di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Deploriamo lo scontro in Ucraina che ha già causato molte vittime, innumerevoli ferite ad abitanti pacifici e gettato la società in una grave crisi economica ed umanitaria. Invitiamo tutte le parti del conflitto alla prudenza, alla solidarietà sociale e all’azione per costruire la pace. Invitiamo le nostre Chiese in Ucraina a lavorare per pervenire all’armonia sociale, ad astenersi dal partecipare allo scontro e a non sostenere un ulteriore sviluppo del conflitto».
Queste parole non sono riferite all’invasione della Russia successiva ai 60 bombardamenti con cui l’esercito di Kiev ha violato per la milionesima volta il “cessate il fuoco” nel Donbass prendendo a pretesto un attacco “false-flag”, ovvero attribuito falsamente ai filo-russi, ad un asilo: nel quale, però, il buco, secondo esperti militari nostri amici, sarebbe stato fatto col piccone e non con le granate.
Da qui è scaturita la decisione del presidente russo Vladimir Putin di rompere ogni indugio riconoscere ufficialmente le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e di proteggerle. Anche per i timori di rappresaglie violente delle forze armate ucraine e dei feroci paramilitari della Guardia Nazionale NGU come temuto dall’intelligence e dimostrato da recenti documenti.
Le frasi sopracitate tra virgolette giungono dalla dichiarazione congiunta firmata da Papa Francesco I e da Kirill, il Patriarca della Chiesa Ortodossa di Mosca, presso l’Aeroporto Internazionale “José Martí”a L’Avana (Cuba) venerdì 12 febbraio 2016 in occasione dell’incontro successivo al viaggio apostolico del Pontefice della Chiesa Cattolica in Messico.
«Chi sta attaccando l’Ucraina oggi, dove la repressione e lo sterminio delle persone nel Donbass va avanti da otto anni? Otto anni di sofferenza e il mondo intero tace: cosa significa?» si è domandato invece domenica il patriarca Kirill nel suo sermone al termine della Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca che ha attirato l’attenzione dei media per le sue parole contro la lobby gay e non sulla catastrofe del Donbass che ha causato 13mila morti dopo il golpe ordito dal paesi della NATO e da George Soros nel febbraio 2014 che costrinse alla fuga il presidente filo-russo legittimamente eletto Victor Yanucovych suscitando la reazione degli abitanti russofoni del Donbass e la nascita delle Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.
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«Questa primavera è stata offuscata da gravi eventi legati al deterioramento della situazione politica nel Donbass, praticamente lo scoppio delle ostilità – ha detto ancora il capo della Chiesa Ortodossa di Mosca – Ma sappiamo che i nostri fratelli e sorelle stanno davvero soffrendo; inoltre, possono soffrire per la loro fedeltà alla Chiesa. Tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico. So come, sfortunatamente, gli ortodossi, i credenti, scegliendo la via di minor resistenza in questa guerra, non riflettano su tutto ciò a cui pensiamo oggi, ma seguono umilmente la strada che mostrano loro i poteri costituiti».
Appare palese il riferimento all’atteggiamento provocatorio assunto prima dal segretario della NATO Jens Stoltenberg che nel pieno delle tensioni con la Russia ha dichiarato l’ingresso nell’Alleanza Atlantica di Ucraina e Georgia, i due paesi finiti sotto l’influenza europea ed anglo-americana dopo le rivoluzioni di cui Soros si vanta. Ma ancor di più all’atteggiamento del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, un comico di origine askenazita (eredi dei Cazari convertitisi all’Ebraismo per motivazioni politiche) che sembra essere stato costruito ad arte prima nella commedia Servant of the People in cui impersonava il presidente ucraino e poi come candidato presidenziale per tale omonimo partito.
LA GUERRA MONDIALE DI ZELENSKI SULLA PELLE DEGLI UCRAINI
“La strada che mostrano i poteri costituiti” è alquanto drammatica ed apocalittica. «Si scatenerà una guerra mondiale» ha dichiarato Zelenski che sta rinfocolando nel suo popolo un pericoloso nazionalismo accecato dall’odio che si regge sulla retorica negazionista dell’occidente in cui né la politica né i media ammettono che il vulnus della questione sta tutto nel conteso e martoriato Donbass, regione appetita dagli occidentali per il gas a cui era interessata la società ucraina Burisma in cui guardavano diventò consigliere di amministrazione Hunt Biden, figlio dell’allora vicepresidente Joseph che fu tra i complici del golpe a Kiev.
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Non scordiamo che i sentimenti nazionalisti ed estremisti sono molto forti in Ucraina dove, tra il 1941 e il 1944, si verifica un olocausto con lo sterminio di massa di circa 1,6 milioni di ebrei che vivevano in Unione Sovietica ad opera della Germania nazista e con la forte partecipazione dei collaborazionisti ucraini.
