RICORDIAMO LE VITTIME
DEL PRIMO CONFLITTO
MA NON L’UNITA’ FANTASMA
E QUELLE FORZE ARMATE
USATE DALLE LOGGE BRITANNICHE
CONTRO LA CRISTIANITA’
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Prima pubblicazione il 4 novembre 2018
Se si leggono i libri di storia, scritti prima da intellettuali massoni e poi dai loro adepti comunisti, si può finire col credere che la Grande Guerra, di cui oggi, 4 novembre 2018, ricorre il Centenario del Bollettino di Vittoria, in un’ottica di geopolitica militare fu indispensabile all’Italia per trovare Identità ed Unità nazionale: rimane il fatto che dall’Alto Adige alla Sardegna, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia non esiste e non potrà mai esistere questo profondo sentimento finchè non sarà riscritta la storiografia della penisola dal Risorgimento alla votazione della Repubblica e finchè non sarà liberato lo Stato da quella triade di massoneria-mafia-servizi segreti che ricevette in eredità proprio dalla Prima Guerra Mondiale. Se si analizza con spiritualità cristiana più che con razionalismo politico o sentimentalismo eroico, degno della miglior tradizione pagana, si scopre che l’Italia oggi ha un’unità fantasma proprio perché ottenuta non da una Grande Guerra vinta, con danni più che ricchezze, ma forzata da un Grande Inganno ordito dalla stessa massoneria anglo-italo-americana che già aveva distrutto la dinastia cattolica dei Borboni con la scusa dell’Unità d’Italia e mirava ad annichilire quell’altra cristiana degli Asburgo.
Una cosorteria che sa utilizzare ogni moto ideologico, anche legittimo come il sentimento patriottico, ogni occasione propizia di conflitto ed ogni fazione (da Cosa Nostra ai musulmani, dai Comunisti al Ku Klux Klan) per i suoi loschi scopi di imposizione del teorizzato Nuovo Ordine Mondiale. Per ragioni di brevità mi limiterò ad una visione panoramica dei fatti storici con essenziali riferimenti circostanziati che potranno però essere approfonditi nel dettaglio in altri articoli pubblicati da questo sito d’informazione giornalistica cristiana. Presenterò una personale analisi concettuale sulla filosofia teleologica, lo studio delle finalità volontarie e involontarie dell’uomo, della massoneria che ben spiega perché oggi vanno festeggiati gli oltre 400mila Caduti (che divengono 680mila con le vittime civili) ma non le forze armate dell’allora Regno d’Italia utilizzate dai massoni internazionali per distruggere l’ultimo grande impero cristiano d’Europa.
IL DIO SENZA NOME DEI MASSONI
L’organizzazione massonica è una corporazione esoterica con gradi vari di iniziazione rituale e conseguenti differenti livelli di occultamento di logge, pratiche e missioni. Il credo massonico ruota intorno al Grande Architetto dell’Universo nella concezione teosofica del Deismo: ovvero secondo quella filosofia razionalista e anticlericale sviluppatasi nei secoli XVII e XVIII in Gran Bretagna, in coincidenza con la nascita della prima Grande Loggia di Londra (Grand Lodge of London) del 1717, diffusa successivamente in Francia, Germania e Stati Uniti d’America, e architettata intellettualmente per porre fine ai contrasti tra religioni rivelate: vista nell’ottica particolare dell’Illuminismo come unico elemento in grado di unire in fratellanza tutti gli esseri umani.
Dopo l’era spirituale del Medioevo di San Francesco d’Assisi e del Rinascimento Cristiano, dopo l’era sentimentale del Romanticismo, liberazione di ogni passione, ecco l’era esclusivamente mentale che si pone il nobile compito di favorire il dialogo interreligioso imponendo il Dio senza volto e senza nome che nessun vero devoto di fatto può realmente riconoscere: perché dell’atto di vera fede è propria una agnizione, ovvero il riconoscere il Creatore attraverso un dialogo intimo.
