DA FATIMA ALL’UCRAINA: L’Inutile Lezione di Pace di Giovanni Paolo II ai Cristiani che Invocano Armi e Guerra
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«In un tempo di superbia e umiliazione, in un posto dove infuriava il male, siete rimasti saldi e fedeli. Nell’abisso della crudeltà e dell’odio, dove si è deciso di distruggere biologicamente l’uomo, di calpestare la sua dignità, siete stati coraggiosamente ed eroicamente gli unici testimoni dell’amore, del perdono, come araldi di una nuova civiltà basata sulla verità, la bontà, il rispetto per la vita e giustizia».
Nel 1995, mentre nel cuore dell’Europa infuriava la Guerra dei Balcani innescata dal controspionaggio americano della Central Intelligence Agency proprio come quella in Ucraina, Giovanni Paolo II usò queste parole per ricordare l’unico eroismo possibile per un Cristiano: l’Eroismo dell’Amore per i Nemici.
Questa predica assume una valenza particolare oggi che è l’anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima, legata indissolubilmente al l’imprimatur “Totus Tuus” che Karol Wojtyla impose al suo pontificato in devozione alla Santissima Vergine Maria che lo protesse miracolosamente durante l’attentato in San Pietro del 13 maggio 1981 subito dal sicario turco Mehmet Ali Ağca, quando gli sparò 2 colpi di pistola.
Fa specie che l’attentatore perdonato dal Pontefice, e poi curiosamente graziato da una condanna all’ergastolo dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nei giorni scorsi abbia rilasciato un’intervista sostenendo due colossali menzogne: negando la presenza di un complice autore di un terzo sparo andato a vuoto e negando di aver agito su commissione in un misterioso triangolo tra i terroristi dei Lupi Grigi di cui il killer faceva parte, gli 007 russi del KGB e persino l’ombra della mafia italiana, storica alleata della massoneria britannica e della CIA. (link intervista a fondo pagina)
«Una mano ha sparato, un’altra mano ha deviato la pallottola». Secondo un disegno celeste, lo stesso Pontefice consacrò il proiettile alla sua protettrice, che si trova incastonato proprio nella corona della Madonna di Fatima.
Nel carcere romano di Rebibbia, l’attentatore ricevette, il 27 dicembre 1983, la visita dello stesso Papa Wojtyla, che andò a trovarlo per parlargli, ascoltarlo e perdonarlo.
Di quel drammatico giorno resta la maglia del Santo Padre, bianca, insanguinata. Una maglia in cui risultano ben visibili i fori dei proiettili. Una reliquia che è stata raccolta da un’infermiera che era in sala operatoria, Anna Stanghellini, conservata oggi nel quartiere romano di Boccea, nella teca della cappella della chiesa Reginae Mundi delle suore Figlie della Carità. La donna, dopo averla custodita nella propria casa, decise di donarla alle suore nel 2000, proprio nell’anno del Grande Giubileo.
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LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA ALLA MADONNA
Ma in obbedienza all’invito della veggente portoghese Suor Lucia inoltre, il Papa polacco fece un altro gesto di grandiosa devozione a Fatima. Consacrò la Russia al Cuore Immacolato di Maria, avviando così l’impensabile rinascita del Cristianesimo in una delle nazioni dove i malefici piani massonici culminati nella Rivoluzione Bolscevica (con la strage della dinastia degli Zar Romanov insieme alla loro innocente servitù) avevano fatto proliferare l’ateismo di stato.
San Paolo VI, il 21 novembre 1964, rinnovò la consacrazione alla presenza di padri del Concilio Vaticano II. San Giovanni Paolo II compose una preghiera per quello che definì “Atto di affidamento” da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno 1981, solennità di Pentecoste e successivamente fece l’atto di affidamento del 7 giugno 1981, ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Ma tutte questi riti non furono ritenuti confacenti da suor Lucia.
