CRISI DI GOVERNO PERFETTA PER DRAGHI SEGRETARIO NATO. Piano Mattarella per l’Italia in mano all’UE
Nell’immagine di copertina un recente incontro del premier Mario Draghi on il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Nell’era politica dell’imperante Teatrocrazia (ovvero il governo delle rappresentazioni drammaturgiche già menzionato da Platone) il primo dovere di un giornalista geopolitico è quello di ignorare completamente i proclami che giungono dai burattini del Nuovo Ordine Mondiale e cercare invece di leggere i fatti nella loro intrinseca portata e nelle loro potenziali conseguenze.
Cominciamo dal più lapalissiano. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei ministri, Prof Mario Draghi, il quale dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. È quanto scritto nel comunicato letto dal Segretario generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha comunicato di aver firmato il decreto di scioglimento delle Camere per andare a elezioni. L’esecutivo ora rimarrà in carico per il disbrigo degli affari correnti, mentre la data delle elezioni è stata fissata al 25 settembre. Si voterà solo quel giorno.
Ma attribuire alla frattura interna al Movimento 5 Stelle la caduta del Governo del Partito Unico del Covid, ovvero l’esecutivo del premier Draghi sostenuto dalla larghissima ed anomalissima maggioranza Partito Democratico, Italia Viva, M5S, Forza Italia, Lega e schieramenti minori, è quanto di più ingenuo si possa fare in un’analisi politica seria.
LA CRISI DI GOVERNO PERFETTA
Intravedere nello scontro tra l’ex bibitaro del San Paolo di Napoli, Luigi Di Maio, e l’ex giurista divenuto maggiordomo del Quirinale nell’imminenza della pandemia, Giuseppe Conte, la miccia dell’implosione del governo Draghi significa essere abbastanza stupidi da guardare il dito più che la luna, concentrarsi sul Casus Belli anziché sui motivi di un conflitto istituzionale, soltanto apparente.
Gli interessi in gioco sull’Italia sono enormi e ormai da anni hanno un unico regista: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che al momento della sua riconferma applaudita anche dai banchi dell’opposizione di Fratelli d’Italia si è calato nel ruolo metaforico e pragmatico di ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale.
Proprio ieri abbiamo pubblicato l’interessante riflessione economica di un giornalista americano che ha ribadito come attraverso il Council for Inclusive Capitalism i poteri finanziari mondiali del Great Reset abbiano fatto un passo in avanti per azzerare l’influenza della politica e indirizzare l’Occidente con il suo profumo di democrazie incompiute verso il predominio NWO.
Pertanto non bisogna lasciarsi distrarre dalle sceneggiate melodrammatiche del parlamento, culminate ieri, mercoledì 20 luglio, nel presidente del Consiglio Draghi che abbandona l’aula del Senato mentre il senatore leghista Candiani annuncia che il suo partito non voterà la fiducia mandando l’Italia ad elezioni anticipate.
Bisogna vedere cosa c’è oltre la siepe.
Dalle pagine di Gospa News avevamo previsto e indovinato la nomina di Draghi a premier dopo la caduta del Governo Conte Bis (PD – M5S).
INCIUCIO MONDIALISTA DI MATTARELLA, PD, RENZI & BERLUSCONI PER DRAGHI. Come previsto da Gospa News
Da qui azzardiamo la previsione che tutta questa manfrina politica sulla pelle degli italiani che boccheggiano per caldo, siccità, dosi di vaccini antiCovid inefficaci quando non letali, ma soprattutto per le manovre economiche fallimentari compiute dai governi a trazione Partito Democratico dal 2012 in poi.
La mancata fiducia a Draghi, sostenuto solo da 95 senatori, è l’abile mossa del Quirinale per proiettarlo in un ruolo ancor più importante e strategico a livello mondiale: quello di prossimo segretario della NATO.
Mentre lo scrivo spero vivamente di sbagliarmi.
