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“MIA FIGLIA COSTRETTA AD ABORTIRE E SEGREGATA DAGLI PSICHIATRI”. Ragazza isolata dai Sanitari che Ignorano pure il Giudice

Yaska Ghods dietro la porta blindata della psichiatria e sua madre Jeanette Fraga che dal 2016 lotta per liberarla

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di Carlo Domenico Cristofori

«Da dicembre 2021 a giugno 2022 a Yaska è stato impedito di vedere ogni membro della sua famiglia (cessati gli incontri mensili), vietato anche un saluto durante la consegna agli operatori delle cose da lei richieste senza un specifico decreto dal Giudice Tutelare in merito, il quale in data 21.06.2022 (doc. 13a, 13b), in una ordinanza dichiara di aver fatto richiesta ai curanti di Yaska sulle modalità d’incontri con la famiglia sei mesi prima, senza ancora aver ricevuto alcuna risposta al riguardo».

Il caso della 30enne Yaska Ghods, detenuta in una Casa Famiglia di Firenze per pazienti psichiatrici dopo varie persecuzioni culminate con la vaccinazione antiCovid coattiva e in precedenza un aborto giudiziario, continua fa far gridare allo scandalo la madre Jeanette Fraga che punta il dito contro la sanità toscana che ha chiesto ed ottenuto l’interdizione per la giovane.

Contro tale provvedimento è in atto una richiesta di revoca intentata dai legali della famiglia davanti al Tribunale ma nel frattempo gli atti di limitazione della libertà della ragazza e di palesi violazioni dei suoi diritti sembrano essere aumentati proprio dopo l’inizio di questo contenzioso legale.

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Del caso si era occupata anche la trasmissione Le Iene di Italia 1 ma nulla pare essere cambiato nella gestione ordinaria della vita della ragazza.

Anzi i sanitari fiorentini che ne hanno la responsabilità non hanno nemmeno risposto al giudice tutelare che ha chiesto delucidazioni sul motivo di isolamento della giovane, privata persino della possibilità di incontrare i genitori e i fratelli.

Lo ha ammesso lo stesso giudice in una risposta scritta inviata al legale della famiglia che riportiamo qui sotto.

Ma a distanza di un mese la famiglia non ha ancora ricevuto idonee delucidazioni scritte né dal tutore né dai sanitari. Nel frattempo, però, come denunciato dalla madre al Garante Nazionale per i Diritti delle Persone Private della Libertà, la situazione terapeutica di Yaska pare essere peggiorata.

La risposta del giudice sul caso di Yaska Ghods

«Con la presente Le sollecito nuovamente di far fare a Yaska delle analisi specifiche (si veda email scorsa) in maniera che non si  prosegua con   questo comportamento discriminatorio, nonché pregiudizievole nei suoi confronti. Attualmente Yaska ha i seguenti sintomi: viso pallido (anemia), assenza di ciclo mestruale, formicolio negli arti (carenze nutrizionali, eccesso farmacologico), stanchezza eccessiva, incontinenza (farmaci) , febbriciattole (agranulocitosi da clozapina e/o altro). Sia l’agranulocitosi come i livelli alti di omocisteina nel sangue mettono a rischio la sua vita» scrive Jeanette Fraga.

«Da sottolineare che ‘La Clozapina le è stata aumentata in un 30% pochi giorni dopo che la sorella Neghisa aveva chiesto la sua revoca di interdizione, cioè, nello stesso mese di giugno 2020, attualmente c’è un mistero sulla reale somministrazione di questo farmaco (il CTU Sartoris ha scritto 500 mg nella perizia, mentre il responsabile ha detto altro. fatto sta che avanzano 50 mg). Con la stagione calda questi sintomi e conseguenze aumentano. Si ricordi che la Clozapina è un farmaco al quale Yaska ha intolleranza, un farmaco scientificamente inappropriato per gli esseri umani di origini asiatiche come lo è Yaska per via di suo padre Ci sono, inoltre, diverse pubblicazioni scientifiche che ritengono l’omocisteina alta come causa di psicosi» aggiunge la madre ormai divenuta una grande esperta delle gravi problematiche causate dagli psicofarmaci, già segnalate dagli avvocati in molteplici diffide ignorate dai sanitari.

“MIA FIGLIA DEVASTATA DAGLI PSICOFARMACI, SEGREGATA E COSTRETTA AD ABORTIRE DALLO STATO”

Ma l’allarme della famiglia non si limita alle condizioni farmacologiche ma anche a quelle della libertà personale.

«Da dicembre 2021 a marzo 2022, Yaska ha un totale di undici ore di uscita nell’intero trimestre; Da marzo 2022 a giugno 2022, ha un totale di 32 uscite sempre con lo sta (13 volte con l’educatore, il quale l’accompagnerà a tre lezioni di violino sospeso da novembre), i 60 giorni restanti di questo trimestre, Yaska rimane dentro la struttura; Da tre anni circa continuano le telefonate con le seguenti modalità: una al giorno dal telefono fisso – e vigilate – di 15-20 minuti, molto probabilmente registrate» spiega Jeanette.

«L’utilizzo del suo tablet è anche vigilato e molto scarso, dovrebbe andare solo su YouTube ed evitare di comunicare con WhatsApp: “Mi dicono di non comunicare con la mamma”, “Se sto più di mezz’ora sul tablet mi dicono che non posso stare in comunità e che devo andare in ospedale” (audio disponibili), da sottolineare che con i messaggi whatsapp Yaska racconta cose scomode (doc. 14a); Durante quest’ultimo semestre non ha avuto alcuna visita dal suo medico di base (in sette anni – circa – l’ha potuto vedere quattro volte)» evidenzia la madre.

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«Non ha avuto nessuna visita psichiatrica da parte del responsabile psichiatrico nell’ultimo semestre, il quale l’ha intravista per circa due volte e ha ha rivolto tre-quattro frasi a Yaska, tra queste una falsa (le dice che doveva arrivare la sua famiglia in comunità e Yaska s’illude invano come racconterà alla famiglia durante la telefonata serale, audio disponibile), quando lascia l’incarico – il 16.06.2022 – non la avverte di questo fatto e meno ancora si recherà a salutarla».

Carlo Domenico Cristofori
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GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

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