UN PARLAMENTO DI “KAMIKAZE NATO” CONTRO L’ITALIA. (Quasi) Tutti con Draghi su Armi all’Ucraina e Sfida Suicida sul Gas alla Russia

UN PARLAMENTO DI “KAMIKAZE NATO” CONTRO L’ITALIA. (Quasi) Tutti con Draghi su Armi all’Ucraina e Sfida Suicida sul Gas alla Russia

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Con 20mila euro al mese si campa discretamente. E si può anche accettare di sacrificare l’onore della difesa della patria sull’ara pagana del Nuovo Ordine Mondiale che in campo bellico è rappresentata dalla NATO e in questo periodo storico si esprime attraverso la guerra in Ucraina.

CENSURA AI MEDIA RUSSI COME AI NO VAX SUI VACCINI. Dittatura UE-NWO & Armi al Regime filo-Nazista

Abbiamo già evidenziato come la propaganda sui vaccini antiCovid sia stata imposta, con tanto di inoculazioni obbligatorie per poter mantenere il diritto a lavorare in palese violazione al sacrosanto articolo 1 della Costituzione, dal premier Mario Draghi che di professione ha fatto il vice presidente della Goldman Sachs, uno dei più generosi investitori sulla Big Pharma Pfizer che produce i nuovi sieri genici sperimentali, pericolosi e a volte letali.

PFIZER: AFFARI CON GOLDMAN SACHS, INTRIGHI CON GLI EX MANAGER DRAGHI & MONTI. In CdA Big Pharma pure ex vicepresidente della Banca

Adesso il mandarino del Quirinale, servo dell’ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale Sergio Mattarella, sfodera la retorica delle questioni umanitarie per cercare di spiegare agli ormai pochi italiani che leggono i media di mainstream perché si troveranno vittime sacrificali di un’inflazione vorace e, probabilmente, di un inverno con razionamenti tremendi sul gas, ovvero sul riscaldamento domestico e aziendale, e sulla benzina.

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Draghi se ne frega!

Esattamente come quando salì al Quirinale per ricevere il mandato di Presidente del Consiglio dei Ministri viaggiando in auto senza mascherina mentre milioni di italiani, vecchi e bambini, erano costretti a portarla anche per andare da soli alla toilette.

Fatta questa breve premessa riassumiamo i fatti sulla mossa suicida del parlamento che pur di perdurare nel mungere le tasche degli italiani è disposto a vederli tutti ridotti alla fame.

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Nel frattempo l’ambasciatore italiano in Russia Giorgio Starace è stato convocato dal ministero degli Esteri russo. Lo ha riferito Ria Novosti. L’ambasciatore è arrivato al ministero accompagnato dai membri della missione diplomatica. Silenzio totale del governo e dei media di mainstream sul colloquio! L’ultimo comunicato dell’Ambasciata d’Italia a Mosca risale al 17 giugno.

Dopo il Senato la Camera approva con 410 voti a favore la risoluzione Draghi sull’Ucraina

All’indomani della scissione di Luigi Di Maio dal M5S e dopo avere incassato ieri il via libera del Senato, Mario Draghi ottiene il voto favorevole anche dai deputati sulla risoluzione di maggioranza sugli aiuti all’Ucraina che lo impegnerà al Consiglio europeo di domani e dopodomani a Bruxelles.

Il documento passa con 410 voti favorevoli, 29 contrari e 34 astenuti. D’accordo tutte le anime della maggioranza, compreso quel Movimento 5 stelle ridotto ai minimi termini dalla scissione guidata da Di Maio e non accontentato sullo stop all’invio delle armi in Ucraina. Tra i contrari Sinistra Italiana, i Verdi, membri del gruppo Misto e gli ex grillini di “Alternativa C’è”. Dall’opposizione di Fratelli d’Italia, invece, è arrivata l’astensione.

Erano stati 219 sì e 20 no al Senato. Nel voto sulla risoluzione ad astenersi sono stati i senatori di Fratelli d’Italia, insieme a – come emerge dai tabulati – Carlo Doria (Lega) e Giulia Lupo (M5s). Quindi un parlamentare della Lega e un Cinque Stelle si sono astenuti insieme a 20 senatori di FdI (sono 21 i senatori di Giorgia Meloni). Tra i 20 contrari invece 13 di Cal e 7 del gruppo Misto.

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L’aula della Camera ha anche approvato con 47 voti a favore 22 contrari e 388 astensioni la risoluzione presentata  da Fdi sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in vista della riunione del Consiglio europeo,  risoluzione sulla quale il governo si era rimesso all’aula.

Mario Draghi, nella sua replica, ringrazia  il Parlamento, con qualche distinguo ma in maniera unitaria “per il sostegno fondamentale” rispetto a delle decisioni “molto difficili” e incassa  l’appoggio dell’Italia alla resistenza ucraina contro l’invasione russa, compreso l’invio di armi e l’applicazione delle sanzioni.

