PROCLAMATE BEATE 10 SUORE MARTIRI DEL COMUNISMO. S’incolpa l’Armata Rossa, non l’Ateismo Marxista Massonico

PROCLAMATE BEATE 10 SUORE MARTIRI DEL COMUNISMO. S’incolpa l’Armata Rossa, non l’Ateismo Marxista Massonico

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di Carlo Domenico Cristofori

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«Cari fratelli e sorelle, ieri in Polonia sono state beatificate suor Pasqualina Jahn e 9 consorelle martiri della Congregazione delle suore di Santa Elisabetta, uccise alla fine della Seconda Guerra Mondiale in un contesto ostile alla fede cristiana. Queste dieci religiose, pur consapevoli del pericolo che correvano, rimasero accanto agli anziani e ai malati che stavano accudendo. Il Loro esempio di fedeltà a Cristo aiuti tutti noi, specialmente i Cristiani perseguitati in diverse parti del mondo, a testimoniare il Vangelo con coraggio. Un applauso alle nuove beate».

Con queste parole Papa Francesco I durante l’Angelus di domenica 12 giugno, in occasione della solenne festività della Santissima Trinità, ha annunciato l’avvenuta beatificazione delle suore uccise dall’ateismo comunista di radici massoniche basato sulla dottrina di Karl Marx secondo il quale “la religione è l’oppio dei popoli” (Religion ist das Opium des Volkes).

Un momento della funzione di beatificazione delle suore polacche a Wroclaw

“In cambio della loro fedeltà e perseveranza fino all’effusione del sangue – spiega –, Dio ha donato loro una corona di gloria, per la quale anche noi, oggi, ci rallegriamo e facciamo festa. Le loro anime, infatti, sono nelle mani di Dio” ha detto il cardinale Marcello Semeraro,  durante la Messa di Beatificazione tenutasi sabato 11 giugno a Wroclaw.

Ma quasitutti i giornali laici o cristiani in Italia, tra cui Vatican News, hanno puntato il dito contro l’Armata Rossa e non contro il Comunismo ateo marxista, verso ispiratore di questi diabolici crimini di massa. Così facendo hanno posto l’attenzione sul crimine di guerra anziché sul massacro per motivi religiosi legittimato dal presidente del Consiglio dei Ministri dell’URSS Iosif Stalin..

I CRIMINI DEL COMUNISMO DI ORIGINE MASSONICA

Purtroppo, a differenza di quanto avviene per i crimini nazisti, anche nell’Unione Europea il Comunismo continua ad essere “legittimato” come movimento politico nonostante sia stato l’ispiratore di identici e ancor più sanguinari regimi totalitari.

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Va infatti ricordato che tale termine nacque con la Comune di Parigi dopo le stragi di cattolici compiute nella Vandea e in altre parti dalla Francia dalla Rivoluzione Francese pianificata dalla Massoneria.

La stessa organizzazione segreta di confratelli ateisti o deisti (perciò credenti in un Dio Naturale ma non Rivelato come quello dei teisti cristiani) che incaricò e pagò Marx per scrivere il Capitale.

La Comune di Parigi è la forma di organizzazione autogestionaria, di stampo socialista libertario, che assunse la città di Parigi dal 18 marzo al 28 maggio 1871. A tale esempio di brevissima dittatura si ispirò Lenin, principale leader della Rivoluzione Bolscevica in Russia durante la quali furono assassinati i componenti della Famiglia Romanov di fede cristiana ortodossa.

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Lo zar Nicola II, sua moglie Aleksandra e i loro cinque figli Ol’ga, Tat’jana, Marija, Anastasija e Aleksej Romanov sono santi per la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia e per la Chiesa ortodossa russa (che li ha anche riconosciuti “portatori di passione”). La famiglia fu giustiziata il 17 luglio 1918 a Ekaterinburg dai bolscevichi.

La famiglia fu canonizzata nel 1981 come nuovo martire dalla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. Furono canonizzati insieme alla servitù che fu uccisa insieme a loro: il medico di corte Evgenij Botkin, il garzone Aleksej Trupp, il cuoco Ivan Charitonov, la domestica della zarina Anna Demidova, due servi uccisi nel settembre 1918, la dama di compagnia Anastasija Hendrikova e l’insegnante privata Catherine Adolphovna Schneider. Tutti furono canonizzati come vittime dell’oppressione dall’Unione Sovietica.

IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DELLE SUORE POLACCHE

Il 19 giugno 2021, il Santo Padre Francesco aveva ricevuto in Udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice aveva autorizzato la medesima Congregazione a promulgare il Decreto riguardante il martirio delle Serve di Dio Paschalina Jahn (al secolo: Maria Maddalena) e 9 Compagne, Religiose professe della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta; uccise, in odio alla Fede, in Polonia, nel 1945.

Le suore polacche martiri

Ecco i loro nomi:

99201Paschalina (Maria Maddalena) Jahn
99202Maria Edelburgis (Julianna) Kubitzki
99203Maria Rosaria (Elfrida) Schilling
99204Maria Adela (Clara) Schramm
99205Maria Sabina (Anna Hedwig) Thienel
99206Maria Sapientia (Lucia Emmanuela) Heymann
99207Maria Adelheidis (Hedwig Agnes) Töpfer
99208Maria Melusja (Martha) Rybka
99209Maria Felicitas (Anna) Ellmerer
99210Maria Acutina (Helena) Goldberg

Si tratta del martirio di dieci Religiose professe della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta, avvenuto in Polonia nel 1945 durante l’invasione dell’Armata Rossa.

Le Serve di Dio vennero uccise in luoghi diversi tra febbraio e maggio 1945, al termine della Seconda Guerra Mondiale, durante l’invasione da parte dell’Armata Rossa dei territori polacchi. Le religiose, originarie della Slesia, erano dedite alla cura delle persone bisognose, soprattutto malati e anziani.
È accertato il martirio materiale per tutte le Serve di Dio.

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La loro uccisione si inserisce nel dramma vissuto dalle popolazioni nei territori compresi tra i fiumi Oder e Nysa, che con l’invasione dell’Armata Rossa subirono violenze di ogni genere. In quel contesto, l’accanimento dei militari verso le suore manifestava il loro odio verso la fede e nei confronti di appartenenti alla Chiesa cattolica.

Alcune religiose al momento del martirio erano giovani, altre più anziane, alcune subirono violenza, altre furono minacciate, altre ancora vennero uccise nel tentativo di difendere le consorelle.

I soldati sovietici erano indottrinati con la cultura marxista, l’atteggiamento ostile verso la fede si manifestava anche con gesti di profanazione. Lo stupro divenne un’arma di umiliazione, ma particolarmente feroci furono le violenze rivolte verso chi indossava l’abito religioso.

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Come abbiamo già visto nell’inchiesta sui femmicidi commessi dai partigiani comunisti in Italia, avvenuti in tempo di pace dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la Liberazione dal regime Nazi-Fascista, e soprattutto nei martiri di don Luigi Lenzini e del giovane seminarista don Rolando Rivi, anche loro beatificati dalla Chiesa Cattolica

Tutte le Serve di Dio erano a conoscenza delle violenze compiute dai soldati ed erano consapevoli del pericolo che correvano. Decisero ugualmente di rimanere accanto alle persone che stavano accudendo, anziani e malati impossibilitati a fuggire.

Tutte le Serve di Dio hanno goduto, sin da subito, della fama di martirio e le loro tombe sono ancora oggi meta di pellegrinaggi.

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Carlo Domenico Cristofori

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