in seguito al caos generato dal comunicato e di ieri sera, perché sono errori che ho commesso io. Non voglio che la responsabilità cada su di loro”. Lo ha detto Stefano Puzzer, fino a un’ora fa portavoce del Clpt.

Stefano Puzzer (leader Clpt, al centro) durante una conferenza stampa davanti al varco 4 del porto di Trieste

“Io sciopererò fino al 20 ma tornerò a lavorare solo quando il green pass verrà ritirato. Andrò a portare pizze piuttosto oppure da Samer, dove non serve il green pass”. “Stefano Puzzer non è il dio di nessuno, è uno che parla perché forse sa parlare meglio degli altri, perché è meno timido degli altri, ma questa lotta contro il decreto è di tutti i lavoratori portuali, di tutti i lavoratori italiani”, ha detto Puzzer parlando ai manifestanti per spiegare le ragioni delle sue dimissioni.

Subito dopo ha invitato a scandire lo slogan di questa protesta: “La gente come noi non molla mai”, che è stato accompagnato da uno lungo scroscio di applausi.


IL PRESIDIO CONTINUA NEL PORTO DI TRIESTE

AGGIORNAMENTO DEL 16 OTTOBRE 2021 – ore 23

“Vi chiedo scusa, riscriveremo il comunicato. Il presidio va avanti”. Lo ha detto Stefano Puzzer, il portavoce del CLPT, parlando ai no green pass rimasti davanti al molo 4 del porto di Trieste. I lavoratori del porto stanno decidendo chi trascorrerà la notte in presidio al varco 4 dopo che Puzzer ha fatto retromarcia con la ripresa della protesta (sotto il comunicato integrale) ritenendo che i tamponi gratuiti ottenuti in una trattativa con rappresentanti statali siano una “discriminazione nella discriminazione”. Si è levato anche il coro ‘leitmotiv’ “la gente come noi non molla mai”.

Lo ha scritto nella serata di ieri, sabato 16 ottobre,  RAI News dando spazio al cambiamento di rotta del Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste divenuti ormai motivo di orgoglio e grande punto di riferimento di tutti i No Green Pass d’Italia. Gli eventi si succedono con tale rapidità che è diventato persino difficile fornire tempestivi aggiornamenti ai molteplici colpi di scena della protesta.

A 24 ore di distanza dall’inizio della protesta contro il Green pass i portuali hanno continuato a presidiare il varco 4 dello scalo di Trieste ma lasciando libero l’accesso. Ma il presidio continuerà almeno fino al 20 di ottobre nottante le proteste dell’autorità di gestione del porto che vede ridotto il traffico di merci.

L’ultimo comunicato ufficiale del CLPT di Trieste – clicca sull’immagine per mettere un like alla loro pagina Facebook

“Sono al vaglio della Digos e dovrebbero scattare nelle prossime ore le denunce alla Procura di Trieste per i promotori dello sciopero contro il Green pass organizzato dal sindacato Clpt (Comitato lavoratori portuali Trieste). Lo riferiscono fonti della Questura” secondo quanto riferito sempre da RAI News. La Commissione di Garanzia aveva definito “illegittimo” lo sciopero nei giorni scorsi. Ed il Prefetto di Trieste aveva avvertito sindacalisti e manifestanti del rischio di commettere il reato di interruzione di pubblico servizio. Ma la risposta del portavoce CLPT era stata molto perentoria: “Siamo in dittatura, faremo comunque lo sciopero e vedremo chi vincerà” (leggi dettagli nel precedente articolo sotto).

A loro rischia quindi di arrivare una reprimenda “autoritaria” da parte della Polizia (ma in questo caso di rilievo penale) simile a quella meramente amministrativa toccata al vicequestore Nunzia Schilirò, sospesa dal servizio e dallo stipendio in via cautelativa dopo il suo intervento alla manifestazione No Green Pass di Roma del 25 settembre scorso.

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Il Clpt ha denunciato che “diverse aziende del Porto di Trieste starebbero violando la normativa sull’obbligo del possesso ed esibizione della certificazione verde Covid19 per lavorare”.  Nella nota, inviata a Prefettura, questura, Asugi, Autorità portuale e Ispettorato del lavoro, si chiede di verificare la fondatezza di quanto sostenuto, invitando eventualmente “ad applicare le misure previste dalla normativa”. “Il controllo sui Green pass non spetta a noi ma agli operatori portuali”. Lo dice all’AGI Franco Mariani, presidente dell’Agenzia per il lavoro portuale di Trieste (Alpt) in replica alla denuncia presentata dal sindacato Clpt in questura.

