di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Secondo un recente rapporto, più di 52 milioni di euro (57,96 milioni di dollari) di denaro della Commissione europea sono stati donati direttamente o indirettamente a organizzazioni con presunti legami con i Fratelli Musulmani tra il 2007 e il 2020.
«La parte del leone dei finanziamenti del ramo esecutivo dell’UE è stata ricevuta dalla controversa agenzia umanitaria Islamic Relief Worldwide, con 36,2 milioni di euro» riferisce Jamie Prentis su The National News citando a sua volta un articolo riportato per la prima volta dalla rivista francese Le Point.
Per comprendere al meglio la portata di questa rivelazione giornalistica che conferma gli intrecci tra il mondo occidentale, soprattutto di area protestante e massonica, e presunte organizzazioni terroristiche islamiche è necessario fare alcune premesse che svilupperemo in una successiva inchiesta correlata anche alle recenti insurrezioni dell’ISIS nel Nord Est della Siria (Rojava) con l’attacco alla prigione Al-Sina’a nel quartiere di Ghuwayran ad Hasakah.
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«Islamic Relief è un’agenzia di aiuti umanitari e sviluppo ispirata alla fede che lavora per salvare e trasformare la vita di alcune delle persone più vulnerabili del mondo. Fondata nel Regno Unito nel 1984, operiamo in oltre 45 paesi, assistiamo persone di tutte le fedi in base alle necessità e non discriminiamo in alcun modo. I nostri progetti umanitari e di sviluppo in genere aiutano oltre 10 milioni di persone ogni anno, contribuendo direttamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite» spiega il sito ufficiale dell’organizzazione.
Dallo stesso sito emergono però legami politici evidenti con nazioni che sostengono i Fratelli Musulmani, il movimento politico-religioso dichiarato terroristico in Egitto ed Emirati Arabi Uniti ma protetto dal ricco Emirato del Qatar come dalla Turchia.
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Il Qatar è sospettato di essere il finanziatore di fazioni estremiste islamiche vicine ad Al Qaeda, come emerso in due inchieste nel Regno Unito e negli Usa.
La Turchia, il secondo esercito più potente della NATO, ha invece ricevuto dall’Alleanza Atlantica e dall’Unione Europea il permesso ad utilizzare questi mercenari jihadisti in operazioni internazionali in Siria ed in Libia dove sono stati reclutati tra i combattenti anche ex comandanti dell’ISIS, appositamente liberati dalle forze armate turche dalle prigioni siriane.
Il collegamento tra Islamic Relief e i Fratelli Musulmani è evidente dalla partnership con Qatary Charity, un fondo qatariota che è presieduto da Abdullah bin Nasser bin Khalifa Al Thani, quinto Primo ministro e Ministro dell’Interno a Doha dal 2013 al 2020, sostituito col più giovane Khalid bin Khalifa bin Abdul Aziz al-Thani dall’emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani.
Ma c’è di più. Come rivelato da The National News in una precedente inchiesta dell’agosto 2020: “Gli ultimi resoconti disponibili mostrano anche che Islamic Relief ha ricevuto 1.083.370 sterline (5,2 milioni di Dh/1,4 milioni di dollari) nel 2018 da Qatar Charity, un’organizzazione strettamente legata al leader dei Fratelli Musulmani Yusuf Al Qaradawi, che vive a Doha”.
Proprio la famiglia regnante ha sempre offerto pieno appoggio ai Fratelli Musulmani anche dopo l’ufficiale scioglimento di questo movimento in Qatar nel 1999 che è rimasto però fonte di ispirazione fondamentalista per il famoso network di propaganda governativa Al Jazeera.
Al di là della visibilità e della protezione politica concesse a Yussuf al-Qaradawi, eminente ma controverso predicatore e teologo sunnita dei Fratelli Musulmani, il Qatar ha storicamente ospitato diversi esponenti, soprattutto dopo che il presidente egiziano Mohammed Morsi, un rappresentante dei Fratelli musulmani, è stato rovesciato nel luglio 2013 dopo la Primavera Araba del 2011 con cui era salito al potere. Da allora i Fratelli Musulmani sono stati dichiarati un’organizzazione terroristica non solo in Egitto ma anche negli Emirati Arabi Uniti.
L’AKP turco, il partito al governo della Turchia, ha pubblicamente sostenuto i Fratelli musulmani durante e pochi mesi dopo il rovesciamento del presidente egiziano. Il presidente turco Recip Tayyp Erdogan è stato uno degli statisti più in vista a fare il gesto Rabaa che viene utilizzato dai sostenitori della Fratellanza Musulmana in Egitto per protestare contro le autorità post-Fratellanza.
Un’immagine divenuta famosa di Erdogan lo ritrae mentre saluta con il simbolo di questa organizzazione estremista. Il segno di Rabia o, più raramente, Rab3A, chiamato anche “Mano di Tamkine” o semplicemente “R4BIA” ( يد رابعة ), è un gesto della mano, un segno di raduno dei Fratelli Musulmani . Questo segno è apparso per la prima volta alla fine sui social media e nelle proteste in Egitto ed ai violenti scontri con l’esercito egiziano in piazza Rabia al-Adawiyya al Cairo.
