FONDAZIONE GIMBE CONTRO REINTEGRO MEDICI NO-VAX DECISO DAL GOVERNO. Ovvio: è Partner delle Big Pharma dei Vaccini!
Introduzione della Redazione di Gospa News
«È stata anticipata dal 31 dicembre all’1 novembre la scadenza dell’obbligo vaccinale anti-Covid per chi esercita la professione sanitaria. Il provvedimento è stato ratificato al termine del primo Consiglio dei ministri presieduto dalla neo premier Giorgia Meloni. Prorogato, invece, l’obbligo di utilizzo delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa. Lo prevede la nuova ordinanza del ministro della Salute Orazio Schillaci. Scade, infatti, oggi la precedente ordinanza che stabiliva l’obbligatorietà dei dispositivi di protezione nelle strutture sanitarie» scrive SkyTG24 che, dopo aver spiegato i motivi burocratici per il reintegro nei posti di lavoro degli operatori sanitari NO VAX sospesi, subito dopo rilancia l’allarmismo esasperato della Fondazione GIMBE come se fosse un oracolo divino…
Pubblichiamo di seguito l’intervista diffusa dall’ANSA e riportata in breve da Radio24 del Sole 24Ore a Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE (nella foto in copertina), tra i più accaniti sostenitori del terrorismo pandemista con dati sempre allarmanti basati su tamponi RT PCR in gran parte inaffidabili, come sancito dai CDC USA che li ritirarono, e prodotti da multinazionali di diagnostica medica partner delle Big Pharma dei vaccini: come la francese CerbaHealth International, collaboratrice della Regione Lombardia e di vari governi europei ma socia anche dell’ONG Nucleus di Cambridge sponsorizzata da AstraZeneca.
Cartabelotta, specializzato in Gastroenterologia e in Medicina Interna nel 1996 ha fondato il Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (GIMBE), s’inalbera invocando l’autonomia regionale nella permanenza della mascherine negli ospedali (già prorogata dal governatore della Campania Vincenzo De Luca) e soprattutto si scaglia contro i medici NO VAX a suo giudizio colpevoli di aver diffuso disinformazione sui vaccini antiCovid mentre in realtà hanno smascherato in anticipo il fallimentare protocollo dell’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, confermato da autorevoli virologi e ricerche scientifiche.
Proprio i medici che hanno sopportato la sospensione pur di non vaccinarsi hanno promosso cure domiciliari efficaci ma ignorate dalle autorità sanitarie insieme a studi allarmanti sulla pericolosità dei sieri genici a DNA o RNA messaggero, confermata anche dai vertiginosi, quanto incerti, numeri di danni da reazioni avverse e decessi dopo la somministrazione delle prime dosi o dei booster.
Perché tanta esagitazione in un momento di caldo autunno primaverile con il calo dei contagi?
Semplicissimo: Gimbe è partner delle Big Pharma dei vaccini sperimentali e pericolosi AstraZeneca, Pfizere GlaxoSmithKline (GSK) che è socia della stessa Pfizer e fulcro della triade finanziata da Bill Gates che ora sta raccogliendo gli utili dei suoi investimenti, anche grazie ai vaccini contro la recrudescenza dell’Herpes Zoster provocata proprio dalle ripetute dosi antiCovid.
Leggete le scandalose boiate che scrive questo sedicente scienziato che pur essendo esponente di una Fondazione privatistica viene osannato dai media come il guru dell’emergenza Covid-19.
Nel suo sfogo il presidente GIMBE segnala la necessità dell’obbligo dell’uso di mascherine nelle strutture sanitarie ma non fa minimo accenno alla carenza di sanificazioni ospedaliere che ogni anno causano migliaia di morti in Italia come svelato da un’indagine di un sindacalista FISASCAT CISL.
Gimbe, sanatoria no-vax è un’amnistia antiscienza e diseducativa
Intervista pubblica da Ansa Salute & Benessere – I links agli articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori“Il reintegro dei sanitari non vaccinati contro Covid-19 e le ‘sanatorie’ per i no-vax rappresentano un’amnistia anti-scientifica e diseducativa”.
