WUHAN-GATES – 52. SARS-2 DA LABORATORIO. La Commissione Europea Occulta la Verità sugli Esperimenti Finanziati in Cina
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Trovare le origini della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) e una condivisione completa e trasparente delle informazioni è fondamentale per trarre insegnamenti dalla pandemia. Sebbene la Commissione apprezzi la ricerca che contribuisce all’apprendimento globale sulle cause della pandemia di COVID-19, non è in grado di speculare sulle possibili implicazioni dei risultati della suddetta relazione».
Queste due frasi sono l’inizio e la fine della risposta che alcune settimane fa il Commissario Europeo alla Sanità ha dato all’unico membro dell’EuroParlamento che pare essersi interessato all’origine da laboratorio del virus della pandemia. Con protocollo E-000179/2022 in data 25 marzo la psicologa cipriota Stella Kyriakides ha mentito sapendo di mentire.
Il motivo è semplice e ben noto ai più attenti lettori delle inchieste del ciclo WuhanGates.
Nel reportage numero 9, infatti, evidenziammo che i primi pericolosissimi esperimenti condotti dal Wuhan Institute of Virology su un ceppo di virus SARS (2003) infettato con HIV per potenziarne la carica virale furono condotti grazie al progetto EPISARS della Commissione Europea del presidente Romano Prodi.
Com’è possibile che il direttivo dei tecnocrati di Bruxelles allora sapesse benissimo – avendoli finanziati – i rischi derivanti dalla creazione di virus ricombinanti con HIV, di cui il compianto virologo Luc Montagnier ha trovato tracce nel SARS-Cov-2, e oggi se ne lavi le mani come se fosse completamente ignorante in merito?
SARS-2 DA LABORATORIO – LIBRO WUHAN-GATES E 52 INCHIESTE IN VIDEO – Puntate 1 & 2
IL RAPPORTO SHOCK DELL’AGENZIA MILITARE DARPA
Il caso è approdato al Parlamento Europeo all’inizio dell’anno grazie ad una circostanziata interrogazione dell’eurodeputata francese Virginie Joron (Identità e Democrazia) che si però concentrata su alcuni momenti successivi dello sviluppo dei virus cosiddetti chimerici.
«L’11 gennaio 2021 è stato pubblicato un rapporto sull’origine del COVID-19 scritto dal maggiore Joseph Murphy per la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) degli Stati Uniti. L’ufficiale afferma che il COVID-19 proveniva da un progetto di ricerca (Project Defuse) sui pipistrelli in Cina e negli Stati Uniti, condotto dalla ONG Ecohealth Alliance e finanziato dal NIH/NIAID. La DARPA avrebbe ricevuto la proposta di Ecohealth Alliance nel 2018, ma si è rifiutata di fornire i 14 milioni di dollari richiesti, di cui circa 1 milione di dollari per il laboratorio di Wuhan, a causa di problemi di sicurezza. Un totale di 86 378,25 USD è stato preventivato per un test sull’impiego di aerosol immunostimolanti in una grotta di pipistrelli in Cina».
La parlamentare europea fa riferimento ad una ricerca bocciata dalla DARPA non solo per la scarsa sicurezza dei laboratori BSL-4 di Wuhan ma anche per la pericolosità dell’agente patogeno potenziato con Guadagno di Funzione per renderlo più virulento secondo finalità Dual Use “vaccino-bioarma”, come abbiamo riportato nella precedente inchiesta WuhanGates 46.
Virginie Joron ha così posto due perentorie domande alla Commissione Europea: «1 Intende la Commissione verificare la veridicità del rapporto di Murphy sul progetto di Ecohealth Alliance – che avrebbe creato e diffuso il COVID-19 in Cina – e, in collaborazione con il Centro di intelligence e situazione dell’UE (INTCEN), gli Stati membri e le autorità statunitensi, intende esaminare se il progetto è stato finanziato pubblicamente dagli Stati Uniti tramite il NIH/NIAID? 2 Se la relazione si rivela veritiera, quali mezzi legali, politici e commerciali potrebbe utilizzare per agire? Aprirà un’indagine per identificare chi dovrebbe essere ritenuto responsabile?».
