DEVIANZE GENDER LGBT, TORMENTI DI VACCINI, FURORI DI GUERRE, TIMORI DI APOCALISSE. Profezie Bibliche su Giusti ed Empi
In copertina l’opera di Nicolas Bataille La Bestia della Terra fa cadere il fuoco dal cielo, dall’Apocalisse Arazzo di Angers (1373-87 – arazzo)
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
La Sapienza è uno dei grandi libri della Bibbia. Ma è anche uno dei sette doni dello Spirito Santo a cui chiedo ispirazione mentre mi cimento a cercare di rileggere in chiave contemporanea quanto profetizzato dalla Sacra Scrittura giudaico-cristiana millenni fa…
Dal primo al quinto capitolo del libro della Sapienza emerge infatti un trattato di teologia etica volto a demarcare con perentoria nitidezza la contrapposizione tra il Giusto e l’Empio.
Col senno e lo sguardo di oggi quelle antiche e sagge parole appaiono una lente d’ingrandimento capace di scovare la radice del male celata dai malefici oligarchi del Nuovo Ordine Mondiale di cui ha magistralmente riferito l’arcivescovo Carlo Maria Viganò nel suo Dossier Ucraina, pubblicato da Gospa News in tre puntate.
Il Nunzio Apostolico Emerito del Vaticano negli USA mi ha fornito importanti tessere per completare il sordido mosaico disegnato dai poteri globali in un complotto che è germinato nelle guerre convenzionali di destabilizzazione delle aree geopolitiche più roventi del pianeta, esasperando tensioni etniche e religiose, per esplodere nei conflitti etici e sociali del terzo millennio culminati nella dittatura sanitaria evocata ed imposta dalla pandemia del Covid-19.
Per decriptare l’arcano messaggio subliminale strisciante in questo piano diabolico basta davvero rileggere alcuni passi della Bibbia mentre si osservano i link inseriti in questa riflessione e correlati a molteplici drammatici eventi che rappresentano le icastiche istantanee di una deriva inaudita di moralità e violenza.
«Tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa (Matteo 16, 18)». Solo in virtù di questa frase evangelica sono certo, in qualità di cristiano credente e praticante devoto alla Gospa di Medjugorie, che anche le venefiche intrusioni del mondialismo all’interno del mondo ecclesiastico erede del primato petrino non potranno sovvertirne il destino protetto dalla Potenza di Dio.
Molti statisti d’inesistente spiritualità e dubbia moralità ma astuta mentalità, coniata sulle passioni e fragilità umane, supportati da plutarchi assetati di dominio internazionale con quell’avidità che è radice di ogni male secondo San Paolo, hanno saputo dilaniare il corpo universale dell’Umanità con cruente Primavere Arabe e Rivoluzioni Colorate ma soprattutto sono riusciti a dividerne l’anima con i Gay Pride, la cultura Gender e il miraggio del Transumanesimo.
Quindi hanno colpito al cuore ogni individuo con il peggiore degli incubi: la morte improvvisa serpeggiante nell’ignoto e seminata sulla faccia della terra con un SARS-Cov-2 creato e torvamente potenziato in laboratorio. Ormai soltanto scienziati e giornalisti idioti, o in ben retribuita malafede, lo ritengono di origine naturale. Chi scrive ha già trovato anche gli indizi probatori di una strettissima correlazione tra virus artificiale, pericolosi vaccini al grafene ed esperimenti di controllo neurocerebrale.
«Il Santo Spirito, che ammaestra, fugge ogni inganno, si tiene lontano dai discorsi insensati e viene scacciato al sopraggiungere dell’ingiustizia» è il primo monito che giunge dal libro biblico della Sapienza, di cui in calce riportiamo i primi 5 capitoli integrali per renderne fruibile l’essenza semantica nel suo naturale ed originario contesto.
Questa frase mi rammenta quel bellissimo aforisma del poeta libanese Gibran Kahlil Gibran, un cristiano maronita che maturò la sua produzione letteraria di elevata intensità spirituale negli Usa: «I trucchi a volte funzionano ma si autodistruggono sempre (dalla raccolta Sabbia e Onda)».