Lo afferma il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta.
La proposta del Mef di una sospensione fino al 30 giugno 2023 delle multe per gli over50 che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale è “irrilevante dal punto di vista sanitario – commenta Cartabellotta – ma antiscientifica e fortemente diseducativa, visto che estende la cultura della sanatoria anche alle disposizioni che hanno l’obiettivo di tutelare la salute pubblica”.
“La parola d’ordine ‘discontinuità’ – spiega Cartabellotta in una nota – è assolutamente legittima in una repubblica democratica ma deve essere utilizzata anche per migliorare tutto quello che il Governo precedente non è riuscito a fare”.
“Dalla raccolta più analitica dei dati sui pazienti ricoverati agli investimenti sugli impianti di aerazione e ventilazione dei locali chiusi; dall’accelerazione della copertura con i richiami vaccinali, all’implementazione di rigorosi protocolli terapeutici per le persone al rischio. Al momento, invece, la discontinuità sembra ridursi ad uno un mero smantellamento delle misure in atto e ad una vera e propria ‘amnistia’ nell’illusorio tentativo di consegnare la pandemia all’oblio, ignorando le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica”.
Rispetto allo stop dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario e il reintegro dei sanitari no-vax sospesi, a partire dal 1 novembre, “il potenziale impatto in termini di sanità pubblica sarebbe modesto, sia perché la misura viene anticipata di soli due mesi rispetto alla scadenza fissata, sia perché riguarda un numero esiguo di professionisti. Ben diverso – rileva Cartabellotta – è però l’impatto in termini di percezione pubblica di questa ‘sanatoria’ e delle relazioni con la stragrande maggioranza dei colleghi che si sono vaccinati per tutelare la salute dei pazienti e la propria, anche al fine di garantire la continuità di servizio”.
Peraltro, “al di là di una scelta individuale incompatibile con l’esercizio di una professione sanitaria, si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione pubblica sui vaccini. Se da un lato il loro reintegro lancia un messaggio profondamente antiscientifico, va tuttavia ricordato che a livello locale possono essere stabilite disposizioni per affidare ai professionisti no-vax reintegrati – conclude – attività diverse da quelle clinico-assistenziali, senza configurare demansionamento”.
Per il presidente della Fondazione, inoltre, l’obbligo delle mascherine in ospedale e nelle RSA “dovrebbe essere reso permanente, indipendentemente dalla pandemia in corso, al fine di proteggere al meglio le persone più vulnerabili da infezioni respiratorie di qualsiasi natura. E l’utilizzo di questo dispositivo, come indicato dalle autorità internazionali di sanità pubblica, è raccomandato in tutti gli ambienti al chiuso affollati e/o poco aerati”.
“L’utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie – rileva Cartabellotta in una nota – è fondamentale sia per proteggere professionisti e operatori sanitari, evitando di decimare ulteriormente il personale con assenze per malattia, sia soprattutto per tutelare la salute dei pazienti, in particolare quelli anziani e fragili. Peraltro, l’idea di abolire l’obbligo nazionale per poi reintrodurlo legittimamente a livello regionale o dei singoli ospedali e RSA genererebbe disorientamento dei cittadini, contestazioni rispetto alle disposizioni adottate nelle singole strutture sanitarie e aumento delle tensioni con il personale sanitario”.
Quanto alla pubblicazione settimanale del bollettino Covid, questa “appare ragionevole, anche tenendo conto della notevole variabilità giornaliera nella trasmissione e pubblicazione dei dati. Non è chiaro se anche la trasmissione obbligatoria agli organismi internazionali (Oms, Ecdc) avverrà con cadenza settimanale. In ogni caso – conclude – è fondamentale mantenere l’aggiornamento quotidiano dei dati Covid e della campagna vaccinale e garantirne accesso trasparente ai ricercatori per analisi e studi indipendenti”.
Redazione Gospa News
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