MASSONI IN EUROPA COME LUPI TRAVESTITI DA AGNELLO
Ma questa non è che la pelle d’agnello con cui si sono travesti i lupi demiurghi di tale consorteria per raggiungere i loro reali scopi: favorire la dipendenza dalla finanza bancaria usuraia (Meyer Rothschild e gli Illuminati di Baviera), incentivare l’ateismo ed il comunismo sociale come preludio al deistico concetto Dio-Io (Maximilien de Robespierre, Rivoluzione Francese, Regime del Terrore, stragi di cattolici in Vandea, lotta alle monarchie europee.
Vladimir Il’ič Ul’janov, al secolo Lenin, Internazionale e Rivoluzione Bolscevica) favorire la nascita di un’unione europea senza identità culturale religiosa distruggendo quella cristiana (Giuseppe Mazzini Giovine Italia, Mafia, Unità d’Italia, Breccia di Porta Pia), lo sfruttamento delle fasce deboli e ritenute culturalmente inferiori (Albert Pike, fomentatore della guerra di secessione sudista, fondatore del Ku Klux Klan e dedito a pratiche sataniste), imporre l’egemonia politico-affaristica affrancata da ogni valore morale tradizionale e da ogni legge, da riscrivere ad hoc secondo ogni necessità del momento (Henry John Temple, visconte di Palmerston, segretario di Stato britannico, propulsore della Lite dello Zolfo in Sicilia, preambolo della distruzione dei Borboni per l’Unità d’Italia, e propugnatore della Guerra dell’Oppio in Cina da cui deriva ogni successivo traffico internazionale di eroina), ridimensionamento del potere clericale cattolico e consolidamento del potere anglicano nel continente europeo (Ernest Nathan, primo sindaco di Roma non aristocratico e Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia) dialogo con i musulmani quali braccio armato da usare per distruggere la cultura cristiana (Gianni Grimaudo, direttore Loggia Scontrino di Trapani fulcro di relazioni tra massoneria e mafia e sede dell’Associazione Nazionale Musulmani).
LE LOSCHE RADICI DELL’UNIONE EUROPEA
Ho fatto solo un elenco di nomi esemplificativi per necessità di sintesi ma se rileggete l’elenco degli obiettivi non dichiarati apertamente della massoneria riassunti nell’elenco potete tranqullamente trovarci lo scheletro dell’Unione Europea: negatrice delle storiche radici cristiane (Vienna, 11 settembre 1683 vittoria della Lega Santa contro i musulmani); protezionista oltremisura degli silamici quali alternativa al Cristianesimo; usuraia per il tramite della Bce (spa di proprietà di banche controllate anch’esse dai discendenti del famoso Rothschild) in modo da crescere cittadini già indebitati fin dalla nascita e perciò costretti ad accettare qualsiasi forma di lavoro a qualsiasi condizione economica; fortemente liberista sui valori etici (aborto, eutanasia, consumo di sostanze stupefacenti).
Un’Europa che ha acuito il potere e la ricchezza di pochi, come nelle migliori esperienze dei paesi comunisti, e realizzato la povertà di molti: si pensi alla Grecia ed all’Italia, con 18 milioni di abitanti a rischio povertà assoluta. Un Europa nel cui Parlamento siedono 226 eurodeputati controllati dalla Open Society Foundation del plutarca (chi governa col denaro) George Soros, cuspide di quella piramide massonica che ha il nome di Bilderberg e Commissione Trilaterale e chissà quante altre Logge occulte di cui non conosciamo l’esistenza o l’importanza.
LA SCOMUNICA DELLA MASSONERIA
Perché scrivo tutte queste cose nel giorno dell’Unità d’Italia? Perché l’Italia ha rappresentato il braccio armato che ha reso possibile il progetto massonico in Europa. I Mille del mercenario massone Giuseppe Garibaldi hanno conquistato Sicilia e Campania, dove Mazzini aveva preventivamente fondato la Mafia, ovvero l’occulta rete di possidenti e combattenti creata per facilitare la distruzione del Regno borbonico, nemico dei massoni inglesi per essere cattolico e per aver cercato di portare loro via lo zolfo, elemento necessario ai pionieri d’oltreoceano per sparare agli indiani nativi negli Stati Uniti d’America.