La risposta della commissaria Kyriakides con delega alla Sanità è disarmante al punto da diventare sospetta.
«Nel maggio 2020, l’Assemblea mondiale della sanità nella risoluzione WHA73.1 ha chiesto al Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di continuare a lavorare a stretto contatto con l’Organizzazione mondiale per la salute animale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e con i paesi , nell’ambito dell’approccio One Health, per identificare la fonte zoonotica del virus e la via di introduzione nella popolazione umana, compreso il possibile ruolo di ospiti intermedi» si legge nel testo di replica all’interrogazione.
LA COMMISSIONE EUROPEA NON E’ IN GRADO DI SPECULARE…
«In linea con tale richiesta, il ‘WHO-convened a global study of origins of SARS-CoV-2: China Part, Joint WHO-China Study: 14 January-10 February 2021’, pubblicato il 30 marzo 2021 e aggiornato su 6 aprile 2021. Presenta i risultati e le raccomandazioni di questa prima fase. La relazione sottolinea la necessità di ulteriori studi in corso in questa fase».
«Successivamente, l’OMS ha istituito il Scientific Advisory Group for the Origins of Novel Pathogens, che sono esperti rinomati e sono competenti a fornire una valutazione indipendente di tutti i risultati scientifici e tecnici disponibili da studi globali sulle origini di SARS-CoV-2 e fornire consigli relativi alla prossima serie di studi sulle origini di SARS-CoV-2» spiega ancora il membro della Commissione Europea.
«Sebbene la Commissione apprezzi la ricerca che contribuisce all’apprendimento globale sulle cause della pandemia di COVID-19, non è in grado di speculare sulle possibili implicazioni dei risultati della suddetta relazione» conclude Kyriakides omettendo di dire che i primi esperimenti su virus SARS da laboratorio sono cominciati proprio grazie ai circa 2milioni di euro erogati dal progetto EPISARS al Wuhan Institute of Virology che operò sotto la supervisione del Centro Pasteur di Parigi.
GLI ESPERIMENTI UE IN CINA NELLE MANI DI OBAMA
Solo successivamente, con l’inizio dell’amministrazione Obama-Biden nel 2009, fu varato il progetto Predict sui Coronavirus finanziato dall’agenzia governativa americana USAID (sovente strumento finanziario della CIA nelle operazioni all’estero), dalla stessa EcoHealthAlliance di Peter Daszak, primo a negare l’origine artificiale del SARS-Cov-2 dalla rivista scientifica The Lancet, finanziata da Bill & Melinda Gates proprio come la EHA di Daszak negli esperimenti cinesi.
Proprio perché allora gli esperimenti pericolosi sui SARS da laboratorio diventarono un “affare tra Cina e USA” condotto però sotto la supervisione dell’OMS (il cui direttore Tedros Adhanom Gebreyesus è stato scelto da Gates e riconfermato nelle scorse settimane dall’assemblea per 5 anni), la Commissione Europea dovrebbe essere interessata a scoprire l’evoluzione delle ricerche da lei stessa finanziate.
Ma gli intrighi tra Bruxelles e pandemia sono talmente tanti e gravi da indurre la Commissione Europea a tenere ben nascosta la verità.
Basti ricordare che il 12 settembre 2019 nella capitale UE si tenne un summit sull’immunizzazione globale nel quale una gigantesca molecola di Coronavirus fu utilizzata come simbolo. Ad esso parteciparono anche le ONG fondate da Gates tra cui la Gavi Alliance che in precedenza aveva avuto come direttore Jens Stoltenberg, premiato a segretario NATO anche in virtù delle sponsorizzazioni della Norvegia (di cui fu primo ministro) alle Big Pharma dei vaccini antiCovid e alle corporations delle armi.
