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VACCINI OBBLIGATORI & CORTE COSTITUZIONALE: “IN GIOCO LA LIBERTA’ DI CURA“. Blitz di Mattarella: nuovo Giudice il Consulente di Draghi

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di Carlo Domenico Cristofori

«Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con decreto in data odierna, ha nominato Giudice della Corte Costituzionale, ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, il Professor Marco D’Alberti, in sostituzione del Professor Giuliano Amato, il quale cessa dalle sue funzioni di Giudice e di Presidente della Corte Costituzionale il prossimo 18 settembre».

Si legge in una nota pubblicata sul sito ufficiale del Quirinale.

«Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Professor Mario Draghi. Della nomina del nuovo Giudice Costituzionale il Capo dello Stato ha dato comunicazione al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e al Presidente della Corte Costituzionale. Il Professor Marco D’Alberti presterà il giuramento dinanzi al Presidente della Repubblica martedì 20 settembre al Palazzo del Quirinale».

Il professor Marco D’Alberti

Senza tanto rumore il presidente Mattarella ha scelto un altro uomo del sistema nella Consulta che il prossimo 29 novembre si troverà la patata bollente sull’obbligo di vaccinazione antiCovid per le categorie professionali imposto dal Governo di Mario Draghi con voto plebiscitario dei partiti di maggioranza in parlamento (PD, M5S, Lega, FI, Italia Viva ecc).

Alla Corte spetterà il compito di vagliare le eccezioni di costituzionalità sollevate da vari organi giudiziari amministrativi.

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La nomina del nuovo presidente ha già sollevato un vespaio in ambito politico perché ritenuto troppo invischiato con il Governo Draghi e pertanto vocato ad un pregiudizio favorevole alle imposizioni varate durante l’emergenza Covid-19. 

«Quando vi raccontano che Ungheria o Polonia non sono democrazie perché non hanno una magistratura indipendente dalla politica, ricordatevi di questo» ha stigmatizzato Francesca Donato, la deputata europea che uscì dalla Lega proprio in relazione ai provvedimenti restrittivi sul Green Pass obbligatorio per lavorare.

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D’Alberti, classe 1948, è professore emerito di Diritto amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Ma è anche consigliere superiore della Banca d’Italia nominato dall’Assemblea dei partecipanti presso la Sede di Roma dell’8 giugno 2017 e rinnovato nella carica da quella del 10 giugno 2022.

I suoi ultimi incarichi lo presentano come un uomo ben radicato nei Palazzi dei Bottoni.

Il sito Il Paragone.it gestito dal leader di Italexit, il senatore Gianluigi Paragone che ha intensificato le sue battaglie contro le vaccinazioni obbligatorie con sieri genici sperimentali e pericolosi e sulle cure domiciliari ignorate, rammenta che D’Alberti è «consigliere giuridico del premier».

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In pratica si sta riproponendo il caso di Marta Cartabia, nota per essere il giudice costituzionale che firmò la sentenza a favore del Decreto Lorenzin per i 10 vaccini obbligatori in età scolare con lautissimi guadagni della casa farmaceutica londinese GSK promossa dall’ex premier e segretario PD Matteo Renzi, voluta da Mattarella quale Ministro della Giustizia e poi “consulente” dello stesso Draghi nel Decreto Legge 44/2021 che impose i vaccini agli operatori sanitari.

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Il professor D’Alberti si va così ad aggiungere agli altri membri della Corte Costituzionali che, come evidenziato nel precedente articolo, sono stati nominati dai partiti favorevoli all’obbligo vaccinale o dal Presidente della Repubblica che ne ha sempre sostenuto la necessità.

IL PARERE DEL GIURISTA: “IN GIOCO LA LIBERTA’ DI CURA”

«La posta in gioco è altissima. Riguarda la libertà di cura, che è messa in pericolo, come spiegherò, da una singolare motivazione di una delle ordinanze di rinvio alla Consulta, la prima in ordine temporale, ed anche autorevole, data la sua provenienza. Alla Consulta, infatti, sono giunte molte ordinanze che contestano la legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale per il Sars-Cov-2 imposto ai sanitari. Ad oggi ne conto dieci. Da ultimo, abbiamo un’ordinanza del Tribunale di Padova del 14 luglio e una del Tribunale di Brescia del 22 agosto».

Ha spiegato Carlo Iannello, professore di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’Università della Campania Luigi Vanvitell, in un’intervista rilasciata a Andrea Caldart e pubblicata su Quotidiano.Web.

Carlo Iannello, professore di Istituzioni di Diritto pubblico presso lUniversita della Campania Luigi Vanvitelli

«Ogni ordinanza è una questione a sé stante perché diversi sono i casi concreti che sono sottoposti all’attenzione del giudice. Il giudice si deve attenere alle specificità del caso sottoposto al suo esame per porre una questione alla Consulta» aggiunge l’esperto giurista.