GLI EMPI INVOCANO LA MORTE COME AMICA
In questa massima c’è scritta la storia del presidente Barack Obama: benedetto col Nobel per la pace fin dal suo insediamento alla Casa Bianca e maledetto da decine di etnie (Islamici Sciiti e Sunniti, Curdi, Cristiani, Yazidi, Russi ecc) che hanno pagato col sangue dei loro fratelli morti ammazzati la sua infingarda bramosia di esportare la “Democrazia” in Afghanistan, Yemen, Iraq, Libia, Siria e Ucraina; dove il Golpe di paesi NATO del 2014 è all’origine della guerra civile del Donbass e dell’attuale tremendo conflitto bellico.
Abbiamo analizzato queste evitabilissime guerre in ogni dettaglio. Pertanto qui ci limitiamo a menzionare alcuni terribili epifenomeni conseguenti ad esse: la proliferazione dei terroristi jihadisti di Al Qaeda e dell’ISIS, oggi consolidati guerriglieri mercenari sotto l’egida NATO in Siria ed Ucraina, e le stragi misteriose di Nassiriyah, dove morirono iracheni e carabinieri italiani motivando il rilancio della missione occidentale nell’Iraq devastato dalle immotivate guerre dei Bush, e l’omicidio di massa di Douma, dove l’attacco chimico fu inventato da terroristi islamici complici di uno 007 britannico che legarono ed uccisero col gas clorino dei bambini inermi nel tentativo di accusare il presidente siriano.
Da lì, sulla scia del lacerante, terribile ed evitabile attentato delle Torri Gemelle favorito dagli ostacoli della CIA alle indagini FBI, la parola morte cominciò ad essere declinata insieme ad una locuzione anglosassone tra le più vili e feroci della guerra: false-flag, ovvero i massacri di innocenti compiuti sotto falsa bandiera per incolpare l’avversario. Una tecnica utilizzata con successo soprattutto dall’intelligence militare di vari paesi NATO che possono fare affidamento sulla cassa di risonanza formidabile dei media compiacenti nella mistificazione.
GOLPE NATO IN UCRAINA: LA GENESI – 2. Obama, Soros, 007 MI6 & Kyiv Security Forum
Così prendono la loro spettrale forma altre parole del libro della Sapienza: «Non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani, perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia infatti è immortale. Ma gli empi invocano su di sé la morte con le opere e con le parole; ritenendola amica, si struggono per lei e con essa stringono un patto, perché sono degni di appartenerle».
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Questa sete di morte alberga davvero nei cuori dei potenti e delle loro ipocrite azioni militari millantate dietro un truculento paravento. Quello in cui l’ombra della civilizzazione nasconde la retorica della dittatura di un Nuovo Ordine Mondiale di cui già parlò nel lontanissimo 1955 il commodoro della marina canadese William Guy Carr.
Egli è stato un devoto cristiano cattolico tra i massimi studiosi delle trame massoniche tessute tra Washington, Londra e Roma, da Albert Pike, gran Maestro venerabile della loggia madre di Charleston del Rito Scozzese Antico Accettato nonché tra i fondatori del Ku Klux Klan, e Giuseppe Mazzini, regista dei moti rivoluzionari europei e della Spedizione dei Mille su mandato degli incappucciati britannici.
LA CULTURA DELLA MENZOGNA E DEL PIACERE
Da questa precisa avidità di distruzione delle libertà individuali nasce la guerra giurata al “libero arbitrio” propugnato dal Cristianesimo, al di là della sua architettura etica di comandamenti e rigorosi precetti. Contro di esso il Falsario – ovvero Satana secondo un ispirato libro di padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria – ha sciorinato la cultura mendace che partendo dall’ateismo e dal deismo si è insufflata nella società contemporanea con i demoni antichi del relativismo filosofico e dell’apostasia teologica ben sincretizzati dal neopaganesimo e dal materialismo edonista.