Perché se così fosse l’Italia si ritroverebbe ancor più esposta al rischio di rappresaglie da parte della Russia in risposta alle sanzioni dell’Unione Europea e degli USA innescate dall’operazione militare in Ucraina avviata il 24 febbraio 2022 per porre fine al conflitto nel Donbass, iniziato invece nel 2014, e al genocidio dei filo-russi da parte dei neo-nazisti del Battaglione Azov, più che mai liberi di compiere crimini di guerra sotto l’egida del presidente Volodymyr Zelensky al servizio degli interessi di militarizzazione dell’Europa dell’Est dell’Alleanza Atlantica e di business della Lobby delle Armi.
Prima di scoprire come è perché il premier dimissionario italiano potrebbe essere funzionale alle strategie NATO soprattutto nel perdurante e lungo scontro militare tra Russia e Ucraina, vediamo la genesi di questa crisi di governo.
LA FARSA DELLO SCONTRO TRA SERVI DEL QUIRINALE
I protagonisti della frattura nella maggioranza politica non sono due uomini e nemmeno due caporali ma due quaquaraquà assurti alla nobile servitù del Quirinale.
Sia Giuseppe Conte che Luigi Di Maio sono stati infatti voluti nei loro rispettivi ruoli di Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri dal presidente Mattarella che è stato l’artefice della maggioranza delle larghe intese di Draghi al servizio delle Big Pharma dei vaccini antiCovid con la complicità del Ministro della Giustizia Marta Cartabia, già giudice della Corte Costituzionale accanto allo stesso Mattarella, nell’imposizione dei sieri genici obbligatori a molteplici categorie professionali e poi anche agli over 50.
Tu quoque. Brute, filii mi?
Avete sentito la narcotica quanto callida voce del Presidente della Repubblica pronunciare qualcosa di simile contro i due “ribelli” che scontrandosi hanno minato la stabilità della maggioranza proprio sul tema più caro a Draghi? Ovvero le armi al filo-nazista e reclutatore di tagliagole ISIS Zelensky?
No. Per il semplice fatto che Di Maio è ormai calato nel ruolo di sempiterno ministro ligio al Quirinale, qualunque percentuale possa prendere alle prossime elezioni anticipate il suo nuovo partito Insieme per il Futuro, mentre Conte, calcando ancora più la mano in campagna elettorale contro le politiche suicide di NATO e UE in Ucraina, illuderà i covidioti vaccinati fans del Movimento 5 Stelle sulla possibile rinascita di questo schieramento colmando la delusione assaporata negli ultimi due anni di governo.
Conte rappresenta dunque la minestra riscaldata della politica utile a sfamare i poveri dementi che ancora credono che l’Italia sia una democrazia fondata sul lavoro e non un’oligarchia governata dalla massoneria e dalla successiva più esclusiva élite del Nuovo Ordine Mondiale.
DRAGHI ALLA NATO NEL NOME DI GATES
Draghi invece rappresenta la risposta più concreta all’orgoglio italiano che sarà capace di far felice anche Giorgia Meloni portandola a fare campagna elettorale atlantista e russofoba in un Bel Paese che è invece ormai insofferente allo stradominio della NATO e di Bill Gates.
Come evidenziato in una precedente inchiesta, l’attuale segretario dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, è un pupazzo di Gates almeno quanto il riconfermato direttore dell’OMS, Tedros Adhanom Gebreyesus.
Nel mese di settembre 2023 scadrà il mandato di Stoltenberg alla NATO (prorogato di recente) e andrà a godersi i dividendi dei crimini di guerra legittimati nel Donbass ricco di gas in qualità di presidente della Norge Bank, tra i principali azionisti delle Big Pharma dei sieri genici antiCovid e delle corporations delle armi.
Tra queste ultime c’è anche l’industria italiana Leonardo che sta facendo grandissimi salti di qualità negli affari bellici internazionali dopo l’inizio della presidenza di Luciano Carta, ex direttore dei servizi segreti italiani all’estero (AISE) e ritenuto uomo di fiducia dello stesso Mattarella.
