MONTAGNIER MORTO (video). TWEET DI RAOULT CONFERMA. Il Virologo Denunciò SARS-2 da Laboratorio e Vaccini Pericolosi
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Aggiornamento ore 18,21 – 10 febbraio 2022
“E’ morto a Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi, il professor Luc Montagnier, premio Nobel per i suoi studi sull’Aids, diventato negli ultimi anni un riferimento dei no vax. La notizia circolava da ieri sera sui social. Oggi l’ha confermata il quotidiano Liberation: Montagnier aveva 89 anni”. Ecco come i servi delle Big Pharma dell’ANSA danno l’addio al più grande scienziato dell’era contemporanea.
Tre righe di fretta. Sia mai diventi più famoso di quello che l’ANSA non sarà mai. La notizia non girava nei social ma era stata diffusa da uno storico giornale francese France Soir a cui i media di mainstream non hanno voluto credere. Gospa News è stato il primo media in Italia a crederci. Dopo sono arrivati anche ByoBlu e Indipendente.
Come ho detto nel mio video su Rumble (quello di YouTube è stato censurato quasi subito), insieme a Montagnier oggi è morto il già agonizzante giornalismo. Seguitici. Se ne avete il coraggio!
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IL RICORDO DEL PROFESSOR DIDIER RAOULT
Aggiornamento ore 11,21 – 10 febbraio 2022
I due Tweet del professore francese Didier Raoult, microbiologo ed infettivologo Direttore dell’IHU Méditerranée Infection di Marsiglia cancellano ogni dubbio sulla morte del collega scienziato Luc Montagnier.
“È morto Luc Montagnier. Perdiamo un uomo la cui originalità, indipendenza e scoperte sull’RNA hanno permesso la creazione del laboratorio che ha isolato e identificato il virus dell’AIDS”.
Luc Montagnier est décédé.
On perd un homme dont l'originalité, l'indépendance et les découvertes sur l'ARN ont permis la création du laboratoire qui a isolé et identifié le virus du SIDA. (1/2)— Didier Raoult (@raoult_didier) February 10, 2022
“Questo gli valse la fama, il premio Nobel e l’ostilità inaudita dei suoi colleghi. L’attenzione alle sue ultime ipotesi era sproporzionata” ha twittato inoltre Raoult, paladino dell’idrossiclorichina e di recente scopritore di una nuova variante del Covid-19.
Alla luce di questa importantissima ed autorevole conferma del decesso che giunge dalla comunità scientifica e dalla Francia assume davvero una connotazione sinistra il silenzio dei media di mainstream francesi che sembrano intenzionati a soffocare sotto una cappa di disinformazione il decesso del virologo Montagnier, da loro stessi aspramente contestato sia per le sue teorie sul virus da laboratorio che per i moniti sulla pericolosità dei vaccini antiCovid.
EURODEPUTATA FRANCESCA DONATO RICORDA MONTAGNIER
Aggiornamento ore 11 – 10 febbraio 2022
“Un pensiero colmo di gratitudine e profondo rispetto”. Francesca Donato commenta così su Twitter la notizia della morte di Luc Montagnier, premio Nobel francese e da mesi “portabandiera” dei no vax e dei No green pass, scomparso a 89 anni.
La europarlamentare italiana, uscita polemicamente dalla Lega lo scorso settembre proprio perché in contrasto con la linea pro-vaccini e pro-Green pass stabilita da Matteo Salvini, definisce lo scienziato “un uomo straordinariamente capace, retto, indipendente e trasparente. Le sue parole acquistano oggi ancora più valore”.
FRANCE SOIR CHIEDE UNA GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE
Aggiornamento ore 21,35 – 9 Febbraio 2022
Alle 21,35 anche Wikipedia si è rassegnata alla tragica notizia ed ha pubblicato la data ufficiale di morte dello scienziato Luc Montagnier aggiornata al 9 febbraio, a differenza dell’8 febbraio come riportato da France Soir. E’ evidente che il decesso del celebre virologo è avvenuto nella nottata. La pubblicazione dell’enciclopedia online più famosa del mondo spazza via tutti i dubbi che ancora facevano sperare i tanti fans del ricercatore francese.
Pochi minuti dopo, però, Wikipedia ha nuovamente corretto l’informazione togliendo la data della morte e il verbo essere al passato. Il mistero rimane anche se France Soir non ha manifestato dubbi nell’intera giornata dopo aver diffuso la drammatica notizia alle 16,12 di oggi.
Il problema è stato spiegato nella versione francese dell’enciclopedia libera nella voce riguardante Montagnier: “Questa pagina ha recentemente subito una guerra di modifica in cui più contributori hanno ripristinato reciprocamente le rispettive modifiche. Tale comportamento non collaborativo è vietato dalla cosiddetta regola delle tre revoche. In caso di disaccordo, è necessario ottenere un consenso sulla pagina di discussione prima di qualsiasi modifica riguardante lo stesso argomento”.