Secondo i promotori dello sciopero contro il Green pass, l’Agenzia tollererebbe la presenza al lavoro di portuali senza il certificato verde. Mariani sottolinea anche che l’Agenzia “mette a disposizione dei lavoratori tamponi gratuiti”. Autorità: lo scalo lavora nonostante la protesta “Il porto di Trieste non si è fermato e continua a lavorare nonostante la decisione di alcune componenti dei lavoratori di aderire alla protesta anti Green pass sfociata da ieri nella manifestazione davanti al varco 4 dello scalo giuliano.

Nessun blocco invece al varco 1, dove i mezzi possono entrare e uscire liberamente a servizio di Riva Traiana dedicata ai traffici RO-RO con la Turchia”.  Lo rende noto l’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico orientale, sottolineando che nello scalo di Monfalcone (Gorizia) non ci sono blocchi o scioperi e “le attività proseguono regolarmente”.

“Il rallentamento delle attività – spiega la nota – ha interessato in modo diverso i vari terminal: in alcuni l’operatività è stata bassa, mentre per altri quasi a regime. Le differenze sono attribuibili alla difficoltà di formare delle squadre complete a causa dell’assenza di una parte dei lavoratori”. D’Agostino: non si può più tollerare il blocco del molo “Questa situazione non si può più tollerare. Per me basta, basta. Io domani sento il prefetto e cercherò di capire”. Lo ha dichiarato al Tgr del Friuli Venezia Giulia, Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, in relazione al blocco davanti al varco 4.

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“In questo momento stiamo tornando alla normalità, ho bisogno che il porto funzioni, il varco 4 è il principale del porto, quello più vicino alla grande viabilità e quindi adesso basta: non si può più tollerare nulla neppure un’ora in più”, ha spiegato D’Agostino. “Adesso il circo che hanno messo in piedi – ha aggiunto – lo chiamo circo perché da lì è passato di tutto in questi giorni e mi hanno raccontato di scene veramente da barnum, ecco, adesso basta”.

Secondo il presidente, “è comunque arrivata una risposta dalla maggioranza silenziosa. I numeri mi sembra che parlino dalle 6mila alle 8mila persone, quindi io farei una riflessione su questo: se lunedì scorso una manifestazione triestina ha portato in piazza a marciare 20mila persone e il venerdì ne sono arrivate 8mila da tutta Italia con tutto il battage pubblicitario che è stato fatto – e non c’erano i 900 portuali ma ne abbiamo contati 150 – che cosa vuol dire: che la città ha risposto e che i portuali hanno risposto”.

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Secondo il leader del Clpt, Stefano Puzzer, “è andato a lavorare attorno al 40% dei portuali su circa un migliaio. Di questo – dice – penso che il 10% sia senza Green pass”. “Diverse aziende del Porto – sostiene il Coordinamento in una nota – starebbero violando la normativa sull’obbligo del possesso ed esibizione della certificazione verde Covid19 per lavorare”. Ecco perché nella nota, inviata a Prefettura, Questura, Asugi, Autorità portuale e Ispettorato del lavoro, si chiede di verificare la fondatezza di quanto sostenuto, invitando eventualmente “ad applicare le misure previste dalla normativa”.

La protesta è ancora in corso. Ci sono i portuali, contraddistinti dalla pettorina, famiglie con bambini e sostenitori di varie età. Come riferisce l’Ansa è arrivato. anche Enrico Montesano. “Il Green pass è una cosa inutile, che nulla ha a che vedere con la sanità, ma è una questione politica. Il Green pass è l’inizio di un controllo personale e individuale”, ha detto al megafono. Il suo plauso è ai portuali, che hanno animato la protesta: “La classe operaia sta sempre un passo avanti”.

