di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Il sospetto che Covid possa essere stato armeggiato in un laboratorio è emerso di nuovo dopo che gli scienziati hanno trovato materiale genetico di proprietà di Moderna nella proteina spike del virus. Hanno identificato un minuscolo frammento di codice identico a una parte di un gene brevettato dal produttore del vaccino tre anni prima della pandemia. È stato scoperto nell’esclusivo sito di scissione della furina di SARS-CoV-2, la parte che lo rende così bravo a infettare le persone e lo distingue da altri coronavirus».
E’ quanto ha scritto qualche giorno fa il giornalista Connor Boyd, vice caporedattore della Sezione Salute del MailOnline in riferimento allo studio pubblicato il 21 febbraio su Frontiers in Virology e guidato dottor Balamurali Ambati, dell’Università dell’Oregon.
Il professor Lawrence Young, virologo della Warwick University, ha ammesso che l’ultima scoperta era interessante, ma ha affermato che non era abbastanza significativa da suggerire una manipolazione di laboratorio. L’ha definita una «un’osservazione bizzarra ma non la chiamerei una “pistola fumante” perché è troppo piccola».
SOSPETTA “PISTOLA FUMANTE” SCOPERTA ANCHE DA PALU’
Ma la rarità di una simile coincidenza sul gene a RNA messaggero è stata stimata dagli scienziati in un caso su 31miliardi (3,2 x 10 alla 11 potenza) e appare davvero come l’ennesima conferma del SARS-Cov-2 di origine artificiale. Non solo: loro stessi ipotizzano nella ricerca che il potenziamento della sua patogenicità possa essere stato intenzionale…
Ad avallare tale ipotesi nel team dei ricercatori c’è anche la firma del più illustre virologo italiano Giorgio Palù, accademico di fama internazionale del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova che viene così a trovarsi tra l’incudine della narrazione ufficiale della comunità scientifica sul Covid-19 causato da un agente patogeno naturale e il martello delle molteplici ricerche biologiche che hanno accreditato la tesi dell’organismo geneticamente modificato.
Ma soprattutto si trova in un palese conflitto professionale in quanto da una parte ha contribuito a mostrare al mondo la sospetta “pistola fumante” di una connessione tra il virus della pandemia ed uno dei produttori di vaccini antiCovid, dall’altra, come presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato l’uso in Italia del siero genico sperimentale a base di RNA messaggero brevettato da Moderna.
«Il vaccino Spikevax (ex COVID-19 Moderna mRNA -1273) è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone a partire dai 12 anni di età. Si tratta del secondo vaccino COVID-19 autorizzato da AIFA in Italia (il 7 gennaio 2021), dopo il vaccino Comirnaty» si legge nel sito ufficiale.
«L’ipotesi del laboratorio è al vaglio di un consorzio di virologi internazionali che sta valutando tutte le sequenze depositate di coronavirus animali e umane. Va detto che il virus umano ha alcune sequenze genomiche che non si trovano nel virus del pipistrello né in quello del pangolino» aveva dichiarato nell’ottobre 2020 lo stesso Palù prima di diventare presidente AIFA ed assumere posizioni molto più politicamente corrette nei confronti del governo italiano (da cui dipende l’agenzia del Farmaco).
Ora proprio la ricerca a cui ha contribuito è destinata a riportare esperimenti su coronavirus e vaccini nell’occhio del ciclone. Anche perché una commistione tra Moderna, finanziata da Bill Gates, e l’Italia era già emersa in relazione alla sperimentazione, poi naufragata, del plasma iper-immune utilizzato con successo dal professor Giuseppe De Donno nella cura del Covid-19.
19 NUCLEOTIDI IDENTICI AL BREVETTO MODERNA
«La sequenza inversa del complemento presente in SARS-CoV-2 può verificarsi in modo casuale ma devono essere considerate altre possibilità. La ricombinazione in un ospite intermedio è una spiegazione improbabile. (…) La presenza della sequenza di RNA lungo 19 nucleotidi che include l’FCS (sito di scissione della furina – ndr) con il 100% di identità al complemento inverso dell’mRNA di MSH3 è altamente insolita e richiede ulteriori indagini».