Mentre i quotidiani francesi continuano ad ignorare in modo sorprendente la notizia del decesso del professore e quelli italiani la riportano in termini dubbiosi come un vero mistero, France Soir ha rilanciato un altro Tweet stigmatizzando il silenzio dei media e dei politici sulla scomparsa di Montagnier.
“Di fronte allo spaventoso silenzio dei media e della classe politica dopo la scomparsa del professor Montagnier, il Premio Nobel per la Medicina @france_soir e@BonsensOrg chiedono una giornata di lutto nazionale in memoria di questo grande scienziato francese di fama internazionale”.
Devant le silence consternant des médias et de la classe politique suite à la disparition du Pr Montagnier, prix Nobel de médecine @france_soir et @BonsensOrg demandent un jour de deuil national à la mémoire de ce grand scientifique français de renommée internationale.
— France-Soir (@france_soir) February 9, 2022
L’ANNUNCIO DELLA MORTE DI MONTAGNIER DIFFUSO DA FRANCE SOIR
ARTICOLO DELLE ORE 19 – 9 FEBBRAIO 2022
Difficile capire come ma ne hanno ammazzato un altro! E’ l’unico commento scioccato che possiamo aggiungere all’improvvisa morte di Luc Montagnier, vincitore del premio Nobel per la Medicina nel 2008 per la scoperta di quell’HIV di cui trovò tracce nel SARS-Cov-2 confermando la ricerca che 9 biologici indiani furono costretti a ritrattare.
Il suo decesso, inizialmente diffuso da vari media in mezzo a una ridda di smentite, è stato confermato da France Soir che aveva anche dato spazio alle accuse del virologo francese sull’origine artificiale del virus della pandemia da Covid-19.
«All’età di 89 anni (18 agosto 1932 – 8 febbraio 2022), il professor Luc Montagnier morì all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine. Il dottor Gérard Guillaume, uno dei suoi più fedeli collaboratori, ci racconta di essere partito in pace, circondato dai suoi figli» scrive France Soir riferendosi al nosocomio del comune dell’Hauts-de-Seine, regione confinante con la città di Parigi.
Era direttore emerito del “Centre national de la recherche scientifique” e dell’Unità di Oncologia Virale dell’Istituto Pasteur di Parigi dove nel 1983, assieme a Françoise Barré-Sinoussi scoprì il virus HIV. Il traguardo scientifico valse ai due il Premio Nobel per la Medicina nel 2008. Oltre a tale tributo mondiale il biologo e virologo francese fu insignito di altri riconoscimenti: Premio Lasker (1986), Japan Prize (1988), Premio Scuola medica salernitana (2011) e Sigillo dell’Università degli studi di Salerno (2011). La biografia dettagliata è in calce all’articolo.
La sua morte è avvenuta martedì 8 febbraio, nello stesso giorno dei funerali del biologo Franco Trinca stroncato da una forma violentissima e sospetta di Covid-19 nonostante fosse in ottima salute ed aduso a curarsi con mille precauzioni.
Trinca aveva sovente ripreso le denunce dello scienziato francese di fama internazionale che, avendo lavorato nel campo dei vaccini, aveva denunciato i pericoli dei sieri genici a base di RNA messaggero soprattutto per il rischio di creare malattie degenerative cerebrali da prioni, come evidenziato nella nostra ultima inchiesta.
«Era un biologo e virologo, ma anche e soprattutto un uomo di notevole intelligenza, che viveva per la scienza. Oltre ad essere stato nominato Premio Nobel per la Medicina nel 2008 per la scoperta del virus dell’HIV, durante la sua vita ha lavorato al fianco dei più grandi istituti scientifici del mondo. Direttore di ricerca emerito al CNRS, professore all’Institut Pasteur, direttore del Center for Molecular and Cellular Biology al Queens College della City University di New York, direttore di un istituto di ricerca alla Jiao-tong University di Shanghai. Ha sostenuto per molti anni l’Accademia delle Scienze e l’Accademia Nazionale di Medicina attraverso la sua ricerca. Per questo ha ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti» aggiunge France Soir.
“SARS-COV-2 CREATO IN LABORATORIO IN UN AFFARE CINA-USA”
Nonostante la sua età avanzata e nonostante tutte le critiche subite nell’autunno della sua vita, in particolare da parte della comunità scientifica, Luc Montagnier si è sempre battuto per la scienza libera. «Abbiamo avuto la fortuna di poterlo accogliere più volte a FranceSoir e vorremmo fargli tutti gli onori che gli sono dovuti» aggiunge il giornale francese.