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“L’unità è fondamentale”, dice, “in questi momenti, quando il Paese è sia pure indirettamente coinvolto in una guerra, le decisioni che si devono prendere sono molto complesse anche a livello personale, sono decisioni profonde, che hanno risvolti anche morali profondi e complicati. Per cui avere il vostro sostegno nel prendere queste decisioni è fondamentale per me”.

A cominciare dalle sanzioni inflitte a Mosca ma che hanno delle ricadute pesanti anche sui cittadini italiani e dall’invio delle armi a Kiev, tema su cui si è consumato lo strappo all’interno del Movimento Cinque Stelle.

fonte Rai News

Sì, l’Europa è davvero avviata al suicidio

Tanto tuonò che piovve: dopo tre mesi di discussione sull’embargo energetico, l’embargo è arrivato, purtroppo nella direzione opposta. Gazprom ha ridotto del 60% i flussi del gasdotto Nord Stream 1 le forniture verso la Germania e del 50% verso l’Italia. Chi dubitasse dell’accuratezza della definizione di “suicida” fatta da Putin nei confronti della politica energetica dell’UE, rifletta sul modo in cui i governi stanno reagendo al taglio delle forniture.

La Germania e l’Italia importano rispettivamente 42,6 e 29,2 milioni di metri cubi di gas russo all’anno. La linea comune di Berlino e Roma (decisa a Bruxelles?) è che i tagli non minacciano la sicurezza energetica, perché attualmente l’offerta è superiore alla domanda; tuttavia, il calo delle forniture impedisce di riempire le riserve, mettendo a repentaglio i consumi nel prossimo inverno.

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Secondo Wood Mackenzie, citato da Bloomberg la settimana scorsa, se i flussi di Nord Stream 1 cessassero del tutto, l’UE rischierebbe di trovarsi senza riserve nel mezzo dell’inverno, nel periodo di picco della domanda.

C’era da aspettarsi che Mosca avrebbe usato l’arma del gas. Nonostante la retorica, le nazioni dell’UE sono cobelligeranti contro la Russia, dacché forniscono armi al governo ucraino. Mario Draghi l’ha ammesso quando, nella conferenza stampa al termine della visita a Kiev assieme a Macron e Scholz (vedi sotto), ha dichiarato: “Siamo qui per aiutare l’Ucraina nella guerra”.

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Quindi gli europei, sopraffatti dalla rappresaglia, farebbero bene a negoziare una tregua ed essere pronti a cancellare sanzioni per impedire danni maggiori alle famiglie e all’economia. Invece, Roma e Berlino mostrano una ferrea determinazione a praticare l’economia di guerra: razionamento dell’energia alle imprese e “gelare per la libertà” nelle case.

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Secondo un documento di cinque pagine del ministero dell’Economia tedesco pubblicato da DPA, Berlino pianifica le seguenti mosse: 1. Un credito di 15 miliardi di euro da parte del Kreditanstalt für Wideraufbau (KfW), una banca pubblica, al Trading Hub Europe per acquistare gas agli attuali altissimi prezzi di mercato, destinato a riempire le riserve.

Ammesso che si trovi abbastanza gas sul mercato, questo denaro garantirà lauti profitti agli hedge funds, i veri autori dei rincari, grazie alle scommesse sul mercato dei futures che creano una scarsità artificiale; 2. Compensi per le imprese che tagliano la produzione per risparmiare gas; 3. Riattivazione di tutte le centrali a carbone. Improvvisamente, quella che sembrava essere una questione di vita o di morte, cioè “salvare il pianeta”, ora cede il passo all’impellente desiderio di immolarsi per Kiev.

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In Italia, il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, sta preparando misure simili: 1. Tagli alle imprese, inizialmente su base volontaria, “su invito” della Snam; 2. Pieno sfruttamento delle sei centrali a carbone esistenti; 3. Riduzione di 1-2 gradi per il riscaldamento nelle case e negli uffici pubblici, con regole per le fasce orarie in cui accenderlo; 4. Riduzione dell’illuminazione pubblica. Non si esclude di far ricorso a misure simili a quelle adottate dopo la crisi petrolifera del 1973 (domeniche a piedi, ecc.).