È utilizzato da manifestanti, attivisti e personaggi politici che si oppongono al colpo di stato in Egitto del 2013, guidato dall’ex generale Abdel Fattah al-Sisi, che ha causato la caduta del presidente Mohamed Morsi . In seguito il cartello R4bia (4 in arabo) è diventato il simbolo della manifestazione dei Fratelli Musulmani. Rabia significa “quarto” in arabo, ma l’origine del gesto è sconosciuta.
Proprio l’ampia libertà di azione avuta dalla Turchia in Siria e Libia grazie al tacito appoggio della NATO e dell’Unione Europea rappresenta un importante anello di congiunzione tra i finanziamenti occidentali giunti all’Islamic Relief e da lì distribuiti a chissà quale organizzazione.
Tra i partner di Islamic Relief c’è infatti anche US Agency for International Development (USAID), nota per essere il braccio finanziario della Central Intelligence Agency, il controspionaggio americano, nelle operazioni di regime-change.
Non va infatti dimenticato che un piano di destabilizzazione della Siria fu predisposto dalla CIA fin dal 1983 quando era presidente Afez al-Assad, padre dell’attuale capo di stato Bashar.
DOSSIER TURCO: I 21 GRUPPI JIHADISTI FINANZIATI DA USA E CIA: armati coi micidiali missili TOW
Secondo il dossier SETA della Turchia il piano MOM della CIA ha armato almeno 21 fazioni estremiste di jihadisti, tra cui alcune di chiara matrice terroristica, con i missili anticarro TOW.
Ma secondo l’intelligence irachena di Hashd al-Shaabi, le Forze di Mobilitazione Popolare (PMF) create dal governo iracheno nel 2014 per rispondere alla minaccia del neonato Stato Islamico, il califfo fondatore dell’ISIS Abu Bar Al Baghdadi è stato addestrato dalla CIA e dal MOSSAD. Secondo i servizi segreti russi, inoltre, non è stato eliminato nell’attacco ordinato da Donald Trump il 27 ottobre 2019 ma tale azione sarebbe stata solo una copertura per dargli una nuova identità.
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Infine va ricordato, come evidenziato da Gospa News nella precedente inchiesta Lobby Armi – 4, che il fondo sovrano del Qatar, attraverso una notevole partecipazione nella Barclays di Londra, è indirettamente azionista della corporation britannica della difesa BAE Systems.
Risale invece agli ultimi giorni la notizia del reclutamento di guerriglieri dell’ISIS da parte del regime di Kiev nella guerra in Ucraina dove già operano i Neonazisti del Battaglione Azov con il plateale consenso della NATO.
ISLAMIC RELIEF E I FRATELLI MUSULMANI
Islamic Relief finì nell’occhio del ciclone quando suo direttore Heshmat Khalifa nel giugno 2020 pubblicò dei post su Facebook fortemente antisemiti. Al suo posto fu nominato un nuovo presidente, Ihab Saad, un professore che risiede negli Usa ma ha espresso simpatia anche per Morsi sui social.
“Solo guardando il giuramento del vero presidente dell’Egitto, il dottor Mohammed Morsi (leader dei Fratelli Musulmani – ndr), i miei occhi si riempirono di lacrime”, ha detto Saad. Questa è “storia testimone”, ha scritto su Twitter nel giugno 2012.
“La mia ricerca mostra chiaramente un modello in cui eminenti amministratori fiduciari e dirigenti di livello superiore abbracciano materiale fortemente antisemita e supportano Hamas e la Fratellanza Musulmana egiziana”, ha detto a The National Lorenzo Vidino, direttore del programma sull’estremismo alla George Washington University, affermando che l’organizzazione ha svolto un buon lavoro in molte parti del mondo, ma le opinioni “ripugnanti” hanno sollevato interrogativi su chi la controlla.
“Sebbene ciò non significhi necessariamente che Islamic Relief sia operativamente legato ai Fratelli musulmani, le dichiarazioni del nuovo presidente e di altri sono molto in linea con il sostegno ad esso”.
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IRW ha dichiarato che avrebbe rimosso tutti i suoi amministratori, una riunione a porte chiuse ha portato l’ex presidente svedese Lamia El Amri a mantenere un ufficio.
Come riferisce The National: «La sig.ra El Amri lavora anche per la rete educativa svedese Ibn Rushd Study Association. È stato collegata attraverso il suo fondatore, l’Associazione islamica di Svezia, all’organizzazione ombrello europea dei Fratelli musulmani, la Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa». Il cerchio tra UE, NATO e Fratelli Musulmani si chiude perfettamente.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – DOSSIER JIHADISTI
THE NATIONAL – EU Commission accused of giving €52m to groups linked to Muslim Brotherhood
JIHAD SAUDITA, TOP SECRET FILES: DAI DETENUTI INVIATI IN SIRIA ALLE BOMBE IN SRI LANKA