E’ quanto scrivono Ambati e Palù insieme a Akhil Varshney (Dr. Shroff’s Charity Eye Hospital, New Delhi, India), Kenneth Lundstrom (PanTherapeutics, Lutry, Switzerland), Bruce D. Uhal (Michigan State University), Vladimir N. Uversky (Department of Molecular Medicine, University of South Florida) e Adam M. Brufsky (Division of Ematology/Oncology, University of Pittsburgh Medical Center).
La loro ricerca che suggerisce l’ipotesi di un coronavirus artificiale si aggiunge a quella famosa del compianto virologo francese Luc Montagnier e alla successiva del suo connazionale bio-ingegnere Pierre Bricage che confermarono quella pubblicata da nove ricercatori della Kuzuma School of Biology (New Delhi) smentita guarda caso proprio il giorno stesso in cui Anthony Fauci si scambiò email roventi con altri scienziati americani e britannici proprio per censurare la pista dell’origine artificiale avanzata da un autorevole microbiologo americano (WuhanGates – 45).
Ma questo nuovo studio si innesta sugli enormi sospetti ed intrighi sui test sui supervirus chimerici portati avanti dallo stesso Fauci tra il Wuhan Institute of Virology e l’Università of North Carolina riassunti nel dossier elaborato dal medico americano David E. Martin che per primo ha dettagliatamente messo a nudo queste pericolosissime sperimentazioni “dual use” vaccino-bioarma con il potenziamento della carica virale dei coronavirus in una commistione tra Wuhan, l’ateneo americano UNC e i contributi del Pentagono (Dipartimento della Difesa USA) proprio alla casa farmaceutica Moderna di Cambridge (Massachusetts) finanziata anche dalla Bill & Melinda Gates Foundation.
«Il Brevetto US10702600 per il candidato vaccino mRNA-1273 fu infatti registrato nella sua nuova composizione il 28 marzo 2019: 9 mesi prima dell’epidemia di SARS CoV-2!» ha scritto prove alla mano il dottor Martin menzionando la licenza iniziale del futuro siero antiCovid Spikevax.
UN ALTRO BREVETTO SOSPETTO PER LA BIG PHARMA AMERICANA
Ebbene ora un altro brevetto di Moderna è finito nel mirino della ricerca del professor Palù che ha evidenziato una lunga serie di anomalie tali da mettere in difficoltà anche lo stesso CEO della Big Pharma americana.
«Il CEO di Moderna Stephane Bancel è stato intervistato da Fox News sulla situazione “estremamente complicata” in Ucraina. Durante l’intervista la giornalista ne ha approfittato per chiedere a Bancel come mai un frammento della sequenza genetica del Covid-19 coincida esattamente con un brevetto di Moderna risalente a 3 anni fa» ha scritto Davide Donateo, direttore di DataBase Italia.
La risposta di Bancel all’ intervistatrice è sconvolgente. Infatti il Ceo di Moderna afferma che “L’incidente è possibile. L’essere umano commette errori.” Continua sostenendo che secondo i suoi scienziati potrebbe trattarsi di una “perdita di laboratorio”.
I ricercatori hanno confrontato la composizione di Covid con milioni di proteine sequenziate su un database online. Il virus è composto da 30.000 lettere di codice genetico che portano le informazioni di cui ha bisogno per diffondersi, note come nucleotidi.
https://www.databaseitalia.it/video-il-ceo-di-moderna-balbetta-spiegazioni-sul-perche-il-covid-19-contiene-una-sequenza-genetica-brevettata-tre-anni-prima-della-pandemia/
«È l’unico coronavirus del suo tipo a trasportare 12 lettere uniche che consentono alla sua proteina spike di essere attivata da un enzima comune chiamato furina, permettendogli di diffondersi facilmente tra le cellule umane» ha rimarcato il MailOnline.
