di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
La crisi energetica, economica e sociale non è più un problema. In fondo non lo è mai stato per il premier sfiduciato dell’Italia Mario Draghi che dovrebbe occuparsi dell’ordinaria amministrazione e non fare sceneggiate funzionali al Nuovo Ordine Mondiale davanti a quell’inutile ente chiamato Organizzazione delle Nazioni Unite.
Invece va a gettare benzina sul fuoco proprio nel momento in cui la Russia annuncia una mobilitazione militare interna a causa del fatto che il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, leader di un regime apertamente filo-nazista creato dalla dittatura della NATO con il sanguinario Golpe a Kiev del 2014, utilizza le armi ricevute dall’Occidente, dall’Unione Europea e dall’Italia non solo per difendere i propri territori ma persino per aggredire quelli della Russia.
Che Zelensky sia un burattino della NATO, come il segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stolteberg lo è di Bill Gates e dei fautori del progetto Great Reset che sta mettendo in ginocchio la zona Euro, è ormai una certezza.
E’ purtroppo aggravata dalla collaborazione del dittatore ucraino con molteplici organizzazioni terroristiche che non si limitano al Battaglione Azov, in gran parte distrutto dall’Esercito Russo a Mariupol ed erede dei nazisti ucraini che con le SS di Adolph Hitler fecero strage di ebrei russi, ma arrivano fino ai jihadisti delll’ISIS e del Battaglione Sheick Mansour.
Come possa un governante occidentale legittimare l’utilizzo di terroristi islamici in un guerra è un mistero che conosce solo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tacito sostenitore dell’impiego di tagliagole dello Stato Islamico e di criminali ricercati di Al Qaeda nella guerra civile in Libia.
Ecco perchè la realtà non è affatto quella che il trombato Draghi ha raccontato all’Assemblea delle Nazioni Unite con un discorso che appare più da futuro segretario della NATO, un’organizzazione militare finanziata dalla Lobby delle Armi che cercano una guerra in ogni stagione, che da rappresentante di un paese come l’Italia che dovrebbe reggersi su una sovrana Repubblica Democratica.
«Aiutare l’Ucraina a proteggersi non è stata soltanto la scelta corretta da compiere: è stata l’unica scelta coerente con gli ideali di giustizia e fratellanza che sono alla base della carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni che questa assemblea ha adottato dall’inizio del conflitto». Queste le parole presidente del consiglio Mario Draghi nel suo intervento all’Assemblea Generale Onu, secondo il resoconto di RAI News.
«Eravamo convinti di non dover più assistere a guerre di aggressione in Europa. Sogni imperiali, il militarismo, le violazioni sistematiche dei diritti civili e umani ci sembravano relegati al secolo scorso. Da febbraio abbiamo invece assistito a bombardamenti di teatri, scuole, ospedali; a violenze e soprusi nei confronti di civili, di bambini; al tentativo di soggiogare una democrazia libera e sovrana, che ha reagito con orgoglio e coraggio per difendere la propria indipendenza, la propria dignità» ha detto ancora Draghi, rivendicando come l’Italia abbia «agito senza indugi, insieme agli altri paesi dell’Unione Europea, agli alleati della Nato e del G7, a tutti i partner che come noi credono in un sistema internazionale basato sulle regole e sul multilateralismo».
Ovviamente il premier uscente, che per rispetto al suo mandato politico fallito non avrebbe dovuto parlare all’ONU a pochi giorni dalle elezioni politiche in Italia del 25 settembre, non rammenta i 100 morti della strage di piazza EuroMadian causati da cecchini mercenari stranieri in odore della CIA, il controspionaggio americano, che ha gestito l’addestramento delle formazioni paramilitari naziste dell’Ucraina aiutandole a compiere il massacro della guerra civile del Donbass.
Ciò è avvenuto in precedenza dell’operazione militare della Russia: 14mila morti, tra cui almeno 5mila civili (500 bambini) e 4 mila militari delle Repubbliche filtrasse di Donetsk e Lugansk, dal 2014 al 2022, ben prima dell’invasione decisa da Putin per proteggere i territori sottoposti ad un genocidio etnico.
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, invece, ha già richiamato i riservisti e preparato un’allerta militare pronta alla Terza Guerra Mondiale soprattutto perché l’esercito di Kiev ha attaccato zone di confine russe come Belgorod, e si prepara a difendere con ogni mezzo bellico le aree del Donbass controllate da Mosca in vista del loro imminente referendum per l’annessione alla Russia.
«I referendum er l’indipendenza del Donbass sono un’ulteriore biolazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza» ha dichiarato il premier italiano in carica ancora per le poche settimane necessarie alla nascita del nuovo governo dopo le elezioni.
Ma si scordadei crimini di guerra che sono stati legittimati dalla NATO non solo in Ucraina ma anche, molti anni fa, nei Balcani, per l’azione di un generale bosniaco poi reclutato nel contingente dell’Alleanza Atlantica nell’operazione Althea Eufor in Bosnia Herzegovina.
«Insieme, abbiamo risposto alle richieste del presidente Zelensky – ha precisato ancora Draghi – perché un’invasione militare pianificata per mesi e su più fronti non si ferma soltanto con le parole. Abbiamo imposto sanzioni senza precedenti alla Russia, per indebolirne l’apparato militare e convincere il presidente Putin a sedersi al tavolo dei negoziati».
Peccato che ciò corrisponda a una colossale menzogna perché i Servizi Segreti dell’Ucraina (SBU) hanno ammazzato, impunemente per strada con un colpo di pistola alla nuca, l’unico mediatore di pace che poteva essere credibile tanto per Kiev quanto per il Cremlino.
Non solo. In ripetute occasioni il governo ucraino ha negato ogni dialogo con il Cremlino fino all’assurda pretesa della completa liberazione della Crimea, la cui popolazione ha votato l’annessione con la Russia con un plebiscito, e quella del Donbass.
In ultimo sono state usate solo parole di guerra.
GIALLO A KIEV. Negoziatore di Pace con la Russia Ucciso dai Servizi di Sicurezza Ucraini SBU
«Il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, ha chiesto ai Paesi occidentali di concedere quanto prima nuove forniture militari al suo Paese. In una intervista concessa ieri a “Bloomberg” da New York, dove si trova in occasione dell’annuale riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Kuleba ha affermato che Kiev è decisa ad ampliare le conquiste territoriali frutto della controffensiva intrapresa questo mese contro le forze russe, e negare così al presidente russo Vladimir Putin qualsiasi successo strategico. La controffensiva intrapresa dalle forze armate ucraine rappresenta secondo il ministro “un chiaro messaggio a chiunque che aiutare l’Ucraina con le armi ha senso e funziona, perché possiamo sconfiggere il presidente Putin e il suo esercito nel nostro territorio”, ha dichiarato Kuleba» secondo quanto riportato dall’agenzia Nova News, sponsorizzata dall’industria bellica italiana Leonardo.
Se l’Occidente vuole davvero la Terza Guerra Mondiale in Europa, come già preannunciato dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito del Regno Unito, questa è la strada giusta per ottenerla.
E gli Italiani potranno ringraziare il “trombato” Draghi per aver inasprito le tensioni davanti all’ONU.
Perciò l’Italia, a causa dei molteplici missili nucleari USA che ha nelle basi NATO, potrebbe diventare uno dei primi bersagli di un’eventuale rappresaglia russa, come già evidenziato in un precedente reportage.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI
RAI NEWS – “Aiutare l’Ucraina unica scelta coerente con i nostri ideali”