WUHAN-GATES – 54. SARS-2 BIOARMA: Per il Capo Covid della rivista The Lancet è Virus Artificiale. Accusa gli USA ma non lo “sponsor” Gates
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
La notizia circola da vari giorni sui maggiori siti di contro-informazione internazionale come quelli americani di geopolitica ed intelligence Veterans Today e The IntelDrop fondato da Gordon Duff, ex ufficiale CIA e consulente internazionale di intelligence, con cui collaboro nello staff TID e ho la rubrica Fabio’s World nella cover VT.
Anche il presidente della Commissione Covid-19 della famosa rivista scientifica The Lancet, l’americano Jeffrey Sachs, ha rotto gli indugi ed ha affermato che il SARS-Cov-2 è stato creato in un laboratorio biologico americano come sostenuto da Gospa News fin dal 4 febbraio 2020, ovvero un mese prima della dichiarazione OMS dell’inizio della pandemia da Covid-19, e come dimostrato con ogni dettagliata interconnessione nel libro WuhanGates, sintesi dei primi 27 reportages dell’omonimo ciclo giunto ora a 53 inchieste, e nei recenti video ancor più riassuntivi.
Jeffrey D. Sachs è un professore di economia di fama mondiale, autore di bestseller, educatore innovativo e leader globale nello sviluppo sostenibile. Il professor Sachs è Direttore del Center for Sustainable Development presso la Columbia University ed è professore universitario, il grado accademico più alto della Columbia. Sachs è stato Direttore dell’Earth Institute dal 2002 al 2016
Pubblichiamo soltanto ora la notizia perché il sempre attento blog di Sabino Paciolla l’ha riportata anche in Italia inducendoci a diffonderla per non apparire disattenti sul principale tema di investigazione del nostro giornale online.
IL COMPLOTTO DI THE LANCET CONTRO LA TESI DEL SARS-2 ARTIFICIALE
Perché però non l’abbiamo pubblicata prima? Per disgusto!
Perché questa verità ormai conclamata è stata espressa con timidezza in mezzo alla cloaca di menzogne di stato che da due anni appaiono sui media di mainstream pagati da Bill Gates.
«La condivisione rapida, aperta e trasparente dei dati su questo focolaio è ora minacciata da voci e disinformazione sulle sue origini. Siamo uniti per condannare fermamente le teorie del complotto che suggeriscono che COVID-19 non ha un’origine naturale» scrissero allora 27 autorevoli ricercatori corrispondenti di The Lancet.
Invece, come riferito il primo ottobre 2021 dal British Medical Journal, si limitò ad avviare un’inchiesta interna sui conflitti d’interessi dello stesso Daszak che la cavò dichiarando di non aver mai preso soldi dalla Cina. Ma il nostro giornale aveva svelato il ruolo poco chiaro di Daszak negli intrighi tra SARS-Cov-2 e vaccini più di un anno prima: ovvero l’8 aprile 2020 nell’inchiesta WuhanGates n. 1.
E’ pertanto sconcertante che il presidente della Commissione Covid-19 di una delle riviste scientifiche più importanti del mondo si sia accorto del problema dei conflitti d’interessi 18 mesi dopo Gospa News!!!
Ora che fa il dottor Sachs? Lancia il sasso contro la piccionaia per far strepitare qualche corvo in cerca di mezze verità ma di fatto diffonde altre bugie.
Quegli esperimenti sono stati condotti con l’aiuto dell’agenzia governativa Americana USAID e i contributi del progetto PREDICT dell’amministrazione Obama-Biden anche dal Wuhan Institute of Virology grazie anche ai finanziamenti della EcoHealthAlliance di Peter Daszak che ricevette soldi pubblici dall’Istituto Nazionale di Allergia e Malattie Infettive (NIAID) diretto da Fauci e soldi privati dalla Bill & Melinda Gates Foundation sponsor della rivista The Lancet.
Pertanto accusare soltanto ora un generico laboratorio biologico americano senza menzionare cinesi appare un astuto depistaggio simile a quello tentato dal virologo italiano Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
Il depistaggio è aggravato da un’altra circostanza: il dottor Sachs è uno dei più importanti docenti della Columbia University che fu uno dei global partner del progetto Predict di Obama, come abbiamo evidenziato in varie inchieste WuhanGates e nel dettaglio nell’ultima n. 53.
