La pandemia non è soltanto un’emergenza sanitaria, sociale ed economica per i cittadini ma sta diventando anche una problematica finanziaria per le casse dello Stato, ovvero di tutti gli Italiani che si indebiteranno per i prossimi decenni con l’EuroTower (BCE) e Bill Gates che ha già le mani sui fondi Next Generation.
C’è infatti una girandola di cifre mostruose su cui aleggiano moltissimi misteri e interpretazioni divergenti soprattutto perché molti appalti sono stati assegnati con procedure d’urgenza semplificata. Tra essi pesa in modo gigantesco il costo di mascherine e tamponi ma cresce sempre più quello dei vaccini che hanno raggiunto un astronomico impegno di spesa pari a 2,8 miliardi di euro ma non sono stati sufficienti ad evitare il rischio di nuove restrizioni sociali dove stanno crescendo i contagi.
TORNA IL COPRIFUOCO SULLE ALPI DEL TURISMO
La prima regione a pagare la conseguenza di una risposta vaccinale apparentemente inefficace
, come previsto da autorevoli virologi per il problema della vaccino-resistenza, è il Trentino Alto Adige. Il governatore Arno Kompatscher firmerà nella giornata di oggi, martedì 23 novembre, un’ordinanza che imporrà parecchie restrizioni proprio nell’imminenza dell’inizio della stagione turistica nelle amene località sciistiche delle Dolomiti.
«In Alto Adige l’incidenza attualmente è di 407, ma preoccupa la situazioni in alcuni Comuni – scrive l’Ansa – Chiudono le discoteche e sale da ballo, tornano le mascherine all’aperto, sui mezzi pubblici va indossata la Ffp2, mentre nei Comuni ‘rossi’ i bar e ristoranti devono chiudere alle 18 e scatta il coprifuoco dalle 20 alle 5. Il coprifuoco e la chiusura anticipata alle ore 18 di bar e ristoranti riguardano i Comuni di Rodengo, San Pancrazio, Caines, Vandoies, Ultimo, Martello, Castelbello Ciardes, Naz-Sciaves, Senales, Plaus, Castelrotto, Marlengo, Laion, Postal, Ortisei, Moso in Passiria, Funes, Santa Cristina Valgardena, Rasun Anterselva e Rio di Pusteria. In questi Comuni scatta anche l’obbligo Ffp2 nei negozi e sono sospesi tutti gli eventi pubblici in luoghi chiusi. Chiudono teatri e cinema e sono altresì sospese le prove».
Tra essi spicca proprio il nome di Ortisei, città più popolosa della Val Gardena e luogo di partenza della funicolare Rasciesa, fra le più lunghe d’Europa (2 422 metri), ma anche nota per i suoi mercatini con prodotti di eccellente artigianato artistico in legno. E’ evidente che i turisti, soprattutto stranieri, non saranno certamente invogliati a fare la settimana bianca in un luogo dove devono cenare prima delle 18…
A proteggere questo incantevole paradiso alpino non sono bastati i miliardi spesi dal commissario straordinario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo che, grazie alle imposizioni discriminatorie e anticostituzionali di obblighi vaccinali (nelle strutture sanitarie e scolastiche) e Green Pass coercitivi per poter lavorare, ha portato ad oltre 93 milioni le dosi somministrate di sieri genici sperimentali Pfizer-Biontech, Moderna e Astrazeneca, per un totale di ciclo completo di vaccinazioni all’84 % della popolazione.
PROTESTE CONTRO IL “PARTITO DELLA TERZA DOSE”
Contro queste misure draconiane della penisola rinominata Draghistan si è scagliato di recente il giornalista Pino Cabras, deputato di “Alternativa C’è”, attaccando “il partito della Terza Dose” dall’aula del Parlamento Italiano e contestando non solo il Green Pass coi tamponi costosi ma anche i mancati test per i vaccinati che molteplici ricerche scientifiche ritengono capaci di diffondere una carica virale ancora superiore a quella dei contagiati senza vaccino.
Sui numeri finanziari della campagna vaccinale, però, c’è un piccolo giallo conseguente a una denuncia lanciata nel luglio scorso da Oxfam e Emergency, membri della People’s Vaccine Alliance (PVA).
Il dossier svelò come «solo Pfizer/BioNTech e Moderna nel 2021 potrebbero far pagare agli stati 41 miliardi di dollari in più, rispetto al costo di produzione stimato dei vaccini a tecnologia mRNA. Nonostante per il loro sviluppo le stesse aziende abbiano ricevuto oltre 8,25 miliardi di finanziamenti pubblici. Nuove analisi delle tecniche di produzione dei vaccini di tipo rMNA, messi in commercio da Pfizer/BioNTech e Moderna – realizzate da Public Citizen con ingegneri dell’Imperial College e pubblicate nel rapporto – rivelano infatti che questi vaccini potrebbero essere realizzati in media con un costo che varia da appena 1,18 a 2,85 dollari a dose».