«Guardatevi dunque da inutili mormorazioni, preservate la lingua dalla maldicenza, perché neppure una parola segreta sarà senza effetto; una bocca menzognera uccide l’anima» è l’anatema della Bibbia che nel secondo capitolo del libro sapienziale svela la natura degli empi e raffigura, senza conoscerli, quegli impostori dell’etica del terzo millennio rispondenti ai nomi dei plutarchi George Soros e Bill Gates.
Ecco le elucubrazioni attribuite agli Empi: «Dicono fra loro sragionando: “La nostra vita è breve e triste; non c’è rimedio quando l’uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti. Venite dunque e godiamo dei beni presenti, gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza! Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere, perché questo ci spetta, questa è la nostra parte. Spadroneggiamo sul giusto, che è povero, non risparmiamo le vedove, né abbiamo rispetto per la canizie di un vecchio attempato. La nostra forza sia legge della giustizia, perché la debolezza risulta inutile».
Non sta già scritto in queste righe il nuovo mantra buonista della tolleranza di ogni devianza umana che, secondo il patriarca di Mosca Kirill, spalancherà una porta infernale sulla terra con l’inizio dell’apocalisse?
LA GUERRA MONDIALE DI ZELENSKY E L’APOCALISSE PROFETIZZATA DAL PATRIARCA DI MOSCA
«Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà li» ha sentenziato il capo della Chiesa Ortodossa russa in riferimento al Gay Pride con cui non si predica soltanto la tolleranza verso l’abominio biblico dell’omosessualità ma si esalta tale vizio edulcorandolo in virtù con una perversa manipolazione etica.
Si giunge fino ad imporre ambiguità sessuale anti-naturalistica nella crescita dei bambini con l’educazione Gender, esponendola anche alla liceità di interventi farmacologici di transessualità con la stessa grossolana e capziosa superficialità con cui si legittima ogni alterazione del DNA umano nella vana ricerca di quel Transumanesimo che è soltanto il volto più moderno dell’eugenetica nazista.
In essa si innesta la retorica del terrorismo pandemista contro un Covid-19 che può essere letale quando si utilizza occultamente un genotipo ad altissima carica virale indotta in laboratorio, come sostiene l’ingegnere biologico Pierre Bricage, già consulente NATO e perciò esperto di armi batteriologiche. Ma il medesimo virus, nella maggior parte degli altri casi, diviene mortale solo se, con l’inganno deliberato, si privano i contagiati di quelle terapie domiciliari precoci che divengono fatali in un SARS-Cov-2 in cui sono state trovare tracce di HIV.
LE INSIDIE AL GIUSTO DELLA PANDEMIA
L’emergenza causata dall’agente patogeno misterioso, ma simile a quelli costruiti artificialmente in decine di esperimenti tra Cina e USA, è stata la miccia delle contraddizioni di una società svuotata di empatia spirituale nel grembo delle istituzioni, sovente anche religiose, in cui si specchiano smarriti ed isolati pochi “giusti” che fedeli agli insegnamenti giudaico-cristiani rifiutano un rinnovamento progressista indirizzato a spazzare via, a colpi di miliardi di dollari di propaganda, millenni di autentica storia.
E’ la storia vissuta da patriarchi, profeti, re, santi ma soprattutto semplici credenti che annunciarono e poi testimoniarono il Messia Gesù Cristo, Morto e Risorto per liberare l’umanità dal peccato e dalla schiavitù della morte: una schiavitù più psichica che fisica, come ha insegnato la corsa folle delle masse alle vaccinazioni con sieri genici antiCovid costruiti con biotecnologie pericolosissime e mai sperimentate prima nella storia della farmacologia.
Non è stata forse la dittatura sanitaria l’arma potente con cui gli “Empi” del Nuovo Ordine Mondiale hanno inculcato nei cuori oltreché nelle menti l’idolatria al pensiero unico dell’autorità imposta con la forza delle leggi e delle repressioni, proprio come si legge ancora nel secondo capitolo del Libro della Sapienza?