L’analisi del genoma originale di Covid ha rilevato che il virus condivide una sequenza di 19 lettere specifiche con una sezione genetica di proprietà di Moderna, che ha un totale di 3.300 nucleotidi.
LA MAGGIORE PATOGENICITA’ DEL GENE MSH3
L’azienda farmaceutica con sede negli Stati Uniti ha depositato il brevetto nel febbraio 2016 come parte della sua divisione di ricerca sul cancro, secondo i registri.
La sequenza brevettata fa parte di un gene chiamato MSH3 che è noto per influenzare il modo in cui le cellule danneggiate si riparano nel corpo. Gli scienziati hanno evidenziato questo percorso come un potenziale obiettivo per nuovi trattamenti contro il cancro.
«È noto che la sovraespressione di MSH3 interferisce con la riparazione del disadattamento (il sequestro di MSH2 dal complesso MutS alfa comprendente MSH2 e MSH6 provoca la degradazione di MSH6 e l’esaurimento di MutS alfa), che ha un’importanza virologica. L’induzione del deficit di riparazione del disadattamento del DNA provoca la permissività dell’infezione da virus dell’influenza A (IAV) delle cellule respiratorie umane e una maggiore patogenicità. La carenza di riparazione della mancata corrispondenza può estendere la diffusione di SARS-CoV-2» hanno scritto Ambati, Palù e gli altri nel nuovo esplosivo studio.
«L’assenza di CTCCTCGGCGGGCACGTAG da qualsiasi genoma eucariotico o virale nel database BLAST rende la ricombinazione in un ospite intermedio una spiegazione improbabile per la sua presenza in SARS-CoV-2. Un mRNA ottimizzato per il codone umano che codifica per una proteina omologa al 100% all’MSH3 umano potrebbe, nel corso della ricerca virale, indurre inavvertitamente o intenzionalmente un deficit di riparazione del disadattamento in una linea cellulare umana, che aumenterebbe la suscettibilità all’infezione virale simile alla SARS».
L’avverbio intenzionalmente è inequivocabile: certifica la possibilità che il SARS-Cov-2 sia stato potenziato nella carica virale con la cosiddetta tecnica del Gain of Function, finita nell’occhio del ciclone per gli esperimenti dei laboratori di Chapel Hill dell’Università della North Carolina condotti dal professor Ralph Baric insieme alla virologa cinese del Wuhan Institute of Virology, Shi Zhengli.
“SPIKE TOSSICA ANCHE NEI VACCINI”
Furono condotti sotto l’egida di Fauci e grazie ai finanziamenti prima del progetto EPISARS della Commissione Europea presieduta da Romano Prodi e poi dal piano PREDICT dell’amministrazione Obama-Biden. Curiosa la coincidenza che il marchio politico sia per entrambi del Partito Democratico…
Ancor di più inquietante il fatto che negli esperimenti sul SARS 2003, che il dottor Martin ritiene anch’esso creato in laboratorio da Baric, furono sperimentati plasmidi infettati con l’HIV di cui hanno trovato sequenze gli scienziati indiani nella ricerca confermata poi da Montagnier e Bricage (quest’ultimo consulente NATO ed esperto di armi batteriologiche).
Ma chi ha letto con attenzione le inchieste del ciclo WuhanGates di Gospa News ha già visto menzionata altre volte la sequenza CTCCTCGGCGGGCACGTAG.
Ne ha infatti dato una spiegazione dettagliata Lawrence Sellin, Ph.D. un colonnello dell’esercito americano in pensione, che in precedenza ha lavorato presso l’Istituto di Ricerca Medica sulle Malattie Infettive dell’Esercito USA (USAMRIID) e ha condotto ricerche di base e cliniche nell’industria farmaceutica. USAMRIID è il principale centro americano per la ricerca sulle contromisure da adottare in caso di guerra biologica. Si trova a Fort Detrick, un’istallazione medico-militare nello stato del Maryland.