I soldati del neonato massonico Regno d’Italia hanno quindi assaltato lo Stato Pontificio con la breccia di Porta Pia (20 settembre 1870) attaccando uno stato sovrano solo per riprendersi Roma, simbolo del paganesimo e dell’imperialismo augusteo. Ciò suscitò la dura condanna di Papa Leone XIII che, oltre ad aver vissuto l’affronto dell’invasione militare in Vaticano e vedersi costretto a patteggiare la sopravvivenza dello Stato, comprese la disumana follia insita nel relativismo filosofico e nei progetti della Massoneria; pertanto il 20 aprile 1884 la scomunicò formalmente nell’enciclica Humanum Genus (a fondo pagina il link al testo integrale) in cui cita l’eterna lotta tra i seguaci del Regno di Dio e quelli del regno di Satana.
«In tutta la lunga serie dei secoli queste due città pugnarono l’una contro l’altra con armi e combattimenti vari, benché non sempre con l’ardore e l’impeto stesso. Ma ai tempi nostri i partigiani della città malvagia, ispirati e aiutati da quella società, che largamente diffusa e fortemente congegnata prende il nome di Società Massonica, pare che tutti cospirino insieme, e tentino le ultime prove. Imperocché senza più dissimulare i loro disegni, insorgono con estrema audacia contro la sovranità di Dio; lavorano pubblicamente e a viso aperto a rovina della Santa Chiesa, con proponimento di spogliare affatto, se fosse possibile, i popoli cristiani dei benefizi recati al mondo da Gesù Cristo nostro Salvatore» si legge nell’Enciclica.
Il suo pronunciamento giunse troppo tardi per dare conforto a quella Juliette Victurine Colbert, contessa di Maulévrier, che prima di diventare Marchesa di Barolo sposando l’aristocratico Carlo Tancredi Falletti, vide l’inerme anziana nonna ghigliottinata dai giacobini in Vandea solo perché cattolica ed aristocratica. Anche nella sua vita tra Torino e Barolo (dove inventò l’omonimo celeberrimo vino e ospitò Silvio Pellico reduce dalla prigionia e ostracizzato da tutti) dovette ricorrere spesso all’appoggio del re Carlo Alberto di Savoia per portare avanti la sua evangelizzazione cristiana nelle carceri femminili, tra orfane e donne di strada cui non fece mai mancare il supporto materiale per le quali creò progetti di riabilitazione sociale con munifica filantropia che gli è valso il riconoscimento dalla Chiesa di Venerabile Serva di Dio (insieme al marito).
LA GRANDE GUERRA VOLUTA DAI MASSONI
Ma Papa Leone XIII fu abbastanza tempestivo nel presagire i nefasti esiti che di lì a qualche anno sarebbero avvenuti. Dopo l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria Ungheria ad opera di un militante di Mano Nera (società segreta militare vicina a Giovane Bosnia quindi filomazziniana e pertanto contigua ai massoni), il Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia, nel quale vi erano numerosi dei massoni, dopo qualche tentennamento, forse più di forma che di sostanza decise, di tradire la Triplice Alleanza di Vienna con gli imperi di Austria-Ungheria e Germania. A prendere la decisione fu il Ministro degli Esteri. Il massone angloitalico Sidney Sonnino che convinse il premier Antonio Salandra a sposare la strategia di un altro fratello di loggia: il siciliano Antonino Paternò Castello, marchese di San Giuliano, il primo ad aprire un’intesa con Gran Bretagna e Francia, ovvero i due paesi di nascita e proliferazione della Grande Loggia d’Inghilterra e del Supremo Consiglio di Rito Scozzese.
Le proposte dell’Austria per il bottino di guerra non furono ritenute adeguate ma a soli 9 giorni dalla risposta del Ministero degli Esteri austriaco, il 25 aprile, l’Italia stipulò l’accordo con Inghiltera e Francia che il giorno successivo venne ratificato a Londra con la firma anche della Russia e la dichiarazione di guerra. In quegli stessi anni era maestro del Grande Oriente d’Italia il già citato Ernest Nathan, Sindaco di Roma fino al 1913. La decisione servì a dare sfogo ai vecchi rancori delle Guerre d’Indipendenza con l’Austria e fu motivata dalle scarne proposte sul bottino di guerra ma in realtà l’Italia avrebbe potuto anche dichiararsi neutrale.