FONTE PRINCIPALE RAI NEWS


DISAGI NEI TRASPORTI PER TRENI E BUS SOPPRESSI

ARTICOLO AGGIORNATO IL 15 OTTOBRE 2021


Il Prefetto di Trieste avverte i portuali:
“Lo sciopero non autorizzato è reato”
Il portavoce replica: “Siamo in Dittatura
Sciopereremo e vedremo chi vincerà”

Dopo lo sciopero dell’11 ottobre che ha coinvolto treni, aerei, navi e mezzi pubblici e che ha causato vari disagi alla popolazione, dal 15 ottobre e per 5 giorni è previsto un nuovo sciopero. La data scelta non è caso, visto che da venerdì debutterà il Green Pass per andare a lavoro. La protesta dei lavoratori, indetta da FISI e CONF.S.A.F.I e altre sigle sindacali, si è svolta a macchia di leopardo in varie zone d’Italia nonostante la Commissione di Garanzia avesse bloccato lo sciopero per vari motivi di illegittimità. Circa 4mila persone hanno manifestato nel porto di Trieste, divenuto simbolo della rivolta, ma altri portuali hanno bloccato il transito delle merci anche nello scalo internazionale di Genova.

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Prima di tutto non rispetta la norma che impone la distanza di almeno 10 giorni da un altro sciopero generale, quindi da quello di lunedì, senza contare la durata che andrebbe a superare le disposizioni in materia. Nella nota diramata si legge che: “La Commissione di Garanzia ha indicato in via d’urgenza il “mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, della legge n. 146 del 1990 e successive Modificazioni”. 

La nota della Commissione di Garanzia – clicca sull’immagine per leggere nel dettaglio i motivi di illegittimità dello sciopero

Mentre hanno richiamato l’attenzione dei media le gravi conseguenze che potrebbe avere il blocco del porto di Trieste (e di alcuni altri dove molti lavoratori sono senza Green Pass) in queste ore stanno crescendo le preoccupazioni per mancanza di autisti e altro personale su treni e bus, come segnalato da un comunicato allarmante della Regione Piemonte.

Saranno infatti  ben 27 i treni di Trenitalia ad essere soppressi in una delle più importanti aree del Nord Italia e al momento è difficile reperire la situazione nazionale in quanto l’azienda ferroviaria partecipata dallo Stato non ha pubblicato alcuna nota per gli utenti ma ha diramato comunicazioni alle varie regioni.

Ma è facile desumere che il rischio di caos nei trasporti sia speculare a quello del Piemonte. In calce il comunicato regionale integrale con tutti le corse di treni e bus già soppresse.

Anche l’azienda di trasporto pubblico Tpl Fvg, insieme con Trieste Trasporti, APT Gorizia, ATAP Pordenone e Arriva Udine, informano che da venerdì 15 ottobre – in conseguenza dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per tutti i lavoratori – non sarà possibile garantire la regolarità del servizio di trasporto pubblico locale. E’ una nota delle aziende di trasporto pubblico di varie città Fvg. In regione “potranno verificarsi interruzioni, sospensioni, ritardi e mancate coincidenze. Non è altresì possibile, a fronte di manifestazioni e stati di agitazione nazionali, assicurare il rispetto di fasce di garanzia o servizi minimi”.

La mappa del Green Pass nell’Unione Europea

Un grave disagio che contrasta con l’emergenza pandemica piemontese: «Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 198 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 75 dopo test antigenico), pari allo 0,6% di 32.996 tamponi eseguiti, di cui 27.727 antigenici. Dei 198 nuovi casi, gli asintomatici sono 97 (49%)».

Similare anche la situazione nazionale. Sono 2.668 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore (pari allo 0,8 %, a fronte di 324.614 tamponi processati I decessi sono 40 (contro i 37 di mercoledì). Il tasso di positività si attesta allo 0,8%, in lieve calo rispetto a mercoledì quando era stato dell’1%. I guariti sono 3.709. Diminuiscono i ricoveri (-73) e le terapie intensive (-8).

https://www.gospanews.net/2021/09/26/sars-cov-2-e-vaccini-modificano-il-dna-umano-enorme-esperimento-sulla-popolazione-studio-incubo-di-genetista-tedesco-su-science-direct/

In compenso dai dati governativi c’è stato un incremento del 46 % delle vaccinazioni, unico vero obbiettivo dei vari medici finanziati dalle multinazionali farmaceutiche e alcuni politici, tra cui l’ex segretario nazionale del Partito Democratico Matteo Renzi e il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, interessati a sostenere il progetto d’immunizzazione globale di Bill Gates, che controlla tutte le Big Pharma dei vaccini, anche a discapito di gravi conseguenze che si stanno registrando o potrebbero verificarsi tra i vaccinati.