«È importante notare che la sezione del codice genetico COVID-19 (CGG-CGG) che produce il segmento “RR” della sequenza PRRA è estremamente rara. I due codoni CGG in tandem non compaiono da nessun’altra parte nel codice genetico COVID-19, né esistono in quel contesto in nessun parente stretto del coronavirus di pipistrello di COVID-19» dichiarò alcuni mesi fa l’ufficiale medico Sellin.
«Pertanto, CGG-CGG è un marcatore unico sia come indicatore della sua origine di laboratorio che del suo ruolo potenziale come caratteristica progettata del processo patologico» aggiunse il militare in pensione.
Ma Sellin evidenziò anche un altro particolare assai allarmante:: «Pertanto, è necessaria cautela riguardo all’obbligo di vaccini mRNA COVID-19, che avviano la sintesi della proteina spike all’interno del corpo umano e possono replicare le strutture tossiche introdotte in COVID-19, diventando potenzialmente un fattore causale».
PANDEMIA, VACCINI E GRAFENE: ESPERIMENTO MONDIALE
Le sue parole si sono aggiunte a quelle altrettanto scioccanti del professor Walter Dorfler, famoso genetista di Colonia (Germania).
«La popolazione umana attualmente partecipa all’esposizione al DNA estraneo in un enorme esperimento. Dopo il completamento delle vaccinazioni in tutto il mondo, dovrebbe essere istituito un programma sentinella post-vaccinazione per monitorare l’esacerbazione di disturbi umani inaspettati, forse nuovi, negli individui vaccinati» scrisse in una sua ricerca evidenziando però che anche il Covid-19 può modificare il DNA e pertanto il vaccino sarebbe stato il male minore…
Nella precedente inchiesta Wuhan-Gates 49 abbiamo visto come alla sospetta presenza del grafene nei sieri genici sperimentali a base di RNA messaggero possa essere messa in correlazione con gli esperimenti finanziati dall’agenzia militare del Pentagono DARPA per un’interconnessione con il sistema neurocerebrale umano.
DARPA nel 2018 si rifiutò di finanziare negli USA gli esperimenti sui supervirus chimerici SARS proposti da Fauci, perché troppo pericolosi. Ma nello stesso anno l’agenzia del Pentagono contribuì a quelli finanziati dalla Bill & Melinda Gates Foundation nel Regno Unito, presso il Pirbright Institute, condotti su agenti patogeni altamente pericolosi e misteriosi.
Alla luce di quanto accaduto in Ucraina ed all’attenzione prestata dall’esercito russo ai laboratori batteriologici creati in tale paese dal Ministero della Difesa americano nel 2012 colpi di scena e incredibili coincidenze non paiono terminati.
Non mi meraviglierebbe se domani USA, Regno Unito e altri paesi NATO trasformassero la pandemia scatenata da un’arma batteriologica SARS-Cov-2 nella più gigantesca “false-flag” mondiale: accusando falsamente il presidente russo Vladimir Putin anche di questo colpa che invece li vede oggi i principali sospettati.
Tanto i media che narrano la loro soggettiva visione geopolitica mondiale sono stati finanziati da Gates esattamente come la Eco Health Alliance di New York, partner degli esperimenti del Wuhan Institute of Virology, e come i vaccini antiCovid su cui la sua fondazione ha investito 220 milioni di dollari nel 2020 accaparrandosi così una delle più colossali speculazioni della storia delle Big Pharma.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
GOSPA NEWS – LOBBY ARMI DOSSIER
https://www.gospanews.net/2021/11/22/media-pagati-da-gates-per-proteggere-le-big-pharma-milioni-di-dollari-anche-a-the-lancet-che-nega-il-virus-sars-cov-2-da-laboratorio/