La previsione di Zelenski sulla guerra mondiale, già preconizzata da Gospa News il 22 febbraio 2022, è in realtà la linea del suo mandato ricevuto dal Nuovo Ordine Mondiale che dopo essersi imposto con la dittatura sanitaria per la pandemia innescata da un virus SARS-Cov-2 creato in laboratorio “in un affare Cina USA” come asserì il compianto Luc Montagnier.
Essa traspare chiaramente dall’atteggiamento oltranzista del governo dell’Ucraina che, sebbene di gran lunga inferiore alla Russia sotto il profilo militare, è pronta a rischiare la distruzione dell’intero paese pur non scendere a compromessi con il Cremlino.
Ai vari negoziati, insanguinati dalla brutale esecuzione da parte degli 007 ucraini dello SBU dell’unico diplomatico ben visto anche a Mosca, infatti, il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto come punti focali per una tregua e il ritiro dell’invasione il riconoscimento della Crimea come parte della Federazione Russa (quale di fatto è già per un plebiscito popolare), l’indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk e la demilitarizzazione dell’Ucraina che negli ultimi Ann ha potenziato il suo arsenale bellico posizionando armamenti micidiali proprio vicino al Donbass ed al confine con la Russia.
Giudicare “irricevibili” tali istanze rigettandole in toto rappresenta la volontà di Zelenski di fare fino in fondo il sicario della NATO a costo di una guerra devastante per il suo stesso paese ed i suoi abitanti.
Tale orientamento appare comprensibile solo per un presidente che è stato costretto dai potentati anglo-massonici del Nuovo Ordine Mondiale a diventare la miccia per innescare prima la furia di Putin, esasperato da 8 anni di negoziati fallimentari con Unione Europea e Nato ma soprattutto dai civili uccisi dai bombardamenti dell’esercito di Kiev ricominciati a febbraio, e poi la censura mondiale del popolino bue che non ha mai nemmeno sentito parlare della strage del Donbass in cui è stato trucidato dalla Guardia Nazionale Ucraina anche il reporter italiano Andrea Rocchelli.
Su Crimea e Donbass con la Russia «possiamo discutere e trovare un compromesso, su come continuare a vivere», ma l’Ucraina non accetterà un ultimatum dal Cremlino, ha dichiarato il presidente ucraino in una intervista a Abc come se si fosse in una fase di trattativa geopolitica e non avesse i carri-armati puntati verso Kiev,
Come ho scritto nel precedente articolo la via della terra sembra segnata: pandemia, guerra in Ucraina (e magari poi anche in Polonia e Moldavia da dove giungono rifornimenti di armi), carestia e fame per il crollo delle borse a causa della crisi energetica, terza guerra mondiale contro Putin che verrà dipinto come il nemico dell’umanità. Apocalisse!
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Tutto ciò è figlio del pensiero mainstream diffuso da un’élite oligarchica che controlla buona parte del pianeta più ricco da Washington e Bruxelles. La narrazione dell’invasione russa, alimentata con tanto di piani di battaglia elaborati da un think-tank americano con i vertici militari NATO e quelli della difesa UE tanto da rendere credibile la preoccupazione di un attacco imminente nel Donbass espressa da Putin quale giustificazione dell’attacco militare, è stata cucinata a dovere da quei giornali, in buona parte finanziati da Bill Gates che è stato megafono dell’amministrazione Obama-Biden fin dal 2009, che hanno scientemente taciuto delle stragi e dei crimini di guerra commessi in Siria dalla Turchia, sotto l’egida della NATO.
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«Chiediamo alla comunità internazionale di agire urgentemente per prevenire l’ulteriore espulsione dei cristiani dal Medio Oriente. Nell’elevare la voce in difesa dei cristiani perseguitati, desideriamo esprimere la nostra compassione per le sofferenze subite dai fedeli di altre tradizioni religiose diventati anch’essi vittime della guerra civile, del caos e della violenza terroristica» scrissero ancora Papa Francesco e il patriarca Kirill nella dichiarazione congiunta del 2016.
«In Siria e in Iraq la violenza ha già causato migliaia di vittime, lasciando milioni di persone senza tetto né risorse. Esortiamo la comunità internazionale ad unirsi per porre fine alla violenza e al terrorismo e, nello stesso tempo, a contribuire attraverso il dialogo ad un rapido ristabilimento della pace civile. È essenziale assicurare un aiuto umanitario su larga scala alle popolazioni martoriate e ai tanti rifugiati nei paesi confinanti» aggiunsero.
