Vittoria davanti al Tar dell’avvocato Grimaldi
Presidente del Comitato Cure Domiciliari
che ha fatto un esposto alla magistratura
Come fecero pure il biologo Trinca
e il legale Fusillo per le terapie ignorate
dal Ministro della Salute Roberto Speranza
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
“È onere imprescindibile di ogni sanitario di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito”.
Con questa motivazione alla sentenza il Tar Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19, a firma del presidente e avvocato Erich Grimaldi e dell’avvocato Valentina Piraino, contro le linee guida ministeriali del 26 aprile 2021, per il trattamento domiciliare dei malati Covid.
“La Prescrizione dell’AIFA”, continua il Tar, “come mutuata dal Ministero della Salute, contrasta con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto della malattia COVID-19, come avviene per ogni attività terapeutica”.
Quindi, conclude il tribunale amministrativo, “il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicata dalla scienza e dalla deontologia professionale. Per tali ragioni il ricorso deve essere accolto”.
“Finalmente un punto fermo a una battaglia che portiamo avanti da due anni, è la fine della vigile attesa”, ha spiegato il presidente CDC-19 avvocato Erich Grimaldi, “per dimostrare che le linee guida ministeriali fossero di fatto uno strumento per vincolare i medici di medicina generale alle eventuali responsabilità che derivano dalla scelta terapeutica” ecco come, ha aggiunto Grimaldi “il Governo, andando a vincolare i medici, ha di fatto privato i cittadini delle cure domiciliari precoci, paralizzando la sanità territoriale, e portato al collasso il sistema ospedaliero, con tutte le drammatiche conseguenze che migliaia di famiglie conoscono purtroppo molto bene”.
“Le scelte terapeutiche sono da sempre un dovere e un diritto dei medici, eppure chi ha curato a casa è stato ingiustamente bistrattato e accusato più volte di agire in malafede”, ha dichiarato la portavoce di CDC-19, Valentina Rigano, “invece di ascoltare e recepire le costanti richieste di collaborazione che abbiamo più volte proposto al Ministero, per trovare una soluzione comune all’emergenza, chi ha preso decisioni ha ignorato le capacità e l’esperienza di migliaia di medici”.
Poi ha concluso, “questa decisione cristallizza una volta per tutte quale sia il ruolo del medico di medicina generale, ovvero agire e non lasciare i malati Covid ad attendere l’evolversi della malattia”.
https://www.francescocappello.com/2022/01/13/testimonianze-di-danni-da-vaccino/
LE CONSEGUENZE PER MINISTERO DELLA SALUTE E AIFA
La storica decisione del Tribunale Amministrativo Regionale spalanca le porte a un effetto domino che potrebbe diventare un vero e proprio tsunami per Il Ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco. Soprattutto per le conseguenze non solo in sede civile, connesse ad un’eventuale richiesta di risarcimento danni da parte di malati o parenti delle vittime curate soltanto con Tachipirina e vigile attesa, ma anche sotto il profilo penale per le terapie efficaci ignorate dalle autorità sanitarie nonostante i ripetuti appelli di associazioni e medici italiani.
Lo scorso 21 dicembre 21, infatti, il presidente del Comitato Cure Domiciliari ha anche depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e Bergamo in relazione ai presunti reati commessi proprio nell’ossessiva e pervicace ostinazione a continuare ad imporre un protocollo ritenuto fallimentare da moltissimi medici di base censurati persino dai social quando hanno testimoniato il successo delle loro cure.
«L’abbandono dei malati nelle prime fasi della malattia, al giorno d’oggi, è un fatto molto grave e inammissibile in quanto i pazienti curati, in maniera tempestiva, all’insorgenza dei primi sintomi, sono spesso guariti affrontando il decorso della malattia con meno difficoltà, rispetto a chi viene curato quando ormai l’infezione e la polmonite sono in stadio avanzato» si legge nella denuncia con cui l’avvocato Erich Grimaldi chiede alla magistratura di «predisporre immediati interventi ed appropriati controlli e/o indagini su tutte le circostanze rappresentate nel presente formale atto di esposto, al fine ultimo di valutare l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato in ordine ai fatti di cui in narrativa» scrive Grimaldi nell’esposto.
«E’ noto da tempo che, con questo virus, il peggioramento avviene in maniera molto veloce, nell’arco di circa una settimana. I medici del Comitato e migliaia di altri medici in Italia che hanno agito, in scienza e coscienza, hanno sempre affermato che questa malattia va aggredita ai primi sintomi, senza neanche attendere l’esito del tampone. Ed ecco che, a distanza di 20 mesi dall’inizio dell’emergenza, la Merck e la Pfizer “scoprono” che bisogna aggredire la malattia ai primi sintomi con due distinti e costosi farmaci!!!???» afferma il denunciante citando Molnupiravir e Paxlovid, nonché le loro potenti azioni contro il virus.
Grimaldi ribadisce quanto già espresso da molteplici medici in appelli al Ministro della Roberto Speranza, rimasti lettera morta ma puntualmente riportati da Gospa News.
Tra essi vano citati quello della dottoressa Roberta Ricciardi, neurologa di Pisa e luminare della miastenia (una patologia autoimmune che aggredisce il sistema respiratorio) che addirittura nell’aprile del 2020, insieme ad altri 33 medici, scrisse al ministro per segnalare l’efficacia del cortisone soprattutto se somministrato ai primi sintomi dell’infezione.