Perché mese verità, zone d’ombra e depistaggi? Cui prodest? Lo vediamo subito…
GLI EDITORI DI THE LANCET LEADER NELLA RICERCA
La rivista The Lancet è stata fondata nel 1823 da Thomas Wakley, un chirurgo inglese che le ha dato il nome dello strumento chirurgico chiamato lancet (bisturi).[3] I membri della famiglia Wakley mantennero la direzione del giornale fino al 1908. Nel 1921, The Lancet fu acquisita da Hodder & Stoughton. Elsevier ha acquisito The Lancet da Hodder & Stoughton nel 1991. Elsevier
«Per 140 anni, Elsevier ha avuto una tradizione orgogliosa di servire la comunità di ricerca del Regno Unito. Crescendo dalle nostre radici nell’editoria, con titoli come The Lancet e Cell nel nostro portafoglio di oltre 2.600 riviste, Elsevier offre conoscenze e analisi preziose che aiutano i nostri partner di ricerca e salute a fare scoperte e guidare il progresso della società” si leghe sul sito ufficiale della società editrice.
Elsevier gestisce cinque sedi in tutto il Regno Unito e impiega oltre 1.500 persone. Facciamo parte di RELX, una società FTSE 20 con sede a Londra.
«La base di ricerca del Regno Unito è indiscutibilmente leader mondiale. Il Regno Unito è ben al di sopra del suo peso, rappresentando il 2,5% dei finanziamenti mondiali per la ricerca e lo sviluppo e il 4% dei ricercatori mondiali, ma oltre il 6% degli articoli di ricerca mondiali e quasi il 14% degli articoli più citati. In termini di risultati della ricerca, il Regno Unito è al terzo posto per quota di articoli a livello globale, dietro a Stati Uniti e Cina, ma primo in termini di qualità tra i paesi di confronto» aggiunge Elsevier.
IL GOVERNO BRITANNICO E LA RICERCA SEGRETA SUI VIRUS FINZANZIATA DA PENTAGONO E GATES
RELX concentra una quantità significativa di investimenti in ricerca e sviluppo sullo sviluppo di contenuti e tecnologia e sull’applicazione della scienza dei dati e dell’intelligenza artificiale. Il Regno Unito è un centro strategicamente importante per lo sviluppo dei nostri prodotti digitali.
L’hub globale di tecnologia avanzata di Elsevier si trova a Londra, consentendoci di accedere al vasto e crescente talento tecnologico del Regno Unito. Facilita inoltre le nostre collaborazioni con i principali dipartimenti di matematica e informatica delle università britanniche.
«Nell’ultimo decennio, abbiamo collaborato con il Department for Business, Energy & Industrial Strategy (BEIS) per fornire dati e analisi che presentano una visione obiettiva delle prestazioni del Regno Unito a livello globale, con rapporti nel 2011, 2014 e 2017. BEIS ora utilizza i nostri dati per produrre ulteriori rapporti, incluso il Confronto internazionale della base di ricerca del Regno Unito, 2019. Nel 2021 abbiamo pubblicato il rapporto “Una valutazione basata sulle prestazioni della base di ricerca gallese”, che esamina la ricerca prodotta da università gallesi, partenariati e altre istituzioni tra il 2010 e il 2018» si legge nel sito ufficiale dell’Editore di The Lancet.
Se da una parte Pirbright certifica di “non prendere contributi dal Ministero della Difesa” UK dall’altra fu invece supportato in questa iniziativa da un’organizzazione ancora più potente: Us Defense Advanced Research Projects Agency, ovvero l’agenzia governativa americana del Pentagono che si occupa di esperimenti in ambito militare per la lapalissiana finalità “dual use” vaccino o arma batteriologica degli stessi.
Perché l’agenzia del Pentagono dovette fare ricorso ad un centro di ricerca inglese quando può contare su 28 biolaboratori negli Usa come evidenziato da una nostra inchiesta sul BWC 2015? Quando pubblicammo per la prima volta questa inchiesta non ci era chiaro. Poi lo è diventato…
Le ricerche si spostarono nel Regno Unito forse perché nel frattempo Donald Trump era diventato presidente degli Stati Uniti d’America e aveva annunciato l’intenzione di voler porre fine ai finanziamenti per la ricerca biologica in campo internazionale? Come effettivamente poi fece nell’autunno 2019 tagliando i fondi alla EcoHealthAlliance (EHA).