Proprio per questo non si fece problemi a sostenere pubblicamente la tesi del virus SARS-Cov-2 di origine artificiale creato in un ”affare tra Cina e USA”, poi confermata dal bio-ingegnere francese Pierre Bricage in un’altra ricerca e di recente dal colonnello americano Lawrence Sellin, già in forza nei laboratori biologici militari di Fort Detrick (Maryland) che ha svelato nei dettagli il progetto bocciato dal DARPA (l’agenzia di Ricerca dei Progetti Avanzati della Difesa del Pentagono americano) perché troppo pericoloso. Vedremo in WuhanGates 47 chi l’ha continuato…
Come già evidenziato in una precedente inchiesta WuhanGates 34 quei virologi che arrivano troppo vicini alla verità muoiono misteriosamente per patologie improvvise giustificabili sovente dall’età. Non lo fu l’inspiegabile suicidio di Giuseppe De Donno, privato della possibilità di fare un protocollo della sua cura sul plasma iper-immune per un’intromissione di Big Pharma sempre vicine a Gates.
“Vaccinare in pandemia è un’arma di distruzione di massa” dichiarò Montagnier facendo eco al collega virologo belga Geert Vanden Bossche che lavorò prurì per la Gavi Alliance di Bill Gates salvo andarsene per uno scontro proprio su uno dei vaccini per l’immunizzazione globale.
Le accuse di Montagnier sulla pericolosità dei sieri genici sperimentali hanno raggiunto il culmine durante una sua recentissima apparizione presso il parlamento del Lussumbergo per una conferenza di un’associazione No Vax. Le sue affermazioni hanno avuto vasta eco anche in Italia per la sua apparizione ad una manifestazione contro il Green Pass organizzata dal parlamentare Gianluigi Paragone a Milano per il suo movimento ItalExit.
MONTAGNIER HA DENUNCIATO I PERICOLI DEI VACCINI
In tale circostanza spiegò nel dettaglio la pericolosità del meccanismo interno alla spike che poteva consentire ad alcuni elementi del vaccino di trasformarsi in prioni scatenando una malattia neurodegenerativa di Creutzfeldt-Jakob (da cui deriva anche la sindrome della mucca pazza) e altre patologie connesse a tali particelle proteiche infettive (acronimo Prion in inglese) che sono agenti infettivi alquanto particolari: non contengono DNA o RNA e sono completamente diversi da virus e batteri.
Ecco alcuni passaggi significativi di un’intervista condotta da France Soir al vincitore del Nobel in cui quest’ultimo evidenzia tutte le sue preoccupazioni per i nuovi sieri genici sperimentali, definiti tali anche dal genetista tedesco Walter Doerfler.
Luc Montagnier: «Sono scandalizzato per il fatto che si vogliano vaccinare anche i bambini, perché stiamo davvero intaccando le generazioni future. Bisogna sapere che – per esempio – con il glifosato, studi recenti mostrano che ci sono effetti epigenetici. Le persone che assumono il glifosato nella dieta, trasmettono qualcosa che si manifesterà nelle generazioni successive. I figli, i nipoti, i pronipoti soffriranno, infatti questo è dimostrato nei topi per il momento, ma può essere esteso anche agli esseri umani. Quindi, ci sono effetti epigenetici, – dobbiamo pensare a questo – e dobbiamo pensare non solo a questa generazione, ma anche a quella futura. E così, l’RNA messaggero che ricevete dal vostro vaccino, può benissimo avere effetti sulle generazioni future, che non rileviamo se non li andiamo a cercare».
Xavier Azalbert (direttore di France Soir): «Quindi si tratta della persistenza – potremmo dire – di queste sostanze che iniettiamo senza conoscere realmente le conseguenze a medio e a lungo termine?»
Luc Montagnier: «Assolutamente… L’RNA è una totale incognita, e proclamare la vaccinazione obbligatoria per tutti è una follia. È una follia vaccinale a cui sono contrario, assolutamente. Non sto dicendo che tutti dovrebbero morire per il vaccino, ma un certo numero di persone soffrirà per il vaccino, e questo non è accettabile».
Xavier Azalbert: «Dunque soffriranno per gli effetti collaterali, che non abbiamo ancora visto, che non abbiamo ancora misurato negli studi, perché non abbiamo abbastanza esperienza?»
Luc Montagnier: «Esattamente, ci sono effetti su diverse generazioni, forse, ma ci sono effetti sulla stessa generazione dopo 5 anni, dopo 10 anni. È abbastanza probabile, soprattutto per quelle che chiamiamo malattie neurodegenerative. Ci sono sequenze che sembrano sequenze di prioni, nell’RNA del coronavirus. E questi prioni possono ordinare, piuttosto che disordinare le proteine naturali del cervello, per modificare fino a trasformarle in prioni».