Ciò rischia di far apparire l’obbligo del Green Pass come un atto d’imperio politico del Governo di Mario Draghi visto che l’Italia sarà l’unica nell’Unione Europea ad adottare il certificato verde in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati, mentre in altri paesi è obbligatorio solo per alcune categorie e i tamponi di monitoraggio per gli addetti che hanno contatti con il pubblico sono gratuiti.

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Questa imposizione ha suscitato anche la suscitato la vibrante protesta dei sindacati COSAP Coordinamento Sindacale Appartenenti Polizia, Federazione Sindacale Co.S.P. Coordinamento Sindacale Penitenziaria, Sindacato dei Militari, Federazione Lavoratori Militari, Sindacato Finanzieri Democratici che in un comunicato congiunto hanno definito il certificato verde «una misura abietta, mortificante e discriminante» e «surrettizia che si prepone come obiettivo dichiarato quello di forzare l’adesione vaccinale facendo leva sul diritto al lavoro e sulle libertà inviolabili dell’uomo». Negli Usa persino l’Arcivescovo per i Servi Militari è sceso in campo in difesa del diritto dei soldati a non vaccinarsi. 

https://www.gospanews.net/2021/08/18/vaccini-covid-presto-pure-ai-neonati-diktat-di-pediatri-sip-fimp-e-medici-sponsorizzati-da-gsk-pfizer-di-gates/

Anche alla luce che i vaccini non sono affatto sicuri soprattutto nei giovani, una grande fascia delle truppe, come invece millantato da Draghi al recente summit G2′ con i presidenti dei Parlamenti dell’Unione Europea.

LA PROTESTA DI PORTUALI E AUTOSTRAPORTATORI

Per domani, venerdì 15 ottobre, quando scattare l’obbligo di Green Pass i timori giungono soprattutto per una possibile paralisi di alcuni comparti con conseguente caos per il trasporto delle merci. Il green pass riverserà sulla testa delle imprese di autotrasporto più di 70 milioni al giorno.

E’ il calcolo di Trasportounito secondo cui i maggiori costi deriveranno dalla mancata produttività degli autisti che non saranno più impiegabili (e non sostituibili per carenza di personale). Secondo il segretario generale Maurizio Longo, “mancheranno all’appello circa 80.000 conducenti distribuiti su 98.000 imprese iscritte all’albo; ciò determinerà ritardi delle consegne, circa 320.000 ore/giorno in più rispetto allo standard giornaliero”.

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I lavoratori portuali di Trieste hanno fatto sapere che incroceranno le braccia. Il Coordinamento dei Lavoratori Portuali di Trieste ha infatti aderito allo sciopero dal 15 al 20 ottobre dei sindacati Fisi e Confsafi. Questa astensione dal lavoro, però, secondo lo stesso Clpt, non rientrerebbe tra gli scioperi dichiarati illegittimi dalla Commissione di garanzia sullo sciopero. “L’eventuale violazione della legge per l’osservazione dei servizi pubblici essenziali riguarda alcuni settori ma non quello dei portuali e non tutti dell’industria“, ha fatto sapere Alessandro Volk, componente del direttivo del Clpt, aggiungendo di aver “aderito anche allo sciopero di Al Cobas”.

Un’immagine del porto di Trieste

“Al momento su 950 lavoratori portuali il 40% non ha il Green pass. Il 15 ottobre se sarà obbligatorio il Green pass, bloccheremo il porto. Non si entrerà.”  ha dichiarato Stefano Puzzer, portavoce del Coordinamento lavori portuali Trieste.

“Siamo determinati sulle nostre posizioni, ma siamo sempre disponibili a discutere con chiunque”, ha detto Volk, componente del direttivo del Coordinamento lavoratori portuali Trieste, alla vigilia dello sciopero in porto. Tuttavia, se il Governo dovesse posticipare l’obbligo del Green pass, Volk anticipa che “nel caso prenderemmo nota e ci adegueremmo, non avrebbe senso domani bloccare il porto. Se ad esempio il Governo proponesse una proroga al 30 ottobre sarebbe una mossa intelligente da parte del Governo per prendere un po’ di tempo e trovare poi una soluzione”.