Il piano massonico, però, era ben architettato: in primis distruggere l’ultimo importante grande impero cattolico e cancellare così dall’Europa il dominio di un’altra monarchia cristiana come gli Asburgo; in secondo luogo indebolire la Russia, per consentire una facile attuazione della Rivoluzione Bolscevica guidata da quel Lenin che si ispirò alla breve esperienza socialista totalitaria ed atea della Comune di Parigi; infine indebolire e straziare l’Italia stessa per renderla più facile da controllare economicamente e da conquistare in una eventuale successiva belligeranza. C’era una quarta motivazione psicosociale fondamentale sull’astuto scacchiere massonico: creare un sentimento di Unità Nazionale che in molte regioni era assente, soprattutto al Sud, dove era necessario distrarre i meridionali del devastato Regno delle Due Sicilie dalle proteste contro lo Stato che portarono al brigantaggio ovunque, anche se in modo minore in Sicilia dove già la Mafia vigilava e reprimeva.
I MORTI ITALIANI PER LA DISTRUZIONE DEGLI ASBURGO
Come sia finita lo sappiamo tutti: più di 680 mila morti e 462 invalidi italiani, per magri bottini di guerra ma l’obiettivo delle occulte logge raggiunto: la distruzione dei cattolicissimi Asburgo e l’esilio dei discendenti. Incontrai una di loro a Medjugorie che mi narrò la sua vita da profuga in Portogallo fino al pellegrinaggio nel paese bosniaco dove dal 1981 i sei veggenti ferventi cattolici in terra musulmana hanno le apparizioni della Gospa (Madonna in croato): lì l’assai informale arciduchessa Milona Von Habsburg, si è dedicata ad un’attività umanitaria per la lotta contro la fame in Africa (MaryMealsMinute), portando così amore e carità cristiana proprio nella terra dove il suo avo fu assassinato.
Da romantico amante della pace mi piace immaginare come sarebbe stato il Regno d’Italia se fosse rimasto neutrale, come era anche stato ponderato dal governo, e si fosse impegnato solo a coltivare al meglio i suoi tesori artistici, paesaggistici ed i suoi immensi giardini agricoli, tra cui quelle colline del pregiato Barolo, della già citata Juliette Colbert, che prima della guerra circolava in tutte le corti aristocratiche d’Europa e giunse anche alla cerimonia d’incoronazione di Alessandro III, zar di Russia grazie alla cantina del Marchese Fracassi di Cherasco (Cn). Sarebbe paradossale pensare, ma non del tutto folle, che gli eredi francesi del massone Rothschild avessero già immaginato che la Grande Guerra avrebbe creato difficoltà anche all’agricoltura e perciò ridotto la concorrenza che il Barolo stava cominciando a fare nel continente ai grandi Bordeaux. Resta comunque il fatto che se l’Italia fosse rimasta neutrale forse si sarebbe trovata in una posizione ancor più privilegiata dinnanzi ai due contendenti dei blocchi Inghilterra-Francia-Russia (ed altri tra cui gli Usa) e Germania, Austria ed Ungheria.
IL GRANDE INGANNO
Il Grande Inganno fu quello di far credere a cittadini e soldati che c’era da difendere la patria mentre si trattava di una Grande Guerra d’offesa per quel graduale processo di costruzione sociale del Nuovo Ordine Mondiale che nella cristiana Italia, dove a fiotti scorse il sangue dei martiri a cominciare da quello di Pietro e Paolo, fu necessario un dispiegamento di forze eccezionali. Ecco perché la Grande Guerra consentì il radicamento di quel reticolato della triade massoneria-mafia-servizi segreti militari che falcidia la Penisola dal 1860, dal primo viaggio di Mazzini in Sicilia e dalla nascita del Supremo Consiglio di Palermo che gli conferì l’ambitissimo 33° grado massonico, il più alto.
Per ironia della sorte, proprio domani, lunedì 5 novembre, nel Tribunale di Caltanisetta comincia il quinto processo sulla Strage di Via d’Amelio dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta: è quello per il depistaggio delle indagini in cui la succitata triade parrebbe aver avuto un ruolo assai determinante. Di questo scriverò nei prossimi giorni, per oggi, anche nel rispetto di Borsellino, martire di Stato come tanti soldati, onoriamo i caduti del IV novembre senza bisogno di aggiungere altri sentimenti a questa funesta celebrazione.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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