Due anni dopo iniziarono invece le varie operazioni militari chiamate con nomi di tremendo sarcasmo (Olive Branch, ramoscello d’ulivo, e Peace Sprin, fonte di pace) del presidente turco Recep Tayyp Erdogan per massacrare i pochi cristiani rimasti nel Rojava (Nord est della Siria), i musulmani Sciiti (odiati dai Sunniti dei Fratelli Musulmani che governano in Turchia) ed i moltissimi Curdi che hanno strappato quelle zone aride dalle mani dei tagliagole dello Stato Islamico.
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In Siria, come in Bosnia, Iraq, Afghanistan, i bombardamenti sono permessi con la menzognera scusa di uccidere i terroristi di Al Qaeda e dell’ISIS che molteplici fonti ritengono siano stati creati dagli Usa attraverso precise operazioni della Central Intelligence Agency. Mentre in Ucraina, rea di aver sterminato migliaia di civili nel Donbass, l’operazione di “de-nazificazione” di frange armate di estrema destra che collaborano con il governo di Kiev (come i jihadisti ceceni addestrati dall’ISIS) avviata da Putin è inaccettabile.
PROFEZIA DI APOCALISSE DEL PATRIARCA DI MOSCA
Falsità, ipocrisia, superbia, ira, avidità sono ormai entrate nel linguaggio bieco dei politici e dei giornalisti educati da quel Nuovo Ordine Mondiale che fu ben descritto già dal commodoro della marina canadese William Guy Carr nel suo libro “Pawns in the game” ovvero Pedine in gioco, nel quale analizzò le sinergie tra Giovine Italia, il movimento allora considerato terroristico con cui Giuseppe Mazzini progettò la Spedizione dei Mille finanziata dai massoni britannici, e Young America che tra gli altri faceva riferimento al confratello americano del Rito Scozzese Antico Accettato Albert Pike, tra i fondatori del KuKluxKlan, fomentatore della guerra di secessione come generale sudista e poi divenuto Gran Maestro Venerabile della Loggia Madre di Charleston.
Fatte tutte queste premesse assumono un significato davvero profetico ed apocalittico le parole del patriarca Kirill sul peccato ormai radicato, accettato ed esaltato dalla cultura occidentale.
Prima di analizzarlo vediamo cosa scrisse nella dichiarazione congiunta col Pontefice della Chisa Cattolica: «La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. È l’amore che sigilla la loro unione ed insegna loro ad accogliersi reciprocamente come dono. Il matrimonio è una scuola di amore e di fedeltà. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica. Chiediamo a tutti di rispettare il diritto inalienabile alla vita. Milioni di bambini sono privati della possibilità stessa di nascere nel mondo. La voce del sangue di bambini non nati grida verso Dio (cfr Gen 4, 10)».
«Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà li» è la tremenda profezia del capo della Chiesa Ortodossa Russa pronunciata nel sermone di domenica che ha fatto gridare allo scandalo i media italiani e mondiali per il suo esempio sulle parate gay «progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano».
«Ecco perché per entrare nel club di quei paesi è necessario organizzare una parata del gay pride – ha proseguito -. Non per fare una dichiarazione politica ‘siamo con te’, non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità».
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Secondo Kirill, «ciò che sta accadendo oggi nell’ambito delle relazioni internazionali, quindi, non ha solo un significato politico. Stiamo parlando di qualcosa di diverso e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove andrà a finire l’umanità. Tutto ciò che dico non ha solo un significato teorico e non solo un significato spirituale. Intorno a questo argomento oggi c’è una vera guerra» ha rimarcato.
«Non condanniamo nessuno, non invitiamo nessuno a salire sulla croce – ha aggiunto -, ci diciamo solo: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell’amore e giustizia, e se vediamo violazioni di questa legge, non sopporteremo mai coloro che distruggono questa legge, offuscando il confine tra santità e peccato, e ancor piu’ con coloro che promuovono il peccato come esempio o come uno dei modelli di comportamento umano».
Le sue parole rammentano quelle di un grande santo della Chiesa Cattolica. ««Io odio il peccato! Fortunata la nostra patria, se essa, madre del diritto, volesse perfezionare in questo senso le sue leggi e i suoi costumi nella luce dell’onestà e dei principi cristiani» scrisse San Pio da Pietrelcina.
E se messe in correlazione con la guerra rammentano una frase evangelica che tutti i cristiani dovrebbero tenere ben a mente prima delle reazioni emotive “di pancia”: «E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna» si legge nel Vangelo secondo Matteo (10,28).
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – DOSSIER LOBBY ARMI
LA DICHIARAZIONE DI PAPA FRANCESCO E DEL PATRIARCA KIRILL DEL 2016
https://www.gospanews.net/2021/11/22/media-pagati-da-gates-per-proteggere-le-big-pharma-milioni-di-dollari-anche-a-the-lancet-che-nega-il-virus-sars-cov-2-da-laboratorio/