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Ma tale richiesta è già stata respinta dal premier che non pare destinato a cedere e ha minacciato anche di limitare varie manifestazioni per motivi di sicurezza. Ciò ha causato ad esempio il ripetuto spostamento del sit-in contro il Green pass previsto per domani a Roma come riportato da Rai News. Dopo lo stop a piazza Santi Apostoli e l’individuazione dell’area di Bocca della Verità, anche quest’ultima è stata considerata “per questo specifico evento e per questo specifico fine settimana, inidonea a contenere un eventuale numero maggiore di manifestanti, nonché limitrofa a Uffici impegnati nella gestione delle consultazioni elettorali”.  La Questura ha reso noto di aver “adottato un divieto di svolgimento della manifestazione nella piazza, prescrivendo che l’iniziativa si svolga, nella stessa data, con medesimo orario, presso il Circo Massimo”.

IL PREFETTO: “REATO LO SCIOPERO NON AUTORIZZATO DEI PORTUALI”

In serata il prefetto di Trieste Valerio Valenti ha ribadito a TGCOM24: “Sostanzialmente quella di venerdì è una manifestazione presentata come sciopero. Non è stata convalidata dalla commissione di Garanzia, quindi è una manifestazione non autorizzata che impedisce l’accesso dei lavoratori al porto e blocca l’attività. Si configura cioè come interruzione di pubblico servizio, quindi è perseguibile”. Precisa inoltre che per questo reato “non è previsto l’arresto ma una denuncia per gli organizzatori” e auspica che “non si verifichino incidenti. L’attenzione deve rimanere alta. Ci sarà una presenza adeguata, rafforzata delle forze dell’ordine”.

Pronta la replica del portavoce dei portualiPuzzer ha dichiarato a RaiNews: “Siamo in dittatura, faremo comunque lo sciopero e vedremo chi vincerà. E’ ora di fermare l’economia, che forse è l’unico segnale che possiamo dare a questo Stato, per fargli capire che ci sono tante persone in difficoltà, tante persone che rimarranno senza uno stipendio, e solo perché hanno esercitato una scelta libera, quella di non farsi il vaccino. Adesso mi sembra ben chiaro che questo passaporto verde è solamente una manovra economica e non sanitaria”.

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Abbiamo chiesto di rinviare l’applicazione del green pass almeno fino alla fine di ottobre, ma la risposta è stata negativa. Il governo ritiene che sia uno strumento indispensabile”: Lo ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenendo a “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1, riferendosi all’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi e rimarcando la posizione dei sindacati sulla gratuità dei tamponi. Su questo, il governo, ha ribadito Bombardieri, si è detto disponibile a “ragionare sul fatto che abbiano un prezzo calmierato. Verificheranno nelle prossime ore”. I portuali di Trieste, però, hanno già dichiarato che questa non è una soluzione per loro accettabile.

E’ quantomai evidente che il Governo sta cercando in ogni modo di creare una contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati, in modo da poterli rendere invisi alla popolazione prona ai suoi diktat in modo da incolparli di eventuali disservizi gravi nel paese e, magari, imporre restrizioni ancora più severe.

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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHANGATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS


COMUNICATO DELL’ASSESSORATO AI TRASPORTI DELLA REGIONE PIEMONTE

È confermata la possibilità di disagi sui mezzi pubblici legati all’obbligo di green pass per gli autisti in vigore da domani 15 ottobre, ma sarà circoscritta e definita con maggior precisione solo dopo i primi giorni di servizio. Lo rileva la ricognizione condotta dall’Assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte sulle aziende che prestano servizio di trasporto pubblico locale nella regione.

Alla richiesta dell’Assessore regionale ai Trasporti rispetto alle corse che domani potrebbero essere soppresse per mancanza di autisti muniti di green pass le aziende hanno infatti risposto segnalando, laddove possibile, quali siano le loro previsioni di disservizio. Ne emerge un quadro a macchia di leopardo, con criticità certamente presenti, ma non diffuse in maniera omogenea sul territorio regionale; si invitano perciò gli utenti a verificare orari e linee con il proprio operatore di servizio tpl prima di raggiungere fermate e stazioni.

Le difficoltà maggiori si riscontrano soprattutto nei grandi operatori, GTT e Trenitalia: in particolare, GTT, che, oltre alla metro gestisce circa 200 linee, con più di 1.200 mezzi tra autobus, tram e treni con oltre 1800 conducenti a Torino e area metropolitana, segnala che, dai dati in suo possesso, in questo momento è stimabile una percentuale di assenze complessive tra il 10 e il 15%. Le criticità del servizio saranno gestite dando priorità alle corse più frequentate, a partire da quelle in orario scolastico e di ingresso/uscita dal lavoro. Il servizio verrà riprogrammato con aumenti degli intervalli sulle linee meno utilizzate con l’obiettivo di non togliere linee né saltare corse all’ultimo momento.

