di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
A oltre due anni di distanza dello scoppio della pandemia da SARS-Cov-2 creato in laboratorio (chi non ci crede ancora nega evidenze scientifiche monumentali) finalmente l’attenzione degli scienziati si concentra sui coaguli di sangue, alla base delle gravissime trombosi sovente fatali causate dal Covid-19.
Purtroppo la comunità scientifica internazionale è talmente orientata a concentrarsi sul virus, costruito come un’arma batteriologica di alta, media o bassa letalità, da ignorare a priori che questi blocchi ematici possano essere stati determinati dai vaccini antiCovid, in quanto, come ben spiegato dall’esperto militare americano Lawrence Sellin, per anni ricercatore del United States Army Medical Research Institute of Infectious Diseases (Usamriid) di Fort Detrick, il più importante laboratorio biologico dell’esercito americano, la proteina tossica Spike potenziata di carica virale in esperimenti Dual-Use (vaccino-bioarma) può trasferire la sua tossicità anche nei sieri genici a RNA o DNA messaggero che l’hanno artificialmente replicata.
Ecco perché la nuova scoperta fatta in Giappone va letta in un doppio senso dopo l’allarme sui coaguli di sangue lanciato da una ricerca pubblicata su Nature in relazione ai danni da Long Covid che però non tiene in minima considerazione uno studio italiano che mette in correlazione tale problematica con i vaccini.
«Un gruppo di ricercatori giapponesi ha individuato una proteina in grado di predire la gravità dei singoli casi di Covid-19. Lo riferisce la stampa giapponese, che riporta l’annuncio di scienziati della Chiba University.
La proteina in questione, denominata Catena leggera della miosina 9 (Myl9), è presente nelle piastrine sanguigne, ed esibisce secondo gli scienziati un aumento del volume nei vasi sanguigni dei pazienti affetti da forme più gravi del Covid-19» scrive Agenzia Nova News, sponsorizzata da Leonardo, l’industria bellica nazionale partecipata dagli stessi fondi d’investimento che speculano sulle Big Pharma dei vaccini.
“Se potessimo sviluppare un semplice kit per misurare la concentrazione di Myl9, potremmo predire la gravità delle condizioni dei pazienti”, ha spiegato Kiyoshi Hirahara, professore di immunologia presso l’università. La scoperta potrebbe rivelarsi utile nella determinazione dei pazienti da ricoverare, riducendo l’onere che grava sui sistemi ospedalieri.
“Creare un agente terapeutico contenente un anticorpo contro la Myl9 potrebbe aiutare i medici a prevenire un peggioramento dei sintomi”, ha aggiunto l’immunologo. Per giungere alla scoperta, Hirara e i suoi collaboratori sono partiti dall’analisi dei vasi sanguigni polmonari di soggetti deceduti a causa del Covid-19. Gli scienziati hanno così verificato che il Covid-19 danneggia i vasi sanguigni, portando le proteine Myl9 ad aggregarsi attorno ai coaguli di sangue.
Analizzando campioni sanguigni di 123 pazienti affetti da Covid-19 presso 11 centri medici, gli scienziati della Chiba University hanno scoperto che i livelli di Myl9 sono da tre a cinque volte più elevati nei soggetti in condizioni moderate, rispetto ai casi lievi della malattia. Nei soggetti deceduti a causa del Covid-19, il livello della proteina era superiore sino a 10 volte.
Manca però un’informazione fondamentale nella ricerca. Di quei 123 pazienti affetti da Covid-19 quanti erano stati vaccinati coi sieri genici? E’ lecito supporre che lo fossero tutti visto che il Giappone è una delle nazioni che si è messa in luce a livello mondiale per un’altissima percentuale della popolazione a cui è stato somministrato il vaccino antiCovid.
Non solo. E’ anche la nazione dove l’OMS diretta da Tedros Adhanom Ghebreyesus, burattino di Bill Gates nell’agenzia sanitaria ONU, lancerà un progetto di dittatura sanitaria globale a Hiroshima.
LEGGI IL LIBRO WUHANGATES SUL SARS-COV-2 DA LABORATORIO
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
https://www.gospanews.net/2022/08/12/wuhan-gates-55-sars-del-2003-e-del-2019-bioarmi-esperti-russi-di-genomica-e-biologia-accusano-gli-usa/