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta» è il passo biblico che profetizza l’azione dei malvagi contro coloro che rifiutano l’apologia di Gay Pride e didattica Gender nelle scuole.
E’ una dichiarazione di guerra che si regge proprio sull’essenza stessa della devozione all’Eterno della rivelazione ebraica: «Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore. È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita non è come quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade».
PAPA INGANNATO DAL “VANGELO SECONDO GATES”: Pericolosi Vaccini ai Bambini. Lodi alle Suore Fans LGBT
Come non leggere in questa frase l’astio sovente mutatosi in odio dei soloni PRO-VAX contro gli intellettuali della posizione NO-CAVIA che, opponendosi ai sieri antiCovid ma non a tutti i vaccini in conformità al reale principio rischi-benefici, incarnano la protesta ancor più meditata rispetto a quella pi viscerale e primitiva degli estremisti NO-VAX?
«Siamo stati considerati da lui moneta falsa, e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure. Proclama beata la sorte finale dei giusti e si vanta di avere Dio per padre. Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari» riporta ancora il libro biblico facendo quasi un’esplicita allusione alla dilagante piaga del signoraggio bancario: grazie alla quale soldi virtuali e fondi speculativi derivati senza minima solvibilità reale garantiscono ai potenti il controllo assoluto di un’inarrestabile ricchezza.
VIOLENZE E TORMENTI IN NOME DEI SIERI GENICI
Nel secondo capitolo della Sapienza si pul facilmente intravedere la storia di lockdown e obblighi vaccinali grandinati addosso a chi ha cercato e cerca di opporre resistenza al melmoso torrente alluvionale scaturito dalla negazione stessa di Dio Onnipotente. Da lì è conseguita la devozione al SuperIo auto-celebrativo di sé nell’immanenza della sua finitezza mortale, contro la quale si cerca vanamente di lottare a costo di farsi trapiantare nel corpo pezzi di carne da porco: trapianti sperimentali di organi animali per ora falliti.
Ecco la tortura contro il “Giusto” emersa durante la pandemia nei confronti dei NO-VAX indotti anche ad inocularsi il pericoloso siero per poter lavorare salvo in alcuni casi crepare proprio a causa di esso: «Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
La Bibbia già profetizzò le piaghe contemporanee per i “Giusti”. Ma insieme ad esse scolpì anatemi senza via di scampo: « Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile. Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono».
E scrisse, nel capitolo 3, parole immortali di fede, speranza e carità: «Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d’immortalità. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come l’offerta di un olocausto».
In queste frasi riecheggia il mistero salvifico del Calvario di Gesù che ogni cristiano deve essere pronto a vivere affinché il suo tormento sia solo terreno e di breve tempo prima della Risurrezione della Carne per Cristo, con Cristo e in Cristo: «Nel giorno del loro giudizio risplenderanno, come scintille nella stoppia correranno qua e là. Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro».
IL CADAVERE DISONORATO DEGLI EMPI
Ecco invece la sorte dei loro persecutori: «Ma gli empi riceveranno una pena conforme ai loro pensieri; non hanno avuto cura del giusto e si sono allontanati dal Signore. Infatti è infelice chi disprezza la sapienza e l’educazione. Vana è la loro speranza e le loro fatiche inutili, le loro opere sono senza frutto. Anche se avranno lunga vita, non saranno tenuti in alcun conto, e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore. Se poi moriranno presto, non avranno speranza né conforto nel giorno del giudizio, poiché dura è la fine di una generazione ingiusta».
Non vi è forse qui affrescata in modo magistrale la prosopopea con cui politicanti e giornalisti celebrano i loro simili per sterili virtù? Anche se queste apologie posticce non attireranno il culto dei popoli che invece cresce spontaneo per giganti dell’umanità come il frate francescano San Pio da Pietrelcina o il pontefice San Giovanni Paolo II.
Il capitolo 4 narra il destino dei preservati: «Il giusto, anche se muore prematuramente, si troverà in un luogo di riposo. Divenuto caro a Dio, fu amato da lui e, poiché viveva fra peccatori, fu portato altrove. Fu rapito, perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza o l’inganno non seducesse la sua anima, poiché il fascino delle cose frivole oscura tutto ciò che è bello e il turbine della passione perverte un animo senza malizia».
E poi ben descrive la sorte dei senzaDio: «Infine diventeranno come un cadavere disonorato, oggetto di scherno fra i morti, per sempre. Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati; le loro iniquità si ergeranno contro di loro per accusarli». E solo allora si domanderanno: «Quale profitto ci ha dato la superbia? Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?».
GIOVANNI PAOLO II: L’ULTIMA GRAZIA AL PAPA DEL ROSARIO LUMINOSO
Sul finire del quinto capitolo si fondono premio eterno e protezione terrena: «I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e di essi ha cura l’Altissimo. Per questo riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalle mani del Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo».
APOCALISSE: DAL LIBRO DELLA SAPIENZA AL VANGELO
Ma, al termine, ecco la profezia che tracima di palpabili riferimenti apocalittici per la terra e l’umanità: «Egli prenderà per armatura il suo zelo e userà come arma il creato per punire i nemici, indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio imparziale, prenderà come scudo la santità invincibile, affilerà la sua collera inesorabile come spada e l’universo combatterà con Lui contro gli insensati».
Le ultime frasi sono così gravide di eventi tonitruanti e devastanti da incutere davvero terrore: «Partiranno ben dirette le saette dei lampi e dalle nubi, come da un arco ben teso, balzeranno al bersaglio; dalla sua fionda saranno scagliati chicchi di grandine pieni di furore. Si metterà in fermento contro di loro l’acqua del mare e i fiumi li travolgeranno senza pietà. Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso e come un uragano li travolgerà. L’iniquità renderà deserta tutta la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti».
Così il Libro della Sapienza predisse quanto confermato da Gesù Cristo nel capitolo apocalittico del Vangelo secondo Matteo (24): «Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato».
Ma prima della salvezza erutterà l’inferno sulla terra…
Continua a parlare Gesù nel Vangelo di Matteo: «Vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall’inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli».
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
SACRA BIBBIA – LIBRO DELLA SAPIENZA
LA SAPIENZA E IL DESTINO DELL’UOMO – CAPITOLO 1
Invito a cercare la giustizia1
Amate la giustizia, voi giudici della terra,
pensate al Signore con bontà d’animo
e cercatelo con cuore semplice.
2Egli infatti si fa trovare da quelli che non lo mettono alla prova,
e si manifesta a quelli che non diffidano di lui.
3I ragionamenti distorti separano da Dio;
ma la potenza, messa alla prova, spiazza gli stolti.
4La sapienza non entra in un’anima che compie il male
né abita in un corpo oppresso dal peccato.
5Il santo spirito, che ammaestra, fugge ogni inganno,
si tiene lontano dai discorsi insensati
e viene scacciato al sopraggiungere dell’ingiustizia.
La sapienza nel mondo
6La sapienza è uno spirito che ama l’uomo,
e tuttavia non lascia impunito il bestemmiatore per i suoi discorsi,
perché Dio è testimone dei suoi sentimenti,
conosce bene i suoi pensieri
e ascolta ogni sua parola.
7Lo spirito del Signore riempie la terra
e, tenendo insieme ogni cosa, ne conosce la voce.
8Per questo non può nascondersi chi pronuncia cose ingiuste,
né lo risparmierà la giustizia vendicatrice.
9Si indagherà infatti sui propositi dell’empio,
il suono delle sue parole giungerà fino al Signore
a condanna delle sue iniquità,
10perché un orecchio geloso ascolta ogni cosa,
perfino il sussurro delle mormorazioni non gli resta segreto.
11Guardatevi dunque da inutili mormorazioni,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto;
una bocca menzognera uccide l’anima.
La morte è opera del peccato
12Non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
13perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
14Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
15La giustizia infatti è immortale.