Il 25 marzo 1984, festa dell’Annunciazione, in piazza San Pietro papa Wojtyla affidò al Cuore Immacolato di Maria tutti i popoli, tra cui ovviamente la Russia.
Lo fece in unione spirituale con tutti i vescovi del mondo. Nei decenni sono germinati dubbi sul fatto che la Consacrazione della Russia sia stata fatta nelle modalità richieste dalla Madonna. Tuttavia nel giugno 2000, quando fu svelato il terzo segreto di Fatima, fu resa nota una lettera del 1989 con cui suor Lucia affermò che l’ultima consacrazione compiuto da Giovanni Paolo II corrispondeva a quanto voleva la Vergine Maria.
Proprio Mosca, oggi più che mai paladina dei valori Cristiani e della Chiesa Ortodossa, in Ucraina sta portando alla luce l’ipocrisia della pace di un Occidente che ha invece, scientemente, rinnegato le sue Radici Cristiane (come sancito dall’Unione Europea).
Ora non voglio soffermarmi vagliare quei misteri di ogni guerra che solo l’Onniscienza Divina può giudicare e comprendere.
Papa Francesco ha cercato di uscire dalle tenebre del male ripercorrendo una nuova Consacrazione alla Madonna di Fatima: come se fosse il booster dei vaccini Covid inefficaci alla prima somministrazione! Come se la precedente fosse inefficace.
Ma non ha dato abbastanza peso al fatto che è l’Occidente de-cristianizzato a rinnegare ogni giorno il Cuore Immacolato di Maria e a rifiutare ogni dialogo di pace quotidianamente proposto dal Cremlino con circostanziate richieste.
LA GUERRA MONDIALE DI ZELENSKY E L’APOCALISSE PROFETIZZATA DAL PATRIARCA DI MOSCA
Ogni distensione militare del presidente russo Vladimir Putin, dagli aiuti alimentari ai corridoi umanitari nelle città assediate, viene infatti interpretata dall’Occidente come un segnale di debolezza bellica e non una reale volontà di tregua a una guerra che non è iniziata il 24 febbraio 2022 ma il 20 febbraio 2014, come spiegato più volte e come rispiegheremo dopo.
PERDONO E AMORE DINNANZI AL MARTIRIO DI DACHAU
Oggi, in devozione alla Madonna di Fatima, voglio indugiare sui sacri misteri della pace e dell’amore.
Il Santo Padre, messaggero instancabile in tutto il mondo, fu colui che seppe rispondere con la poesia e il perdono anche alla più brutali manifestazioni dell’odio sistematico dell’era contemporanea: il totatilitarismo Nazista di Adolf Hitler e quello Comunista di Joseph Stalin.
La frase riportata all’inizio di questo articolo fu infatti pronunciata dal Pontefice nel 1995 in occasione del 50° anniversario della liberazione del Campo di concentramento di Dachau, in Germania, uno dei luoghi di deportazione dei giovani polacchi da parte del Terzo Reich a cui l’allora giovane aspirante filologo e drammaturgo polacco sfuggì grazie al suo lavoro in una cava di pietra prima di entrare, nel 1942, nel seminario clandestino diretto dall’arcivescovo di Cracovia Sapieha.
Nel campo di detenzione e sterminio vicino a Monaco, furono imprigionati in totale 2801 ecclesiastici di cui 1773 provenivano dalla Polonia: sono morti 1034, di cui 868 polacchi. Per questo motivo il 29 aprile, nel giorno della liberazione di Dachau da parte dell’esercito degli Stati Uniti (29 aprile 1945), su iniziativa della Conferenza episcopale polacca viene celebrata la Giornata del martirio del clero polacco durante la Seconda Guerra Mondiale.
Lo ricorda Riccardo Cascioli su FiloDiritto (link a fondo pagina) rammentando l’intervista con monsignor Kazimierz Majdański, arcivescovo di Stettino-Kamień, uno dei pochi superstiti insieme al cardinale Adam Kozłowiecki, arcivescovo di Lusaka, padre Marian Żelazek, missionario, apostolo dei lebbrosi in India, e monsignor Ignacy Jeż (Benedetto XVI voleva onorarlo con la dignità cardinalizia, ma Jeż è morto alla vigilia dell’annuncio della nomina nel novembre 2007).
«Pensavamo – diceva il monsignore – che fossero tornati i tempi di Nerone e Diocleziano, i tempi dell’odio verso il Cristianesimo e tutto quello che il Cristianesimo rappresentava. Il campo di concentramento era l’incarnazione della civiltà della morte: non a caso sulle uniformi dei tedeschi si trovavano i teschi! I nostri carnefici tedeschi bestemmiavano Dio, denigravano la Chiesa e ci chiamavano i ‘cani di Roma’. Ci volevano costringere ad oltraggiare la croce e il rosario. In fin dei conti per loro eravamo soltanto numeri da eliminare».
Gli stessi teschi oggi campeggiano sulle uniformi dei paramilitari neonazisti in Ucraina.
GIOVANNI PAOLO II AI GIOVANI “DARE LA VITA PER LA PACE”
Sia durante i rastrellamenti delle SS in Polonia che nella commemorazione dell’olocausto di Dachau Giovanni Paolo II invitò a rispondere con la pietà cristiana,
figlia di quella Divina Misericordia da lui successivamente elevata a festività solenne con la canonizzazione di Santa Faustina Kovalska.
Rileggiamo le sue parole: «Nell’abisso della crudeltà e dell’odio, dove si è deciso di distruggere biologicamente l’uomo, di calpestare la sua dignità, siete stati coraggiosamente ed eroicamente gli unici testimoni dell’amore, del perdono, come araldi di una nuova civiltà basata sulla verità, la bontà, il rispetto per la vita e giustizia».
Nel corso del Giubileo del 2000, in occasione della XV Giornata Mondiale della Gioventù, milioni di giovani si sono recati a Roma richiamati dalla testimonianza evangelica del Santo Padre e lui, il 19 agosto, durante la commovente ed intensa veglia di preghiera che si svolse all’Università di Tor Vergata tra giovani di tutte le nazionalità, ribadì gli stessi concetti.
«Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” (cfr Isaia 21,11-12) in quest’alba del terzo millennio. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti».
Cosa è rimasta di tale eredità profondamente pacifista nel popolo di quei Cristiani diventati adulti? Se guardiamo al dramma della guerra in Ucraina siamo tentati di dire poco, se non nulla.
Perché anche ammessa una volontà malvagia del presidente Putin, smentita dal limitatissimo impiego di missili di distruzione di massa che avrebbero sterminato migliaia e migliaia di civili ma gli avrebbero consegnato la vittoria in pochi giorni risparmiando molte vittime tra i suoi stessi soldati, i Cristiani dell’Ucraina e quelli dell’Occidente avrebbero dovuto rispondere come fece lo studente universitario Karol Wojtyla dinnanzi alle rappresaglie tedesche… Con il perdono dei nemici!
Questo insegna l’Eroico Vangelo di Gesù Cristo. E’ una dottrina del cuore difficilissima da vivere, persino nei confronti dei nostri amici e fratelli quando ci offendono o feriscono a tradimento. Ed è ancor più ardua da testimoniare con coerenza e costanza nella propria vita.
Ma quantomeno deve essere avvalorata, difesa e diffusa – senza alcuna remora, devianza o eccezione – dalla Chiesa, dai consacrati e dai Cristiani che in essa si riconoscono come Popolo di Dio e pertanto nella loro “agape” non sono più semplici fedeli ma divengono Corpo Mistico di Cristo sulla terra (Enciclica di Pio XII Mystici Corporis Christi).
I VALORI CRISTIANI RINNEGATI DALLA GUERRA IN UCRAINA
Mi è rimasta impressa l’intervista al parroco di Leopoli che rinnegando i valori della sua tonaca francescana ha invitato i parrocchiani ad armarsi contro gli invasori russi come se le ragioni fossero soltanto dalla parte dell’Ucraina.
Ma dov’era quel sacerdote mentre 500 bambini sono stati uccisi o resi paralitici durante i ripetuti bombardamenti con cui l’esercito di Kiev ha sistematicamente violato per 8 anni la tregua dei trattati di Minsk spargendo massacri nelle Repubbliche filorusse del Donbass?
Non voglio analizzare ora le molteplici e legittime motivazioni dell’operazione militare avviata dal presidente russo Vladimir Putin allo scopo di “de-militarizzare” e “de-nazificare” l’Ucraina.
Di queste abbiamo ampiamente scritto rilevando l’ipocrisia di una guerra fortemente voluta dalla NATO su sollecitazione della Lobby delle Armi e innescata dal golpe sanguinario ordito a Kiev nel 2014 grazie ai finanziamenti delle ambasciate occidentali e del plutarca ungaro-americano George Soros, erede del movimento politico Sionista proprio come il presidente ucraino Volodimir Zelensky.
GOLPE NATO IN UCRAINA: LA GENESI – 2. Obama, Soros, 007 MI6 & Kyiv Security Forum
Oggi mi soffermo a rilevare come l’Occidente abbia completamente rinnegato la sua ancestrale devozione ai valori Cristiani per adulare una pace che senza amore e senza l’aiuto di Dio è un concetto vuoto e indifendibile.
«Difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario» disse Giovanni Paolo II ai giovani durante il Giubileo del 2000 richiamandosi ai più antichi esempi del martirio cristiano che per primo sopportò sia durante l’attentato in San Pietro del 13 maggio 1981 sia durante la sua lenta e straziante agonia della vecchiaia, senza rinunciare, fino all’ultimo a Lourdes, ai pellegrinaggi intorno al mondo per diffondere il suo messaggio di pace.
GLI INSEGNAMENTI DI GESU’ E DEGLI APOSTOLI MARTIRI
Rileggiamo il Vangelo di Matteo (capitolo 26, 47-54)
«Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo». E in quell’istante, avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Ti saluto, Rabbì!» e lo baciò. Ma Gesù gli disse: «Amico, che cosa sei venuto a fare?» Allora, avvicinatisi, gli misero le mani addosso e lo presero. Ed ecco, uno di quelli che erano con lui, stesa la mano, prese la spada, la sfoderò e, colpito il servo del sommo sacerdote, gli recise l’orecchio. Allora Gesù gli disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada. Credi forse che io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in questo istante più di dodici legioni d’angeli? Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga?».
Se San Pietro si fosse armato contro le Guardie del Sinedrio per liberare Gesù il Messia avrebbe potuto patire la Crocifissione per l’espiazione dei peccati dell’umanità intera e risorgere per essere testimone vivente della potenza di Dio Padre Onnipotente e dello Spirito Santo che ne è causa efficiente nella Santissima Trinità?
GIOVANNI PAOLO II: L’ULTIMA GRAZIA AL PAPA DEL ROSARIO LUMINOSO
Valutiamo la questione anche sotto il profilo strettamente umano. Se San Pietro avesse guidato San Giovanni e gli altri apostoli contro la persecuzione dei Farisei, il capo delle guardie Saul avrebbe forse potuto convertirsi e diventare San Paolo?
Se San Pietro, San Paolo e gli altri martiri cristiani non avessero accettato il sacrificio delle loro vite umane per l’amore di Gesù Cristo, se non avessero versato il loro sangue senza opporre resistenza il loro messaggio di amore avrebbe potuto germogliare nel cuore di milioni e miliardi di esseri umani convertendone il cuore all’unico vero Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, re Davide e Maria di Nazareth?
Se Karol Wojtyla avesse ascoltato il richiamo alla resistenza armata dei suoi giovani amici polacchi a Cracovia avrebbe mai potuto diventare il più grande missionario di pace nella storia contemporanea della Chiesa Cattolica?
I Cristiani che rivendicano il diritto dell’Ucraina a difendersi e a rifornirsi di armi non hanno voluto porsi queste domande.
Ma non hanno voluto nemmeno porsi la domanda più profonda sulle radici del male a Kiev.
LE RADICI DEL MALE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE
Non hanno nemmeno voluto prendere in considerazioni le ragioni di una guerra che è cominciata il 20 febbraio 2014 in piazza Maidan quando dei cecchini mercenari arruolati da intelligence militari spararono sui manifestanti europeisti come sui poliziotti per inscenare l’ultimo atto del golpe.
Chi conosce la storia moderna sa che quell’azione, già sperimentata dalla CIA nel 2002 a Caracas e ancor prima in piccoli episodi nei Balcani, è stata orchestrata dalle stesse menti malvagie del Nuovo Ordine Mondiale, potentato di finanzieri pelopiù sionisti e massoni, che nel 1870 aggredì lo Stato Pontificio legittimando l’invasione di Roma per riconquistarla come capitale pagana della Massoneria antiCattolica.
La successiva enciclica Humanus Genus promulgata da papa Leone XIII con la scomunica della Massoneria è una pietra miliare scolpita nella storia del Cristianesimo per dirimere il bene dal male e sancire l’inconciliabile dialogo tra la Chiesa e i massoni, quando essi si avvicinano a essa non con cuore contrito e resipiscente ma con diabolica astuzia della ragione al fine di corromperne i valori.
Non a caso l’Ucraina è diventata uno dei luoghi preferiti dall’Occidente per la pratica dell’utero in affitto finalizzata a consentire a due maschi gay di poter adottare un figlio in sfregio alle leggi italiane e di altri paesi europei.
Non a caso la patria di Zelensky è diventata la culla dei nazisti del Battaglione Azov, eredi dei collaborazionisti che aiutarono le SS a sterminare 1 milione e 600 mila ebrei russi in Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale. Non a caso questi ultimi ricevono armi dalle industrie israeliane create dal Movimento Politico Sionista che ben pochi valori condivide con l’esemplare misericordia dei patriarchi Israeliti come Abramo e re Davide.
«Mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza». Scrisse Giovanni Paolo II in una preghiera del 2 febbraio 1991 in cui chiedeva la fine del conflitto nel Golfo Persico voluto dalla NATO.
Oggi il presidente ucraino Zelensky, costruito ad arte dagli eredi degli stessi potenti di allora, continua a negare ogni negoziato di pace alla Russia. Davanti agli occhi silenti del mainstream ha persino fatto ammazzare per strada, senza processo, un membro della delegazione ucraina perché considerato traditore.
Da Washington a Bruxelles e Roma si invoca una pace senza perdono, senza Cristo e senza Dio. Una pace invocata con il continuo inno alla vittoria impossibile dell’Ucraina contro la Russia. Una pace che non prende in minima considerazioni le ragioni dell’avversario, provocato per anni come denunciato persino da Papa Francesco in relazione «all’abbaiare della NATO alle porte di Mosca», ma ne pretende la totale e inaccettabile umiliazione.
Questo sentimento russofobico ha purtroppo pervaso il ventre di molti cristiani tanto da accecarne i cuori: dal francescano di Leopoli al direttore di Radio Maria che ogni giorno s’inebria delle menzogne dei media sui mainstream in cui Putin viene dipinto come il conquistatore dell’Occidente e non come l’orso svegliato dal letargo dalle minacciose sirene della NATO che mira soltanto a difendere due territori russofoni quali Donbass e Crimea.
Tra i potenti di oggi ci sono pochi politici che furono testimoni della Guerra del Golfo e di quella dei Balcani: c’è forse soltanto Sergio Mattarella, deputato della Repubblica Italiana nel 1991 e Ministro della Difesa nel 1999 quando la Nato cominciò a fare strage di civili in Serbia, proteggendo i massacri dei jihadisti armati dalla CIA.
Oggi è Capo dello Stato, perciò anche capo di tutte le Forze Armate e, pur sbandierando i suoi valori cattolici, è stato colui che ha vestito i panni di ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale per annunciare l’imminente guerra in Ucraina il 3 febbraio 2022, nel giorno della sua elezione, nell’anniversario del trasferimento della capitale del Regno d’Italia da Firenze a Roma, nei territori strappati dall’esercito massonico dei Savoia allo Stato Pontificio.
Ecco perché, in questo scenario di diabolici intrighi costruiti dai germi dell’odio e della speculazione sui conflitti, le uniche risposte di un cristiano possono essere quelle di pace e perdono insegnate da Giovanni Paolo II con la sua Consacrazione al Cuore Immacolato voluta dalla Madonna di Fatima.
Anche a costo di pagare con la propria vita come fecero i primi martiri.
Perché questo totale abbandono alla legge d’amore di Gesù Cristo è l’unico scudo che può consentire a un vero cristiano di intraprendere con la protezione di Dio il sentiero spirituale che sta conducendo l’umanità verso un imminente Apocalisse.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
FILO DIRITTO – INTERVISTA SUPERSTITE DI DACHAU
LA7 – INTERVISTA DI ANDREA PRUGATORI ALL’ATTENTATORE DEL PAPA
PANDEMIA, PERENNE REGIME DI TERRORE. Profetica Scomunica della Massoneria di Papa Leone XIII…
PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
PER LA PACE DOPO LA
CELEBRAZIONE DEL SANTO ROSARIOAula della Benedizione – Sabato, 2 febbraio 1991Fratelli e sorelle
,
Il cuore di tutti noi è colmo di dolore per la guerra in corso nella regione del Golfo, da cui di giorno in giorno ci giungono notizie sempre più preoccupanti, per il numero di combattenti e la quantità di armi impiegate, come anche per il coinvolgimento nel conflitto di intere popolazioni civili.
Il tutto è reso ancora più angoscioso dal fatto che questo sconsolante quadro rischia di estendersi nel tempo e nello spazio, in modo tragico e con conseguenze incalcolabili.
Come uomini e come cristiani, non dobbiamo abituarci all’idea che tutto ciò sia ineluttabile e al nostro animo non deve essere permesso di cedere alla tentazione dell’indifferenza e della rassegnazione fatalistica, quasi che gli uomini non possano non essere coinvolti nella spirale della guerra.
UCRAINA: ROMPERE LA CORNICE MAINSTREAM. Per Ricordare le Guerre NATO-USA in Bosnia, Libia e Siria
Come credenti nel Dio di misericordia e nel Suo Figlio Gesù, morto e risorto per la salvezza di tutti, non possiamo perdere la speranza che la grande sofferenza, che sta colpendo così vaste porzioni dell’umanità, abbia quanto prima a terminare. Per raggiungere questo fine, abbiamo a nostra disposizione in primo luogo la preghiera, strumento umile ma, se nutrito di fede sincera e intensa, più forte di ogni arma e di ogni calcolo umano.
Affidiamo a Dio il nostro profondo dolore, insieme con la nostra speranza più viva.
Invochiamo la luce divina per coloro che, negli ambiti internazionali, continuano a ricercare cammini di pace, sforzandosi di mettere fine alla guerra e hanno la ferma volontà di trovare, pacificamente e con desiderio di giustizia, adeguate soluzioni ai vari problemi del Medio Oriente.
Chiediamo al Signore che illumini i responsabili delle parti in causa nel conflitto, affinché trovino il coraggio di abbandonare il cammino del confronto bellico, e di affidarsi, con sincerità, al negoziato, al dialogo e alla collaborazione.
Imploriamo il conforto divino per tutti quelli che soffrono a motivo della guerra e delle gravi situazioni di ingiustizia e di insicurezza non ancora sanate nella regione mediorientale.
In questo fiducioso ricorso alla misericordia divina, esorto tutti a sentirsi in sintonia con gli altri credenti, soprattutto con quelle popolazioni di fede ebraica, cristiana e musulmana, che sono più colpite da questa guerra.
Recitando il Rosario e meditando i Misteri di Cristo, deponiamo il nostro dolore, le nostre preoccupazioni e le nostre speranze nel Cuore Immacolato di Maria, nostra Madre.
Preghiera per la pace
Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
fai cessare questa guerra nel Golfo Persico,
minaccia per le tue creature, in cielo, in terra ed in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.
Amen.
“Apri il cuore degli uomini al dialogo”
Signore,
sorgente della giustizia
e principio della concordia,
tu, nell’annuncio dell’Angelo a Maria
hai recato agli uomini
la buona notizia
della riconciliazione
tra il Cielo e la terra:
apri il cuore degli uomini al dialogo
e sostieni l’impegno
degli operatori di pace,
perché sul ricorso alle armi
prevalga il negoziato,
sull’incomprensione l’intesa,
sull’offesa il perdono, sull’odio l’amore.
“Ascolta la supplica che la Chiesa ti rivolge”
Dio dei nostri Padri,
Padre di tutti,
che nel tuo Figlio Gesù, principe della pace,
doni la vera pace ai vicini e ai lontani,
ascolta la supplica che la Chiesa ti rivolge
in comunione con la Madre del tuo Figlio:
assisti i soldati di ogni fronte
che, costretti da dolorose decisioni,
si combattono a vicenda nella guerra del Golfo;
liberali da sentimenti di odio e di vendetta,
fa’ che serbino sempre nel cuore
il desiderio della pace,
perché di fronte agli orrori della guerra
il turbamento non diventi per loro
depressione e disperazione.
“Accogli gli uomini che la violenza delle armi ha consegnato alla tua misericordia”.
Padre,
il tuo Figlio, il Santo, l’Innocente,
è morto sulla croce,
vittima del peccato dell’uomo.
È morto
irrorando di sangue la terra
e seminando nel cuore dell’uomo
parole di perdono e di pace.
Ascolta, Padre,
il grido del sangue innocente
versato sui campi di battaglia,
e accogli nella tua dimora di luce,
per la materna intercessione
della Madre del dolore,
gli uomini che la violenza delle armi,
strappandoli dalla vita,
ha consegnato
nelle mani della tua misericordia.
“Conserva le creature del cielo, della terra e del mare minacciate da distruzioni tra inaudite sofferenze”.
Padre che ami la vita,
nella risurrezione del tuo Figlio Gesù
hai rinnovato l’uomo
e l’intera creazione
e hai voluto arrecare loro
come primo dono la tua pace:
guarda con compassione
l’umanità lacerata dalla guerra;
conserva le creature
del cielo, della terra e del mare,
opera delle tue mani,
minacciate da distruzioni
tra inaudite sofferenze,
e fa’ che,
per intercessione di Santa Maria,
solo la pace guidi le sorti
dei popoli e delle nazioni.
“Giunga presto a tutti i confini l’atteso annuncio: è finita la guerra!”.
In quest’ora
di inaudita violenza
e di inutili stragi,
accogli, Padre,
l’implorazione che sale a te
da tutta la Chiesa,
orante con Maria, Regina della pace:
effondi sui governanti
di tutte le nazioni
lo Spirito dell’unità e della concordia,
dell’amore e della pace,
perché giunga presto
a tutti i confini
l’atteso annuncio:
è finita la guerra!
E, ridotto al silenzio il fragore delle armi,
risuonino in tutta la terra
canti di fraternità e di pace.
Giovanni Paolo II