Queste affermazioni furono ridicolizzate dai fact-checkers di Open di Enrico Mentana (vicini a movimenti politici Pro Vax del Governo Italiano di Mario Draghi): Ma la nostra inchiesta ha svelato l’esistenza di almeno 5 ricerche pubblicate che mettono in correlazione la proteina Spike (anima dei vaccini) con i Prioni e le malattie neurodegenerative.
La notizia della morte del celebre virologo francese ha suscitato tale incredulità tra milioni e milioni di suoi fans che nonostante la copertina di France Soir a caratteri cubitali dopo tre ore ancora c’è chi non è convinto che la sua morte sia avvenuta davvero.
Vista la stima che nutrivo per Montagnier è la prima volta nella mia carriera giornalistica che spero di dover smentire una notizia che ho appena scritto…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
LA BIOGRAFIA DI LUC MONTAGNIER
Luc Montagnier è nato a Chabris, in Francia e dove attualmente vive, il 18 agosto del 1932. Figlio di un contabile e di una casalinga, ha sempre mostrato una predilezione per le scienze. Si laurea infatti nella stessa materia 23 anni più tardi, nel 1955, e dopo la morte del padre a causa di un tumore, sceglie di iscriversi a Medicina. Specializzandosi poi in Oncologia. Subito dopo riesce brillantemente a conseguire il dottorato in ricerca medica presso l’Università di Poitiers.
Nel frattempo sposa Dorothea Ackerman, e la coppia ha tre figli: Jean-Luc, Anne-Marie e Francine. Dal 1967, comincia poi le prime ricerche in virologia, concentrandosi in modo particolare su quelli che sono i meccanismi di replicazione dei virus a RNA e virus a RNA oncogeni, vale a dire quelli che sono capaci di indurre dei tumori. Facendo un salto fino al 1972, il virologo d’Oltralpe viene nominato capo dell’Unità Oncologica Virale dell’Istituto Pasteur e, solo due anni dopo, direttore del CNRS, il Centro nazionale di ricerca scientifica. È però il 1982 l’anno più importante nella sua carriera, quando un medico dell’Hôpital Bichat di Parigi, Willy Rozenbaum, lo contatta per coinvolgerlo nella ricerca sulla sindrome da immunodeficienza acquisita. Quella che negli anni successivi sarebbe stata tristemente nota come AIDS.
L’anno dopo, grazie alla competenza di Luc Montagnier nella ricerca di una possibile causa retrovirale, il gruppo di ricercatori da lui guidato fa una scoperta che avrebbe segnato la storia. Grazie ad una biopsia al linfonodo di un paziente di Rozenbaum, viene infatti scoperto il virus a cui viene dato il nome di LAV, lymphadenopathy-associated virus, ovvero virus associato a linfoadenopatia. Solo l’anno successivo, un altro gruppo di studenti americani guidato dal dottor Robert Gallo, capo laboratorio dell’Istituto Nazionale del Cancro di Bethesda, nel Maryland, andò a confermare la scoperta del virus, ma al tempo stesso modificò il nome in virus T-linfotropico umano di tipo III, conosciuto anche come HTLV-III.
L’accaduto, per quanto incredibilmente importante per la ricerca, scatenò comunque una infuocata disputa di carattere internazionale, che vedeva Montagnier e Gallo scontrarsi sulla paternità della scoperta. Disputa che andò successivamente a concludersi a favore dello stesso Montagnier. Ecco perché, assieme alla collega Françoise Barré-Sinoussi, ha vinto il Premio Nobel per la medicina nel 2008.
Nel 1986, Montagnier è riuscito poi ad isolare un secondo ceppo del virus dell’HIV, che venne battezzato HIV-2. Il ceppo si era particolarmente diffuso in molti Paesi dell’Africa, e grazie alla sua scoperta il virologo francese fu insignito del premio Albert Lasker per la ricerca medica e scientifica. Il suo impegno nei progetti di prevenzione dell’AIDS e nella ricerca di un vaccino che possa essere efficace contro questa patologia non si è mai spento negli anni successivi, portandolo a collaborare con vari virologi di fama internazionale, tra cui l’italiano Vittorio Colizzi.
Nell’ottobre del 2014 ha poi siglato un accordo di collaborazione con l’I.R.C.C.S Neuromed, allo scopo di portare avanti alcuni studi di ricerca sulle neuroscienze. Oltre al Nobel e al premio Lasker, Montagnier è stato insignito di numerose altre onorificenze: il Japan Prize nel 1988, il Premio Principe delle Asturie nel 2000, il Premio Scuola medica salernitana nel 2011, e il Sigillo dell’Università degli studi di Salerno nello stesso anno.
FONTE – QUI FINANZA
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