16Ma gli empi invocano su di sé la morte con le opere e con le parole;
ritenendola amica, si struggono per lei
e con essa stringono un patto,
perché sono degni di appartenerle.
CAPITOLO 2
Le scelte degli empi1
Dicono fra loro sragionando:
«La nostra vita è breve e triste;
non c’è rimedio quando l’uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti.
2Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati:
è un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore,
3spenta la quale, il corpo diventerà cenere
e lo spirito svanirà come aria sottile.
4Il nostro nome cadrà, con il tempo, nell’oblio
e nessuno ricorderà le nostre opere.
La nostra vita passerà come traccia di nuvola,
si dissolverà come nebbia
messa in fuga dai raggi del sole
e abbattuta dal suo calore.
5Passaggio di un’ombra è infatti la nostra esistenza
e non c’è ritorno quando viene la nostra fine,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
6Venite dunque e godiamo dei beni presenti,
gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza!
7Saziamoci di vino pregiato e di profumi,
non ci sfugga alcun fiore di primavera,
8coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano;
9nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze.
Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere,
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
10Spadroneggiamo sul giusto, che è povero,
non risparmiamo le vedove,
né abbiamo rispetto per la canizie di un vecchio attempato.
11La nostra forza sia legge della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
La condotta del giusto è rimprovero per l’empio
12Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
13Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
14È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
15perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
16Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
17Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
18Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
19Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
20Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Origine del male e della morte
21Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.
23Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
24Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.
CAPITOLO 3
La sorte dei giusti
1 Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento li toccherà.
2Agli occhi degli stolti parve che morissero,
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
3la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
4Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza resta piena d’immortalità.
5In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé;
6li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come l’offerta di un olocausto.
7Nel giorno del loro giudizio risplenderanno,
come scintille nella stoppia correranno qua e là.
8Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
9Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità,
i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui,
perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.
La sorte degli empi
10Ma gli empi riceveranno una pena conforme ai loro pensieri;
non hanno avuto cura del giusto e si sono allontanati dal Signore.
11Infatti è infelice chi disprezza la sapienza e l’educazione.
Vana è la loro speranza e le loro fatiche inutili,
le loro opere sono senza frutto.
12Le loro mogli sono insensate,
cattivi i loro figli,
maledetta la loro progenie.
La sterilità dei giusti e la fecondità degli empi
13Felice invece è la sterile incorrotta,
che non ha conosciuto unione peccaminosa:
avrà il frutto quando le anime saranno visitate.
14E felice l’eunuco la cui mano non ha fatto nulla d’ingiusto
e non ha pensato male del Signore:
riceverà una ricompensa privilegiata per la sua fedeltà,
una sorte più ambita nel tempio del Signore.
15Poiché glorioso è il frutto delle opere buone
e la radice della saggezza non conosce imperfezioni.
16I figli degli adulteri non giungeranno a maturità,
il seme di un’unione illegittima scomparirà.
17Anche se avranno lunga vita, non saranno tenuti in alcun conto,
e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore.
18Se poi moriranno presto, non avranno speranza
né conforto nel giorno del giudizio,
19poiché dura è la fine di una generazione ingiusta.
CAPITOLO 4
La virtù e il vizio1
Meglio essere senza figli e possedere la virtù,
perché nel ricordo di questa c’è immortalità:
essa è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
2Presente, è imitata,
assente, viene rimpianta;
incoronata, trionfa in eterno,
avendo vinto, in gara, premi incontaminati.
3La numerosa discendenza degli empi non servirà a nulla
e dai suoi polloni spuri non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura;
4anche se, a suo tempo, essa ramifica,
non essendo ben piantata, sarà scossa dal vento
e sradicata dalla violenza delle bufere.
5Saranno spezzati i ramoscelli ancora deboli;
il loro frutto sarà inutile, acerbo da mangiare,
e non servirà a nulla.
6Infatti i figli nati da sonni illegittimi
saranno testimoni della malvagità dei genitori,
quando su di essi si aprirà l’inchiesta.
La morte prematura del giusto
7Il giusto, anche se muore prematuramente,
si troverà in un luogo di riposo.