La cura del cortisone fu affrancata da uno studio della Oxford University (finanziato anche dal Bill Gates, investitore nelle Big Pharma) che ne accreditò l’efficacia solo in casi di ricovero sotto ventilazione. Su tale base l’AIFA lo inserì nel protocollo di cura ospedaliera o domiciliare ma dopo le fatidiche 72 ore nelle quali l’infiammazione scatenata dal SARS-COV-2, che autorevoli virologi ritengono essere un’arma batteriologica con cariche patogene di HIV, già potrebbe diventare estremamente pericolosa, secondo la dottoressa Ricciardi e altri scienziati.
Non solo. Speranza non diede risposta nemmeno ai 156 medici che sostennero una ricerca pubblicata dal professor Giancarlo Isaia, presidente dell’Accademia della Medicina di Torino e Primario dell’Ospedale delle Molinette, in cui si dimostrava l’efficacia della vitamina D3, ritenuta inutile dal Ministero della Salute, in quanto tutti i malati gravi o deceduti con Covid-19 ne erano risultati carenti.
«Perché mai nessuno ha preso in considerazione le modalità d’azione dei molti medici del Comitato, ribadendo il concetto della “vigile attesa” e lasciando così migliaia di persone, vaccinati e non, gratuitamente ad aggravarsi???» si domanda Grimaldi che fu tra i primi in Italia a battersi per l’uso dell’idrossiclorichina ottenendo già in precedenza una parziale vittoria con la sospensiva del TAR del Lazio al protocollo “tachipirina e vigile attesa”.
Questo fece esultare l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Icardi, che su quel farmaco, costato un procedimento disciplinare al ricercatore marsigliese Didier Raoult e l’onta pubblica a Donald Trump che lo sostenevano, aveva scommesso per un efficace protocollo sperimentale ospedaliero regionale.
Il parlamento francese aprì anche un’istruttoria per il sospetto che la cura fosse stata presa di mira da un complotto della comunità scientifica a favore del costosissimo antivirale Remdesivir, prodotto dall’americana Gilead, partner del Pentagono in esperimenti militari nei laboratori batteriologici in Georgia e altrove, su cui aveva investito pure George Soros.
L’idrossiclorichina, infatti, fu inizialmente bocciata quale terapia contro il Covid da una ricerca pubblicata ma poi ritirata da The Lancet: la rivista controllata da Paul Daszak che boicottò da subito la teoria del virus SARS-Cov-2 artificiale in quanto fu il primo a condurre gli esperimenti sulla SARS nel Wuhan Institute of Virology grazie ai finanziamenti dell’amministrazione americana Obama-Biden, di Anthony Fauci e di Bill Gates.
Quelle ricerche pericolosissime iniziarono in Cina nel 2004 grazie al finanziamento della Commissione Europea presieduta da Romano Prodi, divenuto poi primo premier italiano del Partito Democratico che da due anni rappresenta la maggioranza politica nei governi Conte e Draghi impegnati nella “presunta” lotta alla pandemia, divenuta di fatto una promozione dei vaccini delle Big Pharma, secondo un progetto pilota tracciato dal premier Mattero Renzi insieme all’ex presidente americano Barack Obama.
Ma, com’è tragicamente noto, Avvocatura di Stato per conto del Ministero della Salute e AIFA fecero ricorso al Consiglio di Stato contro lo stop al protocollo della vigile attesa ottenendo l’annullamento della sospensiva.
Anche ora, dopo che il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha bocciato NEL MERITO la strategia terapeutica imposta ai medici di base, le autorità sanitarie statali potrebbero ricorrere al Consiglio di Stato per ribaltare la sentenza ripristinando lo stato di “intimidazione professionale” nei confronti dei dottori ribelli. Molti medici di base, infatti, erano stati indotti ad attenersi alle direttive governative per non correre il rischio, in caso di effetti indesiderati sui pazienti con altre cure, di rischiare carriera e galera.
Ma ora a rischiare ipoteticamente il carcere è proprio il ministro Speranza perché è ormai bersaglio di una raffica di denunce penali. A quella recente del presidente del Comitato Cure Domiciliari si aggiungono infatti le circa 500 depositate in molteplici Procure della Repubblica d’Italia dall’avvocato Alessandro Fusillo insieme al biologo Franco Trinca e al presidente di un’associazione di consumatori Marco Tiberti in cui si ipotizzò una presunta strage di stato.
«La decisione del TAR Lazio è un passaggio molto importante per ristabilire lo stato di diritto in Italia – commenta l’avvocato Fusillo – Purtroppo le linee guida dell’AIFA, scoraggiando di fatto l’uso di appropriati protocolli di cura contro la malattia Covid-19, ha causato decine di migliaia di morti. Franco Trinca e io abbiamo denunciato i gravissimi reati commessi da chiunque abbia nascosto, sconsigliato o screditato le terapie domiciliari, oltretutto scoraggiando anche le autopsie e quindi la ricerca medica. Il tutto allo scopo di gabellare il vaccino come unica via d’uscita. La giustizia è lenta ma inesorabile. I gravissimi reati in danno dei cittadini italiani saranno puniti».
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS