Diario di Guerra dalla Nigeria della Fondazione Pontificia ACS – Aiuto alla Chiesa che Soffre
Lapidata a morte per blasfemia nel nord-ovest della Nigeria, a Sokoto: è questa la disumana condanna toccata a Deborah Samuel, studentessa cristiana accusata di aver pubblicato su #WhatsApp un commento ritenuto offensivo nei confronti di Maometto. La ragazza studiava nella facoltà di Economia a Sokoto, città dove vige la Sharia, la legge sacra dell’Islam.
Sono state distrutte le finestre di vetro della Chiesa, quelle del Segretariato del Vescovo Lawton, ed è stato vandalizzato un autobus della comunità parcheggiato all’interno dei locali. Gli estremisti sono stati dispersi da una squadra di poliziotti.
Lapidata a morte per #blasfemia nel nord-ovest della #Nigeria, a #Sokoto: è questa la disumana condanna toccata a Deborah Samuel, studentessa cristiana accusata di aver pubblicato su #WhatsApp un commento ritenuto offensivo nei confronti di Maometto. #Cristianiperseguitati! pic.twitter.com/bGIAKgDvvJ
— ACS-Italia (@acs_italia) May 14, 2022
I teppisti hanno anche attaccato la parrocchia cattolica di St. Kevin a Sokoto e le hanno dato fuoco. Un altro gruppo ha attaccato e, secondo quanto riferito, dato alle fiamme alcuni negozi e altri locali ad Hajiya Halima, un importante centro commerciale.
La protesta è avvenuta dopo una dichiarazione diffusa da un gruppo che esortava la gente a reagire contro l’arresto di coloro che hanno ucciso Deborah Emmanuel. Durante la protesta, gruppi di giovani guidati da adulti, hanno attaccato la cattedrale cattolica della Sacra Famiglia.
Il governo statale di Sokoto ha dichiarato il coprifuoco di 24 ore nella capitale dello Stato per aiutare a arginare le proteste in corso avviate oggi dai giovani musulmani. Il coprifuoco era contenuto in un annuncio del governo statale.
Il vescovo cattolico di Sokoto, mons. Matthew Hassan Kuka, ha elogiato il Governatore per aver dichiarato il coprifuoco di 24 ore. Ha anche elogiato le forze di sicurezza. Il Vescovo ha rivolto un appello ai cristiani affinché rispettino la legge e preghino.
Don Joseph Aketeh Bako, della Diocesi di Kaduna, in Nigeria, rapito lo scorso 8 marzo, è stato trovato morto per i maltrattamenti subiti. ACS prega per la sua anima e chiede nuovamente alle autorità locali di contrastare con maggiore impegno l’intollerabile piaga dei sequestri.
https://www.gospanews.net/2020/02/18/olocausto-cristiano-tragedie-nomi-volti-tra-i-2-983-martiri-del-2019-morti-in-calo-stragi-in-aumento/