8Vecchiaia veneranda non è quella longeva,
né si misura con il numero degli anni;
9ma canizie per gli uomini è la saggezza,
età senile è una vita senza macchia.
10Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e, poiché viveva fra peccatori, fu portato altrove.
11Fu rapito, perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza
o l’inganno non seducesse la sua anima,
12poiché il fascino delle cose frivole oscura tutto ciò che è bello
e il turbine della passione perverte un animo senza malizia.
13Giunto in breve alla perfezione,
ha conseguito la pienezza di tutta una vita.
14La sua anima era gradita al Signore,
perciò si affrettò a uscire dalla malvagità.
La gente vide ma non capì,
non ha riflettuto su un fatto così importante:
15grazia e misericordia sono per i suoi eletti
e protezione per i suoi santi.
16Il giusto, da morto, condannerà gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla conclusione,
condannerà gli empi, pur carichi di anni.
17Infatti vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio aveva deciso a suo riguardo
né per quale scopo il Signore l’aveva posto al sicuro.
18Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19Infine diventeranno come un cadavere disonorato,
oggetto di scherno fra i morti, per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li scuoterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
20Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si ergeranno contro di loro per accusarli.
CAPITOLO 5
I giusti e gli empi di fronte al giudizio finale
1 Allora il giusto starà con grande fiducia
di fronte a coloro che lo hanno perseguitato
e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze.
2Alla sua vista saranno presi da terribile spavento,
stupiti per la sua sorprendente salvezza.
3Pentiti, diranno tra loro,
gemendo con animo angosciato:
4«Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso
e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno;
abbiamo considerato una pazzia la sua vita
e la sua morte disonorevole.
5Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio
e la sua eredità è ora tra i santi?
6Abbiamo dunque abbandonato la via della verità,
la luce della giustizia non ci ha illuminati
e il sole non è sorto per noi.
7Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi,
abbiamo percorso deserti senza strade,
ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
8Quale profitto ci ha dato la superbia?
Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?
9Tutto questo è passato come ombra
e come notizia fugace,
10come una nave che solca un mare agitato,
e, una volta passata, di essa non si trova più traccia
né scia della sua carena sulle onde;
11oppure come quando un uccello attraversa l’aria
e non si trova alcun segno del suo volo:
l’aria leggera, percossa dal battito delle ali
e divisa dalla forza dello slancio,
è attraversata dalle ali in movimento,
ma dopo non si trova segno del suo passaggio;
12o come quando, scoccata una freccia verso il bersaglio,
l’aria si divide e ritorna subito su se stessa
e della freccia non si riconosce tragitto.
13Così anche noi, appena nati, siamo già come scomparsi,
non avendo da mostrare alcun segno di virtù;
ci siamo consumati nella nostra malvagità».
14La speranza dell’empio è come pula portata dal vento,
come schiuma leggera sospinta dalla tempesta;
come fumo dal vento è dispersa,
si dilegua come il ricordo dell’ospite di un solo giorno.
Felicità e ricompensa dei giusti
15I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e di essi ha cura l’Altissimo.
16Per questo riceveranno una magnifica corona regale,
un bel diadema dalle mani del Signore,
perché li proteggerà con la destra,
con il braccio farà loro da scudo.
17Egli prenderà per armatura il suo zelo
e userà come arma il creato per punire i nemici,
18indosserà la giustizia come corazza
e si metterà come elmo un giudizio imparziale,
19prenderà come scudo la santità invincibile,
20affilerà la sua collera inesorabile come spada
e l’universo combatterà con lui contro gli insensati.
21Partiranno ben dirette le saette dei lampi
e dalle nubi, come da un arco ben teso, balzeranno al bersaglio;
22dalla sua fionda saranno scagliati
chicchi di grandine pieni di furore.
Si metterà in fermento contro di loro l’acqua del mare
e i fiumi li travolgeranno senza pietà.
23Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso
e come un uragano li travolgerà.
L’iniquità renderà deserta tutta la terra
e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.
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