Poiché da due anni tutti i governi e le intelligence del mondo mentono sapendo di mentire sull’origine da laboratorio del SARS-Cov-2, come sostenuto da un microbiologo ex ufficiale dei servizi segreti militari israeliani, è legittimo sospettare che il gene artificiale di Moderna, sviluppato con l’aiuto del Wuhan Institute of Virology grazie all’EHA di Peter Daszak, referente della commissione scientifica di The Lancet sul Covid-19, e grazie a un precedente finanziamento della Commissione Europea presieduta dall’italiano Romano Prodi, sia stato poi rifinito proprio nel Regno Unito.
Ciò sarebbe potuto accadere dopo un passaggio in Canada dove è morto misteriosamente all’inizio della pandemia il direttore del Canada’s National Microbiology Laboratory (NML) di Winnipeg, Manitoba, che stava lavorando su virus chimici ricombinanti SARS e HIV.
Ma non è nemmeno da escludere l’ipotesi che una parte del lavoro “da orologiai svizzeri” come disse Montagnier denunciando “un affare tra Cina e USA” sia transitato anche in Georgia o nei molteplici laboratori aperti dal Pentagono in Ucraina…
Pertanto è ormai certo che il virus del Covid-19 sia stato fabbricato in laboratorio, ma permangono ancora alcuni dubbi su quale…
O a dire tutta la verità, nient’altro che la verità, sull’intrigo britannico tra The Lancet, Daszak e Gates. Dopo questa inchiesta/premessa potete anche leggere le banalità che ha dichiarato…
Nell’introdurre questa “affermazione provocatoria”, Sachs ha suggerito di essere al corrente, in quanto presiede la commissione Covid-19 della prestigiosa rivista medica The Lancet.
“Quindi, a mio avviso, si tratta di un errore delle biotecnologie, non di un incidente di percorso naturale”, ha ribadito
TRADUZIONE DEL TWEET: “Ho presieduto per due anni la commissione del Lancet sul Covid. Sono abbastanza convinto che sia uscito da un laboratorio statunitense di biotecnologia […] Non lo sappiamo con certezza, ma ci sono abbastanza prove. [Tuttavia, non viene indagato, né negli Stati Uniti né da nessuna parte”.
L’accademico ha osservato che, anche se “non sappiamo con certezza” se questo sia il caso, ci sono “abbastanza prove” che lo indicano e che “dovrebbero essere esaminate”. Sachs si è lamentato del fatto che questa versione “non viene indagata, né negli Stati Uniti, né da nessuna parte”.
A maggio Sachs, insieme al professore di farmacologia molecolare e terapeutica Neil Harrison della Columbia University, aveva scritto un articolo nei Proceedings of the National Academy of Sciences, suggerendo che il Covid-19 fosse nato in laboratorio. Nel documento, i due accademici hanno chiesto una maggiore trasparenza da parte delle agenzie federali e delle università statunitensi, sostenendo che molte prove pertinenti non sono state divulgate.
Secondo Sachs e Harrison, i database dei virus, i campioni biologici, le sequenze virali, le comunicazioni e-mail e i quaderni di laboratorio potrebbero contribuire a far luce sull’origine della pandemia. Tuttavia, nessuno di questi materiali è stato sottoposto a un “esame indipendente, trasparente e scientifico”.
Come indicatore del fatto che il Covid 19 provenisse da un laboratorio, gli autori hanno citato il fatto che una sequenza di otto aminoacidi su una parte critica della proteina spike del virus è simile a una sequenza di aminoacidi trovata nelle cellule che rivestono le vie respiratorie umane.
Sebbene non esistano prove conclusive che consentano di risalire all’origine del Covid-19 al di là di ogni ragionevole dubbio, nel febbraio 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha concluso che molto probabilmente il virus è stato trasmesso da un animale, probabilmente un pipistrello, all’uomo.
Il virus altamente contagioso è stato identificato per la prima volta a Wuhan, in Cina, alla fine del 2019. Si è poi rapidamente diffuso a livello globale, con diverse ondate che hanno causato milioni di vittime entro il maggio 2022, secondo l’OMS.