Nell’immagine di copertina il vescovo Georges Abou Khazen, Vicario Apostolico di Aleppo, e un bambino sfamato dai religiosi cristiani
di Carlo Domenico Cristofori
«È la più grave catastrofe umanitaria dopo la fine della seconda Guerra mondiale. Da due o tre anni a questa parte la Siria è dimenticata: le notizie che la riguardano non trovano più spazio nei media e così passa sotto silenzio il grido di dolore di tanti nostri fratelli e sorelle».
Con queste frasi, in un’intervista a Vatican News, il Nunzio Apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari, ha spiegato le drammatiche condizioni del paese dilaniato da una tremenda guerra civile innescata dagli Usa dell’ex presidente Barack Obama per il tentativo di Regime-change contro il presidente siriano Bashar Al Assad.
Il piano diabolico è stato ordito dalla Central Intelligence Agency fin dal 1983 ed attuato nel 2011 finanziando ed addestrando ribelli, tra cui molti jihadisti affiliati ad Al Qaeda o confluiti poi nello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria del califfo Abu Bakr Al Baghdadi, ritenuto agente della stessa CIA e del Mossad, il controspionaggio israeliano, tanto da suscitare dubbi sulla sua effettiva eliminazione.
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Ma tralasciamo le analisi di geopolitica ed intelligence militare, comprovate da decine di reportages basati su fonti Osint di Gospa News, e vediamo i veri motivi di una tragedia siriano in cui emerge un macroscopico paradosso: fondazioni della Chiesa Cattolica sono impegnate in prima linea per aiutare la popolazione e limitare i danni causati dalla NATO, che ha fornito supporto logistico all’esercito americano e ha legittimato le operazioni belliche della Turchia, ma oggi ancor di più dalle sanzioni dell’Unione Europea e degli USA.
A sostenerlo è un altro ecclesiastico della Chiesa Cattolica. «“Perpetuare le sanzioni contro la Siria significa condannare a morte molta gente”. Sceglie parole nette e inequivocabili il vescovo Georges Abou Khazen, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, nel descrivere gli effetti che le sanzioni disposte dai Paesi occidentali contro il regime Bashar al Assad producono sulla vita quotidiana di milioni di siriani».
Questo si legge in un articolo pubblicato alle fine di novembre 2021 dall’agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie dal 1927, ovviamente tenuto nascosto dai media di mainstream che hanno appoggiato la narrativa atlantista sulla guerra civile siriana, fino a nascondere tremendi crimini come l’attacco chimico di Douma organizzato per accusare Assad ma perpetrato dai jihadisti di Al Qaeda con l’aiuto dei soccorritori dei White Helmets.
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Il quadro della tragedia sociale siriana è dipinto con tinte fosche dal cardinale Zenari che pone l’accento sui tanti, soprattutto giovani, che chiedono «un aiuto per emigrare».
«Non vedono futuro al buio, al freddo e in fila davanti ai panifici che vendono il pane a prezzi calmierati dallo Stato. Ho saputo da fonti dirette che le famiglie pagano ai trafficanti all’incirca 20 mila dollari per raggiungere il Vecchio Continente. Le persone devono vendere quel poco che hanno, indebitarsi, per poi magari essere costrette a tornare».
Mentre il Nunzio Apostolico si focalizza sull’effetto, sulle cause lancia accuse precise il Vicario apostolico di Aleppo, provincia sempre pericolosa perché vicina ad Idlib, la roccaforte dei jihadisti HTS finanziati e supportati dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan che sta legittimando crimini di guerra soprattutto nell’enclave di Afrin, come denunciato da varie associazioni umanitarie internazionali.
LE INTERMINABILI SANZIONI DI USA E UE
«Negli ultimi giorni, dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea sono arrivate significative conferme e estensioni delle misure sanzionatorie messe in atto da Paesi occidentali come strumento di pressione sulla attuale dirigenza politica siriana. Un portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha confermato che Washington non ha messo in atto alcun alleggerimento delle sanzioni contro il regime siriano, e non attenuerà la sua opposizione a piani di ricostruzione del Paese gestiti da apparati di potere che fanno capo al Presidente Assad. Le dichiarazioni provenienti dal Dipartimento di Stato USA hanno voluto soffocare sul nascere ogni eventuale illazione su presunti coinvolgimenti e nihil obstat statunitensi nella decisione presa dagli Emirati Arabi Uniti di costruire una centrale solare in una zona rurale nei dintorni di Damasco (decisione annunciata durante la recente visita compiuta in Siria da Abdullah bin Zayed, Ministro degli Esteri degli Emirati)».