Trenitalia conferma che è stato predisposto un piano di intervento da attivare in caso di necessità, ricorrendo, ad esempio, a servizi sostitutivi pronti ad intervenire a supporto del servizio ferroviario; sono 27 in tutto i treni che subiranno una sospensione (dettaglio in allegato).

I Treni di Trenitalia soppressi in Piemonte

Grandabus, il consorzio con 14 operatori nel Cuneese, può contare su un livello di criticità moderato, dal momento che prevede 15 autisti sprovvisti di green pass in tutto il gruppo: se tale numero venisse confermato dai controlli, il servizio potrebbe non subire cancellazioni di corse, o comunque presentare modifiche molto circoscritte, ma se dovesse essere, al contrario, superiore alle previsioni la totale copertura non potrà essere garantita. Tra le aziende del consorzio, Bus Company rileva 8 autisti senza green pass e la copertura totale del servizio, sempre che i numeri vengano confermati.

Sempre nel Cuneese STP Società Trasporti Pubblici ha individuato 7 corse che potrebbero essere sospese.

Giachino, altro gruppo di rilievo, con base nell’Astigiano, segnala un livello di criticità medio: il 15% degli autisti è sprovvisto di certificato verde, a cui si somma l’8% di personale di guida attualmente assente per malattia. Le corse che potrebbero essere prioritariamente soppresse nel caso di massicce assenze di personale sono 44, di cui 6 potenziamenti e 15 scolastiche. Sempre nell’Astigiano, Gelosobus ipotizza problemi su 17 corse ordinarie e una corsa di rinforzo. ASP garantisce il servizio extraurbano, mentre per l’urbano di Asti potrebbe esserci qualche disagio.

Nel Torinese sembrerebbero invece non aver problemi le linee operate da Chiesa, che prevede un regolare svolgimento del servizio, mentre Gherri indica possibili criticità sulla linea 208 Bruzolo-San Didero-Bussoleno.

Nel Biellese l’azienda di trasporto ATAP evidenzia la conoscenza di 25 dichiarazioni di indisponibilità corrispondenti al 13% del personale idoneo alla guida e al 15% del personale impiegato sui turni TPL. Se tali dipendenti domani esibiranno il green pass non ci saranno problemi, ma se dovessero esserci difficoltà legate alla programmazione dei tamponi da parte dei singoli, che potranno comportare assenze comunicate con preavvisi minimi, sarà complesso individuare a priori i servizi che potrebbero essere a rischio.

Nel Novarese e Verbano-Cusio-Ossola l’azienda SAF è ottimista rispetto alla copertura completa del servizio in considerazione di un tasso del 2,27% del personale non dotato di green pass. È invece garantito il servizio da parte dell’azienda Comazzi, mentre non vi sono ancora previsioni da parte di VCO Trasporti.

Anche se non ha un quadro preciso delle assenze, R.T.I. Novara/STN conferma la copertura dei servizi scolastici e nel caso di ulteriori assenze non pianificate saranno apportate modifiche alle linee a minore frequentazione, come Mortara-Novara, Cilavegna-Novara, Sillavengo-Novara.

Nell’AlessandrinoAMAG non può ancora dare indicazioni operative in merito al servizio dei prossimi giorni.

Travalica i confini della regione il servizio di Arriva, che opera tra Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia: l’azienda comunica che non sarà possibile garantire l’assenza di impatti sul regolare svolgimento dei servizi per carenza di personale viaggiante e che potrebbero esserci disservizi sulle linee 1 Torino-Milano, 256 Torino-Ivrea-Pont, 267 Torino-Piobesi-Carignano, 268 Torino-Aeroporto, 274 Bussoleno-Susa-Avigliana, 285 Oulx-Cesana-Claviere-Sestriere, 905 Susa-Bussoleno-Oulx, 275/282 Torino-Pinerolo- Argentina, linea 44 urbano TO. Le linee indicate sono a carattere prevalentemente non scolastico.

 

 

 

 

 

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Redazione Gospa News

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