A quel summit era presente anche l’ong CEPI che guardacaso risulta essere sponsor insieme alla Bill & Melinda Gates Foundation di un misterioso esperimento, su coronavirus tenuti nascosti, condotto dal Pirbright Institute nel Regno Unito grazie anche al finanziamento dell’agenzia militare del Pentagono DARPA nello stesso 2018 in cui quest’ultima negò il finanziamento a Wuhan.
Ciò avvenne nell’anno in cui il presidente USA Donald Trump annunciò l’interruzione dei finanziamenti del piano Predict di Obama. Due anni prima la casa farmaceutica americana Moderna, ripetutamente finanziata dal Dipartimento della Difesa di Washington, aveva sviluppato un gene umano artificiale con 19 nucleotidi identici ad altrettanti del SARS-Cov-2.
Questa coincidenza risulta inspiegabile dal punto di vista delle mutazioni naturali ma è invece ben possibile per un virus creato in laboratorio. Ciò è stato sostenuto da un gruppo di ricercatori in cui spicca il nome dell’italiano Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che ha autorizzato i sieri genici sperimentali antiCovid di Moderna.
Il dottor Palù, in un’intervista al Corriere della Sera, si è guardato bene dal nominare la Big Pharma americana mentre ha fatto riferimenti al Wuhan Institute of Virology pur sapendo che aveva fornito solo un supporto scientifico (i plasmidi infettati con HIV) agli esperimenti condotti dal professor Ralph Baric nel laboratorio di Chapel Hill dell’University of North Carolina che, grazie al coordinamento di Anthony Fauci, direttore NIAID (Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive), ha condotto varie sperimentazioni proprio con Moderna.
Tutte queste informazioni, emerse dalle ricerche di Luc Montagnier, Pierre Bricage (bio-ingegnere ex consulente NATO), il medico David E. Martin e l’ex colonnello dell’Esercito USA Lawrence Sellin (già in forza al centro batteriologico militare di Fort Detrick), sono ampiamente documentate ma la responsabile della sanità della Commissione Europea fa finta di ignorarle e afferma pure di non aver competenze per speculare in merito.
SEGRETO MILITARE SUI VACCINI MA 10 DOSI PER OGNI EUROPEO
Nel frattempo la dottoressa Sandra Gallina, direttrice della Direzione Salute della Commissione Europea, non ha saputo o voluto rispondere alle domande del senatore umbro Francesco Zaffini sul motivo dell’acquisto di 4,2 miliardi di dosi di vaccini Covid, circa 10 per ogni europeo.
Nel frattempo l’European Medicines Agency ha opposto il “segreto militare” alle richieste di trasparenza sui dati di farmacoviviglanza delle aziende farmaceutiche.
Un gruppo di avvocati italiani, per conto di due associazioni di promozione sociale Idu (istanza diritti umani, di Novara) e Dus (Diritti umani e salute, di Roma ha presentato una querela alla Procura di Roma contro l’AIFA, proprio per la mancata pubblicazione di questi documenti.
Secondo una determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco, la commercializzazione dei vaccini anti Covid sarebbe infatti vincolata all’ottenimento dei report da parte dell’AIFA. Quest’ultima ha però dirottato gli avvocati verso l’EMA che ha dato una risposta decisamente strana: “I report sono coperti dal segreto militare”.
Può darsi che nei report emerga la presenza del famoso ossido di grafene nei vaccini di cui proprio la Commissione Europea ha finanziato una ricerca nell’applicazione contro SARS-Cov-2?
Un simile atteggiamento di prudenza sarebbe giustificabile se fosse comprovata l’efficacia e sicurezza dei sieri genici sperimentali, invece sospettati da 14 ricerche di causare epatiti autoimmuni, e se il numero della segnalazioni per reazioni avverse con esito fatale non continuasse a crescere soprattutto tra i più giovani.
In caso contrario questi occultamenti appaiono soltanto funzionali ad una sperimentazione di massa con conseguenti omicidi di stato come denunciato da alcuni magistrati tedeschi.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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