E’ quanto scriveva Fides un paio di mesi fa menzionando momenti precisi di questa ossessiva ed asfissiante oppressione disumana sul paese del Mediterraneo, perseguitato soprattutto perché diventato una postazione strategica militare della Russia, che da anni ha la base navale di Tartus e quella aerea di Kheimim, nei pressi di Latakia (zona sovente bersagliata dai missili israeliani in gran parte respinti dagli avanzati sistemi di contraerea S-400 di Mosca).
Lunedì 15 novembre, infatti, il Consiglio dell’Unione Europea aveva esteso a 4 nuovi ministri del governo di Damasco le sanzioni contro membri e organismi legati agli apparati siriani che lo scorso maggio erano state prolungate fino al 1° giugno 2022.
Le sanzioni europee, introdotte nel 2011 dopo la repressione delle prime manifestazioni (pacifiche ma anche violente) organizzate da gruppi contrari a Assad, colpiscono attualmente più di 280 individui e circa 70 organismi legati al governo siriano. Compendo le esportazioni di petrolio e le forniture di strumentazione tecnologica. Nelle dichiarazioni ufficiali, gli organismi dell’Unione Europea puntualizzano che le sanzioni anti-Assad sono calibrate in modo da non incidere sulle forniture di cibo e di medicinali.
“AD ALEPPO SANZIONI CRIMINALI”
Ma il vescovo Georges, testimone sul campo di quello che vede accadere a Aleppo, racconta un’altra storia. «La situazione quotidiana è per molti versi peggiore di quella che vivevamo quando Aleppo era terreno di guerra tra l’esercito siriano e le milizie dei cosiddetti ribelli. Non ci sono medicine, negli ospedali non arrivano i macchinari indispensabili per salvare tante vite, mancano i beni di prima necessità anche dal punto di vista alimentare. Tanti riescono a malapena a trovare il pane per sopravvivere di giorno in giorno».
Riferì all’Agenzia Fides il Vicario apostolico della metropoli siriana tanto da indurre pesanti considerazioni da parte dell’organo d’informazione delle Pontificie Opere Missionarie.
«Una situazione resa ancor più insopportabile dall’impressione che l’obiettivo malcelato delle sanzioni sia proprio quello di aumentare le sofferenze della popolazione, in modo da alimentare il malcontento verso i capi politici e perseguire strategie e interessi di ordine geopolitico giocando sulla pelle del popolo siriano: “Sono sempre i poveri che pagano”, ripete il vescovo Georges, “mentre i ricchi e i responsabili non pagano niente. Per questo qui continuiamo a ripetere che le sanzioni sono criminali”» scrisse infatti Fides.
Ad alleviare le sofferenze sono gli aiuti che giungono costantemente alla gente anche tramite la Nunziatura, come riporta invece Vatican News.
BUONI SAMARITANI PER OSPEDALI E MEDICINALI
Il cardinale Zenari esprime tutta la sua gratitudine ai tanti ‘buoni samaritani’. «Tra di loro non ci sono solo benestanti, ma anche persone meno abbienti. E sono commosso per la loro generosità: sono delle gocce d’acqua o dei rubinetti nel deserto. Noi cerchiamo di incrementare questi rubinetti, ma c’è bisogno che la comunità internazionale apra un fiume di aiuti per la Siria».
In prima fila per supportare la Siria c’è anche la Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre che ha avviato un progetto con lo scopo di assicurare medicine e accertamenti clinici a 150 malati cronici di Homs, in Siria.