«Vi sono altre questioni che hanno contestato, invece, proprio la legittimità dell’obbligo per contrasto diretto rispetto all’art. 32 Cost. Queste ordinanze sono, ovviamente, le più importanti perché pongono dubbi sullo stesso impianto della normativa in tema di obbligo vaccinale. Tali questioni sono state sollevate da due giudici: a marzo dal CGARS (il massimo organo della giustizia amministrativa della regione siciliana: i suoi giudici sono consiglieri di Stato) e, ad aprile, dal Tribunale di Padova» spiega il professor Iannello che è anche Carlo Iannello, autore del libro: L’“Interpretatio abrogans” dell’art. 32 della Costituzione..

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«Ma, benché mirino allo stesso obiettivo (dichiarazione dell’incostituzionalità della legge), hanno motivazioni talmente diverse che l’accoglimento dell’una o dell’altra potrebbe avere effetti pratici radicalmente differenti. A seconda che la Corte Costituzionale sposi il ragionamento del giudice siciliano o di quello padovano si avranno effetti addirittura opposti, anzi, incompatibili».

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I MOTIVI CONTRAPPOSTI DI LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE

Il giurista entra poi nel merito del dettato dell’Art. 32 della Costituzione: «Tradizionalmente, il beneficio per la collettività è sempre stato ancorato all’impedimento della trasmissione dell’infezione, che riesce a determinare il blocco della sua circolazione attraverso la cosiddetta immunità di gregge. Solo così si garantisce che il trattamento sanitario obbligatorio realizzi un obiettivo di tutela della salute pubblica. Nelle ordinanze di rimessione alla Corte, entrambi i giudici prendono atto che il vaccino non blocca la trasmissione del virus, però prendono strade opposte».

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Esse potrebbero produrre due effettivi contrapposti secondo il professor Iannello

«Il CGARS ritiene, infatti, che nonostante il vaccino non blocchi la trasmissione del virus, il beneficio per la collettività sia integrato lo stesso. Afferma cioè che la vaccinazione obbligatoria per il Sars-Cov-2 ha rappresentato, comunque sia, una politica costituzionalmente legittima, perché la vaccinazione per il Sars-Cov-2, anche se non incide sul contagio, riduce la pressione sugli ospedali».

«Se si consolidasse la tesi, per ora isolata, del CGARS, per cui la diminuzione delle ospedalizzazioni può essere un obiettivo in grado di giustificare un obbligo sanitario, la libertà di cura sarebbe finita. Ogni farmaco potrebbe essere imposto come obbligatorio. Se questa tesi avesse l’avallo della Consulta, il risultato sarebbe quello di cancellare in via interpretativa l’articolo 32 Cost, che è un articolo che pone la libertà di cura tra i diritti “fondamentali”».

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«Il giudice padovano, invece, ha seguito la strada opposta, attenendosi scrupolosamente all’impostazione tradizionale: ha ritenuto, cioè, che la vaccinazione obbligatoria non abbia raggiunto l’obiettivo che si era proposto (formalizzato nelle stesse leggi impositive dell’obbligo, che discorrono di “prevenzione dell’infezione”), cioè la “prevenzione dal contagio”, per cui esse non hanno realizzato un obiettivo di tutela della salute pubblica. Se invece passasse, come auspicabile, la tesi del Tribunale di Padova, invece, non cambierebbe nulla rispetto al passato. Le politiche di vaccinazione obbligatoria saranno sempre possibili e compatibili con la Costituzione a condizione che si rispetti la razionalità, democratica e costituzionale, della vaccinazione obbligatoria: cioè che il vaccino, in quanto capace di fermare la trasmissione del virus, determini il raggiungimento di un obiettivo di salute pubblica: l’immunità di gregge».

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La conclusione dell’esperto di diritto è lapidaria.

«Dovremmo prendere atto che le posizioni radicali fino ad oggi sostenute sono state mosse da pregiudizi, umanamente comprensibili perché fondati sulla paura, ma oramai, sulla base dell’esperienza quotidiana che ognuno di noi ha dell’efficacia di questi vaccini, della giurisprudenza pregressa della Consulta, dell’art. 32 della Costituzione, si dovrebbe affermare l’incostituzionalità della disciplina in tema di obbligo vaccinale per il Sars-Cov-2 in conformità con il diritto consolidato in materia, riassunto efficacemente nell’ordinanza di Padova».

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«Viceversa, accogliere la singolare motivazione del CGARS significherebbe modificare radicalmente il tema della libertà di cura e aprire un varco verso l’ignoto di cui è impossibile prevedere le conseguenze. E chi vorrebbe assumersi, nella situazione drammatica in cui ci troviamo, la responsabilità di condurci in una situazione dagli effetti imprevedibili?» chiosa il professor Iannello.

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Ma sarebbe soltanto il terzo passo di un progetto-pilota di dittatura sanitaria avviato con il piano di immunizzazione voluto da Bill Gates in accordo con Barack Obama, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e persino con Vittorio Colao, cominciato col Decreto Lorenzin, proseguito con il DL 44/2021 e destinato a radicarsi sempre più grazie alla nuova organizzazione di rafforzamento dei sistemi di salute pubblica che sarà presentata dal Giappone e dall’OMS a Hiroshima durante il prossimo G7 in programma nel maggio 2023.

Carlo Domenico Cristofori
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

https://www.gospanews.net/2021/02/18/complotto-nwo-contro-litalia-2-colao-ministro-it-tra-bilderberg-gates-cia-dal-patto-vaccini-allintelligenza-artificiale/

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