I principali affari di Leonardo si stanno orientando verso nuove tecnologie militari come l’uso dell’Intelligenza Artificiale in una sinergia con Microsoft di Gates che vedrà Torino diventare città delle armi al servizio della NATO, dei guru del Nuovo Ordine Mondiale e di un’alleanza politica bipartisan che va dal centrosinistra PD fino alla destra dei Fratelli d’Italia di Meloni.
Ecco dunque per l’Italia uno scenario di militarizzazione inquietante, proprio per la guerra in Ucraina che il presidente russo Vladimir Putin non può perdere in quanto, come da lui stesso ammesso, è in gioco “la sopravvivenza della Russia” alle minacce nucleari dei paesi dell’Alleanza Atlantica.
Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale di cui Torino sarà la capitale italiana s’innesta con l’utilizzo dei Green Pass che portano poi fino al cosiddetto “Marchio della Bestia” ovvero i microchip sottopelle già sperimentati da Microsoft con brevetto 060606 per gestire le transazioni economiche dei pagamenti digitali.
Non va dimenticato che la pianificazione dell’utilizzo dei fondi Next Generation EU è stata affidata dal ministro dell’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale Vittorio Colao, già partner del progetto di immunizzazione globale dell’Ong Gavi Alliance di Gates, alla multinazionale McKinsey di cui fu manager e che è stata finanziata dal tycoon di Microsoft per il ricambio dei funzionari dell’OMS come della CIA.
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«In questo contesto si inserisce Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo strumento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU, per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa» spiega il sito governativo dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.
Per rendere l’Italia un paese più inclusivo, come il nuovo Capitalismo del NWO che sostiene il Great Reset, centinaia di milioni di euro sono stati destinati al progetto DIANA della NATO sulle nuove tecnologie militari che saranno sviluppate a Torino tra Leonardo, Microsoft e altri partner del Distretto Aerospaziole Piemontese, con l’ovvio consenso del Presidente dell’AIAD, la Confindustria delle Armi, Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia e probabile uomo di spicco della Meloni nella prossima campagna elettorale.
Ecco perché Draghi segretario della NATO rappresenta la risposta ideale per garantire a Zelensky l’appoggio di un astuto diplomatico, figlio del mondo finanziario Goldman Sachs di cui fu vicepresidente, capace di pronunciare parole di terrore bellico con aplomb britannico, un vanto e una garanzia per Mattarella da ostentare agli Italiani e agli alleati UE e USA, e il giusto premio per la sua fedeltà a Bill Gates e Klaus Schwab del World Economic Forum, nonché al loro amministratore delegato pro tempore nel NWO Joseph Biden, ogni tanto anche presidente americano quando c’è da combattere per l’aborto.
In tale contesto geopolitico ed economico sarà del tutto irrilevante il nuovo premier italiano. Se fossi George Soros punterei sull’affidabile amico Paolo Gentiloni, reso più autorevole dal suo ruolo di Commissario Europeo all’Economia.
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Se fossi la BCE punterei su un’immediata missione della Troika, il comitato costituito da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale.
Affinché lo spolpamento del patrimonio italiano avvenga senza tante polemiche politiche, come accaduto anni fa in Grecia, e perché il Piano Kalergi giù in atto con la crisi dei salari e l’immigrazione scriteriata possa proseguire senza più resistenze sociali da parte dei nostalgici dei diritti umani…
A chi imputare le colpe di questa deriva politica?
Certamente all’incapacità dei movimenti NO Cavia, No Vax, No Armi all’Ucraina di creare un’alternativa coalizzata, oggi rappresentata solo dal movimento sociale non politico Coordinamento 15 Ottobre, per rispondere con fermezza e fortezza alle emergenze del paese. A causare tale frammentazione è stato il peggiore dei difetti italiani: il narcisismo individualista.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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da considerare anche lo sfaldamento del centro destra che arriverà alle elezioni parcellizzato. Secondo me questo sarà lo strascico più importante della giornata di ieri
In realtà il Centrodestra ieri si è mostrato compatto nel mandare a casa Draghi