Alta inflazione, scarsità energetica, perdite di produzione, sofferenze sociali; l’UE si infligge i danni che voleva infliggere alla Russia con le sanzioni. È ora di liberarsi di queste élite fallite!

fonte Maurizio Blondet


Ecco il testo della risoluzione

Il Senato/La Camera, premesso che:
il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 ha in agenda i seguenti temi: il sostegno all’Ucraina dopo la guerra di aggressione russa; l’Europa allargata: i Balcani Occidentali e la richiesta di adesione di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia; la situazione dell’economia europea e la Conferenza sul Futuro dell’Europa;

considerato che:
a) il Consiglio europeo tornerà ad affrontare gli sviluppi della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina e le sue conseguenze per riaffermare il sostegno dell’UE al popolo ucraino, a partire dal raggiungimento del cessate il fuoco; impegno che il Governo italiano persegue in maniera unitaria nei Vertici dell’UE e della NATO, con i seguiti delle recenti visite a Washington e a Kiev del Presidente del Consiglio dei Ministri e il lavoro della diplomazia italiana e dei Ministri competenti;
b) i Capi di Stato e di Governo terranno una discussione strategica sulle relazioni dell’Unione europea con i suoi partner vicini, trattando il tema dell’ “Europa allargata”; in linea con la Dichiarazione di Versailles del 10 marzo 2022 e a seguito dei pareri della Commissione europea, il Consiglio europeo avrà in agenda la richiesta di adesione all’UE da parte di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia e un dibattito sulle relazioni con i Paesi dei Balcani Occidentali e sulla loro prospettiva di ingresso nell’Unione europea;

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c) il Consiglio europeo affronterà i temi della congiuntura economica con l’approvazione delle Raccomandazioni specifiche per Paese, la conclusione del Semestre europeo, nel quadro della proroga della clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità e Crescita per il 2023 e delle decisioni della Banca Centrale Europea sulla politica monetaria;
d) la Commissione europea ha indicato il 1 giugno 2022 che la Croazia soddisfa tutte le condizioni per adottare l’euro, proponendo al Consiglio UE una decisione di adesione all’Unione Economica e Monetaria;
e) il Consiglio europeo adotterà conclusioni sui seguiti della Conferenza sul Futuro dell’Europa che si è chiusa con la solenne cerimonia del 9 maggio 2022 a Strasburgo e con una Relazione finale di 49 proposte;

 

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impegna il Governo a:
1) esigere, insieme ai partner europei, dalle Autorità russe l’immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, aumentando in parallelo gli sforzi diplomatici intesi a trovare una soluzione pacifica basata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dei principi del diritto internazionale;

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2) come testimoniato dal recente viaggio a Kiev dei Presidenti Draghi, Macron e Scholz, rafforzare il ruolo dell’Europa nel quadro multilaterale, proseguendo l’impegno a porsi come attore-chiave per una mediazione tra le Parti, in sinergia con altri Paesi già attivi su questo fronte e attraverso ogni azione diplomatica internazionale e bilaterale utile al raggiungimento di un cessate il fuoco e alla conclusione positiva di un percorso negoziale;

3) garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite – che sancisce il diritto all’autodifesa individuale e collettiva – confermando il ruolo dell’Italia nel quadro dell’azione multilaterale, a partire dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica, finalizzata al raggiungimento del primario obiettivo del cessate il fuoco e della pace;

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4) a continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022, il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari;
5) definire ogni soluzione necessaria a livello bilaterale e multilaterale, a partire dall’ONU, dall’UE e dal G7, per assicurare la sicurezza alimentare a livello globale, attraverso corridoi sicuri e lo sminamento dei porti;

6) supportare le domande di adesione all’UE di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia, in un quadro di rispetto dei criteri di Copenaghen, e accelerare il percorso di adesione all’UE dei Paesi dei Balcani Occidentali;7) nel contesto delle analisi sul semestre europeo, sostenere una revisione puntuale della governance economica che modifichi radicalmente il Patto di Stabilità e Crescita al fine di favorire gli investimenti e la coesione sociale;

8) adoperarsi per la definizione di strumenti fiscali comuni europei per compensare gli squilibri per gli Stati dovuti alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia e rafforzare politiche a favore di famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti del conflitto; rendere esecutivi i progetti che sostanzino l’“autonomia strategica europea” per ridurre le dipendenze dell’UE in settori cruciali;

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9) finalizzare le iniziative di RePowerEU che realizzino la diversificazione delle fonti energetiche in Europa e contrastino l’incremento dei prezzi dell’energia; a tale scopo, è prioritario l’utilizzo per tutti i Paesi membri dei fondi ancora disponibili nel Dispositivo di Ripresa e Resilienza, l’aumento significativo degli investimenti sulle rinnovabili, la tutela della coesione sociale nella transizione eco-sostenibile e le riforme del mercato energetico europeo, a partire dall’introduzione di un tetto ai prezzi del gas e dal disaccoppiamento del prezzo dell’energia tra rinnovabili e fonti fossili tradizionali;

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10) dare seguito al dibattito sulle proposte adottate dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa, con l’obiettivo di rafforzare l’azione dell’Unione europea, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, utilizzando tutte le potenzialità degli attuali Trattati, ivi inclusa la possibilità di avviare una procedura di revisione ordinaria, anche attraverso la convocazione di una Convenzione cui partecipino i rappresentanti dei Parlamenti nazionali (articolo 48 del Trattato sull’Unione europea).

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Redazione Gospa News

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