«Solo l’Italia fino ad oggi per questi due vaccini avrebbe speso 4,1 miliardi di euro in più di denaro dei contribuenti. Risorse che potrebbero essere investite per rafforzare il sistema sanitario nazionale, consentendo, ad esempio: di allestire oltre 40 mila nuovi posti di terapia intensiva (ad oggi sono poco più di 8.500); oppure di assumere oltre 49 mila nuovi medici (ad oggi sono poco più di 100 mila quelli dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale)» scrissero Oxfam ed Emergency nel loro comunicato (link a fondo pagina).
Perché è importante questa segnalazione? Perché appare contraddittoria con i dati diffusi di recente sui costi dei vaccini per l’Italia.
QUASI 3 MILIARDI DI EURO SOLO PER I VACCINI
I conti sulla spesa sanitaria per il contrasto alla pandemia da Covid-19, invece, risultano sensibilmente differenti secondo uno studio di OpenPolis.
«Oltre 19 miliardi di euro messi a bando, di cui 2,8 soltanto per la campagna vaccinale: è il prezzo che l’Italia ha pagato, in termini di spesa pubblica, per la pandemia da Covid-19 tra gennaio 2020 e settembre 2021. Stando a un’indagine di Openpolis, da inizio pandemia sono infatti stati aperti 15mila bandi per forniture di materiali e servizi, e a oggi risultano aggiudicati 8 miliardi dei fondi messi a disposizione, oltre la metà usati per l’acquisto di mascherine e dispositivi di protezione. Dati che emergono grazie all’osservatorio bandi Covid, attraverso cui vengono monitorati gli acquisti a partire dall’inizio dell’emergenza sanitaria» scrive Today economia.
https://www.gospanews.net/2021/11/05/tamponi-pcr-alterati-in-laboratori-partner-di-big-pharma-dei-vaccini-denuncia-di-medici-e-vittime-sui-test-ritirati-dai-cdc-usa/
Dall’ultimo aggiornamento del 14 settembre cresce sensibilmente il peso economico delle vaccinazioni: a marzo 2020 rappresentava il 6,3% delle spese totali per l’emergenza, oggi copre il 14,6%. Dell’importo base d’asta di 2,8 miliardi sono stati aggiudicati 248 milioni di euro. Andando ad analizzare i lotti dedicati alla campagna vaccinale, i più importanti risalgono al 16 dicembre 2020, mese di avvio della campagna, con la richiesta di poco più di 78 milioni di dosi di vaccino con un’importo a base d’asta di 1 miliardo e 125 milioni. Ad aprile, con l’avvio della seconda fase, sono stati acquistati ulteriori 185 milioni di dosi con un importo a base d’asta di 435 milioni. Segue, per entità e dimensioni del bando, l’acquisto di 21.257.570 dosi il 31 dicembre 2020, per un importo totale di poco più di 392 milioni di euro.
Analizzando poi la “classifica” generale dei fondi messi a disposizione per le diverse forniture, dopo mascherine e dpi arrivano i prodotti e i servizi per l’analisi come test e tamponi: quasi 3 miliardi l’importo base d’asta, 1,1 quelli aggiudicati, pari al 15,4 % del totale.
“SERVE PIU’ TRASPARENZA NELLE PROCEDURE DI FIGLIOLO”
«Senza grandi sorprese, la stazione appaltante a indire le somme maggiori è stata ed è ancora la struttura del commissario straordinario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che ha firmato il netto scatto in avanti della campagna vaccinale, il cui peso è aumentato in estate: oltre la metà degli importi messi a gara (il 57,26%) è stata aperta proprio dal commissario per l’emergenza Figliuolo, per un totale di 8,9 miliardi di euro, 3,9 dei quali aggiudicati alla metà di settembre 2021» aggiunge Today.
La modalità di approvvigionamento più utilizzata, inoltre, continua a essere la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara: il 68,1% degli importi messi a gara nell’emergenza Covid sono stati banditi attraverso questo tipo di procedura, circa 13 miliardi di euro banditi in poco più di 19 mesi .Seguono gli affidamenti diretti in adesione ad accordo quadro (il 10,42%, pari a 2 miliardi di euro) e gli affidamenti diretti (8,33% del totale, corrispondenti a 1,6 miliardi). Solo il 7,4% degli importi (1,4 miliardi) è stato indetto attraverso procedure aperte, il che si traduce nell’86,9% dei bandi indetti per l’emergenza Covid che risulta, dalle rilevazioni di Openpolis, aperto con procedure semplificate, per un totale di 16.64 miliardi su 19 (esclusi gli accordi quadro).
L’obiettivo è quello di velocizzare i tempi in un momento di emergenza, e ottenere le forniture e i servizi rapidamente, ma Openpolis mette in guardia: “È importante equilibrare l’esigenza di rapidità nelle procedure con la trasparenza, considerando che parliamo di miliardi di euro provenienti dalle casse pubbliche”.
Redazione Gospa News
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
TODAY ECONOMIA – LE SPESE DELLA PANDEMIADOSSIER OXFAM SUI COSTI DEI VACCINI