«Ci sono stato personalmente nel settembre 2019 e ho visto la drammatica devastazione prodotta dalla guerra. Dopo dieci anni la popolazione continua a soffrire e a morire per l’aggravarsi della situazione sanitaria acuita dall’inaccettabile embargo. La Chiesa sta assistendo anche dal punto di vista medico i cristiani più poveri ma ha bisogno di essere finanziariamente sostenuta in questo quotidiano sforzo» ha scritto monsignor Hanna Rahme, Arcivescovo dell’Eparchia Maronita di Baalbek-Deir el-Ahmar (Libano) nella lettera di ACS ai suoi sostenitori inviata per il Natale 2021. In essa infatti c’era anche l’obiettivo dell’arcidiocesi libanese di Furzol e Zahleh che si è rivolta ad ACS per finanziare l’acquisto di beni alimentari a beneficio di 2.500 famiglie cristiane.
Ma il cardinale Zenari ricorda che, secondo gli esperti, servono almeno 400 miliardi di dollari per avviare la ricostruzione, rimettere in sesto l’economia e ridare speranza alle persone. Un obiettivo assolutamente utopistico finché ci saranno le sanzioni europee ed americane a soffocare la ricrescita che nella capitale Damasco e in altre aree privilegiate era già palpabile ai turisti prima dell’avvento della pandemia.
LA CONVIVENZA TRA RELIGIONI: OBIETTIVO COLPITO
L’azione caritatevole della Nunziatura Apostolica si è concentrata sul progetto “ospedali aperti” e consiste nel fornire assistenza ai poveri in tre strutture cattoliche, due a Damasco e una ad Aleppo. «In quattro anni sono stati curati gratuitamente sessantamila malati di qualunque appartenenza etnica o religiosa. Molte famiglie musulmane – racconta Zenari – sono sorprese dalla generosità dei cristiani. Ed è così che cerchiamo di favorire il dialogo e la convivenza tra religioni che è molto importante».
Va rammentato che uno dei motivi per cui il presidente Assad è finito nel mirino di Obama è proprio legato all’armonia raggiunta nel paese tra le differenti culture religiose. Assad, esponente politico del partito Ba’ath è di confessione islamica Sciita di matrice Alawita, una minoranza tra i gruppi musulmani che è nota per le posizioni moderate e tolleranti nei confronti di “rivali” islamici Sunniti, Cristiani, Yazidi, Curdi e di tutte le altre etnie.
Mentre gli USA, per fomentare le cosiddette Primavere Arabe di Obama in Libia, Iraq, Siria e Libano hanno fatto leva sulle velleità di dominio dei Sunniti, tra cui ci sono sia i Fratelli Musulmani che governano in Turchia e Qatar, i Wahabiti del Regno di Arabia Saudita, e gli altri Salafiti dei paesi del Golfo Persico, dove le uniche eccezioni sono rappresentate dall’Iran, in mano alla teocrazia degli Sciiti, e l’Iraq, dove quest’ultima confessione è in maggioranza sebbene sia stata messa a dura prova dai terroristi jihadisti dell’ISIS, anch’essi di matrice Sunnita come quelli di Al Qaida, ritenuta una creazione estremista finanziata occultamente da Riad.
Oggi molti dei tagliagole dello Stato Islamico o comandanti qaedisti, sfuggiti alla cattura o liberati appositamente dalle prigioni, sono stati arruolati nell’esercito mercenario della Turchia, impiegato anche in Libia con il tacito consenso della Nato.
Carlo Domenico Cristofori
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – REPORTAGES SULLA SIRIA
GOSPA NEWS – INCHIESTE SUI JIHADISTI
VATICAN NEWS – GLI AIUTI DELLA NUNZIATURA APOSTOLICA
FIDES – SANZIONI CRIMINALI CONTRO LA SIRIA
ACS – APPELLO AIUTI PER IL NATALE 2021
JIHAD SAUDITA, TOP SECRET FILES: DAI DETENUTI INVIATI IN SIRIA ALLE BOMBE IN SRI LANKA
https://www.gospanews.net/2021/02/21/vertice-di-intelligence-us-uk-con-leaders-isis-rivelazione-shock-dalla-siria-dossier-osint-al-hol-centro-di-radicalizzazione-jihadista-la-turchia-protegge-i-ter/